Hard to say I’m sorry

Girovagando in cucina…”Camminare è un lusso.
Chi vive come me, osservando quella pesante spada di Damocle penzolare ogni giorno dal soffitto, lo sa bene.
Anche ridere a crepapelle è un lusso.
Ogni giorno me ne rendo conto, sentendo la sensibilità della pelle scemare, lentamente.
Alzarsi dal letto è un altro lusso. Se le cicatrici dovessero rimanermi su una parte del cervello che…”

“Ora basta pensieri negativi” dico a me stesso, alzandomi.
Sorrido per averlo fatto, ancora. Scacciare i pensieri negativi ultimamente è diventato uno sport che sembra vedermi vincitore, sempre.
In bagno mi lavo le mani, sorridendomi. Il suo spazzolino vicino al mio, ed il caos della casa che ancora non si è svegliata.
In salotto ci sono in giro i suoi disegni, che si mischiano alle mie scartoffie in modo magistrale.

“Non sono una casalinga perfetta, non sono la donna dei miracoli, eppure io vivo ogni giorno come se fosse l’ultimo… per tutto quello che è accaduto, e per quello che deve accadere: io scelgo ogni giorno di vivere… e tu?” dice sempre, il mio angelo.

Odiavo i suoi rimproveri, fino a quando non mi ha dato il permesso di toccarle il cuore e non mi sono reso conto di quanto potesse essere fragile.

“Ci siamo presi…ci siamo arresi” me lo diceva sempre, prima di chiedermi di vivere con lei. Un amore forte il nostro… che ha resistito alle mie crisi, alle mie paure immense di una vita incerta, l’unica, però, che sono in grado di offrirle.

“Qualunque sia il nostro destino, lo affronteremo tenendoci per mano” questa frase scritta sulla lavagna della cucina mi strappa ogni giorno un sorriso, accanto c’è il disegno di nostra figlia, che se anche non porta il mio cognome, non riesco a non sentirla così.

Sorseggio il caffè tiepido e ripenso al male che le ho fatto, ed al mio stupore nel vederla ogni giorno lottare come un leone, avere la dolcezza dello zucchero, avere la sensibilità di una donna e l’umiltà di un bambino.

“Tu sai che io… io non so come sarà tra cinque anni o dieci…e…” le dissi un giorno
“Io sarò accanto a te, niente mi fa paura come la tua assenza”
Il suo sorriso mi fa bene e da quella risposta ho cominciato a parlarle di…. Lei.
Lei che un giorno è entrata dentro me, prendendosi il mio corpo perché il cuore no… il cuore, quello è MIO.

Un uomo vaga appena sveglio nella sua casa, sembra appena uscito da una tempesta: Per prima cosa che cosa volete conoscere?

  • 3. Come si sono conosciuti (57%)
    57
  • 2.Conosciamo questa donna (21%)
    21
  • 1. Conosciamo Lui (21%)
    21
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176 Commenti

    • un film che avrò visto cinquecentomilioni di volte e… boh. Piango quando lei è al karaoke, quando lui è in Irlanda, perfino quando lei si accorge che l’irlandese è il bassista del complesso del marito!!! Quel film è il miglior modo per farmi sembrare una fontana!!!!!
      a monte… ti ringrazio di cuore! Emozionare è un piacevole motivo per contiunuare a scrivere 🙂

  • Troppo poco Simona …. aperto … anzi apertissssimo … devi lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci … e poi lavorarci … nsomma un libro sia … :-* … grazie … ti abbraccio …

  • facciamo un bagno? O.o E mettere un :lei lo picchia per il nervoso?! Non so perchè ,ma data la situazione io me la immagino piangente che lo prende a pugni ,mentre lui la guarda con la scatoletta in mano e non sa che pesci pigliare…con lei che le grida tra le lacrime tutto il suo dolore…opppure una semplice sberla che lo lascia lì senza parole,mentr e lei lo guarda inferocita senza dire nulla e piangente….mmmmmm bè votando di parlar del padre…magari si scopre anche la reazione di lei…son proprio curiosa di vedere come finisce questa scena 🙂

  • Una storia che mi sorprende sempre per i toni struggenti, per le luci e le ombre.
    Mi hai commosso. E se lui lo stimo per il gesto, lei avrei voglia di stringerla.
    Come fai a rendere i tuoi personaggi così reali?

  • L’amore.
    Che è medicina, che è respiro… qualsiasi cosa accada gli innamorati sopravviveranno.
    Medicina dunque.

    Mi sembra di vedere ogni scena legata alle canzoni. Gran bel capitolo 😉

  • mi sembra di viverla quella rabbia, la sensazione di qualcuno che ti scivola tra le dita. La sensazione del sentirsi impotente di fronte alla scena della tua donna che si prepara per qualcuno che non sei tu.
    Quasi sembra di viverla questa scena, la voglia di Diego di piantargli un cazzotto tra i denti, la paura della reazione di lei, che può girarsi e dire: “che cosa vuoi, tu?”
    Bello tutto…
    brava, ragazza… 😉

      • a volte un pugno risolvere molti problemi, sai? A te che ti sfoghi, a chi se lo prende, così che capisce di stare al suo posto e anche a lui/lei che ti sta vicino: non so perchè ma credo che la gelosia sana non sia così un male in un rapporto.
        Mi rendo conto che, forse, in talune occasioni me lo sarei meritato anche quel famigerato pugno.
        Capisco che te ne freghi una marzza fionda, ma era per precisare che qualcuna oggi mi ha fatto ragionare… ( a buon intenditor non servon molte parole)
        A presto.
        Fede.

  • Che canzone meravigliosa… non amo questo artista, lo sai… ma questa canzone è bellissima!
    Scelta ardua… sono un fan dei PSB e anche dei Negramaro… scelta ardua ma… London batte Sole.
    Mi chiedo quale sarà la prossima emozione… bravissima!

  • Episodio molto denso di emozioni. Lui stesso, è dominato da un’emozione che vorrebbe, ma non può, mettere a tacere. E questo continuo vivere e negare è, a mio parere, la forza di questo episodio.
    Sono felice che nel prossimo approfondiremo Marika, facciamolo attraverso la cioccolata. (Sono curiosa di come farai, a farci esplorare una persona attraverso la cioccolata, sono sicura che ci stupirai 🙂 )

  • è quattro capitoli che arrivo in fondo con il magone.
    Io non so come tu possa descrivere così bene le emozioni, e questa “lei”… sembra vera, reale. Sembra quasi di poterle toccare le lacrime del protagonista e la paura di lei. Si amano, questo conta.
    Brava è poco. Io sono solo uno che scrive. Ma fossi in te, questo racconto lo farei diventare libro.

  • Io voto per sapere qualcosa su Marika. Io non credo sia fortuna, ma destino…e poi la fortuna è una cosa molto astratta, a volte bisogna andarsela a cercare. A volte ci ripariamo dietro la sfortuna per non voler ammettere i nostri errori o i nostri limiti.
    Brava Socia…continua così che vai forte. Una storia semplice ma al tempo stesso complicata, come il tuo carattere del resto. 🙂

  • Posso dirti che questa Marika ha la dolcezza della tua “Greta”? E Diego è… Beh, sicuramente fortunato ad incontrare un angelo così in un locale. Ma vogliamo dire che mi ricorda tantissimo il tuo “Diego” de “L’uomo d’acqua dolce”: dolce, fermo…. grande?
    Mi piace, questo è il tuo genere, Simo.
    Brava!

  • Quando mi hai detto: “ho iniziato la nuova storia”, ero incuriosito.
    Mi aspettavo un qualcosa di diverso…
    Ha ragione chi dice che è “diverso” dal solito. La parte che più di te affascina è racchiusa in queste parole. (parlo dal punto di vista letterario, di questi tempi meglio mettere i puntini sulle I)
    Mi piace la dolcezza della protagonista, ed anche lui sembra davvero reale. Credo, davvero che emozionerai, lo fai sempre, in tutte le tue forme.

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