Hard to say I’m sorry

Dove eravamo rimasti?

ed ora il finale. Come lo volete? Aperto, vogliamo conoscere meglio i due, vedere il rapporto di Diego con la bambina, ecc ecc e magari lavorarci e farlo diventare libroper (60%)

La mia medicina.

‹‹Buonanotte piccola mia›› le sussurro, baciandole la fronte.

‹‹Papà… domani sposerai anche me, vero? È per questo che la mamma ha comprato anche per me quel vestito?›› mi chiede, serissima.

‹‹Prima di lei… io sposo te. Sai? È un impegno che manterrò. Sei la mia bambina…››

Il suo volto diventa serio, crucciato.

Elisa è sveglia, dimostra più dell’età che ha.

‹‹Ti voglio bene papy›› la stringo forte, facendomi investire dal suo odore di camomilla e di zucchero.

Poi c’è lei.

La visita dal neurologo è vicina, l’agitazione cresce.

Accarezzo la scatola del farmaco, serio.

Non è niente, ora.

Non fa più male il pizzico della puntura, la sensazione della medicina che entra in circolo.

Sospiro, ritraendo l’ago. Mi siedo, appoggio la schiena alla sedia chiudendo gli occhi.

Ripenso al giorno in cui quella terribile parola entrò, per la prima volta nella mia vita.

Come un pugno, una sberla… forse troppo forte da digerire.

Perché ancora adesso, nonostante siano passati un po’ di anni, la sera ci penso. E a quella domanda non so dare risposta.

Perché? Perché io, perché a me?

‹‹Ho fatto un ottimo lavoro…››

La voce di mia madre mi sorprende in questo pensiero, mentre le sue mani mi asciugano una lacrime invisibile.

‹‹Sei una donna tanto dolce›› le dico, godendomi le sue carezze.

‹‹E tu un figlio tanto forte, Diego.›› ribatte.

Ora sono io ad accarezzarle il volto. La mia malattia sembra averla colpita. Spesso non le ho detto, pensando di proteggerla, sbagliavo. Le mamme sono donne forti, in grado di sopportare dolori e gioie immense.

‹‹Marika ti attende, io ti aspetto domani. È molto tenero questo bizzarro addio alla vita passata che vi state dando.›› sorride.

‹‹Non cambierei la mia vita, mai… solo perché lei è presente ogni giorno››

La osservo baciare la mia donna ed andare via.

Pile, pigiama con le mucche e pop corn salati.

Ps: I love you” un film che adora e che, puntualmente, la fa piangere sugli stessi punti.

‹‹ Mi piace questo, sai?›› chiede, appoggiandosi alla mia spalla.

Le sorrido, mentre i dolori scuotono il mio corpo.

‹‹Lo so… piace anche a me e, giuro, non l’avrei mai detto.››

‹‹Andiamo a letto, vuoi? Sembri stanco.›› mi passa le dita tra i capelli, regalandomi il suo dolcissimo sguardo.

‹‹Dimmelo ancora, Marì…›› chiedo, bloccandole la mano affinché non esca dalla mia chioma.

Si siede su di me, buttando nel mio un severissimo sguardo.

‹‹In qualsiasi modo… in ogni momento. Ti amerò per sempre.››

Il suo bacio è dolce, languido. Il suo sapore entra in circolo ricordandomi cosa mi cura davvero.

‹‹Sei la mia medicina…›› le sussurrò, stringendola a me.

Si lascia accarezzare.

Respiro.

Mi aiuta ad alzarmi dal divano, le gambe mi fanno davvero male.

Con delicatezza mi rimbocca le coperte, una volta a letto.

‹‹Perché…›› mi lascio sfuggire, mentre le lacrime rigano il mio volto.

‹‹A questa domanda vorrei rispondere… e vorrei toglierti le lacrime e il bisogno di tutte le medicine, prendendomi la tua malattia, lasciandoti libero.›› sussurra, baciandomi le lacrime.

‹‹Pacchetto completo, Marì…›› le rispondo.

Annuisce, poi avvinghia i suoi piedi ghiacciati con i miei, le sue mani cercano la mia pelle sotto la maglia della tuta.

Il sonno mi sorprende, finalmente.

Una rosa tra le dita, un cerchietto nei capelli.

Marika è bella in questo vestito, splendida nel suo sorriso.

Le gambe s’irrigidiscono, la testa gira.

non ora…” penso, in un filo di voce.

Poi più niente.

‹‹Non smettere di lottare, sei la mia roccia ed io la tua onda››. mormora, accarezzandomi i capelli.

‹‹Perchè?›› mormoro in un filo di voce.

‹‹Non importa il perché Importi tu. Se hai paura, sono qui. Ma non lasciarle il tuo cuore. Tu sei più forte.›› mi bacia le labbra, forte.

‹‹Appena esco di qui… si va a Disneyland. L’ho promesso ad Elisa e a te… la mia famiglia va in vacanza… signora Russo››

Sorride.

La mia medicina entra in circolo.

Parigi, arriviamo.

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176 Commenti

    • un film che avrò visto cinquecentomilioni di volte e… boh. Piango quando lei è al karaoke, quando lui è in Irlanda, perfino quando lei si accorge che l’irlandese è il bassista del complesso del marito!!! Quel film è il miglior modo per farmi sembrare una fontana!!!!!
      a monte… ti ringrazio di cuore! Emozionare è un piacevole motivo per contiunuare a scrivere 🙂

  • Troppo poco Simona …. aperto … anzi apertissssimo … devi lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci lavorarci … e poi lavorarci … nsomma un libro sia … :-* … grazie … ti abbraccio …

  • facciamo un bagno? O.o E mettere un :lei lo picchia per il nervoso?! Non so perchè ,ma data la situazione io me la immagino piangente che lo prende a pugni ,mentre lui la guarda con la scatoletta in mano e non sa che pesci pigliare…con lei che le grida tra le lacrime tutto il suo dolore…opppure una semplice sberla che lo lascia lì senza parole,mentr e lei lo guarda inferocita senza dire nulla e piangente….mmmmmm bè votando di parlar del padre…magari si scopre anche la reazione di lei…son proprio curiosa di vedere come finisce questa scena 🙂

  • Una storia che mi sorprende sempre per i toni struggenti, per le luci e le ombre.
    Mi hai commosso. E se lui lo stimo per il gesto, lei avrei voglia di stringerla.
    Come fai a rendere i tuoi personaggi così reali?

  • L’amore.
    Che è medicina, che è respiro… qualsiasi cosa accada gli innamorati sopravviveranno.
    Medicina dunque.

    Mi sembra di vedere ogni scena legata alle canzoni. Gran bel capitolo 😉

  • mi sembra di viverla quella rabbia, la sensazione di qualcuno che ti scivola tra le dita. La sensazione del sentirsi impotente di fronte alla scena della tua donna che si prepara per qualcuno che non sei tu.
    Quasi sembra di viverla questa scena, la voglia di Diego di piantargli un cazzotto tra i denti, la paura della reazione di lei, che può girarsi e dire: “che cosa vuoi, tu?”
    Bello tutto…
    brava, ragazza… 😉

      • a volte un pugno risolvere molti problemi, sai? A te che ti sfoghi, a chi se lo prende, così che capisce di stare al suo posto e anche a lui/lei che ti sta vicino: non so perchè ma credo che la gelosia sana non sia così un male in un rapporto.
        Mi rendo conto che, forse, in talune occasioni me lo sarei meritato anche quel famigerato pugno.
        Capisco che te ne freghi una marzza fionda, ma era per precisare che qualcuna oggi mi ha fatto ragionare… ( a buon intenditor non servon molte parole)
        A presto.
        Fede.

  • Che canzone meravigliosa… non amo questo artista, lo sai… ma questa canzone è bellissima!
    Scelta ardua… sono un fan dei PSB e anche dei Negramaro… scelta ardua ma… London batte Sole.
    Mi chiedo quale sarà la prossima emozione… bravissima!

  • Episodio molto denso di emozioni. Lui stesso, è dominato da un’emozione che vorrebbe, ma non può, mettere a tacere. E questo continuo vivere e negare è, a mio parere, la forza di questo episodio.
    Sono felice che nel prossimo approfondiremo Marika, facciamolo attraverso la cioccolata. (Sono curiosa di come farai, a farci esplorare una persona attraverso la cioccolata, sono sicura che ci stupirai 🙂 )

  • è quattro capitoli che arrivo in fondo con il magone.
    Io non so come tu possa descrivere così bene le emozioni, e questa “lei”… sembra vera, reale. Sembra quasi di poterle toccare le lacrime del protagonista e la paura di lei. Si amano, questo conta.
    Brava è poco. Io sono solo uno che scrive. Ma fossi in te, questo racconto lo farei diventare libro.

  • Io voto per sapere qualcosa su Marika. Io non credo sia fortuna, ma destino…e poi la fortuna è una cosa molto astratta, a volte bisogna andarsela a cercare. A volte ci ripariamo dietro la sfortuna per non voler ammettere i nostri errori o i nostri limiti.
    Brava Socia…continua così che vai forte. Una storia semplice ma al tempo stesso complicata, come il tuo carattere del resto. 🙂

  • Posso dirti che questa Marika ha la dolcezza della tua “Greta”? E Diego è… Beh, sicuramente fortunato ad incontrare un angelo così in un locale. Ma vogliamo dire che mi ricorda tantissimo il tuo “Diego” de “L’uomo d’acqua dolce”: dolce, fermo…. grande?
    Mi piace, questo è il tuo genere, Simo.
    Brava!

  • Quando mi hai detto: “ho iniziato la nuova storia”, ero incuriosito.
    Mi aspettavo un qualcosa di diverso…
    Ha ragione chi dice che è “diverso” dal solito. La parte che più di te affascina è racchiusa in queste parole. (parlo dal punto di vista letterario, di questi tempi meglio mettere i puntini sulle I)
    Mi piace la dolcezza della protagonista, ed anche lui sembra davvero reale. Credo, davvero che emozionerai, lo fai sempre, in tutte le tue forme.

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