Capitolo IMi trovavo in ufficio e puntualmente squillò il telefono. Risposi. Era il capo, con la sua inconfondibile voce mi comunicava le direttive per una nuova indagine. Disse che dovevo recarmi al museo per una sparizione, così spensi la sigaretta, presi alcune cose e mi avviai immediatamente verso l’auto di servizio.
Me ne avevano affibiato una abbastanza vecchia, sembrava uscita direttamente da un telefilm poliziesco degli anni ‘70. A volte faceva anche fatica a partire, ma come semplice mezzo di trasporto andava più che bene.
Arrivai e parcheggiai nello spiazzo davanti al museo, il direttore mi aspettava all’ingresso e con fare ansioso, mi spiegò nel dettaglio tutto quello che era successo la notte appena passata. Avevano rubato l’oggetto più importante dell’intero museo, un corno medievale. Per una cittadina che viveva di turismo solo grazie a quel reperto, fu una catastrofe. Entrammo. Il piedistallo nell’atrio era ovviamente vuoto e, guardandomi attorno, non notai altre stranezze all’interno dell’edificio.
“Ha già qualche sospetto?” chiesi al direttore.
“Beh… Ieri, senza nessun apparente motivo, la mia segretaria si è licenziata. Lavorava qui da moltissimi anni, era sempre perfetta sul lavoro, non posso minimamente pensare che sia stata lei.” rispose lui.
“Oltre a lei e alla sua ex segretaria, lavora qualcun’altro qui?”
“Si. Il nostro inserviente, che si occupa della pulizia di tutto il museo. Lavora qui da poco, ma non penso sia un delinquente.”
“Bene, andrò a fare una chiacchierata con lui.”
Il direttore mi diede la possibilità di controllare l’intero edificio, per continuare le mie indagini e raccogliere eventuali indizi. Iniziai così a girovagare, mentre arrivavano i primi turisti. Il museo era abbastanza piccolo, su un unico grande piano c’erano sei stanze adibite ad esposizione di vari manufatti rinvenuti nella zona, l’ufficio del direttore con l’anticamera che ospitava la segretaria e lo sgabuzzino con tutto il materiale che utilizzava l’inserviente, otto stanze in tutto.
Mentre controllavo, sentii una mano sulla spalla destra, mi girai e vidi davanti a me un ragazzo sui venticinque anni, tuta da lavoro blu scuro, berretto in testa e secchio in mano.
Senza pensarci dissi “Cercavo giusto lei.”
“Come fa a sapere di voler parlare con me? Non mi sono neanche presentato” disse.
“Semplice spirito di osservazione… lei è l’inserviente giusto?”
“Si. Piacere, Eric Stagiz.”
“Volevo chiederle della segretaria, la conosceva bene?”
“Purtroppo no. Lavoro qui solo da poche settimane e non c’è stata l’occasione, ma sembrava una persona a posto. Per quanto riguarda la sparizione non so dirle nulla, io faccio solo il mio lavoro.”
Per il momento, non volevo fare il terzo grado al ragazzo, lo salutai e continuai il mio giro. Mi recai nell’anticamera dove lavorava la segretaria, lasciandomi alle spalle la confusione del museo che ormai si era riempito abbastanza. Entrai. In quella stanza, il silenzio assoluto mi avvolgeva. Mi avvicinai alla postazione della donna, accesi il pc e mentre quest’ultimo si avviava, controllai i cassetti della scrivania e finalmente trovai qualcosa che poteva essere un indizio. All’apparenza sembrava un anonimo foglietto di carta, ma capii subito che era stato gettato e poi recuperato dalla pattumiera. Su di esso era segnato un indirizzo, lo piegai e lo misi in tasca. Nel frattempo il pc aveva concluso l’accensione, stranamente non dovetti inserire nessuna password, iniziai così a controllare le email e i vari files, senza trovare nulla di anomalo. Spensi il pc della segretaria e entrai nell’ufficio del direttore, vidi una stanza ben arredata e provai ad accendere anche il suo computer, ma ovviamente lui la password l’aveva messa… lasciai perdere, controllai anche quella scrivania ma non trovai nulla. Mi diressi nuovamente verso la confusione del museo e scambiai ancora qualche parola col direttore, gli dissi che per oggi non potevo spingermi oltre nelle indagini, lo salutai e andai via.
Come prosegue la storia?
- Accade un evento inaspettato (64%)
- Il protagonista ritorna al museo per ulteriori indagini (0%)
- Il protagonista si dirige all'indirizzo scritto sul foglietto (36%)

26/12/2013 at 20:00
Mi ricorda lo stile di certi gialli di scrittori americani contemporanei. Per come la vedo io, anche descrizioni “piane” vanno bene, purché funzionali nel dare elementi di sviluppo al giallo. Voto la prima opzione
26/12/2013 at 22:43
Purtroppo non sono un “giallista professionista” e anche per questo vorrei usare questo sito… per sperimentare… 😉
26/12/2013 at 13:11
Che lunga attesa!
26/12/2013 at 16:28
Da questi commenti, noto un certo tuo interesse per questa storia 🙂
Ti ringrazio e mi dispiace se non posso essere veloce come lo sono tanti altri su questo sito.
Sto cercando di trarre ispirazione da alcuni volumetti di “Dylan Dog” e posso dirti che il secondo capitolo ho già iniziato a scriverlo… 😉
22/12/2013 at 23:43
Evento inaspettato
28/12/2013 at 18:14
Il giallo non è proprio nelle mie corte. Ti seguo per capire meglio
29/12/2013 at 23:12
Veramente non è neanche nelle mie, di corde… 😀
Ma dicono sia sempre utile sperimentare… 😉
15/12/2013 at 11:54
Proseguiamo col classico per ora e scopriamo chi o cosa c’è dietro quell’indirizzo e poi da qui qualcosa di inatteso . Leggerò il resto spero presto
15/12/2013 at 19:20
Vedremo vedremo… vorrei fare un lavoro migliore con questo racconto, per riuscire a concluderlo… non voglio che abbia la stessa riuscita di quello precedente… 😉
13/12/2013 at 20:01
Per prima cosa, andrei a vedere cosa c’è a quel l’indirizzo,
13/12/2013 at 20:02
(E non ho ben capito perché il correttore automatico mi abbia fatto divorziare quel e l’)
09/12/2013 at 17:27
“Giallo” ed eventi inaspettati mi sembra che vadano a braccetto! 😉
07/12/2013 at 09:52
Bene, molto interessante! Bravo! Anch’io ho votato per l’evento inaspettato…Ci vorrebbe! 😉
06/12/2013 at 21:33
… interessante come inizio, ho votato per un evento inaspettato, secondo me dopo questo tranquillo incipit ci vuole uno scossone per movimentare la storia! 😉