Notti di Luna

Vuoto di LunaIl detective Thomas Mainardi, padre italiano madre irlandese, si spostò i cappelli rossicci dalla fronte, rimise a posto gli occhiali dalla leggere montatura in metallo brunito e si rialzò. Era il quinto. Il quinto corpo trovato con la gola tagliata, le mani ed i piedi legati, una ciocca di capelli mancante e gli indizi. Un ritaglio di giornale, in Washington Post di un paio di anni fa, con un articolo su uno sciopero di lavoratori in una fabbrica di imballaggi. Ed il solito foglio di carta pergamena con due lettere scritte in caratteri gotici. F e D. Le iniziali della prossima vittima.

Uscito all’aperto Mainardi tirò fuori una Pall Mall dal pacchetto blu e l’accese, soffiando il fumo nella pioggia di una fredda mattina di fine inverno a Washington. Attorno allo stabile un mare di lampeggianti accesi. Il viavai di agenti, scientifica, tizi in impermeabile era continuo. In lontananza, tenuti fuori dal nastro giallo e da una decina di agenti, c’erano gli squali dei network.

– Tutto come al solito?

Era stato John Finnegan, il collega di Thomas, a parlare. John era un ragazzone alto e ben piantato, con una stempiata in mezzo ai capelli scuri nonostante avesse solo 31 anni. Passato da poco detective, Thomas è stato il primo compagno di John, e praticamente il suo mentore.

– Si, tutto uguale. Solita messa in scena, solita morte, soliti indizi. Questa volta un ritaglio del Post su uno sciopero. Il prossimo fortunato è un certo F.D.
– Qui attorno niente. Nessuno ha visto niente, niente tracce, e se ce n’erano sono state cancellate dalla pioggia. Ci sono delle telecamere a circuito chiuso, tre che inquadrano la strada per arrivare fin qui, e indovina? Tutte hanno qualcosa che non va’. Tipo un colpo di carabina.
– Ottimo. Se il buongiorno si vede dal mattino…
– Vado dentro a dare un’occhiata.
– Fatti mandare la foto del ritaglio ed iniziamo ad indagare su quello sciopero. Cerchiamo un elenco dei lavoratori e dei manifestanti e guardiamo se ci sono iniziali che corrispondono.
– OK

Soffiando via una nuvola azzurrognola, Thomas gettò la sigaretta ancora a metà nell’acqua fredda e nera della pozzanghera più vicina, poi si tirò su il bavero del giaccone ed andò a passo veloce verso la macchina, mentre l’asfalto bagnato luccicava con i rossi ed i blu dei lampeggianti, ignorando il richiamo di qualche giornalista che da lontano lanciava domande.

Benjamin rimette il lucchetto a combinazione all’armadietto e lo chiude con un giro. Prende la giacca ed esce dallo spogliatoio. Un’altro turno serale concluso. E’ ormai l’una, ma un salto allo Skipper ci sta’ ancora. Birra, biliardo e poi letto. Tanto domani niente sveglia.

Nel parcheggio sale in macchina e fa retromarcia per uscire, quando si sente un forte colpo dietro l’auto. Con una bestemmia fra i denti, esce dalla macchina e corre a vedere cosa è successo, pregando di non aver investito nessuno. Solo un grosso pezzo di legno sotto il paraurti ammaccato. Si gira di scatto con una mano sul collo, appena una goccia di sangue. Davanti a lui qualcuno con una grossa giacca imbottita ed un passamontagna. Ed in mano una siringa. Le gambe si fanno molli, il corpo vacilla e cade a terra, senza riuscire più a muoversi. Sopra di se vede solo la persona con il passamontagna che torreggia su di lui. Sembra rimanga fermo a guardarlo per un’eternità, poi da una tasca del giaccone tira fuori un enorme sacco nero e glielo cala sulla testa.

Buio. Luce.

Ben è legato ad un letto, un vecchio letto di metallo senza materasso, direttamente sulla rete. I piedi sono stretti insieme e poi legati ai piedi del letto, le braccia aperte a croce. In bocca ha una palla dura che gli consente solo di gemere. Accanto a lui qualcuno, con un giaccone nero imbottito ed un passamontagna, in mano il sacco nero appena tolto dalla testa.

Lancia il sacco da qualche parte, e in mano gli appare un grosso coltello con la lama seghettata. Ben inizia a dimenarsi sul letto, ma non si può muovere. E’ bloccato.

Inerme.

La prima vittima è un operaio. Chi sarà la seconda?

  • Un architetto (50%)
    50
  • Una maestra d’asilo (30%)
    30
  • Un infermiera di colore (20%)
    20
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71 Commenti

  • Sono un nuovo iscritto e l’ho fatto apposta per scrivere un giallo, che è uno dei pochi generi che manca nei miei numerosi racconti scritti nei miei moltissimi anni. Ecco quindi che il tuo mi interessa molto, e mi piace( parlo del primo capitolo), anche perché mi pare che sia l’opposto del mio( io ho scritto di omicidi irrisolti che all’apparenza non hanno niente in comune).
    Scritto bene, scorrevole, anche se c’è qualche refuso, che nel contesto non contano poi molto. Appena trovo il tempo lo leggo tutto e passo a commentare i 7 capitoli insieme. Forse avrei scelto anch’io l’architetto, ma comunque è tardi. Ciaociao.

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