Dove eravamo rimasti?
Primo quarto
I bassi della musica tecno facevano vibrare le pareti e le viscere mentre il Detective Mainardi procedeva lungo il buio corridoio, illuminato solo da una fila di luci led rosse lungo le due pareti, a poco più di un metro da terra. Le uniche altre luci, ovviamente rosse, erano quelle che indicavano il numero della stanza, proprio sopra un lettore di schede magnetiche, e quelle delle insegne luminose di sicurezza, che indicavano l’uscita, unica ancora di salvezza verde nel buio e nel fuoco di questo inferno moderno. Inoltre, per chissà quale legge della fisica, un vento caldo soffiava in faccia lungo tutto il corridoio, aumentando la sensazione di aver trovato l’Ade al 19° piano di un palazzo del centro di Washington.
Dopo l’ennesima curva del corridoio davanti a Mainardi si presentò l’unica porta aperta, con la luce bianca che da dentro la stanza cercava di mitigare il buio del corridoio, illuminando appena un metro attorno alla soglia, zona in cui c’erano almeno sei agenti in divisa, come se anche loro avessero timore di allontanarsi dall’unica luce bianca di tutto il piano.
Con un cenno del capo l’agente con la cartellina in mano salutò il Detective e ne segnò il nome in calce agli altri. La porta era tenuta aperta da una sedia, con sopra alcuni guanti in lattice. Ne prese uno ma non lo infilò.
La stanza era dipinta di un verde cupo, con un adesivo che riproduceva occhi di donna che copriva tutta la parete sinistra. Un grande letto con solo la testata imbottita dominava il centro della stanza, il resto dell’arredamento era composto da due mensole accanto al letto ed un’altra sedia.
Il gruppo di persone era a lato del letto, verso l’angolo sinistro, e con i loro corpi coprivano, quasi pudicamente, il cadavere.
Kera Collins lavorava la mattina alla cassa di un supermercato, mentre il pomeriggio e la sera lavorava qui. Faceva la mistress, la dominatrice. Sembra che l’ultimo cliente non si sia lasciato dominare.
Kera aveva un corpo mozzafiato, vestita con un total body di lattice color borgogna, che lasciava scoperte strisce di pelle sparse ed uscire i seni. Il color borgogna si mescolava con il più chiaro colore del sangue, che le ha sporcato il collo, i seni ed è colato in mezzo alle gambe aperte.
In questa posizione il taglio alla gola non si vedeva, ma a Mainardi non serviva, sapeva bene cosa avrebbe visto. Rimase invece a guardare il corpo, seduto a terra, appoggiato al muro nell’angolo della stanza, come una bambola lasciata da un bambino crudele, con le gambe aperte e le braccia abbandonate ai lati. La testa sul petto, i capelli scuri e lisci perfettamente acconciati in una coda alta.
Poche info. Nessuno ha visto o sentito, nessun segno sul corpo, niente resistenza, nessuna traccia nella stanza. E, ovviamente, nessun legame con le prime due vittime.
– Cos’ha lasciato? – Chiese Mainardi all’agente che stava trascrivendo i primi dati.
– Queste sono le iniziali: – rispose l’uomo allungandogli due buste di plastica con la scritta EVIDENCE rossa ben visibile. – MF, e l’altro è il ritaglio di giornale. Un pezzo su un incontro di boxe, sempre del Post. Siamo già risaliti al numero del giornale, lo troverà in centrale.
In quel momento entrò Finnegan. Uno sguardo fra i due è più che sufficiente.
– Abbiamo il proprietario?
– Si, è nell’ufficio all’ingresso.
– Andiamo a parlargli.
Ed i due uscirono dalla stanza per immergersi nuovamente nel buio rovente.
—
Mi guardo allo specchio, il trucco è perfetto, la tuta splende del suo borgogna, ho anche esaltato i capezzoli con il rossetto. Sembra che le cose vadano bene, nell’ultima settimana sei nuovi clienti. Ed ecco che bussa alla porta il numero 6. Guardo l’orologio, puntualissimo. Chiudo l’armadio a muro, vado alla porta. Via il sorriso dal viso, un respiro profondo, sguardo duro d’ordinanza. Apro. Sorride. Io no.
– Puntuale. Questo è bene. Entra. – Se la partenza è buona il resto del lavoro è più facile.
Con se ha una borsa a tracolla piuttosto capiente. In effetti sono di più i clienti con un trolley che quelli senza. Quegli occhi… c’è qualcosa di familiare.
– Ci siamo già visti? O è solo una mia impressione?
– Non credo.
– Come ti posso chiamare?
Sorride, un sorriso strano, un po’ inquietante.
– Luna.
Nel prossimo episodio scopriamo di più su:
- Il killer (50%)
- Il Detective Mainardi (13%)
- Le vittime (38%)

13/08/2015 at 15:27
Pochi piccoli indizi… 100% 😛
27/07/2015 at 05:32
Concordo con il “noir” . Bella l’atmosfera.
Leggo gli altri capitoli. Intanto complimenti bell’incipit.
27/07/2015 at 10:16
Ti ringrazio.
Al prossimo.
25/07/2015 at 22:47
Pochi piccoli indizi. E’ ancora presto ^^
Bel capitolo ^^ Molto “noir” 😉
27/07/2015 at 10:15
Grazie. Sarà fatto.
10/07/2015 at 00:52
Io sono serialkiller dipendente. Lo ammetto. E non ho intenzione di guarire. Aspetto con ansia il prossimo capitolo. Gran resa in questo, con i richiami vintage di qualità. Bravo ^^
27/08/2014 at 15:50
Un giallo da brividi! Non vedo l’ora di leggere il prossimo episodio. 🙂 non farci aspettare troppo 🙂
28/08/2014 at 07:22
Grazie.
Next is coming…
23/08/2014 at 11:43
Avvincente complimenti. Opto per il bagno pubblico, buon weekend…D.
28/08/2014 at 07:21
Ah, il fascino del bagno pubblico…
Grazie.
17/08/2014 at 23:47
In un bagno pubblico, magari un autogrill.
18/08/2014 at 10:36
Ah, l’autogrill.
In America non sono come i nostri, ma le stazioni di servizio penso che siano squallide uguale.
16/08/2014 at 22:02
Lo so che sembra banale uccidere un tassista nel taxi, ma mi sembrava la più ovvia 🙂
18/08/2014 at 10:35
Vediamo se vince il banale, e se riusciamo a de-banalizzarlo.
16/08/2014 at 18:17
Nel taxi? Interessante, si sta in ansia a leggere queste storie 😉 bravo
18/08/2014 at 10:35
Grazie. Conto sull’ansia.
15/08/2014 at 10:35
bella storia! l’ho letta tutta ieri sera, ma avevo troppo sonno per commentare.
Io dico che il tassista lo fa fuori nel bagno
18/08/2014 at 10:20
Ah, pulp. 🙂
Grazie.
14/08/2014 at 22:30
Tassista all’opera. Avanti così 😉
18/08/2014 at 10:19
Grazie. Vediamo che accade.
15/05/2014 at 11:10
Il pasticcere mi intriga. Giusto per continuare a poter fare congetture e capirci poco ancora per qualche capitolo, cosa che mi diverte.
D.
15/05/2014 at 11:11
E’ quello lo scopo. Sono solo indeciso quando tirare le conclusioni.
Thx
15/05/2014 at 11:12
Facciamo tra cinque capitoli e mezzo?
18/04/2014 at 20:17
Un omicida che viene a sua volta ucciso, mi pare interessante!
18/04/2014 at 15:27
Un pasticcere, perchè il movente sarà sicuramente più interessante.
18/04/2014 at 15:44
Grazie. Non so se sarà il movente la parte interessante di questo omicidio…
18/04/2014 at 15:45
E’ sempre così con gli omicidi. Non si sa mai dove criminali, vittime e scrittori vogliano andare a parare. Ma è ottimo. Se no non sarebbe un giallo.
23/03/2014 at 18:02
un pasticcere.
18/04/2014 at 15:43
Sembra che vada per la maggiore. Killer goloso.
16/03/2014 at 13:15
Un poliziotto!
18/04/2014 at 15:42
Grazie.
Sembra però che il pasticcere non abbia rivali.
09/03/2014 at 23:18
Un omicida? (Un’omicida…) Dopotutto, avere a che fare con uno psicopatico potrebbe non essere troppo sicuro nemmeno per un killer professionista… e se avesse ‘sbagliato’ qualcosa l’ultima volta?
10/03/2014 at 09:20
Un omicida.
E hai ragione, decisamente non è sicuro!
07/03/2014 at 22:50
Io immagino la polizia coinvolta “da vicino” più avanti… quindi…. morte al pasticcere !
Bella storia…. mi piace..ti seguo ! 😀
08/03/2014 at 15:14
Grazie. Chissà cosa accadrà.
In effetti… io non lo so.
17/02/2014 at 23:53
Voto per sapere sulle vittime
08/03/2014 at 15:14
Mi spiace, è andata male 🙂
23/01/2014 at 11:30
Sul killer, ovviamente 😉
23/01/2014 at 11:39
Giochiamo con il fuoco!
23/01/2014 at 12:16
Beh, finora il pv è sempre stato quello delle vittime, sarebbe interessante cominciare a capire come ragiona il nostro uomo (sempre che sia un uomo…)
22/01/2014 at 17:55
Per ora lascerei un velo di mistero sul killer e scoprirei qualcosa in più sui Mainardi.
23/01/2014 at 11:39
Ah, sei tipa da detective, eh? 😉 🙂
Grazie.
21/01/2014 at 17:09
Il killer è sempre il personaggio più interessante! 🙂
22/01/2014 at 13:04
Grazie Alessandra. Vedremo se hai ragione.
17/01/2014 at 14:27
The incipit sta riaccendendo la mia passione per i gialli! era da un po’ che non mi fermavo a leggerli.
Io voto per l’insegnante d’asilo, sarebbe qualcosa di inaspettato!
21/01/2014 at 17:07
Grazie di essere passato. Sorry, non ti è andata bene questa volta 🙂
09/01/2014 at 10:47
PS: Mi scuso con tutti per la formattazione errata nei dialoghi, per un qualche motivo ha preso solo il doppio invio e non il singolo. Comunque, ogni trattino ( – ) cambia la persona che parla. Nel prossimo capitolo cercherò di fare doppie verifiche…
07/01/2014 at 19:27
Una parrucchiera che, magari, ha sentito qualcosa di troppo? Non l’insegnante!! Mi metterebbe troppa inquietudine x)
08/01/2014 at 10:14
Eh, c’è ancora battaglia.
Grazie Francesca.
07/01/2014 at 11:36
Dopo l’exploit di racconti eros, voto per la mistress.
08/01/2014 at 10:14
Ah, l’eros, che gran cosa.
Grazie!
03/01/2014 at 17:02
Voto per l’infermiera di colore.
Giallo interessante. 🙂
03/01/2014 at 17:22
Grazie Giulia, benritrovata.
02/01/2014 at 17:09
Avanti con l’architetto.
Come ambientazione, sono proprio curioso di vedere cosa ti possa dare di più l’America, che non ti possa dare anche l’Italia!
Stiamo a vedere………
03/01/2014 at 17:21
Vedremo 🙂
02/01/2014 at 15:45
Non posso fare a meno di seguire un compaesano sarzanino!
02/01/2014 at 15:54
Oh, grazie! 😀 Bentrovato.
02/01/2014 at 14:25
Ciao, incipit davvero interessante! Ho votato per l’architetto, così complichiamo il profilo del serial killer 😉
02/01/2014 at 14:36
Grazie Francesca. Sembra che anche gli altri la pensino come te.
01/01/2014 at 22:47
Un architetto. Aspetto il prossimo capitolo.
02/01/2014 at 14:35
Grazie di essere passato.
31/12/2013 at 13:38
Un architetto.
Buio. Luce.
A parte gli scherzi, mi piace come scrivi e voglio approfondire la lettura di questo bel genere, il giallo. Anche per me l’America è un po’ abusata, ma spero e credo che ce ne darai una lettura interessante!
Ti seguo.,
31/12/2013 at 14:38
E grazie. 🙂
31/12/2013 at 10:00
Bene un bel giallo, si direbbe, malgrado l’abusata ambientazione statunitense e poca attenzione agli apostrofi.
(Come mai passi dal tempo passato al presente?)
31/12/2013 at 10:05
Ouch, l’ho riletto ma non vedo l’apostrofo incriminato. L’errore di battitura è sempre dietro l’angolo in questo posto. Come la formattazione.
Purtroppo si è perso lo spazio aggiuntivo fra le due parti, quella al passato, del detective, e quella al presente, delle vittime. Sarà un format ricorrente nelle puntate.
Grazie per essere passato.
PS: Hai ragione, l’America è usata molto per questo genere, ma per avere certe possibilità è d’obbligo. Gli altri racconti erano in Italia e in oriente, ogni tanto me la concedo 🙂
31/12/2013 at 10:20
Vado a memoria: “un’altro”, “un infermiera” e “va’”.
(Attendo il seguito!)
31/12/2013 at 10:32
Cavolo, quando hai ragione… 😀
31/12/2013 at 09:57
Intrippante..vediamo! Mi ispira l’infermiera. ti seguo buon anno
31/12/2013 at 10:00
Grazie! 🙂