Dove eravamo rimasti?
Gibbosa crescente
Sarah vide per la prima il 408 un martedì dopo cena. Era il, o meglio, la 408 perché era l’unica a non avere un nome. Trasferitasi da poco, non aveva il nome sul campanello, alla porta o sulla cassetta della posta. E nessuno conosceva il suo nome.
Quel martedì stava salendo dallo scantinato con la cesta dei panni appena usciti dall’asciugatrice, con sopra una rivista. Era rimasta a leggere in lavanderia finché il bucato non aveva terminato il ciclo di asciugatura. Salì in ascensore e premette il 4. L’ascensore partì piano e, invece di accelerare, si riformò al piano terra. Quando le porte si aprirono la 408 era lì. Capì subito che era lei, dalla descrizione sussurrata da un paio di vicini. Un bel viso, poco sopra i trenta, capelli scuri corti e un bel cappello, vestita sempre bene. Con un cenno del capo entrò e subito si girò verso la porta. Diede un occhiata alla pulsantiera, ma il 4 era già illuminato, quindi non premette niente.
Sarah da dietro la osservò per tutta la salita. Non alta ma magra, vestiva un paio di pantaloni a sigaretta neri e delle décolleté basse di vernice. Un trench kaki nascondeva il resto, ma la borsa di pelle nera sembrava costosa.
Era indecisa sul rivolgerle parola, ma il fatto di essere in tuta e con la cesta del bucato la metteva un po’ in soggezione, quindi rimase zitta, puntandole gli occhi sulla nuca, ed inviando segnali mentali tipo “Girati e parlami del tempo”. “Girati e chiedimi come va”. Ma, evidentemente, la sua mente non era molto ricettiva, perché non si mosse minimamente e, aperte le porte al quarto piano, si incamminò senza nemmeno un cenno verso io suo appartamento. Sarah uscì dopo di lei, osservandola camminare spedita. La 408 aprì veloce le due serrature della sua porta e, con uno sguardo veloce ed un mezzo sorriso, entrò.
Sarah andò al suo 409, un po’ più avanti e dall’altro lato del corridoio, passando piano davanti alla porta del 408 e fissandola, come se si aspettasse di poter vedere all’interno. Alla fine, delusa, entrò in casa.
Per oltre sette mesi non vedrà più la 409, per sua fortuna. Ma la fortuna non dura per sempre.
–
La 408 aspetta un paio di minuti prima di smettere di guardare dallo spioncino. Una vicina di casa impicciona può essere un problema, ma questa sembra non esserlo.
Si toglie le scarpe li dov’è e lascia borsa, trench e cappello sulla poltrona vicino alla porta. Non senza togliere dalla borsa la Sig Sauer 9×19 e lasciarla a portata di mano sul tavolo. Va in cucina a bere qualcosa, accende il portatile e poi in bagno. Esce dal bagno nuda, un tocco di vanità femminile nel guardarsi, soddisfatta, allo specchio, poi si siede davanti al piccolo Mac. La pelle d’oca ed i capezzoli rigidi le danno piacere, le è sempre piaciuto il freddo. Inizia i giri di routine, posta, verifiche di messaggi in codice nei forum, degli allarmi. Tutto tace. Essere un killer a pagamento a volte lascia noiosi tempi morti. Si dedica per dieci minuti a leggere le notizie sul Post online, poi fa per chiudere quando il popup di una nuova mail appare. E’ l’avviso che c’è un messaggio per lei in uno dei forum che usa per lavoro. Apre velocemente la pagina.
Mittente: Luna
Oggetto: Lavoro
Messaggio: Ho un lavoro continuativo da affidarle. Ci possiamo incontrare per parlarne? Scelga lei dove e quando.
Sembra che la pausa sia finita. Risponde velocemente, indicando uno dei posti che lei sa essere gestibili per un incontro. Invia il messaggio, ed attende. La risposta, con un semplice “OK”, arriva dopo meno di un minuto.
Con un sorriso chiude lo schermo, si alza e va alla finestra. Fa per scostare la tenda, ma all’ultimo la mano va invece alla maniglia, e la apre, facendo entrare prima il rumore della città, poi il freddo dei primi di ottobre. Rimane un po’ li, gustando l’aria sulla pelle. Poi, alzando lo sguardo, vede che dal palazzo di fronte, un ragazzo di circa 15 anni la sta fissando sorpreso. Con un sorriso ed un cenno della mano chiude la finestra.
–
L’uomo soddisfatto si allontana dal computer, con davanti aperto Google Maps in una vista da satellite del Logan Circle. Lì, domani, incontrerà il suo esecutore personale. Non vede l’ora di leggere sui giornali del primo omicidio. L’inizio della sua opera. L’inizio di una leggenda.
Si avvicina alla finestra e gira la maniglia, aprendo piano le finestre. Fuori è buio, le poche luci delle case dei suburbs e la striscia luminosa della strada nascondono le stelle. La luna, calante, è proprio di fronte a lui. Chiude gli occhi per un attimo, assaporando l’aria fresca. Quando li riapre è la luna l’unica cosa che vede. Distrattamente accarezza la lama del coltello seghettato che tiene in mano.
–
Il detective Mainardi sedeva sugli scalini di un palazzo di periferia. Con il collega avevano appena arrestato l’uomo che aveva ucciso la moglie con un ferro da stiro, rompendole la testa. Ormai non la capiva più questa città.
Alzando gli occhi vide la luna calante, splendente nel cielo.
“Almeno stasera c’è una bella luna”, pensò.
Il prossimo a venire ucciso sarà il terzo della serie. Chi sarà?
- Un pasticcere? (73%)
- Un omicida? (18%)
- Un poliziotto? (9%)

13/08/2015 at 15:27
Pochi piccoli indizi… 100% 😛
27/07/2015 at 05:32
Concordo con il “noir” . Bella l’atmosfera.
Leggo gli altri capitoli. Intanto complimenti bell’incipit.
27/07/2015 at 10:16
Ti ringrazio.
Al prossimo.
25/07/2015 at 22:47
Pochi piccoli indizi. E’ ancora presto ^^
Bel capitolo ^^ Molto “noir” 😉
27/07/2015 at 10:15
Grazie. Sarà fatto.
10/07/2015 at 00:52
Io sono serialkiller dipendente. Lo ammetto. E non ho intenzione di guarire. Aspetto con ansia il prossimo capitolo. Gran resa in questo, con i richiami vintage di qualità. Bravo ^^
27/08/2014 at 15:50
Un giallo da brividi! Non vedo l’ora di leggere il prossimo episodio. 🙂 non farci aspettare troppo 🙂
28/08/2014 at 07:22
Grazie.
Next is coming…
23/08/2014 at 11:43
Avvincente complimenti. Opto per il bagno pubblico, buon weekend…D.
28/08/2014 at 07:21
Ah, il fascino del bagno pubblico…
Grazie.
17/08/2014 at 23:47
In un bagno pubblico, magari un autogrill.
18/08/2014 at 10:36
Ah, l’autogrill.
In America non sono come i nostri, ma le stazioni di servizio penso che siano squallide uguale.
16/08/2014 at 22:02
Lo so che sembra banale uccidere un tassista nel taxi, ma mi sembrava la più ovvia 🙂
18/08/2014 at 10:35
Vediamo se vince il banale, e se riusciamo a de-banalizzarlo.
16/08/2014 at 18:17
Nel taxi? Interessante, si sta in ansia a leggere queste storie 😉 bravo
18/08/2014 at 10:35
Grazie. Conto sull’ansia.
15/08/2014 at 10:35
bella storia! l’ho letta tutta ieri sera, ma avevo troppo sonno per commentare.
Io dico che il tassista lo fa fuori nel bagno
18/08/2014 at 10:20
Ah, pulp. 🙂
Grazie.
14/08/2014 at 22:30
Tassista all’opera. Avanti così 😉
18/08/2014 at 10:19
Grazie. Vediamo che accade.
15/05/2014 at 11:10
Il pasticcere mi intriga. Giusto per continuare a poter fare congetture e capirci poco ancora per qualche capitolo, cosa che mi diverte.
D.
15/05/2014 at 11:11
E’ quello lo scopo. Sono solo indeciso quando tirare le conclusioni.
Thx
15/05/2014 at 11:12
Facciamo tra cinque capitoli e mezzo?
18/04/2014 at 20:17
Un omicida che viene a sua volta ucciso, mi pare interessante!
18/04/2014 at 15:27
Un pasticcere, perchè il movente sarà sicuramente più interessante.
18/04/2014 at 15:44
Grazie. Non so se sarà il movente la parte interessante di questo omicidio…
18/04/2014 at 15:45
E’ sempre così con gli omicidi. Non si sa mai dove criminali, vittime e scrittori vogliano andare a parare. Ma è ottimo. Se no non sarebbe un giallo.
23/03/2014 at 18:02
un pasticcere.
18/04/2014 at 15:43
Sembra che vada per la maggiore. Killer goloso.
16/03/2014 at 13:15
Un poliziotto!
18/04/2014 at 15:42
Grazie.
Sembra però che il pasticcere non abbia rivali.
09/03/2014 at 23:18
Un omicida? (Un’omicida…) Dopotutto, avere a che fare con uno psicopatico potrebbe non essere troppo sicuro nemmeno per un killer professionista… e se avesse ‘sbagliato’ qualcosa l’ultima volta?
10/03/2014 at 09:20
Un omicida.
E hai ragione, decisamente non è sicuro!
07/03/2014 at 22:50
Io immagino la polizia coinvolta “da vicino” più avanti… quindi…. morte al pasticcere !
Bella storia…. mi piace..ti seguo ! 😀
08/03/2014 at 15:14
Grazie. Chissà cosa accadrà.
In effetti… io non lo so.
17/02/2014 at 23:53
Voto per sapere sulle vittime
08/03/2014 at 15:14
Mi spiace, è andata male 🙂
23/01/2014 at 11:30
Sul killer, ovviamente 😉
23/01/2014 at 11:39
Giochiamo con il fuoco!
23/01/2014 at 12:16
Beh, finora il pv è sempre stato quello delle vittime, sarebbe interessante cominciare a capire come ragiona il nostro uomo (sempre che sia un uomo…)
22/01/2014 at 17:55
Per ora lascerei un velo di mistero sul killer e scoprirei qualcosa in più sui Mainardi.
23/01/2014 at 11:39
Ah, sei tipa da detective, eh? 😉 🙂
Grazie.
21/01/2014 at 17:09
Il killer è sempre il personaggio più interessante! 🙂
22/01/2014 at 13:04
Grazie Alessandra. Vedremo se hai ragione.
17/01/2014 at 14:27
The incipit sta riaccendendo la mia passione per i gialli! era da un po’ che non mi fermavo a leggerli.
Io voto per l’insegnante d’asilo, sarebbe qualcosa di inaspettato!
21/01/2014 at 17:07
Grazie di essere passato. Sorry, non ti è andata bene questa volta 🙂
09/01/2014 at 10:47
PS: Mi scuso con tutti per la formattazione errata nei dialoghi, per un qualche motivo ha preso solo il doppio invio e non il singolo. Comunque, ogni trattino ( – ) cambia la persona che parla. Nel prossimo capitolo cercherò di fare doppie verifiche…
07/01/2014 at 19:27
Una parrucchiera che, magari, ha sentito qualcosa di troppo? Non l’insegnante!! Mi metterebbe troppa inquietudine x)
08/01/2014 at 10:14
Eh, c’è ancora battaglia.
Grazie Francesca.
07/01/2014 at 11:36
Dopo l’exploit di racconti eros, voto per la mistress.
08/01/2014 at 10:14
Ah, l’eros, che gran cosa.
Grazie!
03/01/2014 at 17:02
Voto per l’infermiera di colore.
Giallo interessante. 🙂
03/01/2014 at 17:22
Grazie Giulia, benritrovata.
02/01/2014 at 17:09
Avanti con l’architetto.
Come ambientazione, sono proprio curioso di vedere cosa ti possa dare di più l’America, che non ti possa dare anche l’Italia!
Stiamo a vedere………
03/01/2014 at 17:21
Vedremo 🙂
02/01/2014 at 15:45
Non posso fare a meno di seguire un compaesano sarzanino!
02/01/2014 at 15:54
Oh, grazie! 😀 Bentrovato.
02/01/2014 at 14:25
Ciao, incipit davvero interessante! Ho votato per l’architetto, così complichiamo il profilo del serial killer 😉
02/01/2014 at 14:36
Grazie Francesca. Sembra che anche gli altri la pensino come te.
01/01/2014 at 22:47
Un architetto. Aspetto il prossimo capitolo.
02/01/2014 at 14:35
Grazie di essere passato.
31/12/2013 at 13:38
Un architetto.
Buio. Luce.
A parte gli scherzi, mi piace come scrivi e voglio approfondire la lettura di questo bel genere, il giallo. Anche per me l’America è un po’ abusata, ma spero e credo che ce ne darai una lettura interessante!
Ti seguo.,
31/12/2013 at 14:38
E grazie. 🙂
31/12/2013 at 10:00
Bene un bel giallo, si direbbe, malgrado l’abusata ambientazione statunitense e poca attenzione agli apostrofi.
(Come mai passi dal tempo passato al presente?)
31/12/2013 at 10:05
Ouch, l’ho riletto ma non vedo l’apostrofo incriminato. L’errore di battitura è sempre dietro l’angolo in questo posto. Come la formattazione.
Purtroppo si è perso lo spazio aggiuntivo fra le due parti, quella al passato, del detective, e quella al presente, delle vittime. Sarà un format ricorrente nelle puntate.
Grazie per essere passato.
PS: Hai ragione, l’America è usata molto per questo genere, ma per avere certe possibilità è d’obbligo. Gli altri racconti erano in Italia e in oriente, ogni tanto me la concedo 🙂
31/12/2013 at 10:20
Vado a memoria: “un’altro”, “un infermiera” e “va’”.
(Attendo il seguito!)
31/12/2013 at 10:32
Cavolo, quando hai ragione… 😀
31/12/2013 at 09:57
Intrippante..vediamo! Mi ispira l’infermiera. ti seguo buon anno
31/12/2013 at 10:00
Grazie! 🙂