Dove eravamo rimasti?
Ultimo quarto
Kelly da un ultimo sguardo all’ufficio prima di spegnere le luci. Schermo del computer: spento. Piante: annaffiate. Pratiche: in colonna. Mail ai Griffin: spedita. Tutto fatto. Prima di premere l’interruttore guarda anche il piccolo vaso con la piantina di menta sulla scriva ed il cartello piantato nel terriccio “KKK is NOT Ku Klux Klan!”. Luci. Serratura. Ed anche per oggi è finita.
Prende la metro e si siede comoda, tirando fuori il piccolo libro tascabile dalla borsa. Non deve fare cambi, ma ufficio e casa sono praticamente alle due estremità della linea arancio. 40 minuti di James Patterson.
Alla sua fermata scende e, prima di proseguire verso casa, curiosa nell’edicola. Sette minuti dopo è davanti a casa. I soliti nove scalini da salire, il solito saluto alla signora Schumann, del primo piano, incredibilmente sempre alla finestra nel momento di ingresso ed uscita di chiunque del palazzo.
Nell’atrio, più per abitudine che per interesse, da uno sguardo alla cassetta della posta, poi sente la voce, femminile. Dietro le scale, proprio davanti all’ascensore, una ragazza, anzi, una giovane donna, dai corti capelli biondi a caschetto, stava parlando al telefono. Le si avvicina, guardando gli alti tacchi, la borsa firmata ed il bel taglio dei vestiti, chiedendosi cosa ci facesse una così li, nel suo palazzo. Un rapido sorriso, la donna si scosta per permetterle di chiamare l’ascensore, mentre spiega al suo interlocutore qualcosa circa la necessità di consegnare la pratica entro sera.
Quando le porte si aprono Kelly sale, ed anche l’altra donna, sempre continuando ad annuire al telefono, come se dall’altra parte la potessero vedere. Solita posizione, entrambe con il viso verso la porta. Francesca, vicino alla pulsantiera, preme il suo cinque, girandosi a guardare interrogativamente la donna. Questa le sorride e le fa segno tre con le dita. Francesca si gira e preme il pulsante. L’ultima cosa che ricorderà prima dell’incubo.
–
John e Thomas erano davanti ad una birra ghiacciata, in uno dei loro soliti ritrovi. Attorno a loro chiacchiere, risate, storie. Loro erano gli unici che parlavano seri, vicine per potersi sentire bene sopra il rumore, senza mai l’ombra di un sorriso sul viso. L’argomento era il video. Il loro unico indizio concreto, anche se venuto fuori in ritardo. Il locale non faceva riprese video, nessun cartello di avviso, ecc. Ma dopo cinque giorni era saltato fuori che il proprietario aveva una video sorveglianza abusiva sui dipendenti. Dopo una pacata richiesta era saltato fuori il filmato in tempi record.
– Cosa ne pensi, Tom?
– Una donna che entra in un locale, prende un caffè e va in bagno. Niente di più naturale. Però quella era una parrucca, e questo è un motivo per cercare qualche informazione in più.
– Potrebbe essere andata in bagno apposta per aprire la finestra, sapendo che la donna ci sarebbe andata prima di uscire dal locale.
– Potrebbe, ma è molto azzardato. E’ vero che abbiamo a che fare con un assassino formidabile, donna, ma mi sembra un po’ troppo alla Jason Bourne.
– In ogni caso ho chiamato Luke, alla scientifica. E’ un mago con i video. Gli ho chiesto di passarlo al setaccio.
– Speriamo. Lo sa Dio se abbiamo bisogno di aiuto.
–
Quando il detective Mainardi vide la scena del crimine dovette fermarsi un momento a respirare. Il corpo dell’uomo era stato appeso, con un filo che sembrava quello delle tende, al ventilatore a pale al centro della stanza. Nudo, poggiava i piedi sul pavimento, le braccia tenute aperte, tipo crocifisso, da un manico di scopa a cui i gomiti erano legati. La gola aperta completamente, il corpo lordato di sangue. Come il ventilatore reggesse il peso dell’uomo, almeno 90 Kg, è un mistero.
Una macabra messa in scena, corollata dai soliti indizi. Questa volta un po’ più innovativo, il ritrovamento. Dietro un orecchio era stato arrotolato quello che sembra un foglio di giornale, dietro l’altro, sempre arrotolato, un foglio di carta pergamena, al cui interno saranno vergate le iniziali della prossima vittima. Facendo il giro intorno al corpo, senza toccare niente finché la scientifica non avesse terminato con i rilevamenti, vide anche la chiazza rossa sul capo, da dove mancava il solito brandello di cute e capelli.
– Detective – Mainardi obbediente si era girato, ed aveva seguito l’agente responsabile mentre lo aggiornava sul ritrovamento. Ma Thomas in realtà non sentiva nulla di quanto gli veniva detto o gli accadeva interno, perso nelle maledizioni verso questo killer spietato e verso se stesso, per non averlo fermato in tempo.
–
Dall’altro lato della città, 408 uscì nuda dalla doccia, si sedette davanti al suo Mac, ed incominciò a leggere tutte le informazioni che aveva su LM.
–
La chiamata della scientifica era un raggio di sole in uno schifo di giornata. Quando John e Thomas si sedettero a fianco dell’operatore questi, senza perdersi troppo in tecnicismi, fece loro vedere i dettagli emersi dall’analisi. Sul volto di Thomas apparve un sorriso per la prima volta dal 1994.
La prossima è la Luna Calante. Sveliamo qualcosa sull'assassina. E sul mandante?
- Una scioccante verità (0%)
- Pochi piccoli indizzi (100%)
- Mistero fino alla fine (0%)

21/01/2022 at 10:10
Gulp…scusa, mi accorgo adesso dai commenti che questa è una storia datata…forse abbandonata? Mi spiacerebbe. Ciaociao
21/01/2022 at 09:59
Sono un nuovo iscritto e l’ho fatto apposta per scrivere un giallo, che è uno dei pochi generi che manca nei miei numerosi racconti scritti nei miei moltissimi anni. Ecco quindi che il tuo mi interessa molto, e mi piace( parlo del primo capitolo), anche perché mi pare che sia l’opposto del mio( io ho scritto di omicidi irrisolti che all’apparenza non hanno niente in comune).
Scritto bene, scorrevole, anche se c’è qualche refuso, che nel contesto non contano poi molto. Appena trovo il tempo lo leggo tutto e passo a commentare i 7 capitoli insieme. Forse avrei scelto anch’io l’architetto, ma comunque è tardi. Ciaociao.
13/08/2015 at 15:27
Pochi piccoli indizi… 100% 😛
27/07/2015 at 05:32
Concordo con il “noir” . Bella l’atmosfera.
Leggo gli altri capitoli. Intanto complimenti bell’incipit.
27/07/2015 at 10:16
Ti ringrazio.
Al prossimo.
25/07/2015 at 22:47
Pochi piccoli indizi. E’ ancora presto ^^
Bel capitolo ^^ Molto “noir” 😉
27/07/2015 at 10:15
Grazie. Sarà fatto.
10/07/2015 at 00:52
Io sono serialkiller dipendente. Lo ammetto. E non ho intenzione di guarire. Aspetto con ansia il prossimo capitolo. Gran resa in questo, con i richiami vintage di qualità. Bravo ^^
27/08/2014 at 15:50
Un giallo da brividi! Non vedo l’ora di leggere il prossimo episodio. 🙂 non farci aspettare troppo 🙂
28/08/2014 at 07:22
Grazie.
Next is coming…
23/08/2014 at 11:43
Avvincente complimenti. Opto per il bagno pubblico, buon weekend…D.
28/08/2014 at 07:21
Ah, il fascino del bagno pubblico…
Grazie.
17/08/2014 at 23:47
In un bagno pubblico, magari un autogrill.
18/08/2014 at 10:36
Ah, l’autogrill.
In America non sono come i nostri, ma le stazioni di servizio penso che siano squallide uguale.
16/08/2014 at 22:02
Lo so che sembra banale uccidere un tassista nel taxi, ma mi sembrava la più ovvia 🙂
18/08/2014 at 10:35
Vediamo se vince il banale, e se riusciamo a de-banalizzarlo.
16/08/2014 at 18:17
Nel taxi? Interessante, si sta in ansia a leggere queste storie 😉 bravo
18/08/2014 at 10:35
Grazie. Conto sull’ansia.
15/08/2014 at 10:35
bella storia! l’ho letta tutta ieri sera, ma avevo troppo sonno per commentare.
Io dico che il tassista lo fa fuori nel bagno
18/08/2014 at 10:20
Ah, pulp. 🙂
Grazie.
14/08/2014 at 22:30
Tassista all’opera. Avanti così 😉
18/08/2014 at 10:19
Grazie. Vediamo che accade.
15/05/2014 at 11:10
Il pasticcere mi intriga. Giusto per continuare a poter fare congetture e capirci poco ancora per qualche capitolo, cosa che mi diverte.
D.
15/05/2014 at 11:11
E’ quello lo scopo. Sono solo indeciso quando tirare le conclusioni.
Thx
15/05/2014 at 11:12
Facciamo tra cinque capitoli e mezzo?
18/04/2014 at 20:17
Un omicida che viene a sua volta ucciso, mi pare interessante!
18/04/2014 at 15:27
Un pasticcere, perchè il movente sarà sicuramente più interessante.
18/04/2014 at 15:44
Grazie. Non so se sarà il movente la parte interessante di questo omicidio…
18/04/2014 at 15:45
E’ sempre così con gli omicidi. Non si sa mai dove criminali, vittime e scrittori vogliano andare a parare. Ma è ottimo. Se no non sarebbe un giallo.
23/03/2014 at 18:02
un pasticcere.
18/04/2014 at 15:43
Sembra che vada per la maggiore. Killer goloso.
16/03/2014 at 13:15
Un poliziotto!
18/04/2014 at 15:42
Grazie.
Sembra però che il pasticcere non abbia rivali.
09/03/2014 at 23:18
Un omicida? (Un’omicida…) Dopotutto, avere a che fare con uno psicopatico potrebbe non essere troppo sicuro nemmeno per un killer professionista… e se avesse ‘sbagliato’ qualcosa l’ultima volta?
10/03/2014 at 09:20
Un omicida.
E hai ragione, decisamente non è sicuro!
07/03/2014 at 22:50
Io immagino la polizia coinvolta “da vicino” più avanti… quindi…. morte al pasticcere !
Bella storia…. mi piace..ti seguo ! 😀
08/03/2014 at 15:14
Grazie. Chissà cosa accadrà.
In effetti… io non lo so.
17/02/2014 at 23:53
Voto per sapere sulle vittime
08/03/2014 at 15:14
Mi spiace, è andata male 🙂
23/01/2014 at 11:30
Sul killer, ovviamente 😉
23/01/2014 at 11:39
Giochiamo con il fuoco!
23/01/2014 at 12:16
Beh, finora il pv è sempre stato quello delle vittime, sarebbe interessante cominciare a capire come ragiona il nostro uomo (sempre che sia un uomo…)
22/01/2014 at 17:55
Per ora lascerei un velo di mistero sul killer e scoprirei qualcosa in più sui Mainardi.
23/01/2014 at 11:39
Ah, sei tipa da detective, eh? 😉 🙂
Grazie.
21/01/2014 at 17:09
Il killer è sempre il personaggio più interessante! 🙂
22/01/2014 at 13:04
Grazie Alessandra. Vedremo se hai ragione.
17/01/2014 at 14:27
The incipit sta riaccendendo la mia passione per i gialli! era da un po’ che non mi fermavo a leggerli.
Io voto per l’insegnante d’asilo, sarebbe qualcosa di inaspettato!
21/01/2014 at 17:07
Grazie di essere passato. Sorry, non ti è andata bene questa volta 🙂
09/01/2014 at 10:47
PS: Mi scuso con tutti per la formattazione errata nei dialoghi, per un qualche motivo ha preso solo il doppio invio e non il singolo. Comunque, ogni trattino ( – ) cambia la persona che parla. Nel prossimo capitolo cercherò di fare doppie verifiche…
07/01/2014 at 19:27
Una parrucchiera che, magari, ha sentito qualcosa di troppo? Non l’insegnante!! Mi metterebbe troppa inquietudine x)
08/01/2014 at 10:14
Eh, c’è ancora battaglia.
Grazie Francesca.
07/01/2014 at 11:36
Dopo l’exploit di racconti eros, voto per la mistress.
08/01/2014 at 10:14
Ah, l’eros, che gran cosa.
Grazie!
03/01/2014 at 17:02
Voto per l’infermiera di colore.
Giallo interessante. 🙂
03/01/2014 at 17:22
Grazie Giulia, benritrovata.
02/01/2014 at 17:09
Avanti con l’architetto.
Come ambientazione, sono proprio curioso di vedere cosa ti possa dare di più l’America, che non ti possa dare anche l’Italia!
Stiamo a vedere………
03/01/2014 at 17:21
Vedremo 🙂
02/01/2014 at 15:45
Non posso fare a meno di seguire un compaesano sarzanino!
02/01/2014 at 15:54
Oh, grazie! 😀 Bentrovato.
02/01/2014 at 14:25
Ciao, incipit davvero interessante! Ho votato per l’architetto, così complichiamo il profilo del serial killer 😉
02/01/2014 at 14:36
Grazie Francesca. Sembra che anche gli altri la pensino come te.
01/01/2014 at 22:47
Un architetto. Aspetto il prossimo capitolo.
02/01/2014 at 14:35
Grazie di essere passato.
31/12/2013 at 13:38
Un architetto.
Buio. Luce.
A parte gli scherzi, mi piace come scrivi e voglio approfondire la lettura di questo bel genere, il giallo. Anche per me l’America è un po’ abusata, ma spero e credo che ce ne darai una lettura interessante!
Ti seguo.,
31/12/2013 at 14:38
E grazie. 🙂
31/12/2013 at 10:00
Bene un bel giallo, si direbbe, malgrado l’abusata ambientazione statunitense e poca attenzione agli apostrofi.
(Come mai passi dal tempo passato al presente?)
31/12/2013 at 10:05
Ouch, l’ho riletto ma non vedo l’apostrofo incriminato. L’errore di battitura è sempre dietro l’angolo in questo posto. Come la formattazione.
Purtroppo si è perso lo spazio aggiuntivo fra le due parti, quella al passato, del detective, e quella al presente, delle vittime. Sarà un format ricorrente nelle puntate.
Grazie per essere passato.
PS: Hai ragione, l’America è usata molto per questo genere, ma per avere certe possibilità è d’obbligo. Gli altri racconti erano in Italia e in oriente, ogni tanto me la concedo 🙂
31/12/2013 at 10:20
Vado a memoria: “un’altro”, “un infermiera” e “va’”.
(Attendo il seguito!)
31/12/2013 at 10:32
Cavolo, quando hai ragione… 😀
31/12/2013 at 09:57
Intrippante..vediamo! Mi ispira l’infermiera. ti seguo buon anno
31/12/2013 at 10:00
Grazie! 🙂