Dove eravamo rimasti?
Buongiorno
C’è chi non si è arreso. Forse per distogliere la mente dalla terribile verità scoperta su suo padre, Hans continua a pensare ossessivamente alla storia di Leo. Non si rassegna e nel tempo libero si reca in tutte le cliniche private di Berlino e dintorni, alla ricerca della struttura che potrebbe aver ospitato Sara sotto falso nome.
Passano alcune settimane. Hans non ha scoperto ancora nulla e gli rimangono solo poche cliniche in cui cercare.
Si trova oggi in una piccola struttura privata immersa nel verde, poco fuori Berlino.
Una ragazza sui vent’anni, tutta intenta a battere l’ultimo record di annientamento di caramelle in un videogame sul cellulare, lo guarda con sufficienza.
“Dica?”
“Buongiorno, avrei bisogno di un’informazione un po’… particolare. Di recente avete ospitato una ragazza, una certa Sara Viani? Si è registrata sotto falso nome…”
“Se non mi dice il nome con cui si è registrata, come pensa che possa trovarla?!” risponde seccata la ragazza.
In quel momento si avvicina a loro una donna sulla sessantina, un’infermiera, con grandi occhi verdi e guance rosee, che osserva Hans titubante.
“Mi scusi, forse non dovrei, ma non ho potuto fare a meno di sentire… Sara Viani, dice?”
Hans si illumina speranzoso: “La conosce?”
“Io… Non so se posso parlare…”
“Signora, io non conosco Sara. Ma ho conosciuto l’uomo che la ama e che l’ha cercata disperatamente per giorni. Non so nemmeno perché, ma per me è davvero importante che Sara lo sappia.”
La donna ha un sussulto.
“Lui? Sta parlando di Leonardo?”
La signora si stringe le mani e sospira. “Piccola mia…”
Hans è incredulo, trattiene a stento il suo entusiasmo.
“La conosce allora! È viva, vero? Ha modo di rintracciarla?”
La donna sembra non ascoltarlo. Afferra il telefono e compone un numero.
“Sara, tesoro, sono Anita…”
“Anita, che piacere sentirti!”
“Come stai? Stanno ricrescendo i tuoi meravigliosi capelli?”
“Piano piano…”
Anita resta in silenzio. Tamburella con le dita sul bancone della reception e nel farlo si osserva la fede. Hans la osserva speranzoso.
“Anita, tutto bene?”
“Io… Devo dirti una cosa.”
“Oh Dio, dimmi che non ha nulla a che fare con le ultime analisi che ti ho mandato…”
“Ma no no, sta’ tranquilla! Sei sana come un pesce! Il fatto è che… Qui davanti a me c’è un agente.”
“Un agente?! E perché mai?”
“Leonardo è venuto a cercarti qui a Berlino…”
“Eh?!”
Sara non riesce a mettere insieme le parole. Poi, tutto d’un fiato:
“A Berlino?! Ma non è possibile… Io… Non credevo… Io… Dio mio, come starà soffrendo! Non credevo mi amasse così, no, io… Io credevo solo di togliergli un peso!”
Hans capisce di essere riuscito nel suo intento. Con un leggero inchino, sorride ad Anita e se ne va.
Mi concentro sul lavoro. È l’unica cosa che non mi fa sentire completamente incapace, impotente. Sara è ancora in ogni mio pensiero e mi torturo all’idea che non mi abbia voluto al suo fianco nella sua lotta.
Le mie pause al bar, da Erica, sono ormai una consuetudine.
“Ciao, musone!”
“Ciao, chiacchierona…”
“Il solito tristissimo tè?”
“Non è triste… E poi fa bene.”
Alza gli occhi al cielo. “Sì certo, come no…”
Mi siedo al mio tavolo e noto che sulle pareti non ci sono più stampe dedicate a Connie Francis; sono state rimpiazzate da tre meravigliosi ritratti di una donna molto somigliante a Erica.
Lei mi si avvicina sorridente, con gli occhi lucidi.
“Cambieremo il nome al locale. Si chiamerà come lei. È un modo tutto mio per tenerla sempre viva.”
“Era una donna bellissima”, le dico, prendendole affettuosamente la mano.
Altrove, altre mani si uniscono.
Attraverso le sbarre, le mani di un uomo e quelle callose e ruvide di un vecchio, stringono un sacchetto di velluto rosso. Hans è rinato con suo padre.
E ancora altrove, un mattino, una donna che porta i segni del dolore con grazia e orgoglio, varca il portone di un edificio, sale lentamente le scale, e si ferma davanti a una porta. Accarezza il legno con le sue venature, il pomello freddo, quindi estrae una chiave dalla borsa. Entra, la casa è ancora avvolta nel buio. Respira forte, si riprende la sua vita assorbendola nei polmoni.
Va in cucina a passi felpati. È buio, ma non ha difficoltà a muoversi tra l’armadietto e i fornelli. Pochi minuti, e l’inconfondibile aroma di caffè attraversa il corridoio, seguito come uno strascico bianco dalla donna, completamente nuda e pallida, diafana. Lui è lì, raggomitolato nel suo lato del letto come a non voler disturbare il ricordo della sagoma di lei sul materasso. Lei si avvicina, apre qualche fessura di luce dalla serranda, cercando di fare il minimo rumore.
Si siede sul letto. Appoggia la tazzina e si china a sfiorargli le labbra.
Leo inizia a piangere, con gli occhi ancora serrati. Sara gli bacia un occhio, poi l’altro.
“Buongiorno”, non c’è parola migliore per iniziare questa storia.
17/01/2015 at 11:23
Un finale aperto come le finestre, che lascia entrare un sacco di sole. Grazie Alessandra. Bellissimo viaggio.
15/01/2015 at 15:09
Stupendo finale cara amica. Mi fa venir voglia di continuare a leggere, di conoscere la reazione di Leo, e poi quel che succederà con Erica e pure con Hans. Hai un talento incredibile Ale! Continua a scrivere questo racconto per conto tuo, ne verrà un romanzo che sicuramente pubblicheranno. 🙂
31/12/2014 at 01:02
Un bacio
25/10/2014 at 17:07
Un bacio!!! 😀
29/09/2014 at 17:21
Letto tutto d’un fiato. Veramente brava.
30/09/2014 at 08:25
Grazie mille Annalisa!
Non mi sono dimenticata di Leo, il finale arriverà, promesso.
30/09/2014 at 08:49
Se hai tempo, passa da me, è sempre prezioso un parere da chi scrive così bene.
03/09/2014 at 14:27
Che peccato averti scoperta tardi. Leggere tutto d’un fiato è ciò che preferisco, però, lo ammetto. A volte le lunghe pause tra una pubblicazione e l’altra fanno perdere il filo, la concentrazione; tuttavia qui si sta per votare e cambiare il corso della storia e io, in questa, non ho partecipato e me ne rammarico. Sei un’abile narratrice, anche se a volte infili nel discorso “anticipazioni” che non andrebbero inserite, per ragioni puramente tecniche… ma mi è piaciuto leggerti e ho deciso di seguirti da ora in poi, ovvero anche nella tua prossima storia che stavolta seguirò da subito. Qui, per una sola volta, ahimè, ho votato un bacio.
30/09/2014 at 08:27
Ti ringrazio Alessandra. Potresti farmi un esempio delle anticipazioni a cui ti riferisci? Le critiche sono sempre ben accette 🙂
09/08/2014 at 22:43
Alessandra, la tua storia, mi ha letteralmente tenuta incollata allo schermo!
Hai scelto un tema delicato, che hai saputo sviluppare attraverso una trama avvincente e una bella scrittura scorrevole, che riesce a dare spessore ai personaggi anche attraverso i dialoghi. Ottima anche la scelta della narrazione simultanea, che attraverso il tempo presente da un lato porta l’attenzione del lettore sullo svolgersi dei fatti, e quindi mantiene veloce e viva l’azione, mentre dall’altro aiuta ad immedesimarsi e a comprendere lo stato d’animo del protagonista.
La scelta del secondo livello narrativo, in cui attraverso dei flash suggerisci indizi su Sara è molto efficace, spero ci sia tempo e spazio per approfondire la questione nei capitoli finali, come credo che verrà completato anche l’accenno alla situazione di Erica.
10/08/2014 at 22:33
I commenti positivi sono sempre motivo di emozione per me, ma chi si aspettava tanto?
Sono senza parole (ebbene sì), solo GRAZIE!
15/08/2014 at 21:16
… spero che anche le storie accantonate, per vari motivi, possano riceve il vostro interessante e costruttivo giudizio, compreso la mia! 🙂
07/08/2014 at 13:13
sarà quel caffè di cui non poteva fare a meno?
10/08/2014 at 22:37
🙂
06/08/2014 at 17:46
Non ci credo sei tornata?! Bacio!
06/08/2014 at 23:49
Con cattivissime intenzioni! Scherzo 🙂
06/08/2014 at 17:36
non ho dimenticato quei luoghi e le sensazioni di questa storia, ben tornata…
06/08/2014 at 23:50
Era ora che tornassi!
06/08/2014 at 09:43
Delicato
06/08/2014 at 23:49
Ti ringrazio!
06/08/2014 at 00:37
ho letto tutto d’un fiato i nove capitoli di questo racconto ed ora attendo con ansia il decimo; storia decisamente imprevedibile ed affascinante, sicuramente da rileggere
insomma complimenti!
ps ho votato per un soffio
06/08/2014 at 23:47
E io che posso fare, se non mandarti una valanga di grazie?
05/08/2014 at 20:28
La mia vena malinconica ha detto lacrima…
06/08/2014 at 23:46
…e la tua vena comica cosa direbbe? 🙂
05/08/2014 at 19:51
Mi piace sempre di più cara amica, io ho votato per il soffio, insolito e fantasioso. Aspetto con ansia la fine, dai che vai alla grande!
06/08/2014 at 23:46
Grazie Laura, un abbraccio
05/08/2014 at 09:11
Un graditissimo ritorno Alessandra. Ho votato per il bacio, in attesa di una finale sorprendente 😉
05/08/2014 at 18:49
Ti ringrazio Oscar, sono davvero felice di aver ripreso il racconto… 🙂
04/08/2014 at 23:22
quel bacio chiama a gran voce 😉
05/08/2014 at 18:50
Un bacio ci vuole… Bisogna vedere se sarà amaro o…zuccherato! 🙂
05/08/2014 at 18:57
Azz…questo non l’avevo considerato xD
06/08/2014 at 23:45
Bisogna considerare che anche le lacrime possono essere dolci o amare… 🙂
06/08/2014 at 23:48
Sacrosantezze delle 23 passate xD
06/08/2014 at 23:51
Da quest’ora in poi do il meglio! ahahah!
06/08/2014 at 23:55
Sarà merito del caffè? <3
04/08/2014 at 21:35
Chiocchio! Bentornata! Che piacevole sorpresa la notifica del tuo penultimo episodio: temevo ci avessi abbandonati presa nel vortice del tuo progetto. A propoli, come sta andando?
(Voto il soffio).
05/08/2014 at 18:53
Carissimo, la sceneggiatura è finita da tempo, ma aspetto la fine dell’estate per organizzare le riprese. Se vuoi posso inviartela via e-mail 🙂
E tu, quando ci regalerai un’altra splendida storia?
05/08/2014 at 20:55
Volentieri!
(Io ho già dato… vedi alla voce Tropico Balcanico 😀 )
06/08/2014 at 23:45
Vado suuuuuuubito a leggere!
04/08/2014 at 21:25
Che dire? bellissimo capitolo… e ho aspettato pochissimo! vedi che fortuna?
eheheh
ho scelto il soffio, ha un che di poetico, romantico… vediamo un po’ come ci stupisci!
04/08/2014 at 21:26
Troppo buona! A breve verrò a leggerti.