Succubus 2

RadlokUna luce abbagliante mi indusse a coprirmi gli occhi con l’avambraccio. Accecata, sentii che le mie ginocchia si piegavano e urtavano qualcosa di rigido.
“Alane!” esclamò una voce. “Dov’eri finita?”
Qualcuno mi sostenne, mentre cercavo di recuperare l’uso degli occhi immersa in un mare di sole.
“Dove siamo?” mormorai, inumidendomi le labbra secche. Senti di avere la bocca e la gola asciutte come la sabbia del deserto. Tossii.
Mi sentii sollevare. Sobbalzai un paio di volte, poi la mia vista si scurì. Mi ritrovai distesa su una stuoia, all’ombra. Guardai la persona che mi stava inginocchiata accanto. Studia i suoi lineamenti.
“Lunos!” esclamai per quanto me lo potesse permettere l’intontimento di cui mi sentivo preda.
“Accidenti, bellezza, mi hai fatto prendere un colpo!” affermò l’incubus. Si passò le dita tra i capelli, pettinandoli all’indietro. La mia mano si allungò e si posò dolcemente sul suo viso, il quale assunse un’espressione sorpresa. Guardai io stessa la mia mano abbassarsi. Non mi ero accorta del gesto finché non era stato fatto.
“Che succede?” domandai puntellandomi con le mani per mettermi a sedere. Circondai le ginocchia con le braccia e guardai Lunos in attesa di una spiegazione.
“Non ti ricordi nulla?” domandò lui, prudente.
“No. Cosa dovrei ricordare?” ribattei candida.
“Ci siamo accampati sotto quest’arcata perché faceva troppo caldo per proseguire il viaggio,” iniziò il mio compagno.
“Viaggio? Dove andiamo?” Non riuscivo a ricordare. Il giovane incubus mi gettò uno sguardo colmo di paura.
“Mi sono girato e non c’eri più. Ti ho cercata in tutto il Colosseo. Quando sono tornato in questo punto ti ho vista spuntare fuori dal nulla e correre verso il sentiero sotto il sole.”
Strinsi gli occhi e piegai la testa di lato.
“Non ti ricorda nulla questo?”
“No,” dissi dopo aver riflettuto qualche secondo.
Lunos assunse la mia stessa posa e appoggiò la fronte sulle ginocchia. I capelli scivolarono in avanti nascondendo completamente il suo viso.
Mi avvicinai carponi e mi sedetti accanto a lui.
“Ti prego, dimmi che stai bene? Dimmi che non stai male per colpa mia,” feci. La mia voce aveva quasi un tono di supplica. In quel momento mi sentivo leggera, senza passato né futuro, uno spirito che esisteva solo nel presente.
Il giovane sollevò il capo, rivelando gli occhi lucidi e occhiaie di stanchezza sotto di essi.
“Tranquilla. Non è colpa tua. Questo luogo è maledetto. Gli spettri che popolano questo luogo giocano dei brutti tiri a chi ha il coraggio di entrarci,” mormorò.
“Oh!” esclamai battendomi il palmo della mano sulla fronte. “Ma certo! Il viaggio, la strega e tutto il resto!” Improvvisamente ricordai ogni cosa, come se un fiume di memorie fosse stato versato nella mia mente da una brocca invisibile.
“Ricordi tutto ora?” chiese Lunos, con aria sempre più stanca.
“Sì.” Chinai il capo. “Fatti una dormita. Ne hai bisogno. Quando ti svegli ripartiamo,” dichiarai.
Mi stesi sulla stuoia su cui mi aveva posato Lunos e incrociai le dita dietro la nuca. Insieme a tutti i ricordi erano tornate anche le sensazioni collegate ad essi. Il dolore della tortura subita sotto il comando di Fatuus. La pesantezza nel cuore per il fatto di non poter stare con Connor. A proposito di lui… la mia anima si sentiva così lontana da quel giovane che mi aveva rubato il cuore. Ogni immagine di lui, mi colpiva come un pugnale attraverso il cuore.

“Sveglia, bambocci,” ordinò una voce roca. Aprii gli occhi e sbattei le palpebre. Dovevo essermi addormentata. Mi sollevai e sentii qualcosa pungermi la spalla.
“Piano, femmina!” grugnì un’altra voce, ruvida. Mi alzai in piedi lentamente e mi voltai.
Le creature erano alte la metà di me. Armati fino ai denti, indossavano armature di metallo. Dove il loro corpo non era coperto spiccava la loro pelle viola che, insieme ai neri capelli corti e arruffati e gli occhi arancio, era un tratto distintivo.

Cosa ci aspetterà mai?

  • Ci proporranno un accordo. (50%)
    50
  • Ci deruberanno. (0%)
    0
  • Ci faranno prigionieri. (50%)
    50
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36 Commenti

  • Ed ecco qui conclusa la seconda parte della storia. Non esiste un questionario per chiedere come vogliate che prosegua, ma personalmente ho già in testa qualche idea. Quindi è qui che chiedo l’opinione a voi lettori che mi avete seguito finora.
    1. Volete che ci sia un salto temporale e che i protagonisti si ritrovino sulla Terra ai giorni nostri, già reincarnati in corpi umani?
    2. Volete sapere cosa li aspetta sul cammino verso la dimora della strega, quali altri ostacoli verranno messi sulla loro via?
    3. Proponete una terza opzione.
    Grazie! 🙂

    • In effetti è la scelta per cui propenderei anch’io. 😀 La seconda parte di Succubus si concluderà prossimamente. Sarà la fine del loro viaggio, o l’inizio di una nuova avventura? Chissà… Nel frattempo attendiamo che giungano altri voti. A presto!

  • Chiedo venia per la lunghissima (interminabile) attesa a cui vi ho sottoposto. Affari più urgenti di lavoro hanno assorbito la mia totale attenzione.
    Ritroviamo i nostri protagonisti in un viaggio che sta diventando sempre più tortuoso e irto di ostacoli di quanto sembrasse all’inizio. Alane e Lunos stanno scoprendo nuovi posti, animati solo da leggende, il cui respiro si può ancora udire attraverso le stanze deserte. Cosa li aspetterà stavolta?

    • Concordo. Personalmente consiglierei alla protagonista di darsi una mossa e decidere cosa vuole. Eppure, orgogliosa e testarda qual è, è riuscita a convincere il suo compagno a seguirla ancora nel suo folle viaggio. Grazie per avermi letto. 🙂

  • I due si fermano a prendere una decisione.
    Consiglio piccolo piccolo: vai in giro a seguire storie. Commenta, vota e così altri sapranno del tuo racconto.
    Altra considerazione io nei libri che leggo l’espressione la suddetta Fortezza non credo che la troverei. A te piace?

      • Siamo nell’ambito del gusto ok! Ma mentre mi aggiravo in un mondo fatato tra elfi e draghi, nella nebbia ovattata di un paesaggio inconsistente. Mentre avanzavo attento al rumore dei miei pesanti stivali sulle foglie croccanti dell’autunno, impaurito dalle presenze vaghe che percepivo muoversi tra gli arbusti che fendevo con sicuri colpi di spada… sono andato a sbattere contro la perizia della suddetta fortezza compilata da un geometra calvo dell’immobiliare “Il mattone”. Ho alzato gli occhi ed ho visto il cartello “affittasi appartamenti ristrutturati in vecchio stabile d’epoca termoautonomi. Astenersi perditempo”

    • Già, ho trovato qualche errore di digitazione. I caratteri sullo schermo mentre scrivo sono talmente piccoli che certi errori mi sfuggono. Mi devo decidere o a ingrandire lo zoom oppure a scrivere prima il testo in brutta. E ricordarmi di rileggere il testo alla fine, anche se mi secca. U.U 😀

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