…Leggero.

Cicatrici

‹‹Signor Russo, l’esito della sua risonanza magnetica conferma che quella avuta è una crisi. Sembra non aver leso in maniera grave l’encefalo. La malattia ha lasciato un’altra cicatrice.›› il neurologo ha le fotografie del mio cervello appese alla macchina ed il dito puntato sulla nuova cicatrice.

‹‹Come vede, però, lei ha avuto la forza e la costanza di rimettersi in sesto ed ora è pronto a continuare la sua vita. Non si abbatta, vedrà che ora, con il cambio del farmaco e le nuove terapie…›› continua, cercando di darmi conforto.

Il resto no… proprio non ho voglia di ascoltarlo.

Perché io lo so…non migliora, non guarisce.

‹‹Senta io lo so cosa sta pensando: “perché è accaduto, non doveva succedere a me… io non me lo merito…”›› dice, cercando di leggere i miei pensieri, malamente.

‹‹No. Penso che nessuno se lo meriti, dottore. Ma la prego, si limiti a fare il medico. Ai miei pensieri ci penso io. Passerò di qui per ritirare il nuovo farmaco e le nuove terapie in settimana. Domenica io e la mia famiglia andiamo in viaggio di nozze.›› mi alzo e gli tendo la mano.

‹‹Non voglio passare per il presuntuoso, Diego. E anzi, se posso… moralmente sei un altro da quando hai messo su famiglia… ma questi sensi di colpa, questo continuo sentirti inferiore da alla malattia pane per i suoi denti. Lei è infida: attacca quando sei più debole. Mostrale chi comanda. Il viaggio di nozze è un ottimo punto di partenza. Poi, però… riappropriati del lavoro, svagati. Amico mio… noi siamo dalla tua parte››

Gli sorrido… ed osservo la fotografia sulla sua scrivania. Viola, la mia ex moglie, è sorridente, stringe tra le braccia un bambino.

‹‹Grazie Mario. Ora vado e… ok, ascolterò i tuoi consigli: la signora Russo deve avere un marito che si prenda cura di lei.››

Gli strizzo l’occhio ed esco dal suo studio medico.

Gli occhi cobalto più belli dell’universo incrociano i miei.

‹‹Che fai qui, moglie?›› chiedo, sorpreso.

Si alza dalla sedia, togliendosi le cuffiette. In mano stringe un fazzoletto martoriato dal troppo nervoso.

Quando mi abbraccia l’odore naturale della sua pelle m’investe, facendomi sospirare.

‹‹Perdonami, so che non vuoi nessuno… solo che dovevo esserci.››

La mia mano le accarezza il viso, le sorrido tranquillizzandola.

‹‹Non è niente, piccola. Cambio i medicinali e poche altre cose. Nessuna lesione gigante o robe a cui non sono abituato. È la quarta… ma non ho intenzione di lasciarlespazio. Non ora che ho te ed Elisa. Andiamo a casa… e progettiamo il viaggio per Disneyland›› le dico, d’un fiato.

Il suo abbraccio forte, il suo sguardo fiero mi fanno trasalire dalla gioia.

‹‹Sei la mia roccia…›› mormora, baciandomi.

‹‹Tu la mia onda, piccola. Voglio giocare un po’ con Elisa.›› le dico.

In macchina mi addormento. La guida di Marika è quasi rilassante nel traffico di questa caotica ed incasinata città.

Quando mi sveglio l’auto è perfettamente parcheggiata, la radio passaMario Biondie Marika mi fissa.

‹‹Elisa… la voglio adottare.›› esordisco, ancora con occhi chiusi.

‹‹C… osa?!›› chiede, confusa.

‹‹Sì. Voglio abbia il mio cognome e anche dei nonni paterni, una schiera di regali inutili a Natale e tanto amore. Ho preso un impegno con lei il giorno prima delle nozze…. Voglio sia mia figlia.››

Una promessa da mantenere, un viaggio e la malattia che ha lasciato un altro segno. Come proseguirà la storia?

  • 3. 1. Marika attraverserà una notte buia (Incubi passati ci faranno capire il tormentato passato di lei) (45%)
    45
  • 2. 1. Il padre di Elisa torna (capitolo poco piacevole… ma prima o poi…) (18%)
    18
  • 1. Andiamo a Parigi (si gioca, diamo un po’ di pace) (36%)
    36
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63 Commenti

  • Ci ho messo un po’.
    Ho letto Hard to Say… credo di aver usato due fazzoletti, Simo.
    Tu sai cosa voglia dire… credo di aver capito di quale “LEI” stai parlando.
    Mi fa male sapere che per lei non sono stato abbastanza “marika”. (sai che voglio dire…)
    La delicatezza con cui ne parli, mi fa tenerezza. Una delicatezza informata, però. Che non sfiora l’ipocrisia e il perbenismo.
    Credo tu abbia stoffa, piccola. Sei davvero speciale. lo sei sempre stata.

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