…Leggero.

Dove eravamo rimasti?

Dell'ultimo capitolo so solo che voglio che sia speciale... siamo giunti al termine... e non ci credevo. quando ascolteremo Diego parlare? 1. La notte (60%)

Il sale dei miei giorni

E come ogni notte, da quando il pancione è diventato pesante, Marika appoggia la sua schiena contro il mio petto,
portando le gambe indietro che si intrecciano alle mie.
Dorme, profondamente.
Da quando è incinta è ancora più bella… ancora più forte.
Il bambino che cresce dentro di lei è un miracolo inaspettato che sta diventando sempre più grande.
Il suo respiro è regolare e profumato.
Si volta, premendo il pancione contro di me.
Osservare il suo volto rilassato, le sua mani sul ventre come a proteggere la nuova creatura, m’infonde una sicurezza
che mi fa bene.

Ma questa sera, purtroppo, non sono in buona compagnia.
Lei è qui, presente. Stritola le mie gambe, percuote la mia schiena…
Il mio respiro non è regolare, cerco di stare fermo, per non svegliarla.

“Piccolo, fai il bravo questa notte con la mamma… finalmente dorme” dico, accarezzandole la pancia.
Marika si desta, chiedendomi come mai sono ancora sveglio.
“Dormi, amore… non volevo svegliarti” le dico
“Sembri dolorante” conclude, dopo aver scrutato, assonata, il mio volto “Aspetta, eh..”
“No, ferma… mi alzo io a prendere la medicina” le dico, accarezzandole il viso.
Lei sorride, per poi aprire il cassetto.
Ne estrae una scatola che porta il nome del mio farmaco.
“Ecco qui” dice, maternamente. “E bevi questa, se no non va giù” continua.
“Le tieni qui, ora?” le chiedo, incuriosito.
“Sì, amore… i dolori notturni si possono combattere meglio, se hai il farmaco vicino. Metti che una volta che nasce
il piccolo io non posso alzarmi e tu non riesci ecco.. pensavo che…”
Non le lascio il modo di finire la frase, che la stringo forte, e la bacio.
“Tu sei un angelo… il mio.” mormoro.
“Io sono solo io” conclude “devo pensare anche a te, anche se nasce questo bambino. E ad Elisa. Sono forte per tutti e tre”
“Ed io?” le chiedo, sapendo la risposta.
“Tu occupati di me…” ride ” e poi diventi padre… sai quanto avrai da fare?”
Si sdraia, invitandomi a fare lo stesso.
“Sei così bella che…”
“Che domani mattina non ti scappo!” dice, mordendomi il labbro.
“Non ti stancare, amore” le dico, abbassando lo sguardo.
“Solo se tu aspetti con me, e non ti chiudi in quel mondo da zuccone che sei…”
La stringo forte, ed i dolori mi prendono anche la braccia.

“Non mi avrai… vincerò io. Anche oggi!” penso, cercando di scacciare la subdola.

“Trovi il modo di farmi innamorare ogni giorno di te” mi dice, per poi sospirare.
Guardarla mentre si addormenta, è un privilegio.

Da lei, invece, mi sto liberando. Avrà il mio corpo, forse… ma non glielo cederò senza lottare.
Ma il cuore no… quello è mio.

****

Questo lungo racconto lo dedico a TE.
A te che LEI, la combatti ogni giorno… a te che sei il sale
dei giorni miei.
Sperando che un giorno tu possa trovare il coraggio di colorare la tua vita
con il colore dei miei occhi.
Grazie di ogni piccola cosa…

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63 Commenti

  • Ci ho messo un po’.
    Ho letto Hard to Say… credo di aver usato due fazzoletti, Simo.
    Tu sai cosa voglia dire… credo di aver capito di quale “LEI” stai parlando.
    Mi fa male sapere che per lei non sono stato abbastanza “marika”. (sai che voglio dire…)
    La delicatezza con cui ne parli, mi fa tenerezza. Una delicatezza informata, però. Che non sfiora l’ipocrisia e il perbenismo.
    Credo tu abbia stoffa, piccola. Sei davvero speciale. lo sei sempre stata.

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