Requiem per una sposa 3

Ritorno alla quotidianità[Colonna Sonora: My life – Abney Park]

Nella penombra dell’alcova di Briana si respirava odore d’oppio e di sesso. La donna si crogiolava, ancora nuda, fra le lenzuola; erano di una stoffa pregiata, lei si concedeva solo il meglio e i suoi clienti le facevano regali preziosi. Quelle lenzuola, ad esempio, gliele aveva portate Sir Masterton dal suo ultimo viaggio in India e lei aveva deciso di inaugurarle proprio quella notte, insieme a un altro uomo, colui che ora si aggirava furtivamente per la stanza in cerca dei propri abiti, credendola addormentata.

– Dannazione.
– Se cerchi le scarpe, sono vicino alla poltrona.
– Ti ho svegliata? Scusa.

Briana si girò sulla schiena, pigramente; era consapevole della propria bellezza e lo si poteva notare dai suoi movimenti morbidi e felini, assolutamente privi di pudore eppure mai volgari.

– Dovrai farti perdonare. – mormorò con un mezzo sorriso, stiracchiandosi.
L’uomo, che nel frattempo aveva trovato le scarpe e le aveva indossate, tornò accanto al letto e le sfiorò i capelli rossi come il fuoco, poi la pelle liscia e candida del volto in una carezza lenta sotto la quale Briana si inarcò, cercando il suo sguardo.
– Non ora, ma tornerò stanotte se non hai altri impegni.
– Non lo so ancora.
– Io dico che non li avrai. – lui si chinò a baciarla, continuando a guardarla negli occhi: sebbene fosse molto calmo, sorridente, in quello sguardo ardeva il fuoco della gelosia e della smania di possesso che tratteneva a stento ben sapendo che altrimenti avrebbe perso Briana. La donna provò un fremito: le piaceva vederlo così, tenerlo sulle spine, farlo ingelosire; le piaceva restare col fiato sospeso, in attesa di quel momento in cui lui non sarebbe più riuscito a controllarsi. Lo baciò, poi lo spinse dolcemente via.

– Non puoi pretendere di trascorrere ogni notte con me.
– Lo so.
– Stai per sposarti.- non che le importasse. O meglio, non le sarebbe importato con chiunque altro: il suo bordello era frequentato per lo più da uomini sposati e lei certo non se ne faceva un cruccio; tuttavia, con lui era diverso.
– So anche questo.
Si guardarono per lunghi istanti senza dire altro, poi lei tornò a girarsi su un fianco, dandogli le spalle.
– Vedremo, se sarò libera.
L’uomo sospirò e si alzò, indossando la giacca; poi si spostò davanti alla finestra, allacciandosi la cravatta ed osservando l’andirivieni mattutino dei Docks.
– Non hai mai pensato di cambiare lavoro?
Briana sollevò il capo, sorreggendosi con la mano ed il gomito puntellato sul materasso.
– No, mai. Perché dovrei? – era sulla difensiva: sapeva dove lui volesse andare a parare, con quel discorso.
– Perché se tu non facessi questo, io potrei…
– Potresti cosa? Stare con me?
– Ecco…
Briana rise. Era furiosa, in realtà, ma lo dissimulava bene.
– Forse io non voglio stare con te, ci hai mai pensato, Matthew?
Lui si voltò a guardarla per un breve istante, poi prese il portafoglio e ne estrasse delle banconote che lasciò cadere sulle lenzuola
– Se è così, lascia che ti paghi.- sibilò, freddamente; afferrò cappello e si diresse verso la porta. Prima di aprirla, esitò un momento, poi scosse il capo e se ne andò senza dire altro.

Quando lui fu uscito, Briana, che aveva sorriso fino a quel momento, prese i soldi e li gettò via con rabbia.

Da qualche mese, dopo l’evento della metropolitana, lei e Matthew avevano iniziato quella strana relazione fatta di notti infuocate ed altrettanto focose discussioni, di cose non dette, ripicche e ferite inferte volontariamente.

Quel che peggio digeriva, era che Matthew avesse deciso di sposare la ragazza che avevano salvato, Alexia, nonostante la sua freddezza: sapeva che lui l’aveva scelta per quel suo istinto da cavalier servente che ogni tanto, inopportunamente, tornava a farsi sentire, e perché, soprattutto, gli ricordava tanto la defunta Virginia.

Andiamo a vedere cosa fanno gli altri personaggi di questa storia. Da chi iniziamo?

  • Da Matthew (10%)
    10
  • Da Lawrence (22%)
    22
  • Dal Ragno (68%)
    68
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296 Commenti

  • Sai che amo molto le tue storie, e questa è una delle mie preferite. So anche che io, come tanti altri, abbiamo votato per sapere cosa succedesse. Questa volta però ti devo fare una piccola critica al capitolo. L’ambientazione è ottima come al solito e l’idea del gioco-trappola è molto bella. A mio avviso però il cambio improvviso di fronte da parte di Morgan è affrettato e non molto comprensibile. Perché l’ha fatto?
    Avrei preferito un finale più lineare che riportasse un equilibrio più chiaro. Il ragno è vivo? Le possibilità di continuare il racconto sono comunque tantissime forse non serviva mantenere anche questa porta aperta. Se ci sarà una versione completa del racconto che andrà oltre a quanto scritto qui non esiterò ad acquistarla, se ci vorrai fa giocare con un 4° racconto ne sarò felice in ogni caso credo che ora dovrai per forza andare avanti 🙂

    • Hai perfettamente ragione, ma in realtà il cambio di fronte di Morgan non era nato per “tenere la storia aperta”: ho dovuto stringare molto, cercando di mantenere la coerenza con quello che sarà poi spiegato nella versione estesa (che non venderò, ma distribuirò gratuitamente) Mi sono trovata a dover concludere la storia in un modo che potesse comunque risultare il più completo possibile rispetto a quanto mi sarebbe venuto da fare. Sta volta mi sono accorta troppo tardi che eravamo quasi alla fine e così ho fatto “frenata lunga” 😀

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