Amare un Mostro

Dove eravamo rimasti?

Su chi dovrebbe essere incentrato il prossimo capitolo? Mark White (la vita e le pericolose relazioni all'interno del braccio della morte) (55%)

Croci bianche

Il sole aveva riscaldato l’aria in modo anomalo per la stagione. Accaldato in quel bus, Mark chiuse gli occhi immaginandosi in qualche isola tropicale, magari a sorseggiare un drink analcolico, finendo irrimediabilmente per addormentarsi nella sua stessa illusione.

Lo stridio dei freni lo risvegliò di soprassalto da quel sogno. Il pullman penitenziario si fermò per avere l’autorizzazione a passare dall’altra parte del check-in. Da quella gabbia di sedili di pelle e acciaio, la visuale dell’esterno era attenuata dalla griglia di protezione. Mark si avvicinò al finestrino, per capire quantomeno dove sarebbe finito. Un miraggio in mezzo al deserto. Il pentagono cinto da una doppia recinzione di ferro e filo spinato era realmente l’unico punto verde a distanza di miglia da ogni direzione.

Lo sguardo di Mark venne però rapito da un’area più verde delle altre. Un strato bellissimo di erba color smeraldo e fiori di campo facevano da tappeto a un grande salice che dominava interamente la zona. L’incantevole visione era resa surreale e macabra, al tempo stesso, dalla presenza di un sconfinata distesa di bianche croci che si ergevano dal terreno. Nessuna foto o nome potevano identificare il legittimo proprietario giustiziato: solo un numero nero tatuato sulla candida lapide le differenziava le una dalle altre.

«Forza! Scendi!» ordinò una voce autoritaria quando il bus si fermò all’ingresso principale del penitenziario. Barcollando, a causa delle catene ai polsi e alle caviglie, Mark scese dall’impolverato pullman, venendo immediatamente abbagliato dalla forte luce del sole.

«E così sei arrivato,Woody Allen del cazzo!» disse la guardia sbeffeggiandolo della vaga somiglianza che c’era tra lui e il noto attore.

«Veramente io sono più giovane di…»

«Zitto, stronzo!» lo fermò con una manganellata dritto all’addome, facendolo cadere a terra «Tu parli, quando ti viene detto, capito?»

«S-si… capito.» balbettò Mark rialzandosi a fatica dal suolo impolverato. 

«Adesso muoviti, il signor Direttore ti vuole dare il suo personale benvenuto.»

«Eccolo arrivato! Il famoso Mostro del Montana.» urlò sarcasticamente il direttore del penitenziario alla vista di Mark che entrava dalla porta principale. «Prima di lasciarla nelle mani degli agenti per il servizio completo, volevo farle fare una breve visita della sua nuova casa per i prossimi anni. Prego, mi segua signor White.»

Il tintinnio delle catene risuonava nell’enorme sala. Da una parte erano incastrate le celle dei detenuti, marchiate da grandi numeri, che come un mosaico si innalzavano fino alla sommità. Dall’altro lato, una timida luce entrava dalle uniche aperture sull’esterno.

«La vede questa?» chiese il direttore in riferimento a una delle celle, «Questo spazio di due metri per tre è la sua nuova casa adesso… ma ci torneremo più tardi.» Fece cenno alle guardie di spingere Mark a muoversi. Passarono in ogni area e anfratto della prigione: la mensa, il cortile, la lavanderia, le cucine. Arrivati nell’ultima parte prevista dal giro, il viso del direttore si fece raggiante.

«A-ah! Ecco la parte che preferisco del tour!»

Scortarono Mark in un lungo corridoio con il pavimento traslucido. Su un lato di esso vi erano due celle completamente asettiche, mentre disposti  sull’altro vi erano due tavoli:ogni tipo di letteratura religiosa o Bibbia era messa lì, a disposizione dei condannati. In fondo al corridoio, la porta spalancata permetteva di vedere il contenuto della stanza.

«Forza! Entra, stronzo!»

Il verde acqua, di cui erano dipinte le pareti interne, snaturava profondamente l’intera stanza, quasi a renderla meno seria. Un grande orologio a lancette era posto sul muro principale, mentre le altre pareti erano parzialmente sostituite da grandi vetri a specchio. Microfoni e riflettori erano letteralmente puntati sul vero protagonista dell’intera camera: il bianco lettino con le sue cinghie in pelle catturò all’istante lo sguardo di Mark; che una volta entrato, si bloccò immediatamente.

«Lo tocchi, lo tocchi pure signor White.» Markus fu spinto fino al lettino. «Per i prossimi anni non dovrà dimenticare mai questa sensazione. Non dovrà scordare cosa l’aspetterà alla fine del suo viaggio

Finito il sadico tour della morte, Mark venne portato alle docce del penitenziario per iniziare il servizio completo, come lo chiamavano lì dentro. Il puzzo di muffa e urina penetrò il naso di Mark poco prima che la torbida acqua della doccia cominciasse a uscire. Il tutto sotto gli occhi vigili delle guardie.

«Ecco la tua cella. 996513. Ricorda questo numero perché è l’ultimo nome che avrai qui dentro.» disse la guardia sbattendo la porta della cella.

Quei pochi metri di spazio erano perlopiù occupati dalla branda e dalla tazza del cesso, rendendo contemporaneamente claustrofobica e nauseante la permanenza in quella cella.

Mark si perse nella flebile luce che passava dall’unica apertura della porta. All’improvviso una voce, proveniente dalla cella adiacente, lo chiamò.

«Ehi, amico! Sei quello nuovo, vero?»

Nel prossimo capitolo...

  • Si saprà di più sul passato di Markus. (25%)
    25
  • Si saprà di più sulla vita di Marienne. (17%)
    17
  • Si continuerà con Mark e la misteriosa voce. (58%)
    58
Loading ... Loading ...
Categorie

Lascia un commento

176 Commenti

  • Prima di essere linciato (a ragione) da tutti voi, mi scuso in anticipo per il ritardo con cui continuo questa storia. Se vorrete darmi ancora fiducia e rileggere daccapo i capitoli di “Amare un mostro” (a cui tengo molto), vi consiglio di leggere quelli presenti su questa pagina (https://www.wattpad.com/myworks/15277063-amare-un-mostro) in versione rivista e corretta, per dare senso al tutto. Sempre su questa pagina troverete in anticipo tutti gli ultimi capitoli.
    Grazie mille in anticipo per l’interesse.

  • Ciao 🙂 io l’ho letto subito per intero. Mi ha coinvolto quest’ultimo pezzo 🙂 .
    Con te si arriva ad un certo punto ma c’è sempre l’attesa di scoprire poi cosa succederà 🙂 . A questo punto sono curiosissima 🙂 e sorrido 🙂 🙂 voglio vedere come te la cavi con il finale 🙂 🙂
    Bravo, sai tenermi con il fiato sospeso 🙂

  • Scusate per la lunga pausa dall’ultimo capito, ma a causa degli esami universitari mi è stato difficile trovare il tempo per continuare. Spero di poter terminare la storia entro la fine dell’estate.
    Per una più approfondita conoscenza del racconto, consiglio fortemente di leggere la versione estesa del capitolo (al link riportato in alto) ed inoltre del “prologo” di questa storia che ho inserito solo successivamente e che potete trovare qui (http://www.wattpad.com/53794645-amare-un-mostro-prologo).
    Grazie ancora a tutti per l’attenzione che mi avete dato fino adesso. A presto;
    L.O.

  • Ciao 🙂
    Intanto ti dico subito che alla fine mi sono chiesta “Ma è stato Mark a fare questo?” .
    Non lo so, seguendoti avevo l’impressione che Mark avesse quel non so che d’innocente e che fosse stato incastrato.
    Ma è tutta colpa mia, volo troppo di fantasia 🙂 .
    Sono felice però di dirti che hai questo modo di raccontare che sembra di viverlo 🙂 e brilli di fantasia anche tu, però la tua è anche furbetta 🙂 .
    Io vorrei sentire la sopravvissuta, non oso immaginare cosa le ha fatto 🙂 ma lo leggerò qui, da te.
    Complimenti! Mi stupisci sempre.

  • Diamine Oscar, con quel maledetto rasoio ho quasi sentito male veramente. O tu sei un gamba, o io ho dei problemi. Anche se più probabilmente sono vere entrambe le cose. 🙂
    Vai con la sopravvissuta.

    • Non è assolutamente mia intenzione fare una “furbata” (che cosa intendi poi con questo termine?), ma dare una visione più “estesa”, dello stesso capitolo che trovi qui sopra, a chi vuole dedicare 10 minuti in più del suo tempo. Non voglio obbligare nessuno a fare questo, ma alcuni racconti hanno bisogno di più di 5000 caratteri. 😉

      • Furbata inteso come trovata, figata (ma non volevo usare quel termine). Il mio punto di vista è che se qui la regola è scrivere cinquemila battute al massimo, la sfida è proprio quella di fare entrare tutto negli spazi previsti. Lo stesso concetto di un tweet (e anche lì i link mi sembra che snaturino lo spirito di Twitter).

        • Veramente, non ho inventato niente di nuovo, visto che a mia volta ho preso l’idea da un altro racconto sempre qui su “the Incipit”. Rispetto quello che dici, ma di fatto questa è una piattaforma in continua evoluzione (il limite dei caratteri è stato solo di recente aumentato a 5000) e se proprio vogliamo fare un riferimento a un socia media, mi sento di farlo più con Youtube (pensa se ci fosse stato un limite alla durata dei video!), in quanto la vera forza di questo sito è nel creare negli utenti il senso di “partecipazione” ad idee e incipit nuovi. Poi ovviamente, ognuno ha idee diverse e va benissimo così. 😉

        • Purtroppo sono qui da poco tempo, quindi prendi quello che ti dico con le pinze, ma da quello che ho letto in giro prima i caratteri erano di meno. Solo negli ultimi tempi sono stati portati a 5000. Anche se rimango sempre dell’idea che porre un “limite”, soprattutto in un ambito come la scrittura, sia controproducente. 😉

  • Qualcuno mi spiega gentilmente come funziona il conteggio degli incipoints? Malgrado i commenti ricevuti l’indicatore cresce solo di 1 alla volta (in relazione alle votazioni, presumo). Grazie in anticipo a chi risponderà a questa mia curiosità. 😉

  • Ciao Oscar 🙂
    Ho letto la versione integrale subito. Amo leggere, non mi ha portato via tempo.
    Un bel pezzo di vita dell’investigatore, lo hai vestito un po’ della sua fragile personalità. Interessante direi, coinvolgente. Adesso è più familiare.
    Io vorrei passare a un pezzo di vita di una vittima 🙂 .
    Sono molto curiosa di mio e sto aspettando di conoscere certi fatti che ho in sospeso leggendoti 🙂 .
    Volevo anche dirti che il pezzo che hai pubblicato qui, comunque, è esaustivo 🙂 .

  • Dunque, ho votato per il flashback di Fisher.
    Bravo Oscar, bel capitolo. C’è solo una cosa che non mi convince, e ho riletto un paio di volte prima di esprimere la mia opinione: perché lui va alle sedute (e come dice il padre, c’è stato più volte), se poi la sua intenzione non è di condividere? Scusa, ma cosa si aspettava, che non gli chiedessero niente? Secondo me questa parte va più approfondita, per non rischiare la banalità, il cliché della classica scena “agli alcolisti anonimi”, che va un po’ bene in ogni dove.
    Ad esempio, mi sarebbe piaciuto un bel dialogo interiore di lui, che si vergogna… perché magari è lì per ascoltare, per sentire le disavventure degli altri, solo per dimenticare le proprie… finché “funziona”. O qualcosa di simile, resa ovviamente meglio.
    Ammetto che non ho letto la versione “estesa”, dove magari questo c’è.
    Mi piace il tuo racconto, non perderei due minuti del mio tempo ad esprimere questa cosa, se non ne fossi più che convinto…

    • grazie mille della tua critica costruttiva, questo mi fa capire che stai veramente seguendo la storia e ne sono molto felice. In realtà parte dei tuoi dubbi saranno dissipati se mi dedicherai altri due minuti in più di lettura nella versione “estesa” dove il suo “twist” emotivo ha più respiro e qui (per ragioni di caratteri) ho dovuto sintetizzare. Se non è cosi riscrivimi qui e di sicuro ti accontenterò prossimamente. 😉

  • Scelgano gli altri il luogo… Io ho votato alla cieca! 🙂
    L’importante, Oscar, è… cosa si diranno all’incontro?
    Davvero enigmatica la figura di Mark… bravo. Sono spiazzato, non so più cosa pensare di lui. Good job.

  • Ma sono senza parole 🙂
    Nel senso che adesso Mark con chi ha un accordo? E mi sorprende questa sua mossa rabbiosa. Io, non lo so dove Marienne lo incontra.
    Abbiamo tre possibilità stranissime 🙂 .
    Forse in un bar di motociclisti mi sembra la cosa più normale 🙂 .
    Sei bravo a scrivere i gialli 🙂 .
    La tua astuzia mi fa sorridere 🙂 Complimenti 🙂

  • Ciao Oscar… chissà perché non mi sono accorto di questo racconto fin da subito. Ci sono arrivato attraverso i tuoi commenti, da un’altra parte. Mah!
    Per i refusi te l’hanno già detto (il mio consiglio è di copiare prima il tutto in un programma di videoscrittura, così ci pensa lui a correggerli)…
    Dirò solo che la storia è molto, molto intrigante. Quindi penso valga la pena di seguirla!

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi