Amare un Mostro

Dove eravamo rimasti?

Marienne Collins è in pericolo; dove la ritroveremo nel prossimo capitolo? Nella segheria abbandonata nei boschi (89%)

Capitolo 8: Isolamento

(Qui per il capitolo integrale)

«Pronto ad uscire?»

«Come?» Mark rinsavì dai suoi pensieri, che lo avevano allontanato per un istante dalla realtà.

«Intendo… sei pronto alla tua prima ora d’aria da» Ramìrez gli si avvicinò più vicino, «Da tre mesi ormai, giusto amigo?»

«Si… sono proprio euforico!» ironizzò Mark scuotendo le mani, imprigionate nelle catene, sopra la testa.

«Hey, lurido stronzo! Torna in fila!» la guardia sferzò una violenta manganellata alla gamba destra di Mark che, zoppicante, seguì il passo deambulato degli altri prigionieri di fronte a sé.

La doppia fila di prigionieri, incatenati a mani e piedi, lentamente si dirigeva verso l’uscita del lungo corridoio traslucido che rifletteva l’accecante luce del sole proveniente dal fondo.

«Due consigli, hombre» bisbigliò Ramìrez, cercando di non farsi sentire dalle guardie che scortavano, da entrambi i lati, il corteo cigolante. «Lì fuori cerca di rimanere più che puoi all’ombra, ho visto fin troppi cabrón beccarsi un’insolazione talmente forte da non ricordarsi più neanche come si facesse a camminare!» Ad ogni passo ciondolante verso l’uscita, l’afa desertica investiva i prigionieri, già accaldati dalle pesanti divise arancioni. «Ma soprattutto, amigo, stai al riparo dagli sguardi non troppo amichevoli… è un attimo ritrovarsi con una coltellata all’addome o, peggio, finire in una rissa e andare in isolamento!»

«Lo terrò a mente, Adam.»

L’aria calda del deserto, unita alla luce accecante di mezzogiorno, sferzò il pallido viso di Mark, ormai da mesi in astinenza dalla luce diretta del sole. Una volta riacquistata la vista, l’uomo poté mettere a fuoco cosa risiedeva fuori da quel lungo corridoio. Un ampio spiazzo sterrato, inglobato a sua volta da un’ancor più grande gabbia metallica, cinta ai lati da filo spinato e recinzione elettrificata; questo era il luogo riservato ai detenuti per la loro unica ora d’aria.

Il centro del campo era riservato esclusivamente alla polvere sospinta dallo Scirocco e dall’ardente sole, poiché gli unici spazi coperti si trovavano ai lati del polveroso rettangolo. Questi ultimi erano tutti rigorosamente occupati da gang etniche rivali: di colore, ispaniche, ebraiche erano solo alcune di quelle più evidenti che componevano il folto numero di carcerati.

Dopo che la guardia rimosse a entrambi le manette, Adam e Mark si diressero verso il gruppo ispanico.

«Tranquilli, ragazzi, lui è con me.» disse Ramìrez ai suoi connazionali, che in maniera svogliata salutarono il nuovo arrivato. Mark, senza degnarli del minimo sguardo, si sedette all’estremo della lunga e vecchia panchina in legno, posta vicino alla recinzione in metallo, fissando intensamente la gang di colore dall’altra parte del rettangolo. Prima che quel comportamento sfociasse in qualcosa di molto pericoloso, Ramìrez disse ai suoi: «Visto che razza di hombre mi hanno messo vicino? Esto cabrón es todos locos!», scatenando l’ilarità di tutto il gruppetto. Dopo aver calmato gli animi, Ramìrez si sedette vicino a Mark. «Non dirmi che ti sei innamorato di uno di quei negros.» ironizzò. Vedendo l’espressione determinata dell’altro, continuò: «Che cavolo, fai amigo? Mica vorrai scatenare una guerra!»

«Sai, Adam… questa non è affatto una cattiva idea!» Mark si alzò improvvisamente e, senza guardarsi indietro, si diresse nella direzione in cui il suo sguardo era rimasto fisso fin dal momento in cui si era seduto sulla panchina in legno.

Mentre attraversava il centro del lungo rettangolo, il tempo sembrò essersi congelato in una bolla temporale: chi intento a fumare la decima sigaretta, chi a sollevare il bilanciere, chi a giocare a pallacanestro e anche i cecchini, posti sulle torri di guardia, si fermarono. Tutti i presenti si bloccarono immediatamente nel vedere quella scena inspiegabile che avveniva proprio sotto i loro occhi.

L’arrivo di Mark dall’altra parte del recinto fu accolto dagli sguardi torvi di tutti i criminali di colore del penitenziario che, vedendolo arrivare, si erano messi di fianco a quello che sembrava il capo della gang: una montagna di muscoli e testosterone che avrebbe messo chiunque in fuga con un solo sguardo. Chiunque, tranne Mark. 

Una volta arrivato a pochi metri da quello schieramento di muscoli e criminalità, si fermò. Il sudore gli grondava dalla fronte vistosamente, fino a finire sopra le lenti degli occhiali neri.

(Per esigenze di scrittura, puoi trovare il capitolo completo più le parti precedenti a questo indirizzo)

Il prossimo capitolo si intitolerà...

  • Rivelazioni legnose (33%)
    33
  • Rivelazioni dal passato (67%)
    67
  • Rivelazioni faziose (0%)
    0
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176 Commenti

  • Prima di essere linciato (a ragione) da tutti voi, mi scuso in anticipo per il ritardo con cui continuo questa storia. Se vorrete darmi ancora fiducia e rileggere daccapo i capitoli di “Amare un mostro” (a cui tengo molto), vi consiglio di leggere quelli presenti su questa pagina (https://www.wattpad.com/myworks/15277063-amare-un-mostro) in versione rivista e corretta, per dare senso al tutto. Sempre su questa pagina troverete in anticipo tutti gli ultimi capitoli.
    Grazie mille in anticipo per l’interesse.

  • Ciao 🙂 io l’ho letto subito per intero. Mi ha coinvolto quest’ultimo pezzo 🙂 .
    Con te si arriva ad un certo punto ma c’è sempre l’attesa di scoprire poi cosa succederà 🙂 . A questo punto sono curiosissima 🙂 e sorrido 🙂 🙂 voglio vedere come te la cavi con il finale 🙂 🙂
    Bravo, sai tenermi con il fiato sospeso 🙂

  • Scusate per la lunga pausa dall’ultimo capito, ma a causa degli esami universitari mi è stato difficile trovare il tempo per continuare. Spero di poter terminare la storia entro la fine dell’estate.
    Per una più approfondita conoscenza del racconto, consiglio fortemente di leggere la versione estesa del capitolo (al link riportato in alto) ed inoltre del “prologo” di questa storia che ho inserito solo successivamente e che potete trovare qui (http://www.wattpad.com/53794645-amare-un-mostro-prologo).
    Grazie ancora a tutti per l’attenzione che mi avete dato fino adesso. A presto;
    L.O.

  • Ciao 🙂
    Intanto ti dico subito che alla fine mi sono chiesta “Ma è stato Mark a fare questo?” .
    Non lo so, seguendoti avevo l’impressione che Mark avesse quel non so che d’innocente e che fosse stato incastrato.
    Ma è tutta colpa mia, volo troppo di fantasia 🙂 .
    Sono felice però di dirti che hai questo modo di raccontare che sembra di viverlo 🙂 e brilli di fantasia anche tu, però la tua è anche furbetta 🙂 .
    Io vorrei sentire la sopravvissuta, non oso immaginare cosa le ha fatto 🙂 ma lo leggerò qui, da te.
    Complimenti! Mi stupisci sempre.

  • Diamine Oscar, con quel maledetto rasoio ho quasi sentito male veramente. O tu sei un gamba, o io ho dei problemi. Anche se più probabilmente sono vere entrambe le cose. 🙂
    Vai con la sopravvissuta.

    • Non è assolutamente mia intenzione fare una “furbata” (che cosa intendi poi con questo termine?), ma dare una visione più “estesa”, dello stesso capitolo che trovi qui sopra, a chi vuole dedicare 10 minuti in più del suo tempo. Non voglio obbligare nessuno a fare questo, ma alcuni racconti hanno bisogno di più di 5000 caratteri. 😉

      • Furbata inteso come trovata, figata (ma non volevo usare quel termine). Il mio punto di vista è che se qui la regola è scrivere cinquemila battute al massimo, la sfida è proprio quella di fare entrare tutto negli spazi previsti. Lo stesso concetto di un tweet (e anche lì i link mi sembra che snaturino lo spirito di Twitter).

        • Veramente, non ho inventato niente di nuovo, visto che a mia volta ho preso l’idea da un altro racconto sempre qui su “the Incipit”. Rispetto quello che dici, ma di fatto questa è una piattaforma in continua evoluzione (il limite dei caratteri è stato solo di recente aumentato a 5000) e se proprio vogliamo fare un riferimento a un socia media, mi sento di farlo più con Youtube (pensa se ci fosse stato un limite alla durata dei video!), in quanto la vera forza di questo sito è nel creare negli utenti il senso di “partecipazione” ad idee e incipit nuovi. Poi ovviamente, ognuno ha idee diverse e va benissimo così. 😉

        • Purtroppo sono qui da poco tempo, quindi prendi quello che ti dico con le pinze, ma da quello che ho letto in giro prima i caratteri erano di meno. Solo negli ultimi tempi sono stati portati a 5000. Anche se rimango sempre dell’idea che porre un “limite”, soprattutto in un ambito come la scrittura, sia controproducente. 😉

  • Qualcuno mi spiega gentilmente come funziona il conteggio degli incipoints? Malgrado i commenti ricevuti l’indicatore cresce solo di 1 alla volta (in relazione alle votazioni, presumo). Grazie in anticipo a chi risponderà a questa mia curiosità. 😉

  • Ciao Oscar 🙂
    Ho letto la versione integrale subito. Amo leggere, non mi ha portato via tempo.
    Un bel pezzo di vita dell’investigatore, lo hai vestito un po’ della sua fragile personalità. Interessante direi, coinvolgente. Adesso è più familiare.
    Io vorrei passare a un pezzo di vita di una vittima 🙂 .
    Sono molto curiosa di mio e sto aspettando di conoscere certi fatti che ho in sospeso leggendoti 🙂 .
    Volevo anche dirti che il pezzo che hai pubblicato qui, comunque, è esaustivo 🙂 .

  • Dunque, ho votato per il flashback di Fisher.
    Bravo Oscar, bel capitolo. C’è solo una cosa che non mi convince, e ho riletto un paio di volte prima di esprimere la mia opinione: perché lui va alle sedute (e come dice il padre, c’è stato più volte), se poi la sua intenzione non è di condividere? Scusa, ma cosa si aspettava, che non gli chiedessero niente? Secondo me questa parte va più approfondita, per non rischiare la banalità, il cliché della classica scena “agli alcolisti anonimi”, che va un po’ bene in ogni dove.
    Ad esempio, mi sarebbe piaciuto un bel dialogo interiore di lui, che si vergogna… perché magari è lì per ascoltare, per sentire le disavventure degli altri, solo per dimenticare le proprie… finché “funziona”. O qualcosa di simile, resa ovviamente meglio.
    Ammetto che non ho letto la versione “estesa”, dove magari questo c’è.
    Mi piace il tuo racconto, non perderei due minuti del mio tempo ad esprimere questa cosa, se non ne fossi più che convinto…

    • grazie mille della tua critica costruttiva, questo mi fa capire che stai veramente seguendo la storia e ne sono molto felice. In realtà parte dei tuoi dubbi saranno dissipati se mi dedicherai altri due minuti in più di lettura nella versione “estesa” dove il suo “twist” emotivo ha più respiro e qui (per ragioni di caratteri) ho dovuto sintetizzare. Se non è cosi riscrivimi qui e di sicuro ti accontenterò prossimamente. 😉

  • Scelgano gli altri il luogo… Io ho votato alla cieca! 🙂
    L’importante, Oscar, è… cosa si diranno all’incontro?
    Davvero enigmatica la figura di Mark… bravo. Sono spiazzato, non so più cosa pensare di lui. Good job.

  • Ma sono senza parole 🙂
    Nel senso che adesso Mark con chi ha un accordo? E mi sorprende questa sua mossa rabbiosa. Io, non lo so dove Marienne lo incontra.
    Abbiamo tre possibilità stranissime 🙂 .
    Forse in un bar di motociclisti mi sembra la cosa più normale 🙂 .
    Sei bravo a scrivere i gialli 🙂 .
    La tua astuzia mi fa sorridere 🙂 Complimenti 🙂

  • Ciao Oscar… chissà perché non mi sono accorto di questo racconto fin da subito. Ci sono arrivato attraverso i tuoi commenti, da un’altra parte. Mah!
    Per i refusi te l’hanno già detto (il mio consiglio è di copiare prima il tutto in un programma di videoscrittura, così ci pensa lui a correggerli)…
    Dirò solo che la storia è molto, molto intrigante. Quindi penso valga la pena di seguirla!

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