Io ti sto aspettando.

Dove eravamo rimasti?

Resisteranno al freddo i nostri temerari? Un angolo di cielo di notte (60%)

Il passo tra le parole e un bacio.

Sinceramente non saprei dire perchè proprio in quel momento, su quella panchina. So solo che mentre ero distesa accanto a lui a guardare le stelle, le vedevo riflesse nei suoi occhi e li vedevo brillare di una luce fulgida. Erano bellissimi, sono bellissimi. E non saprei come spiegarlo ancora, ma ho sentito come se il cuore si aprisse di colpo e tutto il sangue scorresse a gran velocità attraverso tutto il corpo, trasferendomi un’energia, un calore che non avevo mai provato in vita mia.
Si avvicina alle mie labbra, si fermava. Il mio cuore rallentava, quasi a fermarsi nell’attesa di una sua parola che potesse farlo ripartire.

Credo che la forza di un fiume in piena non possa rendere l’idea di quello che è stato sentire il mio cuore riattivarsi.
Se un’ora, un minuto, non so quanto ne sia passato di tempo in quel bacio.
Siamo abbracciati.

“Fa freddo qui!” Gli dico stringendomi ancora di più a lui. 
“Ti andrebbe una cioccolata calda?” Mi chiede con un’espressione dolcissima a cui non si poteva dire di no! O almeno, io non ci riuscivo!
“Mmmh, sinceramente sto bene anche qui, ma se proprio insisti!” Mi sorride.
Mi alzo in piedi, mi porge la mano e ci incamminiamo verso la cioccolateria.

Ci mettiamo seduti in un angolo del locale ad un tavolino rotondo.
Io ordino una cioccolata senza panna.
“Tu cosa prendi?” Gli chiedo.
 E’ bello vederlo gustare la sua cioccolata; se la porta alla bocca e ne beve un sorsetto per bagnarsi le labbra appena. Ma dalla sua espressione ne deduco fosse bollente e gli sorrido quando, posata la tazza mi accorgo ha la punta del naso sporca di panna.
“Aspetta..” mi allungo sul tavolino, lui mi guarda strano, non capiva cosa volessi fare poi gli dò un bacio sulla punta del naso…”Avevi la panna..”
Si mette a ridere…
Mi metto a ridere anche io, realizzando del gesto che avevo appena fatto. Così, spontaneo.
Continuavo a bere la mia cioccolata, e lui era lì, davanti a me che ogni tanto alzava gli occhi dalla sua tazza e mi guardava mi sorrideva come solo lui sa fare.

Usciamo da quella cioccolateria che è già notte. Le strade sono deserte. I negozi chiusi, le luci soffuse.
Alzo gli occhi al cielo, anche la Luna non c’è se ne sa rimasta a casa per il freddo!
Ci incamminiamo, abbracciati uno all’altro, c’era foschia e non riuscivamo a vedere nemmeno le stelle.
“Vieni con me.” Mi prende per mano, ci irigiamo verso la macchina. Saliamo e partiamo.
“Dove stiamo andando?” Gli chiedo ansiosa di sapere il posto in cui mi avrebbe portata.
“Aspetta e lo vedrai”.
Si  dirige fuori dal centro della città, prende una stradina che sale su per una collina. Parcheggiamo su,  per uno spiazzo…
Davanti a noi un cancello con su scritto: proprietà privata.
“Andiamo.” Il cancello era ancora aperto.
“Ma questo è un giardino privato, non possiamo!” Gli dico, un pochino agitata. “Tranquilla, non ci viene più nessuno ormai da decenni.”
Entriamo. Un lungo viale davanti a noi. Lo percorriamo per un po’, poi svoltiamo a sinistra e ci infiliamo in mezzo agli alberi per un sentiero più piccolo. Aveva preso una luce dalla macchina, che adesso ci illuminava la strada.
“Eccolo.” Arriviamo su una radura, l’erba era incolta, ma bassa. C’erano delle panchine sparse.
Ma lo spettacolo più bello era davanti ai nostri occhi.
“Che ne dici, ne è valsa la pena?”
I miei occhi si illuminano. Davanti a noi centinaia di luci che illuminavano la notte. Da qui si riusciva a vedere quasi tutta la città.
“E’ bellissimo” Mi giro verso di lui.

 Ci teniamo abbracciati mentre guardiamo le luci della città!
“Stavo pensando, un giorno io e te potremmo vedere un film? Magari lo affittiamo!”

Lo vedranno questo film o no?

  • Dopo una serata a ballare. (0%)
    0
  • Lei lo porta ne suo pizzico di cielo. (33%)
    33
  • Vedranno un film insieme. (67%)
    67
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19 Commenti

  • Ciao Alessandra, sai che secondo me puoi scrivere molto meglio? I commenti che hai lasciato da me sono meravigliosi, anche la seconda parte del capitolo, quando rifletti sull’amore, lo è; ha un sapore particolare e l’idea del sentimento come entita viva che sfugge è intrigante.
    Sai dicono che la massima gioia più che nel soddisfare un desiderio sta nell’attesa e l’apice si raggiunge poco prima di catturarlo… 🙂 Che attendere sia giá amare?

    Riguardo alla prima parte mi sono un po’ perso, credo che riscrivendo e correggendo ti sia sfuggito un cambio di pronome: prima usi ‘io’ e poi ‘lei’ e infine torni all’io’

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