Svegliati amore mio…

Tutti giù per terra...

Distolgo lo sguardo da un punto imprecisato dell’orizzonte. È come riprendersi da un sogno lucido, ad occhi aperti.

“Dove sono?”

Non lo so. Sono in alto, parecchio in alto, seduto sul bordo del tetto di un palazzo, dieci piani a occhio e croce.

“Cosa ci faccio qui?”

Non lo so. Forse volevo buttarmi giù, ma non mi sento disperato. Mentre cerco una risposta, si insidia nella testa qualcosa di più semplice, più diretto, strisciando come un serpente a sonagli e mordendomi dritto dove risiedono le consapevolezze umane, acquisite e date per scontato, paralizzandomi di terrore.

“Chi sono io?”

Ancora una volta non lo so. Non ricordo nulla che mi riguardi tipo nome, familiari, lavoro. Nulla.

Controllo nelle tasche di un abito nero, molto elegante, che non ricordo di aver comprato. Vuote.

Trovo solo un pacchetto di sigarette.

“Fumo?”

Non lo so, ma l’istinto prende il sopravvento, me ne accendo una senza rendermene conto. Evidentemente il mio corpo le conosce bene.

Fumo osservando i tetti delle case attorno, ed il sole che timidamente sbircia dietro alcune nuvole lente.

Vento tra i capelli e sensazione di leggerezza.

Rumore vicino di passi. Mi volto di scatto, una donna.

Ruoto di 180 gradi, lei non si muove di un millimetro.

Cascata di boccoli dorati incorniciano un viso angelico, fatto di labbra sensuali, pelle bianchissima, e due occhi di tristezza. Lacrime tagliano le sue delicatissime guance.

«Ciao…» ma è un lamento.

«Tu… mi conosci?»

Annuisce.

«Chi… chi sono? Non me lo ricordo più…»

Sorride. Come fa ad esprimere tanta amarezza sorridendo?

«Non importa adesso…»

Mi viene incontro e mi stringe forte, lasciandomi inebetito e spiazzato. Non ricambio. Grosso errore.

Le sue mani mi scivolano sul petto e spingono forte. Mi manca un appiglio per conservare l’equilibrio.

Il tempo rallenta, e con lui i miei movimenti. Cerco di aggrapparmi ma invano, e mentre cado indietro nel vuoto vedo le sue morbide labbra rosse mimare qualcosa che non colgo.

Una decina di piani in caduta libera, passano veloci. Non ho il tempo di pensare a qualcosa che arriva l’impatto col tettuccio di un’auto. Lo sento. La morte non è istantanea, ho abbastanza tempo da sentire di essermi rotto dio solo sa quante ossa. Poi buio, si spegne il tubo catodico della mia vita, le immagini risucchiate verso il centro. 

Mi sembra ancora di avere coscienza di me.

Prima ancora che possa cominciare a farmi le prime domande l’immagine si allarga dal centro e mi sputa fuori nella realtà. Come partorito da un sogno.

Occhi che si aprono di colpo, respiro affannoso, tachicardia, sudore sulla fronte.

“Un incubo?”

Si. Sognavo di essere ucciso. E di aver perso la memoria…

“Ok, era un incubo. Ma… dove sei adesso?”

Mi si gela il sangue nelle vene, e prima ancora di provare a darmi una risposta arrivano altri due interrogativi che mi stroncano definitivamente.

“Chi sono io?”

Ed attaccata a lei, come in fila alla posta per la pensione, ne arriva un’altra.

“Cosa facevi prima di addormentarti?”

Panico. L’adrenalina scarica mille volt nel sistema nervoso, tutto ruota attorno a me. Figure indistinte, macchie che non comprendo. 

Poi tutto si placa improvvisamente, tornando fermo al suo posto, prendendo forma e sostanza, colore e senso. Accade quando…

...cosa? Quando...

  • ...sento una voce che suona familiare. (29%)
    29
  • ...sento un sonoro ceffone centrarmi in pieno volto. (29%)
    29
  • ...sento due mani afferrarmi il viso. (43%)
    43
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176 Commenti

  • Stamattina avevo scritto un commento che il mio cell non ha voluto pubblicare…diceva pressappoco: “Più o meno mi aspettavo qualcosa del genere già da qualche capitolo…nonostante ciò, mi è piaciuto parecchio! 🙂
    Non vedo l’ora di leggere il tuo prossimo racconto, soprattutto per il genere che hai scelto! 😉
    Complimenti e buona scrittura!

  • Complimenti!
    Ho seguito davvero con piacere questa storia e devo dire che il ritmo con cui hai pubblicato ha aiutato a mantenere sempre molto alta l’attenzione!
    Se proprio devo fare una critica, trovo un po’ strano che i medici facciano spegnere l’interruttore a Sofia, inoltre… poveretta! Perde la sorella, il marito, ha un bambino che nascerà senza papà, e si trova pure a dover premere quel pulsante?
    Comunque ribadisco i miei complimenti! Sicuramente ti seguirò nelle prossime storie! 😉

    • Grazie francesco.
      La scena del pulsante beh… Effettivamente sono stato abbastanza duro con Sofia ma credo che saprà cavarsela da sola col bambino, magari si fa dare una mano da Federico 😉
      Grazie per la fiducia, oggi pomeriggio “corna facendo” dovrei mettere su incipit un nuovo racconto.
      Ci leggiamo 🙂

  • Bel finale, bravo! Mi è piaciuto molto questo racconto!
    Il mio primo scritto su The Incipit (“Lie”) era sulla stessa tematica. E, in generale, mi piace molto leggere e scrivere di seconde possibilità, prezzo da pagare per le proprie scelte, ecc..
    Ora clicco su “Segui l’autore” così non mi perderò il nuovo racconto fantascientifico 🙂

  • Si conclude qui il nostro viaggio insieme. Questa storia, nata da un’idea che non riuscivo a sviluppare solo, si è trasformata in questo racconto. All’inizio non avrei mai potuto immaginare che sarebbe andata a concludersi così, ma sono completamente soddisfatto del risultato finale. Mi sono divertito molto a scrivere e spero voi vi siate divertiti a leggere quanto me.
    Ho pronto un altro incipit, stavolta mi cimenterò nel genere fantascienza, se vi è piaciuto questo e volete continuare a seguirmi cercate prossimamente: “True Life”
    Alla prossima, ed un grazie enorme a tutti voi che mi avete aiutato con i vostri voti, i consigli e gli incoraggiamenti.
    Un abbraccio

  • Ho votato DOLCE AMARO.
    Ho votato in questa maniera perché credo che sia esattamente questo, il senso della vita. Dolce e/o amaro, a seconda di come una persona voglia e sappia sentirla e prenderla. Dolce, perché il ricordo, anche degli errori, può, in alcuni casi, essere dolce. Amaro, perché a volte tali sono le conseguenze delle nostre scelte, e non esiste una scelta netta BIANCO/NERO in quello che ci accade, ma miliardi di sfumature diverse a seconda della quale possiamo capire la vita e capire, attraverso il ricordo, noi stessi.
    😉 Buona continuazione!

  • Scelta difficile, devo ammetterlo, ma alla fine ho votato per dolce: sono convinto che anche chi sbaglia tanto, alla fine può trovare pace, in un modo o nell’altro.
    Inoltre, quest’ultimo capitolo (molto bello!) mi porta a pensare che le cose vadano verso una soluzione.
    Mi è piaciuto, poi, come nella descrizione del funerale, ci sia stato spazio per la dolcezza.
    E adesso aspetto la conclusione! 🙂

  • Ho votato l’ospedale. Perché è quella scelta, tra le tre, che ha un duplice sentimento: positivo, per una nascita, magari. Negativo, per una malattia.
    Ed ho come la sensazione che l’ultimo regalo di questo subconscio dal nome Sofia, in realtà, non voglia lasciarti con un BRUTTO ricordo, bensì lasciarti andare al risveglio con un ricordo talmente dolce e talmente bello che, tornando alla realtà, tu possa ancora sentirne sulle labbra il sapore e capire davvero te stesso, analizzare i tuoi errori ed orrori, e valutare con cura le prossime mosse! 😉 Buona scrittura!

  • E’ ora di chiarezza, siamo quasi alla fine!
    Molto belle le descrizioni di questo capitolo, si riesce a riviverne l’atmosfera…
    Comunque, non dirò nulla in proposito, ma comincio ad avere la mia idea su come sia andata l’intera vicenda… eheh

  • Mi trovo d’accordo con i commenti degli altri, effettivamente un capitolo un po’ sottotono, un po’ spigoloso, viste le frasi brevi e frequenti punti e a capo. Per quanto riguarda la storia, però, continua a rimanere sicuramente intrigante, per cui attendo curioso il seguito! 🙂

    Voto per smoking, rose ed auto sportiva.

    • Non posso che riconoscere l’errore nel non aver curato adeguatamente la stesura e la correzione della bozza. Errore che sicuramente cercherò di non ripetere. Mi fa comunque piacere che notate queste sbavature, espressione dell’attenzione che dedicate a seguirmi in questo racconto.
      Il prossimo capitolo sarà leggermente diverso dai precedenti e vi porterà ad una decisione finale molto importante. A domani per l’uscita

  • Ho letto e riletto questo capitolo, forse troppo tardi, e mi sono reso conto di averlo postato forse con troppa foga. Devo riconoscere che alcuni passaggi sono difficili da seguire, si genera parecchia confusione, il tutto a scapito del risultato finale. Non trasmette la tensione che, una scena del genere, invece dovrebbe.
    Per farmi perdonare ho deciso che nel prossimo capitolo comprenderò tutte e tre le scelte in modo da accontentare tutti, in che modo lo scoprirete presto. Alla prossima 😉

  • Voto per completo, ventiquattrore e cellulare.
    Belli gli sviluppi, qualche mistero svelato, qualche sospetto confermato, ma ancora tanta carne al fuoco. Bene così.
    A volte si fa fatica a capire chi sta parlando, ma è chiaramente imputabile al numero limitato dei caratteri, fai attenzione perché è un peccato far calare la presa sul lettore per una cosa facilmente evitabile.

  • Birra anche io!
    Come ti dicevo, ho trovato questo capitolo leggermente sottotono rispetto ai precedenti e forse un po’ confusionario, ma nel complesso, trattandosi di una fuga al limite della sanità mentale, ci sta bene un po’ di movimento tortuoso.
    Chissà cosa mai le avrà fatto, questo tizio, alla povera Sofia, costretta ad ucciderlo, piangendo lacrime amare, implorandolo di svegliarsi…

    Curiosa, io! 🙂

  • Voto per l’obitorio. Non so perchè ma ho come l’impressione che ci troverà qualcosa di interessante li.
    “Io feto inerme nel grembo del terrore, lei genesi ed utero dei miei peggiori incubi” da dove l’hai tirata fuori questa? 🙂
    Un’altra cosa… Ma ha dei superpoteri?
    Comunque vai alla grande!

    • Vedo la gente morta… 🙂
      Alcune frasi nascono sole, generate dal flusso della scrittura, altre (come quella citata da te) le costruisco dopo numerose modifiche, a volte qualche parola a volte interamente. Originariamente mi sembra fosse “io bambino sperduto, lei origine dei miei peggiori incubi”
      No no, niente superpoteri ma… Qualcosa c’è 😉
      Grazie, troppo gentile

  • Ho votato USCITA D’EMERGENZA. Un’automobile con le chiavi dentro? Improbabile. Obitorio? A che pro?

    Piccola domanda, che mi farei in ogni caso: è già stato ucciso, dall’angelo biondo, due volte. Si è sempre risvegliato altrove. Non costerebbe nulla affrontarla, tanto se anche lo uccidesse, si risveglierebbe da qualche altra parte!
    Resto in attesa della continua! Interessante l’ospedale semi deserto! 😉

    • Anche tu una scelta razionale. Sacrosanto ma a tutto c’è una risposta. Secondo te ho scelto a caso quei luoghi? 😉

      Giusta osservazione. Ma se tiri una moneta due volte ed esce testa in entrambi casi, chi ti da la certezza che al terzo lancio esca testa ancora? E comunque bisogna tenere in considerazione l’aspetto dolore, farsi affettare col machete non credo sia una bella esperienza 😉
      A presto 🙂

  • Obitorio. Bel capitolo Giovanni!
    E mi sento di azzardare due cose:
    1) Ti è piaciuto Kill Bill (facile supposizione, piace a tutti)
    2) Leggevi / leggi Dylan Dog (la descrizione della “vista a cono” e le imprecazioni del protagonista mi ricordano troppo i tratti fumettistici e la personalità dell’indagatore dell’incubo).

  • Voto per l’obitorio. Forse non è proprio la scelta più saggia, ma, non so perché, mi dà l’idea che possa dare un’interessante svolta! E poi, bisogna dirlo, come luogo si adatta molto di più vista l’atmosfera!

    Complimenti, il ritmo continua sempre ad essere molto alto e capisco la tua voglia di continuare a scrivere questa storia! 🙂

  • Spero che siate riusciti a votare tutti. Ho notato che il trend su theincipit (in generale sia chiaro) è di un capitolo la settimana circa. Anche meno. Io purtroppo non resisterei tanto, questa storia si sta scrivendo con la stessa impazienza da lettore, mi scuso se qualcuno non ha avuto modo di votare. Cambiando argomento…
    Bivio importante questo del quarto capitolo, fate una scelta ponderata, non date per scontato che una sia più o meno ovvia dell’altra, né che io possa preferire l’una o l’altra. Provate a considerare bene le conseguenze. Internet non ha dato risposte, ma solo altre domande…
    Un abbraccio a tutti 🙂 vi aspetto mercoledì col seguito, votate numerosi eh!! 😉

  • Ho votato INTERNET anche io, ma non ne sono del tutto convinta. Probabilmente, tra le tre opzioni, è quella un po’ più plausibile: è andato in ospedale (me lo immagino anche un pochino turbato…), se gli somministrano un sedativo, immagino gli abbiano dato un letto in attesa che il farmaco faccia effetto. Quindi non può spostarsi… Il pc. Ma cercare cosa?
    Io, se fossi nei panni dello smemorato, cercherei la frase del bambino! D’altra parte… è l’unico appiglio che ho! E la donna non è Sofia! Mi è molto piaciuto quel passaggio, ossia l’uomo ha preso per buono lo scherzo della donna, quando gli ha detto di essere la sua amante, convincendosi che in realtà lei fosse sua moglie, ma questo avviene tutto tacitamente, e ci viene rivelato dal passaggio: “lei non è Sofia…”.
    Bello. Bravo!

  • Internet, prima di tutto!
    In alcuni frangenti l’atmosfera che si crea mi ricorda quella di Sin City di Frank Miller. sarà stata la donna con la pistola, le sue parole: tutto molto dark e noir. Mi piace molto! Ah, e la frase “I miei ricordi lontani come gli spazi cosmici” è sublime!!!

  • Muore ancora cercando di salvare la sua “amante”. E finisce in un altro… posto. Ottimo, rimane su toni alti. Unica nota: “un tonfo strozzato seguito da una sedia che striscia”… non proprio il suono che farebbe una portafinestra che si infrange! ;)))))
    Un’altra cosa che non userei mai sono i “circa due ore dopo…”. Avrei scritto “Circa due ore dopo occhi di brace ha reso…”. O qualcosa di simile.
    Non voglio sembrare pignolo, e sono solo miei pareri comunque. Il fatto è che questa storia è interessante, mi ci sto affezionando.

    • Sei sulla mia stessa lunghezza d’onda a quanto pare…
      Sula nota che mi fai notare hai perfettamente ragione. Ti spiego: scrivo descrivendo il “film” che vedo nella testa trasformando le immagini in parole. Purtroppo, o per fortuna, ho scelto uno stile “asciutto” che mi impone descrizioni sintetiche e dirette, sacrificando l’accuratezza di alcuni dettagli (vedi il nastro adesivo che ho immaginato la bionda usasse per evitare il rumore dei vetri rotti che non ho citato) concordo sul fatto che se non specifico si crea confusione. Ci tengo a specificare che le critiche (di QUALSIASI genere) sono beneaccette! SEMPRE!! Quindi non esitate mai a farmene.
      Farò tesoro di questo consiglio!

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