Frammenti di un amore alieno

Dove eravamo rimasti?

La festa termina con un pianto? (50%)

L’ingresso

“Pronto?”, mi sembrava di cantare.

“Pronto?”, dall’altra parte del ricevitore una voce femminile.

 “È per i bagagli”, volevo rassicurarla ma mi sentivo su di giri. L’euforia dei numeri mi aveva regalato un po’ di buonumore. “Li abbiamo presi per sbaglio al bar e vorremmo restituirli”. Non era il caso di menzionare l’oggetto rotto, quello sarebbe venuto dopo. 

“Scusi come ha avuto il mio numero”, aveva chiesto  lei con voce neutrale. Non sembrava eccessivamente preoccupata per la perdita.

” In realtà era scritto ovunque sulla sua agendina e ho pensato fosse il più probabile. Anche a me capita di scrivere il mio numero per non dimenticarlo”.

“Questo è un numero speciale”, ha aggiunto lei. Poi come se si fosse spinta troppo oltre è tornata a questioni più triviali. “Torno subito al bar e recupero i bagagli. Sono cose che capitano non sono arrabbiata…”

“Ecco vede”, ho esordito “C’è un problema. Ho dei surgelati con me e, per evitare si squagliassero, mi sono dovuto spostare…e per di più c’è una festa incombente fra poche ore…”

“Scusi, non capisco… E io cosa c’entro con tutto questo?”

“Le chiederei se non le scoccia di passare all’Atelier Universo. Tra l’altro questa sera c’è un party e potrebbe trattenersi. Aspiranti artisti e curiosi sono tutti benvenuti…” Non le avevo ancora dato l’indirizzo che mi ha interrotto trionfante:” Conosco quel posto è a due isolati da casa mia. Ci sono passata più volte davanti e mi chiedevo cosa ci faceste là dentro. È una fortuna che sia così vicino. Di chi devo chiedere quando arrivo?”

Non era proprio il caso di infierire con i cocci nel sacchetto. Non ora.” Mi chiamo Nico”.

“Saori, piacere. A questa sera allora”.

TUTU

Andrè mi scrutava interrogativo in attesa di un mio cenno di risposta.

“Una certa Saori, viene stasera alla festa. Siamo stati fortunati. Ora non ci resta che guardare nel sacchetto e sperare per il meglio”.

L’atelier era deserto a quell’ora di pomeriggio e, usando gli utensili e i materiali a disposizione, forse avremmo potuto rimetterlo in sesto.

“Io non lo farei”, ha suggerito Andrè. “Già abbiamo frugato nella sua borsa e abbiamo violato l’agendina. Ci prenderemo le nostre responsabilità e poi d’altronde l’avrà sentito anche lei il terremoto no? Che ti succede, ad un tratto così propositivo?”

Aveva ragione.”Ok facciamo come dici tu. Mi dispiace solo per quella ragazza. Ha avuto anche la discrezione di non chiedere nulla sullo stato delle sue cose. Se lo avesse fatto, per telefono, non avrei saputo proprio cosa risponderle…”

A fermare la conversazione ci aveva pensato Stella, la ragazza dai tutù svolazzanti. Lei nell’atelier era una presenza singolare. Disegnava abiti da danza, li indossava, allestiva scenografia e spettacolo e si metteva a ballare. Aveva un debole per Andrè e quando poteva se lo portava nel suo studio. Un balletto tutto speciale il loro. Lui tornava puntualmente due ore dopo con un appetito famelico. Lei continuava a provare poi scompariva dalla porta posteriore in silenzio dopo aver appeso le ballerine ad un chiodo sporgente sulla porta. 

Ed eccomi davanti all’ingresso: pronto a spalancare la porta e a dare delle spiegazioni. È sopraggiunto André e mi ha strattonato via:” Ci penso io, tu continua a cucinare, ti senti già abbastanza in colpa per quello che è successo. Senza contare che sono stato io a combinare il patatrac…”

“Dov’è Stella?”, ho chiesto  sapendo che André stava cercando solo una compagnia femminile alternativa per la serata.”È andata via! Ma cosa ti viene in mente… Non voglio mica rimorchiare…”

“E se è brutta?”, azzardo.

Il portone si è spalancato . E lei era bellissima. Sono stato travolto da una folla uscente e mo sono dovuto mettere in disparte, mentre André è stato sputato fuori in direzione della nuova ospite. C’è stato uno scambio di sguardi fra loro. I soliti convenevoli sembrava. Astutamente André le aveva restituito prima la borsa intatta. Troppo grande per quel corpo esile, chissà come faceva a mantenere l’equilibrio, mi chiedevo. La inondava di chiacchiere e lei lo stava ad ascoltare con interesse, sembrava. Poi come un prestigiatore  che riserva per ultimo il suo trucco più banale ma grazie alla sua abilità lo presenta allo spettatore su un piatto d’argento, André ha sollevato il pacchetto contenente l’oggetto in frantumi. Non bastava la sua arte per addolcire la pillola.Ho visto una lacrima pesante come un macigno solcarle il viso. Lentamente scendeva giù amplificando il senso di sofferenza che immaginavo dovesse  provare in quel momento. Era il momento di intervenire.

Cosa fa Nico?

  • Ruba il sacchetto e scappa via (0%)
    0
  • Fa intervenire Stella perché allontani Andrè (33%)
    33
  • Offre da bere a Saori (67%)
    67
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25 Commenti

  • I racconti di Gabriele hanno sempre qualcosa di magico, riescono già dalle prime righe a catapultare il lettore in un mondo vicino e allo stesso tempo estremamente lontano, quasi “alieno”.
    Non vedo l’ora di leggere i capitoli successivi!

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