Frammenti di un amore alieno

Dove eravamo rimasti?

Cosa reagisce Saori quando scopre che il protagonista si chiama Nico? Se la prende con Andrè per averle mentito (38%)

Interferenze

Siamo tornati momentaneamente ai nostri ruoli di pittrice, modello e spettatrice, come se niente fosse accaduto.
Alcune volte i comportamenti prevedibili ci salvano da situazioni troppo difficili che non siamo in grado di affrontare immediatamente. 
Mentre tentavo di assumere una posizione naturale, la matita ha iniziato a scorrere sul taccuino e la porta si è richiusa. 
Poi il silenzio. Leggevo negli occhi di Saori un forte imbarazzo nei miei confronti. Che tra l’altro non aveva nulla a che fare con la mia nudità. Forse era il caso di smetterla per quel giorno. Invece ha continuato il suo lavoro nonostante il nervosismo. La connessione telefonica si evolveva a legame artistico: l’autore e il suo modello. A poco a poco quel connubio è riuscito a cancellare le esitazioni e le interferenze attraverso cui eravamo andati incontro nello stabilire il nostro primo contatto. Era fantastico pensare che il risultato di quel momento si sarebbe concretizzato in un’espressione artistica. Non c’era bisogno di parlare. Era come se un filo teso ci tenesse legati e io riuscivo a sentire lei tracciare pennellate sulla tela, l’intensità del tocco e il modo in cui mi stava disegnando. Rivivevo nel suo dipinto. Abbiamo continuato così per ore e ore, incuranti dello scorrere del tempo. Non c’è stato nessun picnic quel giorno. Saori ha smontato la tela dal cavalletto dicendo di volerla portare con sè. Io mi sono rivestito a malincuore. Il fatto è che si trattava della prima volta che provavo una cosa simile. C’era ancora magia nell’aria nonostante la sessione fosse terminata. Io avrei continuato all’infinito. Saori mi ha teso un bicchiere di tè caldo versato da un thermos che aveva portato con sè. 

“Non mi avevano mai ritratto prima. Per un attimo ho avuto la sensazione di essere dentro il dipinto”, ho affermato, prima di portarmi il bicchiere alle labbra.

Saori che stava asciugando il pennello e riponendo i colori mi ha guardato fisso: “Sei stato un modello perfetto”.

 “Hey aspetta il nudo non è ancora finito. Non hai ancora visto nulla! La prossima volta sarò ancora più professionale”.

Saori ha annuito, questa volta assente.La giornata è finita così con me a leggere un fumetto sul divano dell’atelier, ansioso di rivederla. Il giorno successivo non si era presentata. In compenso Stella pareva un carro armato, barricata nella sua palestra: un’amazzone in guerra sembrava non averne per nessuno. Andrè era comparso al momento giusto per placare il suo animo tormentato. La sera Stella aveva appeso le sue scarpette alla porta e si era volatilizzata come al suo solito. Era bastato un contatto ravvicinato con André per calmare le acque. Di quello che era successo fra lui e Saori non ho osato mai chiedere a nessuno dei due: il passato non mi importava, in quel momento guardavo solo al futuro. E passavano i giorni e Saori non tornava. Dovevo sapere che era successo e l’unica che poteva aiutarmi era Tessa.
“Quindi dovrei chiamarla e chiederle perché non si fa più viva? E se vuole sapere come ho avuto il numero? Ma perché non le parli tu direttamente?”, ha detto Tessa seccata.

” Perché penso di essere io il problema”, ho risposto risoluto.

“Si certo ti ha visto i gioielli di famiglia ed è rimasta sconvolta! E il dipinto di André allora? Hai fatto il paragone?”, Tessa non finiva mai di stupirmi. Riusciva a ribaltare le situazioni e a rendersi sempre convincente. 

“Tessa, mi importa veramente di lei… Non so perché, ma è scattato qualcosa di decisivo in me.”

A quelle parole non poteva rifiutare. Mi aveva osservato troppo scrupolosamente nei giorni precedenti: si era certamente preoccupata  nel vedermi sviluppare un’indifferenza progressiva nei confronti di tutto e di tutti. E ora invece quella mia risolutezza, nata forse anche solo da un’infatuazione temporanea, la rassicurava. “Ok le telefono, ma poi risolvetevela voi. Io non voglio rimanere immischiata”. 
“Io rimango in cucina e ti preparo il pranzo. Omelette agli spinaci che ne dici?”

“Tu che mi prendi per la gola? Siamo in vena di cambiamenti epocali? Ok, vada per l’omelette”, ha concluso Tessa ridendo.
Stavo ultimando i preparativi per il pranzo, quando Tessa è rientrata in cucina turbata.

” La faccenda è più delicata del previsto. Tu che ne sai dell’oggetto in frantumi?”, mi ha domandato Tessa. 

“Niente di più di quello che hai detto ora”. 

“Si trattava di una bussola speciale. A quanto pare sembra serviva a rintracciarti”.

“Intendi dire che Saori scorrazzava per la città con una bussola cerca persone ? Che per più si è rotta per il terremoto?”

“A quanto pare il terremoto era al servizio della bussola, o tu e Andrè ve lo siete immaginato. Comunque sia, era previsto che la bussola si rompesse in un giorno fatidico”.

Poi ha aggiunto: ” Saori dice che si vergogna di non averti riconosciuto subito. Ha paura di aver rovinato tutto… Ma insomma, mi nascondi qualcosa?”

Non avere la più pallida idea di cosa stava succedendo ma sapere di dover agire immediatamente: era esattamente come mi sentivo in quel momento. 

L'ultima scena della prima parte della storia si svolge

  • Sotto una pioggia scrosciante (33%)
    33
  • Al telefono (17%)
    17
  • In vacanza (50%)
    50
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25 Commenti

  • I racconti di Gabriele hanno sempre qualcosa di magico, riescono già dalle prime righe a catapultare il lettore in un mondo vicino e allo stesso tempo estremamente lontano, quasi “alieno”.
    Non vedo l’ora di leggere i capitoli successivi!

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