I veggenti

Déjà-vu

“Certo che con il senno di poi è facile ragionare. Potessi tornare indietro mi batterei con tutte le mie forze.”

Vent’anni dopo

“Ci siamo, non credo manchi molto”.

“Ha vissuto ottant’anni, certo avrebbe potuto vivere di più, però comunque è una veneranda età”

“Prepariamoci! è meglio se concludiamo tutto entro un minuto da quando il cuore si ferma”

60 anni prima

La sveglia suona, sono le 7:00, come ogni mattina Joshua è comunque già sveglio.

Joshua è un trentenne, vive da solo in un vecchio casale ristrutturato, un po’ isolato ma non troppo lontano da una bella cittadina, nel quale ha realizzato anche il suo laboratorio.

Joshua è un ricercatore, lo richiedono aziende, privati, università e centri di ricerca, quando hanno bisogno di realizzare apparecchi, macchine, automatismi; qualsiasi cosa necessiti di approfondite conoscenze delle ultime tecnologie e dello stato dell’arte, nonché una buonissima dose di creatività. A questo gli serve il laboratorio, a progettare, disegnare, realizzare prototipi e sperimentare nuove idee. Guadagna discretamente ma non ha mai tanti soldi perché reinveste la maggior parte dei profitti per tenersi aggiornato o per aggiornare il suo laboratorio che dopo diciott’anni è diventato uno dei laboratori privati più attrezzati.

Per intenderci, il suo supereroe preferito è Tony Stark, ovviamente ha poco in comune con lui in quanto Joshua non è ricco, non è così famoso, e non si sente tanto irresistibile. Da bambino gli piaceva James Bond soprattutto perché sapeva fare quasi tutto da solo, così appena ha potuto ha preso un brevetto da pilota, un brevetto da sub, patente nautica senza limiti, ha frequentato corsi di guida, poligoni di tiro anche se non gli piacciono le armi, insomma fin da piccolo non ha mai detto “mi annoio e non so cosa fare”.

Bene anche quella mattina si era alzato di buon’ora perché voleva subito provare a realizzare un’idea che gli era venuta in mente proprio mentre era ancora a letto. La sveglia lo aveva distolto dal suo lavoro e si era reso conto di avere fame e di non aver fatto ancora colazione, così contrariamente al solito pensò di andare in centro, sedersi ad un tavolino di un’accogliente bar che di tanto in tanto frequentava e godersi così un buon caffè ed il miglior cornetto della città appena sfornato, osservando la marea di gente che il sabato mattina passeggiava per le stradine della città. Osservare ed ascoltare gli altri lo rilassava lo faceva sentire in compagnia e gli schiariva le idee.

Così arrivò in città, parcheggiò la sua auto lontana dal centro e si avviò camminando verso il bar. Le stradine della città il sabato mattina erano gremite di persone che non andando al lavoro ne approfittavano per fare compere nei negozietti, nonché di turisti provenienti da tutto il mondo che in giornate splendide come quella ammiravano estasiati la bellezza del posto. Raggiunto il bar si sedette ad un tavolino sistemato sul marciapiede e salutò il ragazzo che nel frattempo si era avvicinato per servirlo:

“Ciao James”;

 “Buongiorno Joshua, come ti va?”;

“Molto bene grazie; in una giornata così bella tutti i problemi sembrano meno importanti; a te come va?”;

“Anche io non posso lamentarmi, grazie; poi con una giornata così bella anche gli affari vanno meglio; che posso portarti?”;

“Gradirei un tuo cornetto alla crema appena sfornato è un bel caffè mediamente tostato, grazie”;

“Perfetto, i cornetti sono in forno ci vorrà ancora qualche minuto; hai fretta?”;

“No, questa volta assolutamente no, mi godrò l’attesa leggendo un po’ il giornale e prendendo un po’ di sole”.

A quell’ora al bar non c’era ancora nessuno e le strade, chiuse al traffico, si stavano appena riempiendo ma James, che oltre a servire ai tavoli era anche il titolare del bar, per abitudine si muoveva sempre frettolosamente e portò subito a Joshua un quotidiano da leggere. Quel bar era soprattutto frequentato da persone cultori del caffè perché offriva una varietà di miscele in grado di soddisfare i vari gusti e dei tavoli comodi ed accoglienti dove era piacevole passare il tempo leggendo.

Ma quella mattina Joshua era trasognato più del solito, non ricordava cosa avesse sognato la notte prima però si era svegliato di soprassalto con le idee ben chiare su cosa fare riguardo il suo progetto corrente, ed ora leggendo il giornale aveva avuto un déjà-vu, praticamente la sensazione che tutte le notizie che stava leggendo le aveva già lette, così per prima cosa si assicurò che il giornale fosse nuovo e poi concluse che tutto sommato erano anni che i giornali non facevano che ripetere sempre le stesse cose: c’è la crisi, ci sono riforme da fare che però non si riescono a fare, cambiamenti urgenti e necessari che comunque non si fanno, e così via. Joshua era soprattutto uno scienziato, persona razionale e sapeva bene che un déjà-vu non era altro che uno scherzo del cervello, praticamente un errore di memoria; ma poi la vide. Quella ragazza l’aveva sognata, proprio così come la vedeva ora.

Johua e la Ragazza si incontrano ora?

  • La Ragazza gli passa vicino ma prosegue e sparisce tra la folla ma dopo essersi voltata, notando il suo sguardo meravigliato. (14%)
    14
  • La Ragazza gli passa vicino ma prosegue senza notarlo e lui la segue (43%)
    43
  • La Ragazza si ferma al bar e gli chiede qualche informazione (43%)
    43
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66 Commenti

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  • Ciao Piebat,
    io non ho giocato con la tua storia, l’ho letta oggi… tutta.
    Hai chiesto da qualche parte un mio parere… non posso dartelo, purtroppo. Posso però spiegarti il perché:
    tu hai bisogno di studiare una lunga serie di elementi e regole che qui è impossibile elencare. Vedi, il discorso è che qui dentro molte storie sono campate in aria – sotto un profilo tecnico – ma siccome non hanno pretese, sono storie semplici, basate su una relazione o un singolo evento di cambiamento, se la cavano. Ma tu, mio caro amico, hai deciso di cimentarti in una storia di fantascienza e azione assolutamente complessa, e lo hai fatto senza tenere in nessun conto alcune regole base che non si possono ignorare. Più ti complichi la vita, più emergono le lacune. Capisci cosa intendo? Tu saresti un ottimo narratore se ti limitassi a qualcosa di semplice, finché non avrai studiato i tomi che(anch’io) si studiano in questi casi. Ma se hai l’ambizione di cimentarti in una storia come questa… devi rivedere tutta la chiave drammaturgica, le caratterizzazioni, il conflitto e l’arco di trasformazione del protagonista che, assolutamente, non esistono nella tua storia. Ma non mi fraintendere, se tu non fossi in grado di riuscirci, nemmeno te le direi, queste cose. La scittura non è un passatempo, è un mestiere duro. Qui si viene per giocare e confrontarsi, per cui nessuno pretende che diventi un lavoro – però…. è una scelta individuale. Tu hai la forza di volontà per metterti in gioco? Secondo me, sì.
    Spero non me ne vorrai e che tu abbia capito cosa ho voluto dirti. Ti leggerò nel tuo prossimo racconto, anche per vedere se metterai a frutto i miei consigli. 🙂
    A presto.

    • Alessandra ti ringrazio per aver risposto alla mia richiesta. Comprendo a pieno le tue osservazioni e condivido pienamente le tue conclusioni. Non credo che potrò mai scrivere per lavoro, ho già un lavoro molto impegnativo che amo, però giocare quì mi è piaciuto troppo per non rifarlo. Se c’è una cosa che so fare sicuramente bene, quella è studiare. Seguirò i tuoi consigni e studierò; magari mi troverò anche un mentore perchè ho voglia di riprovarci e fare meglio. Io non avrei mai creduto che mi sarei appasianato a narrare, sono un uomo di scienza e come tu hai colto ho lacune enormi da colmare per quanto riguarda narrazione e letteratura. Sarà dura ma sicuramente divertente. Sarei davvero lusingato se seguirai la mia prossima storia perchè la tua la trovo meravigiosamente narrata, proprio come piace a me.
      ah! mi chiamo Pietro.
      Ciao, a presto.

        • Non sono uno scienziato, ma lavoro spesso con gruppi di ricercatori universitari e devo studiare continuamente per tenermi aggiornato.
          Realizzo progetti tipicamente Industriali e/o di Ricerca,
          In genere io disegno, progetto e realizzo hardware, software e contenitori di apparecchi prototipali. Il lavoro mi piace perchè è creativo, soprattutto il design industriale del contenitore che è la fase più estetica nella quale sono coinvolto. Come vedi però ho quasi esclusivamente a che fare con materie scientifiche: Informatica, Fisica, Matematica, Medicina, Automazione ecc. raramente con materie Umanistiche, perciò mi sono definito un uomo di scienza, in contrasto con ‘un uomo di lettere’.

    • La trama che ho immaginato è molto più complessa e richiede almeno un altra storia. Però speravo che vi chiedevate più Chi volesse cambiarlo il passato che non il perché. Accidenti non sono stato abbastanza bravo con il cliffhanger finale. Devo sperimentare più tecniche narrative. Spero seguirai comunque il prossimo racconto. Grazie per il commento. Passerò da te una di queste sere perchè non ho cominciato ancora a leggere ‘Non c’è luce senza oscurità’.

    • Grazie Francesca. Si vorrei continuare perché in realtà la trama è appena rivelata. Però ora ho un carico di lavoro non indifferente e spero di trovare il tempo per scrivere con regolarità. E’ stata una esperienza bellissima e completamente nuova per me. Spero di migliorare lo stile con un po’ più di pratica. Passo da te più tardi per godermi la conclusione di Bivio. Ciao a presto!

  • Voto “Non saprei”, più che altro perché penso dipenda da te. Hai voglia di scrivere un seguito? Ritieni di avere bisogno di altri dieci episodi? O preferisci dedicarti ad un’altra storia o un altro genere? Se ti rispondi, allora non avrai bisogno del nostro suggerimento! 😉

    In ogni caso, penso che ci sono molte cose da spiegare, per cui… 🙂

  • Ciao, bacchettata per la scelta delle opzioni, come sarebbe a dire che non è l’arte tua e che dovresti smettere? Io trovo ogni racconto diverso e interessante per quello che può trasmettere. Ognuno ha il suo stile e qualcosa da raccontare, fino a che ne ha voglia, ovvio. Il testo m’è piaciuto, in particolare la frase che riporto (ho questa abitudine)
    “In quell’istante sentì lo sparo, l’adrenalina ebbe un picco e l’amigdala cominciò ad analizzare tutti i ricordi più reconditi in cerca di una soluzione” Mi piace molto perché è dinamica, trasmette la sensazione della velocità, direi che è perfetta. Bravo 🙂
    Aspetto il finale e poi una nuova storia. Non sparire!
    PS = Fai un salto da me, ti aspetto. Ciaooooooooooooooo

  • Ohhhh, letti tutti, veramente bella la storia e coinvolgente il tuo modo di narrare, il mio capitolo preferito è stato il 2 quello in cui la vede ed è come un deja-vu
    ora vorrei che ci fosse un attimo di calma ed Edward racconti qualcosa in più.

  • Io, oltre a scrivere per passione, studio Farmacia quindi il mio cuore è equamente diviso tra scienza e letteratura.. potrei mai non seguirti? Comunque voto “la ragazza gli passa vicino ma prosegue senza notarlo e lui la segue”

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