Blind Chronicle

Dove eravamo rimasti?

Quale personaggi appariranno nel prossimo episodio? Un operaio della "fabbrica di cittadini" che riceve un nuovo carico (40%)

Chronicle #1

— Lewis, non può funzionare! Fermati finché siamo in tempo!

— Hai scollegato tutto, no? Non possono intercettarci. Stai tranquillo, per favore. Piuttosto leggi tutto quello che ho scritto: voglio esser sicuro di non aver commesso errori. 

Step singhiozzò. Aveva più ansia che sangue in corpo. Con un filo di voce iniziò a ripetere le prime parole scritte da Lewis. 

— Siamo soli, alza la voce Step! — urlò il cieco all’amico. 

Step si prese di coraggio, spostò la sedia più vicina allo schermo. La povera mano destra riusciva a fatica a muovere la seggiola. Ecco un altro capolavoro dei genetisti: nato mancino ma con la sola mano destra. 

— Non sono convinto… cosa abbiamo visto in più gli altri? Lewis rassegnati, siamo noi il problema. Non possiamo dare la colpa di quello che è successo al governo. 

Step non era mai stato sicuro del piano ma si sentiva in dovere di aiutare il suo vero unico amico.  Dopo la morte dei genitori di entrambi, ognuno poteva contare solo sull’altro. 

— Non è stato un incidente! Mi rifiuto di credere a quelle sciocchezze — sbottò Lewis. 

— Ti chiedo solo di pensarci. Non posso mantenere scollegato il sistema ancora per molto. Lascia stare per il momento. Stasera poi ne riparliamo.

La supplica di Step non riuscì a placare la frustrazione del suo collega, ma lo distolse comunque dal suo intento. 

— Ascoltami: cancellerò tutto a una sola condizione.

— Devo avere paura vero? — fece Step, consapevole della chiara domanda retorica.

— Devi trovare un modo per mantenermi scollegato per più tempo. Voglio mandare in rete tutto assieme, non posso rischiare di essere fermato. 

Il ragionamento di Lewis filava. Diffondere la sua storia in piccoli blocchi era impossibile: dopo il primo sarebbe stato sicuramente fermato. Doveva sganciare un’unica devastante bomba. 

— Mi chiedi l’impossibile adesso.

— Andiamo, sei un mago in queste cose. Non mollarmi così!

— Vedrò cosa posso fare, non ti prometto nulla. Senti, qui levo tutto allora?

Step aveva cancellato ogni parola prima ancora di porre la cortese domanda. L’approvazione forzata di Lewis era più che inutile. La paura di Step aveva già deciso. 

Lo schermo tornò vuoto. La mente di Lewis era invece colma di rancore. Era un artista nel nascondere il suo stato d’animo sul lavoro.

La vibrazione dei comunicatori nelle loro tasche li fece sobbalzare.

— È ora di andare. Spero solo di non trovare i vigilantes. Immagina se sapessero tutto…

— Step basta! Il tuo sistema funziona. Non pensarci più, abbiamo cancellato tutto: siamo due normali operai che vanno in fabbrica. Oggi dovrei anche avere un nuovo carico. Non farmici ripensare, altrimenti metto tutto in rete.

Il silenzio di Step era molto eloquente. Era preoccupato, Lewis se lo aspettava. Non credeva però che non lo appoggiasse per nulla. Era convinto che in cuor suo anche il suo unico amico volesse andare avanti su quella strada.

 

— A che ora stacchi quindi? — chiese Step al collega, aprendo quella pesantissima porta d’ingresso.

— Lascia, faccio io — disse Lewis, accorgendosi degli sbuffi di fatica — Comunque, ci vediamo qui per le 17 se ti va.

— Sicuro? Io finisco un po’ più tardi. Puoi iniziare ad andare a casa.

Lewis decise che avrebbe aspettato Step in fabbrica. Non è un problema star lì un’altra mezz’ora, quando ci passi tutta la vita. Si salutarono con un gesto tutto loro, andando poi ognuno verso un corridoio diverso. 

 

— Benvenuti nella fabbrica dei cittadini. Qui il vostro talento grezzo sarà plasmato per essere utili al governo. Siamo tutti diversi e tutti uguali. 

Lewis recitava ogni volta questa ridicola formuletta con un’allegria incredibile. Tutti i suoi trentadue denti erano davanti agli occhi del nuovo carico. Stando a quanto aveva ascoltato dal suo comunicatore, gli erano stati assegnati 12 maschi e 12 femmine. Tutti rigorosamente non vedenti: ogni operaio aveva il carico più adatto alle proprie capacità.

“E con questi sono 1984 piccoli cittadini che sacrifico per voi”. I pensieri di Step contraddicevano la festosità delle sue azioni. Fece conoscenza dei futuri servitori del governo, tutto secondo le linee guida. Si scherza, si ride, e poi si comincia con il test del primo giorno. I nuovi arrivati palpavano le domande proposte. A turno, ognuno rispondeva ad alta voce, in modo da potersi farsi sentire dalle telecamere.

 

Tutto sommato la giornata era trascorsa veloce. Erano ormai le 17:15 e Step sarebbe arrivato a momenti. Più tardi, una discussione a dir poco animata avrebbe ravvivato la serata. O magari Step avrebbe capito che il piano di Lewis era l’unica possibilità, e tutto si sarebbe risolto in un attimo.

 

— Chiedo scusa, sto aspettando l’operaio Impair, Step Impair. Dovrebbe aver finito ormai da circa mezz’ora. 

Il coordinatore di fabbrica si alzò verso il monitor delle presenze. Era molto anziano e la sola gamba sinistra era insufficiente per garantirgli un’andatura stabile. 

— Ma è sicuro? Oggi l’operaio Impair non è di turno. 

Step ha mentito. Come reagisce Lewis?

  • Aspetta Step come concordato. Meglio avvisarlo che il monitor non ha registrato il suo turno, potrebbero detrarlo dalla paga. (7%)
    7
  • Aspetta Step come concordato e fa finta di niente. Step mentirà ancora o spiegherà il tutto? (73%)
    73
  • Aspetta Step come concordato. Lo interroga fino a fargli sputare tutta la verità. (20%)
    20
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46 Commenti

    • Questo racconto nasce come un esperimento piuttosto ardito e, almeno inizialmente, poco curato. Sono abbondanti i refusi, la forma è poco sciolta, insomma…un pugno negli occhi per il lettore. Dopo il mio prossimo esame universitario ( giorno 18 c.m.) dovrei pubblicare il prossimo episodio. Sarà un capitolo per certi versi “nuovo”, frutto di una leggera maturità acquisita in questo lasso di tempo.

    • Questo racconto nasce come esperimento e mi scuso davvero per non avergli dato tutte le cure che meritava (sono abbondanti i refusi, alcuni dettagli non sono approfonditi e spiegati). Sono lieto che ti sia piaciuto nonostante queste enormi sbavature e ancora più lieto de fatto che tu abbia perso il tuo tempo per leggere i miei scarabocchi. Il prossimo episodio credo che lo pubblicherò dopo aver sostenuto l’esame che sto preparando, con più calma e tranquillità.

    • Ehi guarda chi si rivede ahah ti ringrazio per aver dato un’occhiata anche al mio vero racconto. Di questa storia sto scrivendo una versione “libera” che nulla ha che vedere con The incipit. I due episodi che hai letto sono per lo più un esperimento, fatto nemmeno senza troppa perizia. Noterai che sono pieni zeppi di refusi e scelte stilistiche piuttosto errate. Questo tuttavia non significa che non dedicherò attenzione a questa storia, che mi è servita per capire per migliorare il mio modo di scrivere. Probabilmente scriverò il prossimo episodio dopo il 18 giugno, giorno in cui darò il mio esame e vedrò anche io il mare 😀

  • Io dico che aspetterà e non dirà nulla. Lascio a te la scelta su Step: secondo me potrebbe anche mentire, ma dico che, in fondo, potrebbe essere animato da buone intenzioni.

    Ci sono alcuni piccoli errori all’inizio: “Step si prese di coraggio”, meglio Step prese coraggio; e “cosa abbiamo visto in più gli altri?”, intendevi sicuramente “in più degli altri?”. Piccolissimi errori, ma so che preferisci ricevere suggerimenti, per cui te li indico! 😉

    Sarebbe interessante capire come fa Lewis a spostarsi nella fabbrica, pur essendo cieco!

    Un’ultima cosa… i 1984 piccoli cittadini: il numero cita per caso il romanzo di Orwell? 😉

    • Ti ringrazio in primo luogo per i commenti e poi ovviamente per il voto. Hai perfettamente ragione a segnalare questi errori, che seppur piccoli, sono comunque dei brutti errori. Bravo a vedere la citazione, nemmeno troppo nascosta. Vedremo cosa succederà nel prossimo episodio, ma, a mio avviso, ogni opzione lascia intravedere nuovi orizzonti nella trama.

  • Ho avuto anche io l’impressione di aver reso i dialoghi un po’ troppo ermetici ma dall’alto della mia inesperienza non sono riuscito a mantenere il tutto fluente, ma al contempo abbastanza chiaro. The Incipit e i suoi utenti mi aiuteranno a migliorare anche in questo. Poi con un editor come te sto davvero al sicuro.

  • Bene, anche questo episodio è andato ed è andato bene. Manca solo un minimo d’attenzione in più nell’aiutare il lettore a capire, nel discorso diretto, chi parla a chi. Ricordati che qui molti di noi seguono tanti racconti e, da un episodio all’altro, si può fare confusione con i personaggi.

  • Mi piace il piccolo colpo di scena che hai inserito alla fine! 🙂 scrivi bene, complimenti!
    Ho votato che Lewis interrogherà Step perché mi pare la reazione più spontanea che si potrebbe avere di fronte ad un fatto simile!

  • Interessante lo stile sincopato usato per questo incipit, dà l’idea dell’angoscia del ragazzo che scrive sapendo che fa una cosa che non è tollerata dal governo. E poi trovo magistrale l’uso della metafora (consapevole?) per dire una verità che i più non vogliono sentirsi dire: “Scusate, ma non sono uno scrittore. Qui nessuno lo è”. L’Italia è un Paese di sedicenti scrittori, le cui ambizioni letterarie si trasformano, nel 99% dei casi, in una frustrazione senza fine e in un senso di menomazione per il mancato successo. Scrittori azzoppati, accecati, ammutoliti.
    Qualche refuso e qualche sbavatura c’è, ma lasciamo correre.

  • Voglio sapere meglio cos’è la fabbrica dei cittadini, per cui voto l’operaio!

    Un inizio molto bello e accattivante. A mio avviso, sei andato troppo spesso a capo, spezzando alcune frasi che potevano trovarsi di seguito. In ogni caso rimane una lettura piacevole! Ti seguo, curioso di scoprirne di più! 🙂

    • Grazie per il commento, adoro quando mi si fa una critica costruttiva! Ammetto di aver esagerato ma è la conseguenza di un effetto ricercato: credevo che andare a capo rallentasse il tutto, costringendo il lettore a delle pause dettate dalla sofferenza e dall’angoscia del nostro protagonista. Insomma,volevo creare un senso di ansia e agitazione. Evidentemente ho ancora molto da migliorare ma sarà possibile solo grazie a commenti come il tuo, grazie ancora!

    • Ti ringrazio davvero tanto! Purtroppo paragonare questo sgorbio a Orwell è punibile con la legge 😉 Scherzi a parte , non nascondo che 1984 anni fa mi ha segnato come lettore. Adoro questo genere e vorrei cimentarmici un po’ 🙂

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