L’estate in cui conobbi mio padre

Capitolo 1 - Il passato, quando torna

Lo squillo breve di un cellulare sul mio comodino mi desta dal sonno, sciogliendo nelle luci del mattino ciò che resta di un sogno confuso.
Mi tiro sui gomiti e, con buona pace dei miei occhi ancora mezzi spenti dal sonno, sblocco lo schermo del mio Samsung.
C’è una notifica di messaggio su Whatsapp.
– Tanti auguri Giògiò, più tardi passo a prenderti 😉 Ps Spero di essere stata la prima… –
Mi ci vogliono cinque minuti buoni per togliermi il sorriso da ebete che mi si è allargato sul viso, piacevole effetto collaterale di quel messaggino.
Oggi è il mio sedicesimo compleanno ma, cosa più importante, è il primo che passerò in compagnia di Tiara.
Non è la mia ragazza ma siamo in quella fase, tipica degli adolescenti, in cui si è più che amici ma meno che fidanzati.
Vado in cucina, pregustando già il sapore delle macine nel caffèlatte.
Entro salutando «Buongiorno»
«Auguri!» mi rispondono in coro mamma e Luca, il suo compagno.
«Grazie» ricambio sorridendo.
«Che farai oggi?» mi chiede mamma.
«Vado al mare, lo sai che per me l’estate inizia il 19 giugno» rispondo con in bocca tre biscotti.
«Ci vai con Tiara?» chiede Luca, facendomi l’occhiolino.
Annuisco, un po’ imbarazzato.
«Prima che tu vada…» mamma diventa seria d’un tratto «c’è una cosa che devo darti»
«Di che si tratta?» chiedo, mentre un altro povero biscotto diventa preda delle mie fauci.
«Prima di andare passa dallo studio» chiude il discorso in un sorso di succo d’arancia.
Faccio una doccia al volo, e preparo lo zaino: asciugamano, cellulare, chiavi, portafogli. Mi guardo un secondo in giro, accertandomi di non essere visto, e ci infilo anche le sigarette.
Inforco gli occhiali da sole e sono pronto per uscire, prima però passo dallo studio.
Mamma siede pensierosa, stringe tra le braccia una scatola in legno, sembra triste e malinconica.
«Hola?»
«Ehi Giò, entra» tira su col naso, ha pianto.
«Che succede?» domando, incuriosito dalla scatola, e preoccupato per il suo umore.
«Sei diventato grande, sai… ricordo ancora quando sgambettavi per casa»
Sorrido, non lo ricordo ovviamente, ma dev’essere un bel ricordo per lei.
«Questa è per te» mi dice, carezzando la scatola.
«Cos’è?»
«È un regalo… da parte di tuo padre» dice, trattenendo a stento la commozione.
«Ma… come?»
Mio padre è morto quando avevo tre anni, ho pochissimi ricordi di lui. Inoltre mamma non me ne ha mai parlato molto.
«Tanti anni fa, prima che la malattia lo divorasse, fece questo per te. Disse che lo avresti dovuto aprire il giorno del tuo sedicesimo compleanno»
«Cosa c’è dentro?»
«Non lo so. Mi fece giurare che l’avresti dovuta aprire tu soltanto, e così ho fatto. Quel giorno è oggi, tieni»
Me la porge. Un regalo dal passato… mi domando cosa contenga. La tentazione di aprirla è forte, ma decido di infilarla nello zaino.
«Non la apri?» domanda mamma, quasi delusa.
«Dopo, ora ci sono troppi occhi curiosi in giro» le strizzo l’occhio, strappandole un sorriso.
La serie di tre squilli al citofono, un marchio inconfondibile, m’informa che è ora di andare. Saluto mamma e corro in strada.
Tiara mi aspetta poggiata sul cofano dell’Audi di Luca, shorts e magliettina fucsia con un nodo sulla pancia. È meravigliosa.
La saluto con un audace bacio sulla guancia, abbastanza vicino alle labbra, e ci incamminiamo verso la spiaggia.
«Sei stata la prima» le dico, sapendo di dare un bel cinque al suo orgoglio.
«Non avevo dubbi» mi fa, con la sua solita finta baldanza.
Cammino tenendole un braccio attorno al collo, a lei piace così, mentre parliamo.
«Mia madre mi ha dato una cosa oggi» le dico. Mi risponde con un mugugno di curiosità.
«Un regalo da parte di mio padre»
«Cosa? Ma…» resta un istante a guardarmi, lei lo sa che non c’è più.
«Mi ha detto che l’ha preparato… prima. È una scatola, l’ho messa nello zaino»
«Cosa c’era dentro?»
«Non lo so»
«Non l’hai ancora aperta?» il suo tono è eccessivamente sorpreso.
Scuoto la testa.
«Che aspetti? Dai su, mettiamoci li» indica un muretto.
«E il mare?»
«Il mare sta li, ad aspettarci» mi risponde.
Poco dopo apro la scatola sul muretto, lentamente, con un rispetto ed una solennità che nascono inaspettate.
Dentro c’è una lettera, una piccola chiave e tre cofanetti in metallo.
Leggo la lettera, a voce alta.

Ciao Giovanni,
se le cose sono andate come spero, oggi è il giorno del tuo sedicesimo compleanno. Innanzitutto tanti auguri figlio mio, al momento che ti scrivo sei un piccoletto che sgambetta in giro per casa, ma adesso credo tu sia già quasi un uomo. Mi è stata negata la possibilità di conoscerti, e questo è uno dei rimpianti più grandi che ho. Avrei voluto raccontarti tante cose, ma purtroppo non ne ho il tempo. Ti racconterò una storia però, ma prima rispondi a questa domanda: “cosa conta davvero nella vita?”. Rispondi aprendo uno dei cofanetti che hai trovato insieme alla lettera, la chiave li apre tutti e tre, ma dopo il primo utilizzo si romperà, quindi potrai aprirne uno solo. Sono antiscasso, se vengono forzati un meccanismo rende inutile il contenuto, quindi scegli con cura la risposta.

Sui cofanetti ci sono incise tre parole:

  • La fortuna (33%)
    33
  • Il denaro (7%)
    7
  • Il tempismo (59%)
    59
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448 Commenti

  • arrivo tardi, tardissimo, ma ci tenevo a ringraziarti per questo epilogo e per tutto il racconto, che conto appena possibile di rileggermi con calma
    non so perché ma istintivamente condivido la scelta di aver fatto andar via tiara (tanto le loro strade si incroceranno nuovamente), che tra l’altro ora che si occupa di bestie strane in giro per il mondo mi sta ancor più simpatica (e un po’ la invidio)
    insomma grazie giovanni

    • Grazie a te ang, delle tue belle parole e di avermi seguito fino in fondo.
      Far uscire Tiara dalla vita del protagonista è stata una scelta difficile, ma a pelle sentivo fosse la scelta più giusta. Non ho resistito, però, a lasciarle uno spiraglio, una possibilità. Magari in futuro… col giusto tempismo… 🙂
      Grazie di avermi concesso il piacere di condividere questa storia con te.
      Alla prossima

  • Scusa il ritardo, Giovanni, ero via, questo weekend, e non ho potuto commentare subito! Che dire, un finale perfetto per una storia coinvolgente, delicata e commovente! Alla fine, quando ho letto l’ultima riga, mi sono accorto che mi aveva fatto sentire bene e per questo ti ringrazio moltissimo. Mi è dispiaciuto sapere che con Tiara non è durata, ma immagino che la vita sia fatta così e non ci si possa fare niente. 🙁 Il discorso sulla professione del medico, che lotta per far guadagnare tempo ai pazienti, nonostante l’inevitabilità della fine, mi ha commosso per il suo silenzioso eroismo.
    Hai scritto una piccola perla e sono felice di avere avuto l’occasione di leggerla!

    • Figurati, tanto la storia di qua non si muove! 😉
      Ti ringrazio per le tue belle parole, ricevere feedback come il tuo è già una vittoria per me.
      Vincere la tentazione del finale perfetto, come ho scritto anche in precedenti commenti, è stata una mezza impresa. Ma sentivo che era giusto dare un tocco di realismo al loro idillio. E poi… magari in futuro potrebbero rincontrarsi, chissà… 🙂
      Quel discorso è stato un piccolo e doveroso omaggio alla categoria, visto che ho citato il loro nemico, mi è sembrato giusto ringraziare coloro che combattono insieme ai malati ogni giorno.
      Sono felice di averla potuta condividere con te.
      Alla prossima Michele

  • Bravo, Giò. Sei riuscito a districarti bene su una strada rischiosamente sempre ai margini degli stereotipi strappalacrime. Scelta coraggiosa, sfidante. La sfida l’hai vinta.
    (Quasi quasi stavolta non ti tiro le orecchie per quel “finalmente mi da del tu” senza accento)

    • Grazie Napo, me ne rendo conto adesso che sono alla fine che la strada che ho scelto è stata davvero pericolosa. In più di qualche occasione però una sbandata l’ho presa, non so se sono troppo critico, ma qualche lacrima all’inizio (secondo capitolo) si poteva evitare…
      Vabbè… mi rifaccio al giudizio della corte, che devo riconoscere essere piuttosto positivo! 🙂
      (No, tira… TIRA DANNAZIONE!! Ancora mi devo riprendere da quell’orrore di coniugazione… “voglio mi sembra troppo assoluto” dicevo, “meglio vorrei…” dicevo… 🙁 )

  • Bravo Caroli.
    Un epilogo bellissimo. Poteva sfociare nel rosa, invece Giovanni ha iniziato un’altra avventura. Mi hai commosso,mi hai fatto sorridere e alla fine mi hai fatto riflettere senza mai appesantire il racconto.
    Hai dato,secondo me,a tutti i personaggi il giusto tempo non perdendo mai di vista Il protagonista che peraltro,(sono madre di una sedicenne che disegna ascoltando i Sex Pistols e a volte mi spiazza per la sua maturità pur restando “paturniosa”) ho trovato assolutamente credibile.Complimenti.
    Adesso goditi le ferie ma torna presto.

    • Eccomi finalmente al tuo commento Tiziana, e subito mi scappa una battuta: riuscirai mai a chiamarmi Giò? (Al massimo anche Giovanni…) 😀
      Dici bene quando dici poteva, perché si che ha rischiato, e tanto pure. Confesso che le mie intenzioni iniziali erano di piazzargli l’anello al dito e due marmocchi al seguito, di cui uno in arrivo. Poi… qualcuno mi ha suggerito una buona idea ma che lì per lì non mi piaceva. Ho dovuto masticarla parecchio, ma alla fine mi ha soddisfatto molto di più. Sfociare nel rosa era il mio terrore, non perché abbia qualcosa contro il rosa, ma avrebbe significato mancare il risultato: riuscire a scrivere al meglio questa storia.
      Forse, se mi guardo un poco indietro, sento che avrei potuto dare qualcosa di più. Specie nei primi capitoli.
      Grazie anche questa volta di avermi seguito fino in fondo, sempre incoraggiandomi e riempiendomi di complimenti.
      Il tuo giudizio, in quanto madre di una sedicenne (che permettimi di dire: è una ragazza eccezionale!), pesa parecchio sulla bilancia sai? In fondo mi sto convincendo che, alla fine, forse maturo come il protagonista lo ero davvero a sedici anni. Dovrei chiedere alla mia di mamma (il commento sopra di te :D)!
      Si, il mare mi aspetta… tanto lo so che alla fine finisco sempre per fare il babysitter… >.<"

  • Sono arrivata tardi alla tua storia…forse colpa della rete, l’offerta è tanta e il tempo per leggere sempre di meno…
    “Ridiamo. Credo gli faccia bene ridere”, una frase simile l’hai scritta subito nel primo episodio e la condivido, aiuta a sdrammatizzare tante cose brutte che succedono nella vita (anche) senza un perché.
    Alla prossima…

    • Meglio tardi che mai! 😉 E del resto non posso che essere d’accordo con te…
      Grazie di essere passata e di aver lasciato una traccia.
      Ridere fa bene, è scientificamente dimostrato, ci vorrebbe una vita che ci facesse ridere un poco di più e deprimere un poco di meno…
      Alla prossima

  • Un epilogo perfetto per una storia altrettanto bella.
    Ma vedo che le cose sensate e profonde sono già state dette tutte ed è un bene, perchè è giusto che ti vengano fatti tutti i complimenti e le lodi che meriti 😉

    • Grazie fulella, sei davvero troppo buona.
      È stato un piacere essere riuscito a emozionarti, il mio terrore peggiore è suscitare indifferenza. Meglio ricevere pesanti critiche piuttosto che “una tiepida minestrina insipida”.
      Bene così, allora. Alle prossime parole, mie o tue! 😉

  • Non sei stato banale, nel finale ma direi in tutta la storia. Sei riuscito a emozionare, se non commuovere, una marea di lettori. Quando l’emozione dell’autore trasuda dalla carta fino all’anima del lettore, ci si può solo complementare con lo scrittore. Hai trovato un fan, inutile ma sempre un fan.

  • Non sei stato banale, nel finale ma direi in tutta la storia. Sei riuscito a emozionare, se non commuovere, una marea di lettori. Quando l’emozione dell’autore trasuda dalla carta fino all’anima del lettore, ci si può solo complementare con lo scrittore. Hai trovato un fan, inutile ma sempre un fan.

    • Grazie di queste belle parole.
      Finalmente, grazie alle beneamate ferie estive, trovo cinque minuti per ringraziarti qui sul mio racconto, e per passare dal tuo. Ti ho scritto un temino 😀
      Aver trovato un fan non è mai inutile, a patto che non si esimi dal criticare quando le cose non gli garbano 😉
      A presto, sulle pagine mie o sulle tue!

  • “Raccolgo i cocci di un’altra giornata, passata a dare cattive notizie a gente che non meritava di riceverle” con queste e poche altre parole sei riuscito persino a portarci dentro ad un ospedale e all’amara umanità che vi si respira. Mi sembrava di essere in un corridoio di un reparto mentro le leggevo. E’ stato un racconto maturo e empatico allo stesso tempo. Bravo e alla prossima

  • I pochissimi racconti d’estate che ho seguito sono tutti attraversati, prima o dopo, da un refolo di triste malinconia, come se l’estate non fosse più la stagione della vita ma dei rimpianti.
    Ancora una volta hai sfornato un racconto poetico, Giò, in grado di entrare in sintonia con i sentimenti del lettore e impedirgli di allontanarsi dalla storia fino all’ultimo episodio (anzi, sarebbe bello andare anche oltre il finale; quel tuo volerti proiettare al 2030 mi fa ben sperare per il futuro del nostro protagonista).
    Non so quante volte l’ho scritto (e quante ancora lo scriverò) ma non posso esimermi dal farti i complimenti. Ormai sai che sono un tuo affezionato lettore.
    A tal proposito, sperando di non fare la figura del rompiscatole, ti ricordo che ci sono sette personaggi che reclamano la tua attenzione da un po’ di tempo… 😉

    • Io non posso che ringraziarti di cuore Massi, per i complimenti, i consigli e gli incoraggiamenti che non mi neghi mai nei tuoi preziosi commenti.
      L’estate porta sempre un po’ di malinconia, vuoi o non vuoi anche per il solo fatto che presto o tardi finisce, e il sole lascia il cielo alle prime piogge.
      Tranquillo, non fai il rompiscatole, anzi. Purtroppo, come ho scritto sotto a Francesco, Jay e i suoi sei amici probabilmente aspetteranno la fine delle ferie.
      Poi eventuali ritorni improvvisi sono sempre possibili, del resto non so quanto riuscirò a costringermi lontano dalla tastiera… 😉
      Alla prossima.

      ps E tu? Un nuovo incipit quando? Hai idee? Genere? Attendo che sia pronto Legio su wp per rileggermelo tutto.

      • Devo aspettare settembre? Vuoi vedermi piangere? :'(
        Da parte mia, devo dire che da ragazzo l’estate portava effettivamente un po’ di malinconia mano a mano che avanzava, con la prospettiva dell’inizio delle scuole e di altri mille impegni sempre più pressanti ogni anno che passava. Da adulto le cose sono diverse (le ferie estive sono così brevi e impegnative che l’estate finisce per essere una stagione di lavoro come le altre).
        Probabilmente a breve inizierò un nuovo racconto, ma sono combattuto tra un’avventura e un racconto storico (cui tengo molto) ambientato in un periodo molto sofferto per la nostra nazione.
        Si vedrà, comunque di certo tornerò ad ammorbarvi con i miei racconti 😉
        Grazie per l’interessamento, Giò, e buone vacanze.

    • Grazie Francesca, di avermi seguito fin qui e dei tuoi infiniti complimenti.
      Spero di non aver deluso le tue aspettative di un lieto fine…
      Beh facciamo così, concludo citandoti un’opera di Pirandello: nelle sue cartoline lo scrive sempre Tiara che un giorno tornerà, quindi… così è, se vi pare. 🙂

  • Complimenti Giò!
    Hai saputo emozionarmi fino alla fine! E sono molto contento che questo episodio ambientato a 10 anni di distanza, non abbia ceduto alla tentazione del lieto fine perfetto: protagonista sposato, con lavoro, famiglia, figli…
    Hai trovato una situazione più ordinaria, ma per niente banale, capace di restituire un pezzo di vita vera. Bravo!
    Adesso aspetto il seguito di Echoes! 😉

    • La tentazione è stata davvero forte, ero intenzionato a cederle il passo. Ma poi volli, fortissimamente volli (cit.)
      E fortunatamente riuscii! 🙂

      Echoes mi sa che deve attendere la fine delle ferie… per un po’ sparisco dalla scena, come fa il buon le bricoleur.
      Fatto salvo poi improvvisi (e imprevedibili) ritorni di fiamma! 😉

      Grazie di avermi seguito anche qui fino alla fine, ti “vedo” la frase che mi hai detto sotto senza cuore (sei un lettore prezioso) e rilancio (tra quelli a cui mi sento più affezionato).
      Alla prossima Fra.

      Giò

    • Con la data volevo stuzzicare il vostro inconscio modo di concepire la fine, il vostro modo di guardare la vita. Vedere se, allontanando lo sguardo dai piedi, voi guardate indietro ai passi fatti o puntate lo sguardo sui passi che ancora dovete fare.
      Vedo che guardare al futuro va per la maggiore…

  • Avanti, nel tempo e nel futuro. Avanti, perché indietro non si torna, nemmeno per prendere la rincorsa (cit.).
    Avanti, perché Giogiò deve guardare al suo futuro, dopo che il passato gli ha invaso cuore e mente per farsi conoscere, ma ora è il momento di prendere le redini della propria esistenza e godersi i 16 anni e tutto il bello che deve ancora venire!:)

  • Dispiace che si stia per avvicinare la conclusione, è stato un viaggio bellissimo questo racconto. Io voto per il 2024. Di suggerimenti te ne hanno dati e anche dei più belli. Sono d’accordo nel vedere cosa questa vicenda ha portato nel futuro di Giovanni. Ancora complimenti! 🙂
    P.S. La scelta della musica con il testo che hai scritto è una combinazione fenomenale.

    • A me invece non dispiace, questa fine sarà sicuramente l’inizio di qualcos’altro. Contest o meno sono intenzionato a rendere questa storia qualcosa di più che un racconto breve. Sento di non aver dato abbastanza, di non aver dato il giusto spazio a tante cose. Quindi, a dirla tutta, non vedo l’ora che finisca per potermi rimettere a scrivere.

      ps Quel brano è eccezionale, io… beh, io speriamo che me la cavo! 😉

  • Ero molto indeciso. La data del ’98 mi incuriosiva molto, ma alla fine ho scelto il 2024 per un semplice motivo: è una storia sull’estate, per cui trovo più adatto settembre per il finale, piuttosto che giugno. Settembre che conclude l’estate, ma apre all’anno di lavoro/studio, in cui si cerca quotidianità e concretezza ai sogni.
    Bravo Giò! 🙂

    P.s.: Poi ci spiegherai cos’era la data del ’98? 😉

  • Ho votato per il 13 settembre 2024 perché immagino Giovanni a capo di una band che suona per la sua dolce Tiara e il suo piccolo Francesco
    Giovanni vuole dedicare tutti i suoi momenti più belli insieme a lui, così da ricordare sempre quanto grande è il suo amore. Non so se il tuo racconto è un po’ autobiografico,ma somiglia alla mia vita.
    Hai toccato le corde del mio cuore,mi sono commossa,la tua storia é bellissima,sei molto bravo.La mia storia non è bella come la tua,mi piacerebbe che la commentassi.grazie,buon finale

  • … e va beh, mi sono emozionata. Sarà che nella vita privata manca totalmente lo zucchero, io credo.
    Il finale giusto è il futuro.
    Vediamo il 2024, quindi. Vediamo che succede, quali sogni ha realizzato Giovanni, se è ancora con Tiara o no… se c’è un bimbo e se assomiglia a Gio.
    Questo, tra tutti, direi che è il racconto che ha vinto. Mio personale giudizio… ma proprio per questo mi sembrava giusto esprimerlo.

  • Vediamo, secondo me in questa storia ci starebbe bene un finale che ci mostri come un Giovanni più adulto sia stato influenzato da quell’estate in cui conobbe suo padre.
    E secondo me la migliore influenza possibile è che lui abbia eliminato il muro di silenzi con suo madre e ricostruito la confidenza e la fiducia con Luca che, di fatto, da sempre gli ha fatto da padre. Tiara vorrei fosse scomparsa nelle pieghe della giovinezza, che è il posto giusto per quasi tutti i primi amori.
    La data metticela tu, ma l’idea che mi piace è quella che Becca e Luca abbiano avuto un figlio tardivo e inatteso e il decimo capitolo sia un compleanno (il sedicesimo?) di questo fratello o sorella di Gio.

  • Bel racconto che purtroppo volge alla fine. Non è facile descrivere un innamoramento, un primo bacio senza cadere nel banale e tu sei stato molto bravo (ammetto di essere benevolmente influenzato dalle somiglianze con la prima uscita con mia moglie). Voto per il 2024: Francesco figlio di Giovanni scopre dal racconto del padre le sue origini il gesto di suo nonno, in assenza del quale tutto questo non ci sarebbe stato.
    P.s. Ai miei personaggi mancano un po’ i tuoi commenti

  • Complimenti per tutto, Caroli.
    Capitolo,opzioni , copertina e brano.Bellissimi ,anche se a dirla tutta, della copertina sei solo l’ispiratore.
    Ti dirò che proprio guardandola, ho capito che potevo votare solo il 19 Giugno 1998.
    p.s. se è il tuo compleanno,auguri.

    • Grazie di cuore per tutto.
      Peccato non poter inserire qui entrambi gli “epiloghi”, sarebbe stato carino.

      ps Mi sarebbe piaciuto far coincidere la data del mio compleanno con quella del protagonista (visto che praticamente in lui ho descritto me stesso) ma, purtroppo, quando arriva il mio l’estate è già finita! (17 settembre)

  • Ho votato per il futuro perchè ho avuto una piccola idea: sarebbe bello se Giogiò vestisse lui i panni del padre, perciò quella data nel 2024 potrebbe essere il sedicesimo compleanno del figlio del “piccolo” Giovanni. È solo una mia idea…

  • Ok, lo ammetto e confesso (prima che me lo facciate notare voi): ho barato.
    Alla fina ho deciso di tenere contenti (quasi) tutti cercando di mescolare rock e romanticherie. Non so se ci sono riuscito (io dico di no…), ma spero che il risultato comunque vi piaccia.

    Giò

  • Finalmente mi sono rimessa in pari! Oltre al fatto che tu sia riuscito a farmi commuovere (e non che ci voglia poi tanto…!), ho deciso di votare il finale suggerito dal lettore per molteplici motivi.
    1) il ROCK, dopo una situazione come quella fino ad ora descritta, stona. Per il mio carattere e per come io vivo le mie emozioni, dopo una bomba nucleare nel mio cuore, e le rivelazioni ascoltate e lette, il rock calzerebbe come un nubifragio il giorno delle nozze!
    2) romanticismo e timidezza… sì, ci può pure stare, ma io sarei troppo sconvolta per anche solo pensare ad una serata intima con il cuore in subbuglio.

    Ma in fondo hai promesso al tuo protagonista una serata con la ragazza che gli fa girare la testa, a 16 anni…

    A 16 anni tutto è amplificato, tutto è esagerato, e non riesco ad immaginare altra situazione se non quella del silenzio per ripercorrere mentalmente tutte le fasi della vicenda, con o senza Tiara. Per questo il rock è escluso, perché il silenzio è il sottofondo musicale degno, in questo momento, insieme alle lacrime e alla voce del mare. Ecco, al mare.

    Buona scrittura. Però, piccolo appunto che non poteva mancare: rallenta un po’, a me sarebbe piaciuto gustarmi la descrizione di espressioni ed emozioni sui visi. Capisco l’obbligo delle 5000 battute ma ci sono cose che non possono perdersi nel limite di spazio imposto! 😉

    • Quoto, e sottoscrivo il tuo commento, in toto.
      Tante sono le cose che avrei voluto scrivere e descrivere, ma, nonostante condivida il fatto che non si devono perdere certi particolari solo per il limite delle battute, la storia (qui) deve “camminare”, in qualche modo.
      Diciamo che, come scritto in precedenza in un altro commento, vediamo come va questo contest. Nelle mie future idee sta prendendo sempre di più piede l’intenzione di ampliare questo racconto, così da prendere due piccioni con una fava: dire tutto ciò che non ho potuto dire e, come effetto collaterale, dare anche un motivo a chi ha letto questa versione ridotta di andarsi a leggere quella intera.
      Sto pensando di barare un po’, mescolando le due opzioni in modo da mitigare il risultato. È scorretto, lo so, ma non ho mai detto di essere un giocatore ligio al rispetto delle regole… 😉
      Grazie per i complimenti.

      ps Il mare ci sarà…

      pps Il nubifragio il giorno delle nozze mi ricorda qualcosa (aperitivo in giardino annullato). Poi però usci il sole…

  • Ciao Giovanni,
    sono rimasta indietro, ho dovuto recuperare. Passo sempre meno purtroppo, vita piena di sorprese. La tua è una storia che ho difficoltà a leggere, ha qualcosa che appartiene alla mia vita e quindi un po’ mi pesa dentro.
    Ho votato per il tempo del…. ROCK!

    • Ciao Alessandra,
      mi fa piacere ritrovarti qui. Ti capisco, ho due bambini e una vita piena di sorprese, quindi non preoccuparti.
      Questa storia non mi appartiene, nel senso che non l’ho vissuta, spero quindi di aver trattato gli argomenti con il giusto rispetto, vista la loro delicatezza.
      Mi auguro ti sia comunque piaciuta, nonostante tutto.
      Ricordo che parlammo del viaggio del protagonista, mi chiedevo se ho interpretato bene il tuo suggerimento, riuscendo a rendere bene l’idea della sua crescita interiore.
      Ok, a quanto sembra abbiamo un vincitore, quindi… ROCK!

      • Difficile risponderti qui. Per essere sintetica ti dico che tu ha creato un buon personaggio (“eroe”) diviso equamente tra un plot A e un plot B. la sua crescita interiore è determinata dalla ricerca di se stesso, contemporaneamente influenzata da episodi esterni e indipendenti dalla sua volontà, per questa ragione la sua crescita è lastricata di ostacoli non sempre tangibili e non necessariamente superabili. La vera crescita sta nel fargli acquistare il famigerato “faber” di sé, ovvero l’uomo fabbro, artefice del proprio destino anche quando questo dovesse rivelarsi infruttoso. ( destino avverso, ma decisione certa : narrazione a spirale) E tu ci stai provando, devo dire. Sono sicura che riuscirai. Lo scopriremo.

  • Dopo aver letto tutta la storia e in particolare quest’ ultimo episodio mi tocca entrar a far parte del club delle frignone.. Cosa c’è meglio del rock per riprendersi? 😉

  • Accidenti Caroli, nel primo pomeriggio leggo il capitolo.
    Non posso commentare con gli occhi lucidi,mi dico.
    Adesso tutto ciò che volevo dirti è nei commenti di sotto.
    Hai consegnato a Giovanni una seconda” scatola”,dentro stavolta c’era sua madre come non l’aveva mai conosciuta.
    Bravissimo. .

  • mi è piaciuto il modo in cui rebecca ha comunicato con il figlio, ha evitato il confronto diretto, probabilmente insostenibile per lei, ma di fatto non gli ha nascosto nulla
    come al solito sfrutto la possibilità di proporre; in realtà non un granché, ma a questo punto ci hai detto metà della loro storia: vero che in amore saltano tutte le logiche, ma come ha fatto luca ad accettare di essere la seconda scelta? e perché rebecca e luca non hanno avuto figli propri?
    è pur vero però che siamo quasi alla fine e questo non deve distoglierci dal vero protagonista… insomma fai tu!

    • Come ho scritto qualche commento più giù, ho immaginato il rapporto tra Luca e Rebecca diverso dalle tradizionali logiche sentimentali. Luca si è addossato l’arduo compito di ricucire i pezzi di una donna lacerata dalla vita, una donna che probabilmente ha continuato ad amare nonostante si sia fatto da parte, e proprio per quello non l’ha abbandonata nel momento più difficile. Se avessi più spazio lo approfondirei, ma qui purtroppo non c’è. Mi state facendo pensare a una possibile versione di più largo respiro, chissà… vediamo come si conclude il contest, poi eventualmente deciderò.

  • E va beh… alla fine hai vinto tu e i fazzoletti li ho usati io.
    Questo capitolo è tutto …. reale. Perché non c’è niente che batta la realtà… niente. La fantasia, la crudeltà… la durezza, l’amore. Niente di ciò che inventiamo può batterla.
    Mi hai commossa, le date, quella O che è descritta così in modo perfetto… il nome di Giovanni. Tutto.
    Quanto può essere forte una donna? Tu l’hai descritto egregiamente.
    🙂

  • Apple time! Molto originale l’espediente dei post-it per entrare nei pensieri di Becca.
    Io mi metto nei panni del povero Luca, relegato al ruolo di tappabuchi. Adesso quasi quasi mi interessano più le dinamiche di ricostruzione di questa coppia che la storia di Girò e suo padre. Non è che hai voglia di darci qualche lume nei restanti due capitoli? E dai Giò, non farti pregare! 🙂

  • Ho dedicato il mio primo giorno di ferie alla lettura dei primi (!) otto episodi. È inutile che ti dica che sei bravo, questo te lo hanno già detto tutti. Mi sembrerebbe un’offesa alla tua intelligenza dirti che hai seguito un filone “classico”: ci mancherebbe che bruciassi un’idea originale su questa piattaforma (con buona pace dello staff di TI, sedicenti coach editor inclusi).
    Allora ti dirò solo che sei riuscito a commuovermi, nonostante io abbia ben presente che sei un maledetto mestierante.
    Non trovo nessuna sbavatura. Il tuo sedicenne è assolutamente plausibile: ci sono molti sedicenni più maturi dello stereotipo imperante dell’adolescente tutta tecnologia e niente testa.
    Se proprio – ironicamente – dovessi farti un appunto, direi che avresti dovuto inserire l’avvertenza “Nel testo sono inseriti messaggi promozionali” (cellulari Samsung, macine Mulino Bianco, Audi, Benetton e via di seguito).

    • Allora, ho finalmente smesso di ridere per la cosa dei marchi (cavolo, hai smascherato i messaggi subliminali dei miei sponsor), quindi posso rispondere al tuo commento, ricordandomi che devo mangiare un bel pacco di PAVESINI.
      Che dirti napo, la tua visita mi fa immenso piacere, specie dopo l’aver saputo che hai dedicato il primo giorno di ferie al mio racconto.
      Per questo contest a tema estivo ho seguito un po’ la corrente, è vero, cercando di infilarmi tra amori sotto il sole e dintorni. Niente di originale quindi, che poi a trovarla davvero un’idea originale di ‘sti tempi…
      Mi rende molto orgoglioso che tu non abbia trovato sbavature, sappi che la tua fama di lettore scrupoloso e attento ai dettagli ti precede, quindi questa è già di per se una bella vittoria.
      Tu, al contrario di altri, hai trovato il mio protagonista un sedicenne credibile. La cosa mi fa pensare, che sia semplicemente una cosa soggettiva?
      Per concludere, cercando di non ridere di nuovo, ho pensato che mettere i nomi dei marchi potesse farmi risparmiare caratteri nelle descrizioni degli oggetti. Dici che pare brutto? Spero non sappia troppo di marchetta…
      Grazie ancora di tutto napo. Alla prossima.

      Giò

      • Tranquillo, l’uso dei marchi non guasta il racconto, al più gli dà una coloritura da sit-com che, però, rende moderno il tema classico di fondo. Attento però, che se dici che il cancro di Francesco era dovuto al tale prodotto, scatta la denuncia… (Scherzo, ovviamente. Non prendetemi troppo sul serio).

  • Il diario di Becca è letteralmente perfetto…sembra scritto da una donna, complimenti sinceri perché denota una grande sensibilità da parte tua. Potresti proseguire, dopo questo grande riavvicinamento alla madre, raccontando di una giornata con lei e Luca e dei sentimenti da parte del protagonista che ora la vede in un altromodo. Staccare con la discoteca mi sembra in completa antitesi 🙁 bellissimo

    • Grazie Gio. Purtroppo i capitoli rimasti sono solo due, e per il 10mo ho in mente una cosa, quindi… adesso o mai più.
      Comunque il tuo pensiero casca a fagiolo, avevo già in mente di rendere lo stacco tra i due capitoli meno… brutale. Vediamo un po’ che ne esce fuori…

  • Premetto che i Guns sono il mio gruppo preferito e che come Tiara non disdegno Allure di Chanel… non è un caso però che mi sia sentita cosi coinvolta nella storia: è accattivante e ben costruita. Hai articolato molto bene la scelta delle alternative con i lettori, sempre ben integrate e coerenti anche con l’espediente dei tre cofanetti. Questo è un classico, ma l’hai saputo sfruttare bene senza cadere nel banale! Un unico appunto sul protagonista: è molto bello che riesca a trasmetterci le sue emozioni nel corso dell’avventura senza invalidare la suspence della storia, ma non è un po’ troppo maturo e razionale per avere solo 16 anni e una situazione famigliare tanto complessa?

    • Non posso che darti ragione. Si, effettivamente questo sedicenne parla e ragiona un po’ troppo come un adulto. Quando ho concepito l’incipit della storia ho pensato a un adolescente come protagonista, quindi ho scavato nella memoria cercando il me sedicenne da cui trarre spunto. Forse i miei ricordi si sono mescolati con la mia attuale personalità, e questo è il risultato. Probabilmente ci ha messo anche lo zampino il mio subconscio, il quale temeva di farmi partorire la solita storiella da teenagers. Col senno di poi cambierei qualche frase qua e là, specie in alcuni dialoghi che risultano poco credibili (sotto preziosissimo suggerimento). Spero che il tutto risulti comunque godibile, nonostante questo “sfasamento”.
      Grazie del commento e dei graditissimi apprezzamenti, fanno sempre molto piacere.
      Alla prossima.
      Giò

  • Penso che in questo capitolo tu sia riuscito ad affrontare e risolvere una situazione difficile con una leggerezza……estiva. Mi è piaciuta moltissimo la mimica che accompagnava gli eventi.
    Voto per focalizzare l’attenzione su entrambi ,Becca adesso è Rebecca la mamma di Giovanni .

  • Queste opzioni sono una trappola 🙂
    Come farai a focalizzarti sui sentimenti di Becca con una narrazione in prima persona?
    E’ una grande sfida, perché se racconti i sentimenti di Becca per bocca di Giogiò non sono i più i sentimenti di lei, ma quelli di lui; quindi sarai costretto a descriverci l’effetto “visibile” dei sentimenti e lasciare a noi d’intepretarli. Oppure a inventarti qualcosa di esotico.
    In ogni caso sarà una grande prova di virtuosismo.
    Ovviamente, proprio per questo, ho votato Becca 😛

  • questa non me l’aspettavo, mi hai sorpreso; ora che abbiamo conosciuto la storia di luca e di come è entrato nella sua famiglia (o per meglio dire di come non ne è mai uscito), tornerei decisamente alla mamma (che ora ha pure un nome ;-))

  • Ha vinto Luca? Ma come, chi se l’aspettava questo gran ruolo per lui! Ci hai positivamente sorpreso 😀 ora per completare il tutto passiamo a Becca. Concentrarsi su entrambi, come hai sostenuto anche tu, in così pochi caratteri, potrebbe essere inopportuno.

    • A dire il vero sono sorpreso io stesso dal successo di questo capitolo, non me l’aspettavo proprio.
      Non volevo rischiare di essere approssimativo, per questo ho proposto la scelta, rimettendomi alla sovranità dei lettori.
      A quanto sembra, però, i sentimenti di Rebecca vanno per la maggiore. Vedremo cosa ci dirà.

  • Si cercano gli altri, i genitori, le loro storie, per comprenderei noi stessi. Pertanto: sondiamo Becca per aiutare Giovanni e il suo lutto a elaborazione “postuma”
    Per il resto: solita tua maestria.
    P.s. Forse, ma si tratta di un dubbio, non sarebbe così semplice incassare il saldo di una carta prepagata o sostituirla dopo tanto tempo,

    • Verissimo, condivido ogni singola parola.
      Grazie per i complimenti.
      ps Hai ragione, probabilmente non è così semplice, ma è la cosa più pratica che m’è venuta in mente. I contanti sarebbero stati un problema (nel 2001, alla morte del padre, ancora non erano in circolazione gli euro). Magari in futuro aggiusterò quell’aspetto, chiedendo a qualcuno più esperto una soluzione migliore.

  • Sui sentimenti di Becca, perché se io fossi nei panni di Giovanni, dopo aver saputo che mia madre è stata amata dall’attuale compagno e mio padre defunto, vorrei sentire anche la sua opinione. Come l’ha vissuta? Lei chi amava davvero? E perché?
    🙂 bello, ho trovato questo capitolo più maturo, più completo.

    • Grazie per l’esperto, anche se non credo di meritarlo.
      Sono già passato dalla tua storia, la seguo e ho anche votato la spada. Non ho capito bene se ciò che mi chiedi è un’analisi tecnica. In genere non le faccio, avendo tanto da imparare io stesso, evito volutamente di fare il maestrino. Ma una persona, non molto tempo fa, mi ha detto che un buon allenamento per migliorarsi è provare a notare i difetti degli altri, quindi se vuoi posso provarci. Dimmi tu.

    • Si, ha una storia simpatica da raccontare. A quanto mi risulta lo conosceva davvero il padre di Giovanni, ma in che rapporti fossero ancora non mi è dato sapere.. 😉
      FAVOLOSO? Davvero? Grazie infinite Michele, i commenti tuoi e degli altri utenti mi stanno riempiendo di soddisfazioni. Soprattutto perché in questa storia ci sto mettendo proprio il cuore.
      Io un’amicizia così l’ho avuta, risale ai miei sedici anni. Dura tutt’ora… 😉
      Sabato non sgarrerà, speriamo non sia troppo tardi però… eh eh eh

  • Che tenerezza questo ragazzino!
    Bravo ,l’ho proprio vista Tiara distesa con la tempia retta dalle nocchie,ho percepito anche i suoi pensieri. Comprensiva,si. Amica,si. Santa,no.(spero che mia figlia non legga questo commento da mamma di larghe vedute)

    Adesso credo che Giovanni abbia bisogno dell’aiuto di Luca.

  • Figo, posso scegliere io.
    Allora lui va a visita dai nonni e porta la sua bella Tiara. Pranzano felici e Giovanni poi mentre Tiara gioca in cortile con il cane dei nonni (o guarda l’acquario, o impara a pescare con il nonno di Gio) si ferma a chiedere qualcosa del padre alla nonna e scopre che…

    Almeno questo lo lascio a te, sai sempre sorprenderci! =)

  • come non prendere l’occasione al balzo… propongo l’entrata di un nuovo personaggio, esterno, che possa aiutarlo a capire la madre (ma ha un nome? o solo un ruolo?) o magari luca, oppure che possa mostrargli qualcos’altro della vita del padre; insomma il padre avrà avuto un amico/a a cui avrà affidato una consegna post sedicesimo anno?
    ad ogni modo bravo giovanni, proprio una bella storia

    • La mamma spesso è… semplicemente la mamma! In fondo è il protagonista a parlare. Ma, visto che me lo chiedi, nel prossimo capitolo (in caso di vittoria di Luca) svelerò anche il suo nome.
      Un nuovo personaggio, perché no? Vedremo, qualcosa inventerò.
      Mi sorprendi nuovamente, visto che nuovamente hai colto le mie intenzioni…
      Grazie ang, sono felice che la storia stia continuando a piacerti.

  • E conosciamo Luca, va.
    Per un attimo mi hai quasi convinto che i dubbi del protagonista fossero sensati. Poi, ovviamente, Tiara, in quanto donna che ha a che fare con un uomo, ha dovuto spiegare per filo e per segno al nostro eroe come stavano le cose.
    Avrà capito, finalmente? Io avrei ancora qualche dubbietto… XD
    Bravo Giò, questo episodio mi ha fatto divertire ricordandomi qualche passaggio di “Io, morte?”

    p.s.: hai lasciato Jay nel periglio. Lo molliamo così? Mi devi ancora un monkey vault, ricordati 😉

    • Grazie Massi, ci voleva un capitolo “leggero” dopo la tristezza infinita dell’ultimo.
      No, per me ancora non ha capito bene come funzionano le cose 😉
      Per una volta (forse) sono riuscito a far comportare il mio personaggio per l’età che ha.

      ps Purtroppo Jay dovrà aspettare la fine di questo racconto, mi manca davvero il tempo materiale per proseguire entrambi i racconti. Quel buono è sempre valido, vedremo quando fartelo incassare… 😉

      • Ho un talento naturale 🙂
        Scelgo sempre l’opzione che ritengo più interessante… Per quanto carina, Tiara è un personaggio marginale…vorrei sapere del passato del padre di Giò e dei suoi segreti perché è di questo che tratta il racconto, non delle whatsappate tra adolescenti. I drammi tra bimbiminchia proprio non gli reggo >.<
        A quanto pare però sono l'unica a pensarla così 😉
        Ti prego, ogni tanto accontentami….ahahahahahahah! 😀

              • Quel Nokia “mattone” con lo schermo dallo sfondo verde? C’era anche ai miei tempi, ma era solo per figli di papà. Gli potevi riconoscere dallo sguardo assatanato che avevano dopo aver giocato a “Snake” per quattro ore di fila. Tutto dire 🙂
                Io invece sono piuttosto indifferente alla tecnologia, oggi come allora 🙂

  • Anche io dico di riprendere il rapporto con Tiara. Innanzitutto per non perderla e poi perché, dopo un video come questo (commovente, davvero!), penso ci sia bisogno di tempo per riordinare le idee. E Tiara, mi sembra la persona esterna e più intima che ha Giovanni per ripartire. Per la madre c’è tempo dopo. E anche per il Denaro.

    Bravissimo Giò!

  • eccomi arrivato finalmente a questo racconto (non vi si sta dietro…); devo dire che ho apprezzato molto il racconto fin qui, in particolare il coraggio del padre di avere un figlio che non potrà veder crescere, ma con il quale non rinuncia ad avere un rapporto, per quanto traslato e indiretto; insomma complimenti!

    ps. ho votato per recuperare il raccorto con tiara, immagino che si sia allontanata per rispetto ma non conviene andare oltre, finirebbe per sentirsi irrilievante e si perderanno

    • Grazie e benvenuto ang, purtroppo (o per fortuna) questo contest estivo ha causato un proliferare inconsueto di nuove storie, quindi capisco perfettamente come ti senti. Anche io, come lettore, fatico a stare dietro a tutte queste nuove storie.
      Da padre non so quanto condividere quella scelta, che comunque trovo coraggiosa ma anche un po’ egoista.
      Grazie comunque per i complimenti.

      Ps sei vicino (molto) alla verità! 🙂

  • Bravo Giò.

    Questo capitolo mi ha emozionata. Non solo per l’ottima scelta della “colonna sonora” (una delle mie canzoni preferite) ma soprattutto perchè sei riuscito a rendere miei dei sentimenti che non mi appartengono.
    Leggendo, è stato come se la cassetta fosse stata registrata per me…
    Non è facile rendere il lettore così partecipe, quindi bravo di nuovo.

    p.s Credo che “Denaro” attena di essere aperto tanto quanto io attendo che tu lo apra. 😉

    • Grazie Daida.

      Le tue parole mi rendono felice e orgoglioso, trasmettere le sensazioni che si provano mentre si scrive credo sia l’obbiettivo a cui auspicano tutti gli scrittori, o i sedicenti tali come nel mio caso.

      Ps Sembra che “Denaro” debba aspettare, ma aspetterà solo un altro capitolo. 😉

  • Non so se è perché sto vivendo un brutto periodo, ma questo capitolo ha toccato le mie corde dell’animo. Immagino che tu stesso durante la stesura sia caduto vittima della malinconia. Non è facile suscitare emozioni così forti tramite la lettura, perciò sono convinto di trovarmi di fronte a un abile scrittore. Complimenti Giovanni. Ora nel prossimo episodio, però, credo convenga tentare di recuperare il rapporto con Tiana. Staremo a vedere…

    • In genere quando riesco a provare io stesso le emozioni che descrivo, mi convinco di essere sulla strada giusta.
      Questo capitolo lo ha fatto in modo particolare.
      Come dicevo sotto, ho due bimbi, e l’immedesimazione l’ho avuta nel padre del protagonista.
      Quando poi scopro, grazie a commenti come il tuo, di esser riuscito a suscitare quelle stesse emozioni nei lettori la soddisfazione è massima.
      Grazie.

  • Il passato non credo abbia problemi ad aspettare un altro po’. Io non mi farei sfuggire Tiara, e credo che il padre di Giò la penserebbe al stesso modo.
    Molto bello questo episodio, Giò!

  • Ho votato per Tiara solo perchè credo che a 16 anni un adolescente cerca l’appoggio degli amici e delle persone importanti.
    I rapporti con madri e parenti sono sempre burrascosi a quell’età…
    Comunque la canzone è davvero stupenda e mentre leggevo immaginando la canzone di sottofondo mi è scesa una lacrima. Complimenti!

  • Posso chiedere una cosa che non ho capito?
    Come mai in 5 giorni e senza motivi di dissidio è così tanto raffreddato il rapporto con Tiara e sono cessati persino i messaggini? Mi sono persa qualcosa?

    Voto il cofanetto restante, perché me lo immagino, adesso, preso dalla ricerca, ansioso di arrivare ancora più in fondo e piangere proprio tutte le lacrime.

    • Non ti sei persa nulla, tranquilla, al loro prossimo incontro lo dirò. Questo capitolo è stato un parto doloroso: in principio volevo scrivere una specie di “dialogo”, un botta e risposta tra lui ed il padre, ma ho dovuto ricorrere a una escamotage, causa il solito problema dei caratteri limitati/limitanti. Ho dovuto pure troncare lo scambio di messaggi che lo induce a supporre il “raffreddamento” del loro rapporto. Me misero… me tapino…

  • Ladies and Gentlemen… the winner is… (rullo di tamburi)…
    Complimenti ad Alhena per aver indovinato! Hai vinto il primo premio del concorso: Il 5* Capitolo del racconto.
    Per tutti gli altri che hanno provato a indovinare, e che non hanno provato affatto, il premio di consolazione: Il 5* Capitolo del racconto.
    Goodbye and… Have a Nice Day!

    Giò

  • La prima cosa che ho pensato con la parola “memorie” è un titolo di un libro. Mi viene in mente “Memorie di Adriano” (che non ho mai letto…), ma sono sicuro che ci possano essere molti altri titoli con la parola “memorie”. Per cui potrebbe indicare un libro. Però potrei essere fuori strada!

    Un bellissimo dialogo, Giò! Molto vivo. Aspetto con grande impazienza il seguito! 🙂

  • Finalmente sono riuscita a fare un salto qua! E proprio non c’è da pentirsi! Una storia e un personaggio tutti da scoprire…! Non mi perderò certo il prossimo episodio anche perché …. non ho proprio idea, quindi ri-passo! 😉

  • Che belline le opzioni in forma di gioco 🙂
    Ho due interpretazioni.

    Una “romantica”: le memorie sono collegate al titolo di un qualcosa, magari un un cd o meglio una videocassetta, e dopo pochi minuti di un qualche film (boh mi viene in mente memento che è del 2000) c’è una registrazione del padre.

    Ed una da action thriller, si riferisce a memorie di tipo informatico: il padre ha registrato qualcosa per lui su una qualche memoria esterna che ha da sempre ma non sa di avere 😛

    Bel capitolo!

  • Il racconto lo stai scrivendo tu, da parte mia ti puoi anche arrangiare! ah ah ah 😉 no guarda, in realtà non mi viene in mente niente…al max frugherei tra i ricordi, i parenti, i suoi conoscenti. Sempre ben scritto; passi a trovarmi? Ne ho due in corso, puoi scegliere 😉

      • Figurati, scusami tu se ho avuto la sfacciataggine di chiederlo…è solo che qua dentro si perde un pò il senso della community, perché io per esempio parto dal presupposto che se un autore viene a darmi commento e voto, come minimo mi tocca ricambiare almeno per cortesia…ma è anche vero che se non piaccio non esiste obbligo, per cui ritieniti libero e scusami.

        • Non scusarti, hai ragione.
          In genere ricambio, proprio come te, poi se si mettono di traverso vari inconvenienti… beh pazienza!
          Comunque sono passato da entrambi, troverai le mie tracce. E devo dire di essere stato molto felice di averlo fatto… complimenti!
          Quello estivo è molto bello ma l’altro… è superiore! Gusti personali, niente a che vedere con la qualità, peraltro altissima in entrambi.
          A presto

  • Nello tsunami di storie estive che si è abbattuto su The Incipit ho finalmente trovato il tempo per godermi questa storia. Ho letto gli episodi tutti di seguito; ciò ha sicuramente giovato al racconto, che nel complesso è piuttosto scorrevole. La scrittura è molto curata, con alcune scelte stilistiche ricercate. Per quanto riguarda quest’ultimo episodio, vorrei forzare la madre a fornire maggiori spiegazioni. Come sempre, però, sarà la maggioranza a stabilire cosa accadrà. A presto 🙂

  • Bisogna approfondire il discorso con la madre! Inoltre, le “voci tra le memorie” potrebbero essere persone che hanno conosciuto il padre? Per cui anche la madre?

    Un altro capitolo molto bello! Ti segnalo solo una frase che ho trovato un po’ confusa: “Rispetto credo che sia, in una dose massiccia che non ho avuto modo di imparare a dosare e soppesare”. Secondo me era meglio “Credo che sia rispetto, …”. 😉

    • Vista la votazione affronteremo l’enigma alla fine del prossimo capitolo, tutti insieme!! 😉

      Quello è uno degli errori che commetto più spesso, credo derivi dal mio retaggio nello studio dell’inglese, spesso scambio di posto soggetto e complemento oggetto di posto usando i verbi nella forma passiva. Non hai idea di quante volte correggo queste forme dopo la stesura grezza dei capitoli… E non ti dico poi quando lo faccio con i verbi intransitivi!!! Mannaggia a me…

  • Ho letto adesso i due episodi. Il ragazzo di sedici anni è sensibile, gli sono mancate le stesse cose che mancano a quelli che un padre ce l’hanno, ma per modo di dire. Cose che lasciano dentro un vuoto. Un vuoto che può essere colmato da una fotografia, ora. La foto di un luogo. Un luogo che lui dovrà raggiungere nel suo viaggio per “conoscere” suo padre…

    • Grazie per averli letti Alessandra, ho avuto modo di saggiare il tuo spirito critico nei racconti di altri quindi il vederti qui, oltre che farmi piacere, mi impone l’obbligo di chiederti: cosa ne pensi? Al di la della storia, tecnicamente? Cose da rivedere/aggiustare?
      L’idea del luogo da raggiungere è bella ma ci sto rimuginando, in fondo ha 16 anni e mi pare improbabile intraprenda un viaggio solo, per quanto la madre possa essere permissiva. Quindi non lo so proprio…

      • Alla tua domanda rispondo subito con un suggerimento tecnico, allora.
        Qualunque storia archetipica che narri di un protagonista alla ricerca di qualcosa ( in questo caso del padre perduto e ora metaforicamente ritrovato per gradi e per passaggi) vede questo protagonista come l’EROE. ( fu Aristotele a coniare per primo il concetto di EROE archetipico). Secondo il mio maestro, lo sceneggiatore americano Christopher Vogler ( che ti suggerisco di leggere, tradotto in Italia da Dino Audino Editore), un VIAGGIO alla SCOPERTA di qualcuno o di qualcosa ( come nel tuo caso) non è necessariamente fisico, (Il luogo può essere anche dietro casa sua), è il significato che gli attribuisci che fa la MISSIONE.
        Cito:
        ” …l’eroe mitico è la metafora del protagonista di qualsiasi film in cui il personaggio principale compia nel racconto per immagini un percorso che lo porti alla fine della storia a conquistare una nuova consapevolezza. La struttura di questo viaggio, le stazioni di questo procedere, le figure ed i passaggi che porteranno l’eroe a compiere un tragitto “iniziatico”. ”
        in questo modo il tuo protagonista avrà la sua crescita interiore, avrà avuto quello che cerca. Spero di esserti stata utile.

  • UNA FOTO anche io.
    Piccola osservazione: se piove, e per andare a scuola di solito Giogiò prende la bici o l’autobus, e decide di non andarci perché, a piedi, si sarebbe inzuppato, perché il bar dove si rifugia è vicino a scuola?!? 😉

    In realtà sono stata comunque indecisa tra il concerto e la foto. Ma in una storia di scoperta tra padre e figlio, sebbene più scontata la foto e più cinematografico il biglietto del concerto, credo che il realismo, in certi contesti, valga più di tanti giri di parole per cercare, a tutti i costi, lo stupore o la sorpresa del lettore.

    Ultima osservazione: menomale che la trovata dei meccanismi “fantastici” relativi alle chiavi fosse tutta una bufala! 😛

    • Ok foto, va per la maggiore.

      Beccato!! È un errore dovuto al fare mescolanza tra ricordi ed immaginazione… Il bar citato esiste davvero ed ero solito andarci proprio in occasioni simili. Errore da correggere comunque, grazie Vi.

      Credo che la votazione sia decisa, infatti nel pomeriggio dovrebbe essere pronto ed online il capitolo. Ma sarà una foto con… sorpresa comunque.

      Ahahaah te l’ho fatta eh??!! 😀

  • Le tre frasi finali sono divertenti, evocative e ritmiche. Perfette insomma.

    Scelgo la foto.
    Mi piacerebbe che fosse la foto di un posto, però, non una semplice foto del padre e del figlio insieme. La foto di un luogo dove Giògiò può cercare il passato.

    E’ proprio una bella storia, con un ottimo equilibrio fra la linea narrativa nel passato e quella nel presente, della storia con Tiara.
    Facciamo che i difetti che ci trovo (ma solo perché sono rompiscatole) te li dico tutti insieme alla fine?

    • Se dovesse vincere la foto… beh, diciamo che hai afferrato la direzione dei miei pensieri. Complimenti per l’intuito! 🙂

      Per i difetti è ok, ma solo a patto che poi te li ricordi tutti e non ne tralasci alcuno, anche i più microscopici.
      Anzi no, ho cambiato idea: facciamo che dal prossimo capitolo me li dici alla fine, quelli dei primi due me li dici adesso! 😀

  • È vuoto, perchè Giò e suo padre hanno in comune anche la passione per gli scherzi 🙂
    Leggendo, per un attimo, ho pensato che il tempismo si riferisse all’aver perso l’autobus per un’inezia. Un po’ al contrario, ma è tempismo anche quello 😉

    • Diciamo che, dal mio punto di vista, sono due cose simili. Si differenziano solo su un aspetto: la fortuna è passiva, mentre il tempismo dipende dalla volontà del soggetto in questione. Non puoi scegliere di essere fortunato, ma puoi scegliere di compiere una determinata azione, in un determinato spazio, in un determinato momento.
      A te che l’hai scelta… buona fortuna! 🙂

  • TEMPISMO anche per me.
    Come ho avuto modo di leggere dai commenti di chi ha lasciato un segno prima del mio, anche io ho pensato al romanzo “La ragazza delle arance”, un libro che mi è molto piaciuto!
    Bello anche questo inizio, anche se, per gusti personali, lascerei il “fantastico” fuori da una storia del genere (meccanismi contorti che si rompono se forzati o chiavi che aprono porte, o roba del genere!). 😉

    Bello, comunque. E sono contenta di aver seguito questa storia dall’inizio, in modo da sentirmi partecipe nel determinarne il corso! 😉

    Buon lavoro a te!

      • Beh, per tre concetti che dovrebbero rappresentare cosa conta di più nella vita, l’aggettivo giusto è quello di Locullo “paradigamtici”.
        Il tempismo può essere una dote, un atteggiamento, ma non lo metterei nei concetti che contano della vita. Una buona triade poteva essere “successo” “felicità” “significatività”, ossia scegliere fra una vita gloriosa, una “semplicemente” felice ed una con uno scopo ben definito e almeno in parte raggiunto, a prezzo anche dell’infelicità o di molte pene.

        Mi pare però di capire che tu volessi delineare il personaggio (cinico, intraprendente o passivo) più che la storia, il che, come artificio è interessante, ma allora è mal posta la domanda sui cofanetti. Sarebbe stato meglio “Quale di questi mezzi vorresti per raggiungere i tuoi scopi nella vita?”.
        Posta così la scelta sarebbe stata diversa. Potrei pensare che ciò che conta di più nella vita è far del bene al prossimo e al contempo pensare che il miglior mezzo per realizzare questo scopo sia il danaro.

            • Capitolo pubblicato, quindi articolo la risposta che ti dovevo.
              Allora: parto dal fatto che trovo le tue obiezioni corrette e calzanti. Col senno di poi avrei potuto impostare la cosa diversamente, porre la domanda in modo migliore e fornire opzioni più idonee.
              Mi giustifico dicendo che la mia intenzione traspare in questo capitolo, cioè fornire la prima impronta al carattere del protagonista e fargli scoprire le prime similitudini con quello del padre. Non so se ci sono riuscito, spero di si.
              Comunque aspetto il tuo commento, ed i tuoi eventuali consigli. Magari, a concorso finito, sarà sempre possibile rivedere il racconto raccogliendo i consigli di tutti.

  • Tempismo anche per me! 🙂

    Intrigante, Giò! Ma subito mi sorge una domanda… Visto il nome del protagonista c’è qualcosa di autobiografico?

    Seconda cosa: questo inizio mi ricorda un libro che ho letto, “La ragazza delle arance” di Jostein Gaarder. Anche lì il protagonista riceve un regalo dal padre che è morto. Nel libro, comunque, c’è uno scritto in cui il padre racconta al figlio una storia, per cui diverso dalla tua. 🙂
    Ovviamente ti seguo!

    • Ok, segno anche il tuo voto. 🙂

      Di autobiografico c’è qualcosa, ma riguarda più che altro il protagonista (carattere, modi di fare, ecc). La storia è totalmente inventata.

      Beh, direi che mi hai pizzicato 🙂 l’idea di partenza nasce proprio dalla lettura di quel libro. Solo che quando lo lessi dieci anni fa, mi domandai se si sarebbe potuto sfruttare lo stesso inizio per qualcos’altro. Vedremo se sarà così…

      Grazie per essere dei miei, io stanotte (ahimè sarò a lavoro…) mi metterò in pari con tutti i racconti che seguo, ed ovviamente con gli altri concorrenti del concorso.

  • Auguri Giò! Non ti facevo così giovane…
    Ah, scusa, ti ho confuso col protagonista 😉
    Comunque, digli per cortesia di aprire il cofanetto con scritto “La fortuna”. Grazie 🙂

    • È un personaggio un po’ autobiografico, per certi versi, anche se la storia è totalmente inventata.
      Sarà fatto, fortuna a lui.
      Comunque al mio compleanno manca ancora un po’, il 17 settembre ne spegnerò sedici per la quindicesima volta! 😉
      Entrando di tutto diritto negli -enta

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