Sarà estate per sempre

Dove eravamo rimasti?

Sappiamo cosa ci aspetta. Non possiamo far molto per Nadia, ma Maurizio... Se la caverà, anche se dovrà affrontare tutto da solo. (67%)

Scivolando via

Sono sveglia. Sento tutto il mio corpo, indolenzito fino alla sua più infima parte. Le palpebre pesanti restano sigillate. Le sollevo lentamente, con difficoltà.

Il mondo si mette a fuoco ancor più lentamente, rimanendo confuso e indistinto ai margini.

Pareti bianche, coperte bianche, un filo che parte dal mio braccio fino ad una sacca di liquido chiaro appesa sopra la testa.

Sono in ospedale.

SONO IN OSPEDALE!

Maurizio mi ha tradito e mi ha fatto ricoverare. Il terrore mi mozza il respiro mentre il battito accelera di schianto. Gelo. Terrorizzata non riesco a muovermi. Solo gli occhi saettano da una parte all’altra, cercando di abbracciare ogni particolare fuggente di quella che nella mia mente è la stanza delle torture.

-Nadia…

Una mano sulla mia, la voce di Maurizio. Ansimo come un animale in trappola. Mi sta scoppiando il cuore… anche lui vuole scappare e forse è l’unico che ci riuscirà.

– Ora è tutto a posto, non preoccuparti.

Dice lui, facendosi più vicino e accarezzandomi la mano con la sua. Finalmente riesco a metterlo a fuoco. Il viso tirato e spaventato, stanco.

Artiglio il suo braccio gentile, in preda ad una paura folle.

-E’ ora?

La domanda suona innaturalmente atona alle mie orecchie.

– Cosa?

Mi sembra confuso per un attimo poi, incredibilmente, sorride. Si alza e mi si fa ancora più vicino, sedendosi sul bordo del letto, abbracciandomi come può fra le lenzuola ruvide e il cavo della flebo.

– Ma no! Ti sei intossicata con quelle cavolo di pastiglie!

O mio Dio.

Non credevo fosse possibile, ma il battito cardiaco accelera ancora. Mi sta mentendo? Devo crederci? Lo guardo in cerca di conferma, ancora sconvolta dalla paura e ancor più spaventata dalla speranza.

– Ti hanno fatto la lavanda gastrica, ma per stasera potresti essere a casa.

Continua lui, baciandomi la fronte, scostando i capelli appiccicati dal sudore.

Alla prospettiva di uscire finalmente sorrido, ancora attonita e intontita. Ma c’è qualcosa di più sul suo volto preoccupato…

– Che c’è?

Il cuore sta ancora chiedendo il permesso di rallentare. Anche il fiato è rimasto corto.

– A parte che mi hai fatto prendere un gran spavento e che sono arrabbiatissimo con te?

Sorrido di nuovo, più convinta stavolta, per il modo in cui sottolinea quell’arrabbiatissimo a tre s piene.

Era un problema burocratico: fra l’inglese zoppicante di Maurizio, che non riusciva a spiegare che non  avevo affatto tentato il suicidio, e l’evidenza oggettiva di un corpo malato, si sentivano in dovere di trattenermi.

Ma se c’è qualcosa che al momento proprio non sta fra le mie preoccupazioni, è la burocrazia.

E’ bastato mettere in contatto i due ospedali, quello dove mi trovavo e quello dove teoricamente sono in cura, in Italia, mandare Maurizio a prendere la cartella in albergo… insomma, ti sembra che a questo punto possa farmi fermare dalla logistica?

Non mi ero ancora alzata dal letto che ero dimettibile, assicurandomi, oltre al rientro in un ambiente da me scelto, cure a domicilio in grado di evitarmi altri incidenti simili.

Mentre firmavo le dimissioni volontarie sorridevo compiaciuta, con un mentale inchino di complimenti a me stessa.

– Vuoi bere qualcosa?

Insieme alla sua voce una carezza mi percorre tutta la schiena, mandando un lungo brivido piacevole.

– Mmm… si grazie.

Sorrido senza aprire gli occhi, distesa pigra e indolente come una gatta al sole. Oggi il monsone ha deciso di concederci qualche ora di tregua.

Attraverso gli occhiali da sole sbircio i passi di Maurizio che torna verso il bungalow poco lontano. La lunga spiaggia è quasi tutta per noi che ci sentiamo i padroni di casa.

Mi volto nuovamente a guardare il mare, con la guancia poggiata sull’asciugamano, godendomi  il fresco umido della sabbia sotto.

Mi rendo conto che spesso non sono propriamente presente, che mi stanco con una facilità inaudita, che sono imbottita di calmanti, sonniferi e similari per buona parte del giorno… ma ogni istante che riesco a riconoscere me li godo appieno, completamente.

Come non avrei mai saputo fare.

Se c’è qualcosa che ho imparato è a non dar per scontato le piccole cose e, soprattutto, a non rifiutarle. La pazienza e l’affetto di qualcuno che voglia starti accanto, certo, ma anche le sciocchezze cui non ho mai dato peso, gli inosservati miracoli di ogni giorno.

Gli occhi mi si chiudono, ma restano ancora sulle onde che a pochi passi da me si infrangono dolcemente. Fra le ciglia tutto si fa indistinto. Il ritmo ipnotico della risacca mi culla, accompagnandomi sul confine dell’incoscienza, dove i pensieri iniziano a vagare.

Corrono a casa e restano impigliati lì, fra le tante cose che ho amato. Mi chiedo, distratta, se i bambini saranno già scesi nel piccolo cortile del mio palazzo, riempiendo l’aria con le loro grida.

Che belli i bambini… per loro è come se l’estate non dovesse finire mai.

Il sole mi scalda la schiena, l’aria fresca la accarezza.

Forse, anche per me questa estate non avrà fine.

E’ un pensiero consolante, sconnesso, che scivola via insieme all’ultima onda.

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147 Commenti

    • Non so se e quando ci proverò di nuovo, ma grazie 🙂

      Purtroppo è impossibile seguire tutte le storie. La tua, infatti, devo ancora finire di leggerla… anche se mi sembra che la tristezza non manchi neanche lì!

  • E così siamo arrivati al momento dei ringraziamenti. Credo di parlare a nome di tutti i lettori nel dirti grazie, grazie davvero per aver scritto questa storia. Personalmente, sei anche riuscita ad avvicinarmi a un genere che trovavo troppo spesso “maltrattato”. Brava davvero.

  • Te l’avevo detto che saremmo stati pari con i fazzoletti! ç_ç Un finale stupendo, davvero! Per un attimo anch’io ho sperato che la diagnosi fosse sbagliata da principio, ma devo dire che hai descritto la dipartita di Nadia in modo delicato e toccante. Grazie per questa storia, l’ho apprezzata moltissimo! Non solo perché scritta bene ma per il suo significato di fondo. ^^ A presto!

  • Ecco mi hai fatto iniziare la giornata tra le lacrime 🙁
    Bellissimo finale.. Anche se , devo ammetterlo quando le ha detto che era solo intossicata ho sperato che in italia avessero sbagliato e che lei avesse solo un problema curabile. Va beh … Anche se ho pianto mi è piaciuto molto quindi ti perdono 🙂

  • Non lo so. Non so che votare. È troppo difficile.
    Da qualsiasi angolazione le guardo non riesco a decidermi.
    Da padre di lei… da padre di lui… dagli occhi di Maurizio…
    Ok, respiro, e voto…
    Scelgo Maurizio solo. Perché? Beh, prendendo spunto da altri commenti, questi sono i due protagonisti, solo loro. Adesso sarebbe ingiusto (tra virgolette eh…) che dividesse gli ultimi momenti della sua donna con qualcun altro che è stato assente per il resto del racconto. Ok, forse il padre di lui potrebbe consolarlo (per modo di dire) ma io credo (mia modesta opinione) che in un momento simile il dolore vada vissuto tutto, senza che qualcuno ti dica frasi che sembrano stupide (andrà tutto bene, ha smesso di soffrire, ora va in un posto migliore). Il tempo è l’unica cosa che placa il dolore dell’animo. Placa, ma non guarisce… da certe cose non si guarisce mai.
    Avrei voluto salvarla, ma sarebbe stato ingiusto per la tua bella storia. Adesso concludi e spezzaci il cuore… 😉

  • se ci fosse un padre in grado di assistere la figlia, ovvio che farebbe di tutto per esserle accanto (anche se non è mai stato citato nella storia quindi sembrerebbe un padre non particolarmente presente, sarebbe un po’ un deus ex machina); d’altra parte sarebbe un gesto molto bello se il padre di maurizio li raggiungesse e supportasse il figlio (e una sua dipendente; tra l’altro, cosa sappiamo del loro rapporto professionale?) in questo momento così drammatico; ma la verità è che ora non vorrei vedere nessun altro perché questa è la loro storia, per nove capitoli non abbiamo visto altri che loro due e vorrei che a loro dedicassi tutti gli ultimi 5000 caratteri

  • Ho votato per far arrivare il padre di Nadia. Non lo so. Forse Nadia potrebbe avere qualche cosa in sospeso anche con lui, e Maurizio potrebbe essere lo strumento giusto per permetterle di chiudere tutti i conti con i suoi cari prima del grande salto.
    Questo racconto mi mette addosso una dolce tristezza struggente.
    Ti prego, scrivi qualcosa di più allegro la prossima volta. Hai una “penna” fantastica perchè mi devi far piangere?

  • Allora… Che dire? Wow! Sono venuto qui per leggere un po’ il tuo operato, dopo aver notato il tuo interesse per i miei di scritti e… E’ incredibile quanto siano veri i tuoi personaggi e le loro reazioni. Sono così reali che è impossibile non farsi coinvolgere dalle loro stesse emozioni! Complimenti davvero! Ah, anche se mi sono aggregato solo ora, ho comunque votato per la litigata. Forse perchà non vedo l’ora che facciano pace rafforzando ulteriormente la loro intesa!
    Ottimo lavoro ancora e a presto!

  • litigano perché sono due tipi cocciuti, come abbiamo già visto in questo capitolo (però… hai glissato sul momento della verità!), ma per un po’ vivono felici e contenti (non potevo votare tutte e due le opzioni)
    bello l’inizio di questo capitolo, mi piacciono le immagini che usi

  • Restano sull’isola.
    Scarterei all’istante anche solo l’avvicinarsi dell’idea di un errore negli esami. A meno di far scendere questo bel racconto tra le file degli “armony”.
    Ottimo capitolo, tra i più belli letti fin’ora. Quel “In che senso…?” è stato davvero azzeccato. Tutto il resto pure.
    Brava davvero.

  • Speriamo invece che gli esami siano corretti…un errore tanto grossolano toglierebbe spessore u.u e poi sono un amante del tragico hahahahah vorrei vedere piuttosto come gesticono la vita sull isola…

  • la cerca su google ma poi? altro sciame di messaggini? no, a questo punto la raggiunge fisicamente (e poi il padre di maurizio licenzia tutti)
    comunque bella storia, ti seguo volentieri

  • Ma perché ancora non avevo visto questo racconto? Grazie a te che sei passata ho potuto leggere la tua storia che mi sta piacendo molto.
    I messaggi fra Nadia e Maurizio, magari durante tutte le giornate, per indicare un particolare interesse da parte dell’uomo…del resto siamo nel genere rosa 😉

  • A prima vista questo racconto racchiude tutto ciò che non leggo. E’ un romanzo rosa. E’ scritto in prima persona. Aveva tutti i presupposti per essere catalogato come “non fa per me”…ma mio Dio. E’ scritto con un’intensità, una vitalità cosi pulsante e presente seppur calata nella tristezza infinita della tragedia di questa ragazza. Non sono riuscito a staccare gli occhi dal pc per tutti e 4 i capitoli che ho letto tutto d’un fiato.
    Lasciatelo dire, un lavoro d’incanto. Hai un’ottima penna. Le scene si dipingono davanti agli occhi come in un film e le emozioni si riescono quasi a toccare.
    Seguo la storia. Se finisce male mi arrabbio!!!

  • Questa volta ero piuttosto indeciso…Alle fine, mi sono convinto:la malattia. Sarà il periodo un po’ malinconico, ma era quella che in fondo mi convinceva di più. Gran bel capitolo anche questo, non l’ho detto subito perché ormai quando leggo una tua storia lo do per scontato 🙂

  • La malattia di Nadia… ho appena finito di scrivere un capitolo che più triste non si può, e la mia vena drammatica ancora non si è prosciugata.

    Sembra quasi una dedica al mio commento precedente questo (bel) capitolo… Ti è piaciuta l’idea della giungla?? 🙂

  • Quest’estate su the incipit sembra all’insegna del rosa 😉 Molti scrittori si sono immersi in questo genere, ma devo dire che tutti hanno tirato su delle storie molto, ma molto diverse tra loro. Complimenti perché hai ideato una storia originale e mai banale, ma già dalla tua biografia si capisce che bel tipetto sei 😉 Ho votato per andare incontro all’avventura, una volta presa di coraggio. Vedremo cosa succederà ora!

  • Io ho votato per la meno favorita. Ma immaginandomi come potrebbe proseguire la storia penso che la confidenza ci stia bene. In più è una storia rosa, il figlio del capo mi sembra abbia le carte in regola per essere il confidente. Scusa sono partita con la fantasia. Non vedo l’ora di leggere gli episodi successivi.

  • La biografia è assolutamente perfetta com’è, ma, parafrasando Locullo, non hai alcunché da giustificare, in questo incipit.

    L’ambientazione, personalmente, tocca dei nervi scoperti, quindi confesso che l’ho letta volando, in prospettiva aerea.
    Non credo nel vivere come un dono i mesi che restano, con viaggi e bagordi.
    Voto il farla finita, con dignità. (ma spero che non le riesca così facile :))

  • Wow, che bello stile! Ottimo linguaggio, ritmo perfetto… Hai creato sensazioni così vivide che alla fine del capitolo potevo quasi sentire la paura della protagonista. Io credo che in uno stato emotivo come il suo, mentre vaga per una stazione in preda all’angoscia e al terrore, il pensiero di una fine veloce potrebbe passarle per la testa. Poi chissà, qualcuno potrebbe fermarla o potrebbe non averne affatto il coraggio! ^^
    Concordo con locullo, qui sotto. La tua biografia (seppur geniale) andrebbe rivista! 😉

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