Tropico Balcanico

[Vodka torrenziale]

Una goccia di sudore, che si era formata tra i capelli, percorse il lato del suo viso. La sentì distintamente scivolare lungo la tempia, superare lo zigomo e infine fare capolino tra i peli della barba sfatta, all’angolo della bocca.
Maledisse quel pub, che frequentava da oltre un quarto di secolo, e le sue vecchie pale che roteavano pigramente, appese al soffitto. Non era ora di passare all’aria condizionata?
Chino sul bancone, le mani intrecciate intorno al bicchiere, fissava da ore una vecchia locandina bruciacchiata. Vecchia di vent’anni. Pubblicizzava, con grafica ingenua e colori sbiaditi, il gruppo che avrebbe dovuto suonare quella notte. La notte della granata. La notte in cui lui non c’era.
Immobile da ore – tranne che per il periodico sollevarsi del gomito che portava il bicchiere alle labbra – chi l’avesse osservato si sarebbe sorpreso dello scatto fulmineo della lingua, simile a quello di un ramarro, con il quale improvvisamente decise di eliminare la fastidiosa goccia di sudore che si era fermata tra i peli all’angolo della bocca.
«Un’altra.»
Il barista sapeva, per lunga consuetudine, a cosa quell’avventore si riferisse. Senza aprire bocca colmò ancora una volta il bicchiere. Vodka ghiacciata, ecco quello che voleva. In effetti, sembrava non desiderare altro.
Nemmeno il pensiero delle imminenti vacanze, alle quali era costretto dal suo ufficio, sembrava minimamente allettarlo. Anzi, possiamo affermare con sufficiente certezza che la sola idea di disporre di un po’ di tempo libero lo sprofondasse in una angoscia più opprimente del caldo tropicale di quell’estate balcanica. Ogni anno provava a sottrarsi a quello strazio. Una volta, quando ancora era capace di iniziativa, si era persino rivolto a un avvocato, sebbene già allora fosse convinto che gli azzeccagarbugli non potessero risolvere alcunché. Tanto meno i suoi incubi. Ché in fondo erano quelli il suo problema, non le vacanze. In effetti, a parte scucirgli un congruo onorario, il principe del foro non risolse nulla: irrinunciabilità del diritto alle ferie. Ecco il suo responso.
Una voce femminile, dall’accento forestiero, interruppe i suoi pensieri: «Cosa ci fa un bel moro come te tutto da solo? Non dirmi che non ti piacciono le ragazze.»
«Sparisci, sgualdrina» rispose facendo scivolare lungo il bancone, nella direzione dalla quale proveniva la voce, il tesserino da poliziotto che era solito usare come sottobicchiere.
Pensò che doveva essere nuova del posto, probabilmente kosovara. Ché lì tutti lo conoscevano, il Commissario Max Kolarov. Ed era anche cosa nota che si accompagnasse solo a brune statuarie, che cambiavano spesso nome. Mai, proprio mai, a una bionda.
Se avesse distolto lo sguardo dalla locandina, per rivolgerlo alla sua interlocutrice, il Commissario avrebbe potuto apprezzarne il corpo acerbo, coperto solo parzialmente da un mini abito luccicante di paillettes e sostenuto in maniera assai precaria dai vertiginosi tacchi a spillo delle scarpe trasparenti. Se avesse prestato orecchio ai rumori intorno a lui, invece che ripiombare immediatamente nei suoi pensieri, avrebbe potuto percepire distintamente la sua voce rivolgergli l’epiteto šupak. Stronzo.

Lo era, del resto, uno stronzo. Ma lo era sempre stato o lo era diventato? Se lo chiedeva piuttosto spesso, ma non arrivava mai a una risposta definitiva.
Ciò nondimeno, gli attributi più ricorrenti che venivano associati al suo nome erano “zoppo” e – in solo apparente (e beffarda) contraddizione con quest’ultima – “in gamba”: in realtà, l’una si riferiva a una sua evidente caratteristica fisica, ricordo dell’assedio, e l’altra alle sue indubbie capacità professionali. In effetti, non si ricordava, in città, un solo caso a lui affidato che fosse rimasto irrisolto.
Un’ultima definizione, quella che andava a completare la triade più in voga sul conto del Commissario Kolarov – “ubriacone” – crediamo non sia necessario, né elegante, riferirla.

Sostiene il barista del Sarajevska Pivara che il Commissario Kolarov, quella notte, uscì dal locale intorno all’una, barcollando – un po’ per l’ingente quantità di alcol ingerita e un po’ perché quella era la sua andatura abituale, a causa della zoppìa – verso la grande porta a vetri.
Sappiamo poi che, come d’abitudine, il Commissario si diresse verso la Miljacka e passeggiò sul lungofiume per smaltire la sbornia, fumando una Gauloise via l’altra, e fissando le acque nere del fiume in cui sembrava non si riflettessero le stelle.
Sappiamo infine che mentre passeggiava – e certo contro la sua volontà – fu costretto a smettere di pensare ai fatti propri e rivolgere la parola a qualcun altro.

Cosa accadde al Commissario Kolarov:

  • Incontrò sul ponte Goat una donna che conosceva bene e alla quale non poteva negare la sua attenzione. (58%)
    58
  • Fu costretto ad intervenire, poiché si trovò testimone di un crimine mentre attraversava il ponte Vijecnica. (12%)
    12
  • Rispose al cellulare, che squillò inopportunamente mentre attraversava il ponte Latino. (30%)
    30
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530 Commenti

  • Ciao Locullo. Il racconto c’è e questo va bene.
    Ma nella narrazione vi sono da correggere varie cose. Troppa narrazione generica. Tempi verbali inutili e verbi sbagliati. Avverbi che non servono. Narrazione non esatta. E altro.
    Qualche esempio. La goccia di sudore iniziale non si sa da che punto preciso si forma. Non si sa su quale lato del viso scende. La goccia non “percorre” il viso, ma “scende” sul viso. Poi “la sentí distintamente” è inutile, basta “la sentí”.
    Nel resto del racconto vi sono altri errori di narrazione che devono essere corretti per rendere più piacevole la lettura. Avverbi che non servono, troppa verbosità e troppa narrazione generica e non specifica, errore questo molto pesante.
    Voglio dire che puoi dare di meglio, e rendere la tua narrazione corretta e piacevole.
    Ti saluto.

    • Che bello avere qualcuno che sollecita la storia a continuare e i suoi personaggi a ridestarsi, per il solo piacere di farlo!

      (In realtà sono occupato a congedare la versione finalmente definitiva di Surviving Sarajevo: mi spiaceva abbandonare il buon Fabio Boksic in una storia che gli stava ancora un po’ strettina. Quanto a Max, a Sarajevo si dice giaccia riverso al bancone del Pivara, il suo tesserino da poliziotto ben saldo sotto il bicchiere di vodka: confido che presto la Kapic, reduce dalle vacanze all’isola di Brac, vada a recuperarlo).

  • Letta solo ora la conclusione. Tornata oggi da un’esperienza da dimenticare. Spero di poterti leggere ancora. Non so se serva dire che il finale mi è piaciuto moltissimo e che il tuo stile mi convince sempre, sì, potrebbe essere superfluo dirlo. Soprattutto considerando che appena ho acceso il computer dopo una settimana la tua storia è la prima cosa che ho letto. Non svanire. Grazie per avermi regalato una storia stimolante da ricordare.

  • Non credo esistano uomini di fronte ai quali Kolarov abbasserebbe lo sguardo.
    Con le donne, però, è un altro discorso.
    Alla fine, perdono tutti. Forza Commissario, ci sono altre tre stagioni per affrontare i fantasmi del passato.
    E’ un dispiacere lasciarti per un po’ di tempo; mi consola il fatto che, fino al prossimo racconto, la Kapic veglierà sulla tua voglia di metterti nei guai.

  • Cercherò di essere sintetico…
    Mi hanno entusiasmato le sequenze, i ritmi, le atmosfere… congeniali al plot e alle situazioni.
    Un po’ meno alcune scelte stilistiche e linguistiche (alcuni termini ingenui e qualche frase un po’ stucchevole..).
    Da gran divoratore di pagine, mi fa piacere dirtelo, sai catturare l’attenzione e portare avanti il lettore
    sull’onda delle parole…ma non adagiarti sugli
    allori…hihi.
    (ppeccato solo non poterti leggere

  • Arrivo un po’ in ritardo a commentare, ma tanto, ormai, non c’è più la fretta di dover votare. Che dire, locullo? E’ stato un vero e proprio piacere seguirti. Come dicono in tanti, hai davvero uno stile piacevole, scorrevole: anche se descrivi qualcosa di insignificante, sai renderlo interessante!
    Il colpo di scena finale, poi, è inaspettato, ma, al tempo stesso, molto efficace! La confessione, così cruda e disperata mi ha tenuto gli occhi incollati allo schermo. E Max, col suo mal di testa, quasi come se non potesse accettare tutto questo, è un altro particolare da non sottovalutare. Bravo, davvero. Attendo le prossime stagioni.
    Ah, il particolare del DNA, ovviamente, è un’ottima conclusione! 🙂

  • scusa ho letto solo ora la risposta al mio commento, mi perdo sempre le repliche perché non ci sono le notifiche! in ogni caso scrivo un nuovo commento così evito che anche questo rimanga indietro. Bè sicuramente è uno dei migliori, la sua storia è la più giocata, ma al di la di quello anche la trama mi piace molto.
    Certo ma, se ho chiesto anche a te, vuol dire che anche di te penso lo stesso.. non trovi?

  • Tu hai un dono,Locullo.
    Non è solo che scrivi benissimo,non è solo che hai un grande talento è che tu trascini il tuo lettore dentro la storia.Ero lì rannicchiata e non potevo farne a meno.
    Mi emoziona quello che scrivi. Mi emozionano le storie che scegli di raccontare, Amo i tuoi personaggi.
    Aspetto con impazienza le altre stagioni .
    ….vado a cliccare “segui l’autore” dagli altri racconti.

  • Lo avevo scritto che ci avrebbe stupito e non mi limito al colpo di scena. Locullo, semplicemente ti ringrazio, per questa storia e per il suo finale. Nelle pieghe del sarcasmo di Max e delle sue indagini riaffiora prepotente il dolore del passato, la ferita dell’ex Jugoslavia – dove “il retrogusto pulp” è maledettamente storia – che non si lenisce e il racconto, sapientemente scritto, assume un respiro superiore di un noir già gustoso di per sè e torna la tensione formale di Surviving Sarajevo a cui è legato sin dall’inizio. Ciao Locullo

  • Non trovo parole adeguate o migliori di quelle già espresse da Giovanni e Francesca e allo stesso tempo non vorrei essere banale, insomma oltre a dirti che questo episodio è pazzesco non so che aggiungere. Spero di rileggere presto qualcosa di tuo, in pratica dovresti evitare di addurre la scusa delle ferie 😉 a presto dunque

  • Solo tu saresti riuscito a risolvere questo intreccio in un solo capitolo da 5000 battute.
    Le tue invenzioni provocano emozioni che mi spezzano il fiato, come un pugno allo stomaco. Leggerti mi fa male.
    Credo che dovrei smettere, ma smetterò dopo questa… disse l’alcolista stappando la bottiglia.

  • …forse non si troverà più il fratello…e forse mi sono perso anche io! Sta di fatto che un racconto così, che deve finire nelle prossime 5000 battute, mi lascia un po’ l’amaro in bocca…

  • Mi unisco alla massa, voto perché non sia trovato.

    La Kapic turbata! 😀 Ora sono molto impaziente di leggere il finale, anche perché, dai commenti che ho letto sotto, ho visto che hai intenzione di dedicare un’indagine per ogni stagione. Non vedo l’ora! 🙂
    Bravissimo locullo!

  • Ciao! ho votato la terza opzione. Mi piace molto lo stile che usi nei dialoghi . Certo, la trama potrebbe risultare pesante per chi non ama questo genere. Ora se ti va passa dal mio racconto. Sto cercando di catturare l’attenzione dei migliori autori,sia di giallo (e a tal proposito ringrazio napo capo che è stato così gentile da passare) che di horror, il mio intento è quello di creare un mix di generi diversi, e mi piacerebbe avere anche una tua opinione. Grazie mille.

  • Mi schiero anche io con il partito del non fu trovato. Così come non sono riuscito a trovare parole nuove per esprimere quanto mi piaccia leggerti. Hai un’abilità straordinaria nel rendere vive le parole scritte sullo schermo. Ora, non mi illudo che il prossimo sia davvero l’ultimo episodio. Abbiamo ancora altre tre grandi stagioni all’orizzonte. Una curiosità da lettore: le altre stagioni le troverò sempre su The Incipit? Grazie 🙂

  • Ho votato per il tentato suicidio, anche se sono in minoranza! Non importa, comunque, sono certo che questa storia sarà una bomba anche nel finale, qualunque esso sia. E ti giuro che mi dispiace da morire che stia finendo. Amo la Kapic e non posso fare a meno di adorare Max Kolarov! Spero davvero che entrambi tornino presto con un altro caso. Ci si potrebbe fare tranquillamente una serie, di libri o di film! 😀

  • Mentre leggevo ho proprio avuto il dubbio che il ragazzo si volesse suicidare.
    Non nutro troppe speranze sul fatto che il cerchio si chiuda nel prossimo episodio, e in fondo va bene così: ci sono ancora tre stagioni per sviluppare storia e rapporti tra i vari personaggi.
    Personalmente, però, mi piacerebbe sapere come Kolarov è diventato un Commissario di polizia, per fare luce su quel grande mistero che è la terra di mezzo tra Surviving Sarajevo e Tropico Balcanico.

  • Non fu trovato… ti faccio un eventuale assist per l’autunno.
    Ah, locullo, a tal proposito: dovremo aspettare l’inizio dell’autunno per il nuovo racconto?
    No perché un tale, vestito di tutto punto e con uno strano tablet, è stato avvistato dalle tue parti… pare si chiami Angelo… 😀

  • Ehmm sono l’unica che ha votato il tentato suicidio. Bellissimo il dialogo, sembrava di ascoltare un telefilm criminale. Certo che Max l’hai fatto un po’ stronzo 😉 purtroppo hai rovinato l’immagine di bel fusto che avevo di lui, ma nella trama ci sta più che bene.

  • Mmmm, di primo impatto avrei detto ‘non fu trovato’ ma poi visto che siamo al non capitolo ho optato per ‘fu trovato mentre cercava di lasciare il Paese, in direzione sud, al confine con il Montenegro’
    bel capitolo, come tutti gli altri, ora il finale, bravo Locullo!

  • Non sono sopreso. L’architettura di questo giallo ricalca quella di “Fuori fuoco”: finale a mannaia, poche battute e la trama viene risolta senza pretendere il colpo di scena. Non mi meraviglierei se il decimo capitolo fosse, anche stavolta, affidato a un arido verbale. Si può chiudere il caso attestando l’irreperibilità del colpevole? Non credo, perciò ho votato per la fuga.
    Ribadisco: la trama conta poco, il piacere di leggerti non viene meno. E poi – come ho già detto in una mia replica a un commento – perché sprecare un’idea originale su una piattaforma aperta a tutti?
    (Te l’ho detto: stavolta non vado via da TI, mi butteranno fuori loro…)

  • Voto “non fu trovato”. Mi piacciono i misteri e i fallimenti investigativi. Magari poi si insabbiano e un giorno, tra una ventina d’anni, una nuova generazione di detective bosniaci da una traccia scopre la verità che, oggi, Kolarov non riuscirà ad afferrare per un soffio. Ma sarebbe un’altra storia… e il tuo finale, lo sento, sarà migliore. 🙂

  • Ciao, mi affaccio solo adesso a questa storia e ho dovuto leggerla tutta d’un fiato. Ti dico la mia impressione a caldo avendo letto tutto insieme: è chiaro che te la cavi bene (stile personale e linguaggio scorrevole) però sulla trama, anzi sull’andamento della storia, ho da farti una critica – non me ne volere – : secondo me hai scritto solo episodi di loro che fanno domande. Un episodio dopo l’altro, sempre lo stesso iter. Non vedo azione, colpi di scena… ma questo è solo il mio parere… ovvio che sei in gamba, sennò manco ero qui a fare critiche 🙂

    • Innanzitutto grazie per esserti sorbita d’un fiato otto capitoli tutti insieme, privi di azione come sono.

      (E grazie anche per il rilievo, sul quale concordo: questi miei gialletti sono cerebrali e piuttosto noiosetti. Lo dicevo sempre anche a proposito di Fuori Fuoco, con cui ho cominciato a giocare qui su theincipit).

  • bisogna torchiare il fratello, tanto più ora che sappiamo che ajda poteva contare sul compenso di un facoltoso politico e che la tanto bistrattata scientifica qualche risultato l’ha dato, non è stata violentata, non aveva avuto rapporti recenti e non si è difesa

    ps in realtà sono contento che stia vincendo l’opzione “entrambe le cose”, anche la madre dovrà spiegare cosa successe quella sera dopo che uscì dal pub con ajda

  • Fustighiamoci e torchiamo tutti anche le automobili.
    Visto che la scientifica e la Kapic servivano?
    Che Suada stimi Kodo è importante.
    Tuttavia spero che arrivino a regolare i conti. Dimmi, è come penso? No,no,no,,non dirmelo .Saprò aspettare.
    Non so perché, sarà la tua magia,ma dietro il sorriso compiaciuto di Suada, ho visto quello di Petra che osservava suo figlio,tutto ciò che le era rimasto.

  • Si! Mamma & figlio insieme, in fondo nn cè tempo per sentirli separatamente.
    Bella atmosfera li dal Kobe ! Me lo immagino raffinato e severo come Carlo Cracco. Nel caso la “lesbica” rifiuta l’invito a cena…aò ..ci vado io!!
    Bando alle ciance….questo capitolo è favoloso!

  • Senza la Kapic, Kolarov non troverebbe neanche il bagno.
    Nelle prossime 5000 battute proporrei di farci stare tutto (parenti, amici, automobili, telefoni, suppellettili, ecc.), perché nel finale credo si debba dare la possibilità al Commissario di farsi passare il prurito alle mani (per lui un vero e proprio supplizio di Tantalo di origine psicologica) con una sacrosanta scazzottata.

  • Entrambe.
    L’esame del Dna arriverà per tempo. Già immagino Max scusarsi con Sušić in modo fonzarelliano: “Sc… s… sc… scu…niente, non lo riesco proprio a dire!”

    (Ps Quando la volpe non arriva all’uva dice che è acerba… lesbica? Pff… povero idiota!)

  • ti avranno già fatto una miriade di complimenti ma uno in più non ti dispiacerà.. Storia scritta divinamente, in particolar modo apprezzo moltissimo la cura dei dettagli e la definizione dei personaggi. Detto ciò.. sentiamo la stramaledetta scientifica!

  • Seguo le indagini nella speranza di venirne a capo. Per ora brancolo nel buio quindi, mi affido alla scientifica e alla Kapic.
    Non riesco a non essere indulgente con Kolarov, perciò mi sono detta che quel “avrebbe apprezzato le forme acerbe”sia stata una tua punizione nei confronti di Max,Locullo.

  • Un altro bel pezzo di noir, infarcito di sottili richiami politici, etici e di costume…..
    Stilisticamente c’è pur sempre qualcosa che mi fa …masticare strano (ma questo è lavoro da editor), ma indubbiamente il talento è dalla tua parte e matura di storia in storia!
    Bravo!

  • Allora, dammi la mano, in genere le rendo.
    Ok, adesso girala, mi serve il palmo.
    Perfetto, era più o meno come pensavo: vedi queste linee? Qualcuno ci vede il passato o il futuro, io invece leggo il presente.
    E ciò che vedo (non dalle linee, ma leggendo i tuoi racconti che è una forma più banale di divinazione) è che tu sei uno scrittore.
    Ovvio, a modo nostro lo siamo tutti, ma su piani diversi. C’è il primo, il secondo piano, l’attico, poi c’è l’ascensore. Ecco, tu sei l’ascensore.
    Ti rendo la mano, trattala con cura, ci aspettiamo grandi cose da lei.

    • Quel “in genere”, nella prima riga, mi ha un po’ inquietato, ma soprattutto mi ha fatto molto sorridere.
      Confido che, per l’emozione, la mano non fosse sudaticcia. Perché questo commento – che ho letto al tramonto, sul terrazzo, fumando una sigaretta – mi ha emozionato.

      (Invero mi sono anche chiesto se l’ascensore non fosse per caso tutt’altro che una metafora positiva: ché forse intendevi che i miei racconti portano velocemente in cantina…)

  • no bisogna rintracciare il fratello e sentire un po’ quello che ha da dire (o che nasconde), i risultati della scientifica sono sempre lì (e se ci fosse qualcosa di urgente/eclatante basterebbe una telefonata, ammesso che il telefono cellulare “vintage” che kolarov tiene in tasca sia ancora funzionante)

  • Trasalito e trasecolato (e forse anche un po’ indignato) voto per dare un senso al salario percepito dalla polizia scientifica.
    Uno scandalo familiare, in ogni possibile accezione del termine (Politici che vanno con le minorenni? Diamine… dove l’ho già sentito?)
    L’approccio alla moglie dell’assessore è epico, si vede che era il primo del corso a “Tecniche di negoziazione”.
    Siamo al settimo capitolo di questo giallo e non ho la benché minima idea della soluzione. Quindi… complimenti!

  • Vittoria della linea Kolarov, l’opzione in effetti più “gialla”. Stavolta però sono fiducioso di essere in maggioranza qundo sostengo l’importanza della scientifica. Voto a parte, non ho nulla da segnalare: ennesima prova della tua ottima abilità. Ormai, almeno questo, non è più un mistero.

  • Stavolta ho votato la scelta più colorita che mi è sembrata più adatta al..ritmo! In effetti sarebbe da ripassare anche su mamma e brother…ma io personalmente ho necessità di notizie tecniche (qualcuno avrà anche fatto l’autopsia alla poverina!!)
    Cmq bravo Loc! Ora ci stai anche depistando con la (sporca) politica!
    (Ah , dimenticavo, secondo me è stato Max a far la soffiata alla stampa: lo immagino piuttosto intollerante di fronte a certe situazioni!!)

  • Ok, vada per la scientifica, Kolarov, che con le doti diplomatiche che sfoggi a ogni piè sospinto e la tua indiscussa capacità di dire sempre la frase sbagliata al momento giusto riusciresti a litigare persino con i lettori di Tropico.
    Nonostante il caratteraccio e i tuoi poco apprezzabili trascorsi, in fondo mi sei simpatico, pertanto posso solo sperare che, considerati gli ambientini che bazzichi e l’innata propensione a fare nuove amicizie, a nessuno venga voglia di prenotarti un posto in prima fila al camposanto.

  • Ciao! Mi piace molto come hai saputo trasmettere al lettore l’atmosfera della città di Sarajevo, che prova a ricucire le sue ferite, metafora che ben si riflette anche nelle vite dei suoi abitanti. Il commissario Kolarov è uno di questi: tanto problematico e scorbutico, quanto affascinante. Anche la Kapic è un personaggio intrigante, leggermente autistica, memoria eideticai infallibile: ti sei ispirato a qualcuno in particolare? Classica, ma d’effetto la scelta narrativa di riepilogare le informazioni in sottofondo in presa diretta, che sin dall’inizio mi ha fatto pensare ad un imminente rovescio della medaglia che coinvolgesse Kolarov in altro modo! Continua cosi!

    • Hai colto nel segno: in effetti, quella sorta di parallessi alla fine dei capitoli prelude a un rovescio della medaglia, che verrà fuori alla fine. Posto che nel frattempo ho maturato l’idea di fare tutte e quattro le stagioni sarajevesi di Kolarov con un nuovo caso per ognuna di esse, verrà fuori alla fine dell’ultima, cioè in… primavera.

      (Quanto alla memoria eidetica, avevo bisogno di una specie di deus ex machina che mi coprisse eventuali “salti” narrativi e ho pensato che la Kapic potesse avere questa caratteristica, che peraltro avevo trovato, abbastanza analoga (lì è la sindrome di Asperger) in un personaggio – Beate Lohn – dei thriller di Jo Nesbo).

  • Linea Kapic. Mi fido di Suada.
    Questo episodio contende a quello precedente la palma di migliore (finora) del racconto.
    Kolarov ha recuperato il rapporto con la madre, a quanto vedo. Gli è convenuto; la donna sa come sistemare le pendenze con i parenti.

  • Linea kolarov. Questo capitolo è” dolcemente straziante” ,Locullo.

    Non ho letto la versione estesa,non ancora.
    La versione di TI, invece, l’ho riletta più volte.
    Potrei descriverti ogni attimo,ogni movimento,ogni respiro della prima volta in cui la lessi.
    Quel “tu lettore” non permetteva a nessuno,nessuna condivisione delle responsabilità di quelle vergognose pagine di Storia.
    Quel “tu lettore”non permetteva di distogliere lo sguardo,neppure per un secondo alla ricerca di un appiglio.
    Quel “tu lettore” ti lasciava solo in quella marea di emozioni,senza possibilità di assoluzione.
    Quel “tu lettore” ti obbligava a stare dentro la scena e ascoltare, anche se volevi tapparti le orecchie.
    Quel “tu lettore” non scuoteva la coscienza, la lacerava.
    Ho amato moltissimo Eva e sono d’accordo con lei,la vendetta è l’unica giustizia.
    Solo una cosa mi è dispiaciuta,non poter alla fine chiudere la copertina accarezzando il libro prima di riporlo nello scaffale.Non troppo in alto,però.

  • In questi giorni, per fatti di cronaca molto noti, l’importanza della scientifica nelle indagini ha assunto un valore impareggiabile. Siccome trovo il tuo piccolo romanzo un capolavoro di originalità, ma soprattutto verosimiglianza, mi piacerebbe si seguisse questa strada anche nel racconto. Mi adeguerò, ovviamente, alla scelta della maggioranza, senza restare molto deluso. Probabilmente la linea Kolarov è quella più romanzesca, di vecchio stampo ma comunque efficace. Rischio di tediarti nel rinnovare i miei complimenti? Come ho già detto altrove, è stato veramente un piacere imbattermi nella tua penna. O meglio, nella tua tastiera.

    • Sei sempre gentilissimo: naturalmente mi fa molto piacere.

      (In effetti creare storie su theincipit, ti obbliga a a utilizzare un surplus di inventiva: le strade che avevi in mente vengono regolarmente ostruite dal voto dei lettori. E’ divertente anche per questo).

  • Basta, rompo il silenzio. Non commentavo i racconti d’estate per non far torto a nessuno dei concorrenti, ma ormai è evidente che il torto agli altri lo stai facendo tu: sei “outstanding”. Visto che stai ammazzando il concorso, propongo a ND di dichiarare da subito che ti pubblicherà in un ebook singolo, lasciando gli altri autori liberi di giocare ad armi pari.
    Visto che finora non ti ho detto per quale opzione votavo, non te lo dico neanche stavolta (tanto mi conosci bene e sono sicuro che lo immagini già).
    Torno nel mio silenzio, tanto – se vogliamo – abbiamo altri mezzi per parlarci. Volevo solo mandare un messaggio a ND.

    • Sono certo che questa tua sortita non sia dovuta agli incipoints di questo racconto, che tu hai sempre nobilmente considerato con sufficienza, e d’altronde sotto questo punto di vista il Tropico è tallonato da altri racconti.
      Devo quindi pensare che essa sia dovuta a una ritenuta superiorità del racconto: se così fosse, ti farebbe velo quel certo affetto nei miei confronti, peraltro reciproco.
      Eppure, come spesso càpita, siamo giunti a conclusioni analoghe, sia pure per strade affatto diverse.
      Qualche tempo fa, mi hai detto scherzosamente di cambiare la “biografia”, ché era evidente che non fossi più un “giocatore”. Invece ho iniziato questo concorso proprio perché – da giocatore incallito – giocare mi piace di più se in palio c’è qualcosa, esattamente come il giocatore di poker che gioca più volentieri se in palio c’è qualche moneta invece che chicchi di riso.
      Ben presto, però, il racconto ha cominciato a prendermi e ho pensato che mi sarebbe piaciuto ampliarlo un poco e inserirlo all’interno di un polittico delle quattro stagioni: un noir del commissario Kolarov per ogni stagione.

      (Per questo motivo – ecco la conclusione comune – pubblicherò l’ultimo capitolo, sia pure con dispiacere, dopo la scadenza del 20 luglio, così da essere fuori concorso).

      • No! che pazzia è questa?
        Meglio la mia ipotesi. O non ti va di essere pubblicato in ebook? (Non rispondere qui, potrebbe essere unfair nei confronti di ND).
        Ma guarda che stranezza: anche io ho pensato , dopo l’esperienza di “Otto giorni di primavera”, di continuare con altri tre gialli, uno per ogni stagione, da pubblicare qui. Hai proprio ragione: partendo da posizioni agli antipodi, quasi sempre arriviamo alle stesse conclusioni.
        Stavolta ho deciso di non lasciare TI, lo trovo migliorato grazie alla presenza di nuovi autori/lettori che commentano criticamente. Mi dispiace solo che mi rimarrà questo stupido nickname.

        • Adoro quando mi tratti da bambino idiota, specie se usi quelle orribili espressioni anglosassoni da zia borghese e snob. (Ti ho anche declassato da suocera tout court a zia borghese, tié).
          Non è l’e-book, il punto. E’ che mi è venuta in mente un’idea più ampia che richiede tempi assai più lunghi di quelli che – laddove anche avessero scelto il Tropico – ha in mente ND e che peraltro sono precisati nel bando.

          (Sono convinto che i ragazzi di theincipit, se glielo chiedi nei modi fair che ti sono propri, saranno lieti di cambiarti il nick d’ufficio).

  • Malavita e mondo della prostituzione. Nonostante io sia dell’idea che mettere mano al responso scientifico sia il modo più illuminante di portare avanti un’indagine. Oggi c’è parecchia confusione sull’argomento: dna sì, dna no, rilievi scientifici presi per barzellette o messi in discussione, scetticismo di massa. La massa che però non capisce che il risultato scientifico è inconfutabile come la matematica. Eppure c’è ancora chi crede che la matematica sia opinabile, fugirati. Vabbè, a parte la divagazione, ho votato malavita.

    • Divagazione interessante e molto attuale.
      Concordo con te che nel Paese delle lettere – che, nei processi, si traducono in verbosità, astrazioni sillogistiche e trombonismi – il metodo scientifico è sempre stato sottovalutato, poco conosciuto e utilizzato talora con scarsa professionalità.
      Eppure non mi sento neppure di aderire al fideismo scientifico di stampo statunitense: la ricerca ossessiva della prova di tipo scientifico – una scorciatoia che consente di non esercitare l’osservazione e il ragionamento – porta troppo spesso a omettere l’indagine di tipo classico.
      (Senza contare che – per restare all’ultimo esempio della cronaca criminale – il fatto che il Dna di una persona sia presente sulla vittima dimostra che quella persona è entrata in contatto con la vittima e non che l’abbia uccisa. Il nesso di causalità è ben lungi dall’essere dimostrato).

  • Seguendo il ragionamento ang ho votato per il sistema Kapic. Deve essere successo qualcosa di recente… e qualcuno può aver notato qualcosa.
    Uff!! Troppe domande e pochissime risposte XD mi stai facendo impazzire!

  • Scelte molto difficili: mi piacciono tutte. Però credo sia meglio seguire il commissario , in fondo non stiamo raccontando anche di lui?
    Che bello !! Petra!!! Che bella atmosfera familiare: non avrei mai sperato riuscisse ad accoglierlo nuovamente in casa sua

  • povero kolarov, una tortura quell’aranciata
    sono indeciso, vorrei seguire tutte e tre le piste; ma cercando di rispettare la fila (anche qui) e visto che per il cellulare ci vorrà qualche giorno, direi di far scaldare l’albanese

    ps. complimenti!

  • Uau! Sembrerebbe che tutti vogliamo vedere uscire la vittima insieme ad una donna : tra le tre opzioni è di certo quella che si addice di più a tutto il racconto .
    Carine le sei dita dei piedi!! Chissà come dovevano farle male le alte scarpe trasparenti…

    • Anche tu sulla linea del Mago…

      (Kolarov mi chiede di riferirti che ha preso in affitto quel bilocale da uno yuppie sarajevese, scapolo penitente, che ha deciso improvvisamente di sposarsi: dunque la jacuzzi l’ha trovata lì, insieme a un impianto stereo filodiffuso – o qualcosa del genere – anche nel bagno, e ad arredi piuttosto ricercati, che il locatore ha definito “minimal chic”).

      • Non so tu, che lo conosci meglio, cosa ne pensi, ma il vecchio Max secondo me si vergogna un po’ ad ammettere che tutto sommato certi agi non gli dispiacciono.
        Credo l’importante sia, la prossima volta che si infila in vasca, che verifichi di avere un tasso alcolico più a portata di essere umano, perché per un attimo, quando si è addormentato, ho avuto il dubbio che ci affogasse, tra le bollicine…

  • Che roba intricata!
    E cosa poteva esserci di strano in quella foto? Qualcun altro con sei dita, no… è ereditario, quindi quasi ovvio trovarlo. Nessun altro con questa caratteristica neppure sarebbe stato rilevante, non ai fini dell’indagine credo.
    L’unica è che nella foto la ragazza non avesse affatto sei dita in un piede… e sarebbe assai strano!
    E poichè la mia testa è partita in una certa direzione, voto per la donna.

  • Wow, sempre più bello! Il tuo modo di scrivere è così evocativo che mentre leggo mi sembra di sentire il caldo, gli odori i sapori… nella mia testa si proietta un film vivido e coinvolgente, con personaggi che più umani di così non si può! E sempre con un linguaggio ricercatissimo! Veramente ottimo, credo di essere diventato un tuo fan! ^^

    Ho votato per la donna, che rende le cose più difficilmente spiegabili e quindi infittisce il mistero! ^^

  • Lo immaginavo più bollente il Kolarov (Colpa della jacuzzi, probabilmente ) : è solo un povero e triste ubriacone ossessionato dal rimorso!
    Ora ci sta un gran bene la vittima con una donna. Sempre più interessante,…

  • E va bene, mi hai convinto.
    Lasciamo che Max si riprenda in pace. Suada, se non è costretta a fargli da badante, ha tutte le carte in regola per convincere l’Albanese a sbottonarsi.

  • Andiamo a letto con lui! Di certo, sdraiato con gli occhi fissi ad osservare il soffitto (cercando di smaltire la vodka ) , qualche ricordo e qualche ideuzza devono uscire fuori!!!
    (Appr…questo capitolo…è strepitoso!!!)

  • Veramente avrei preferito capire meglio il dettagio del piede, nel prossimo episodio… 🙂
    comunque ho scelto di leggere i verbali sulle dichiarazioni dei testimoni di Pivara… potrebbero portarmi a decidere di interrogare qualcuno di più importante dell’Albanese…

  • Cavolo! Io le scene le voglio leggere tutt’e tre… e mo come si fa? Ancora una volta mi spingi al voto casuale.
    Vabbé dai: visto che “andare a letto con Kolarov” (nonostante il fisico prestante) non rientra proprio nei miei gusti, e la lettura di un verbale mi attira lievemente di meno, scelgo l’interrogatorio. Anche se l’assenza del poliziotto cattivo renderà le cose meno… movimentate, credo. Forse.

  • Scorrevole, coinvolgente, davvero una delle storie migliori che abbia letto. Questa volta sono propenso a vedere Max in veste di ambasciatore che, contrariamente al proverbio, porterà pena eccome. Ho letto giù nei commenti alcune critiche. Rispetto le opinioni di tutti, anzi le credo fondamentali per la crescita personale, ma, onestamente, alcune non le capisco proprio. Non che tu abbia bisogno del mio parere, per carità, però sentivo di dover scrivere tutto ciò che mi frullava in mente. A presto con il prossimo episodio.

  • Suada che ascolta la testimonianza della madre.
    Ho votato solo per senso del dovere, me ne sarebbe andata bene una qualsiasi.

    (Ho scritto il commento con ironica sufficienza proprio per esaltare, invece, quanto la trama mi stia appassionando. Spero tu l’abbia notato… altrimenti te l’ho esplicitato ora! :))

  • Sono per i genitori, locullo.
    Stai andando alla grande, come ci si aspetterebbe dalla testa di serie n°1 di THe iNCIPIT.

    Ah, e grazie per la frase del protettore (quella in cui rinfaccia il passato a Max): mi pare quasi una dedica! 🙂

  • Dai genitori. Non voglio mollare il Commissario neanche in secondo.
    Il vecchio Max possiede un talento naturale per farsi dei nuovi amici.
    Tra l’altro ha pure tutte le fortune: non sono del tutto convinto che la granitica memoria della sua assistente, per un caratterino come il suo, sia sempre un vantaggio.

  • Sono in minoranza ma ritengo che Suada e la madre in commissariato a rilasciare una dichiarazione ufficiale, testimonianza da verbalizzare, per prassi investigativa e per logica coscienziosa, sia la soluzione migliore per procedere nell’indagine.

  • Max e Suada a casa dei genitori. Uno con il tatto di Kolarov che dà una notizia del genere dev’essere uno spettacolo. 😉 Dio quanto adoro questo protagonista! Un capitolo fantastico, come sempre, sei un vero piacere da leggere! Toglimi una curiosità: sei stato a Sarajevo diverse volte o ti riesce naturalmente di essere così evocativo usando semplicemente la fantasia e la documentazione, alla Salgari?

    • Grazie mille, Zavaglia. Anche della volontà di leggere Surviving Sarajevo: senza fretta, ché questo gialletto ha un personaggio in comune con SS, ma nessun legame diretto che renda poco comprensibile il racconto.

      (Dunque puoi leggerti la versione estesa pubblicata su amazon 😀 Scherzo, neh?)

  • Due episodi veramente da urlo, da leggere in tutti i manuali di scrittura! Scrivi in maniera affascinante, quasi come se il racconto si svolgere proprio davanti gli occhi del lettore. Sono indeciso tra l’opzione per tornare al bar e quella per indagare nel mondo della prostituzione. In ogni caso, il prossimo episodio mi terrà incollato allo schermo. Davvero complimenti 🙂

  • Voto per tornare al bar. Ero indeciso con le indagini nel mondo della prostituzione, ma poi ho pensato che la vittima era al bar poco prima dell’omicidio. Magari qualcuno l’ha vista andare via in compagnia!
    Bravissimo, sei un ottimo narratore, la storia coinvolge e l’atmosfera che riesci a dipingere avvolge completamente. Sembra quasi di essere lì!

  • difficile, forse sarebbe stato utile anche interrogare la famiglia, ma considerando che la ragazza era (probabilmente) kosovara e che era nuova del giro ho idea che a sarajevo non avrebbero trovato familiari, per cui mi accodo alla maggioranza e voto per indagare nel mondo della prostituzione sarajevese
    ad ogni modo complimenti, scrivi veramente bene!

  • Esplorando il mondo della prostituzione, mi sembra l’azione più verosimile trattandosi di una ragazza probabilmente senza famiglia.
    Perfetto come il primo episodio, magari qualche virgola in più ma è un’inezia…e poi che stupidaggine, scrivi troppo bene, anche senza virgole 🙂 grazie, ciao

  • Beh, sembra uccisa da un cliente o un protettore .
    Io inizierei dal giro della prostituzione : sotto questo aspetto non ce li hai mostrati i saravajesi! (L’agguato di Eva..non conta!)

    BELLISSSSSSSSIMOOOO!!! Mi piace un casinoooo!!!!
    Bravo! Bravo! Bravo!! Molto più di prima. E ti assicuro che era difficile superarsi!

  • Perdona la domanda molesta:
    il Punto di Vista che usi non mi è chiaro: è in terza persona limitata o in terza persona onniscente?

    “Sappiamo che passeggiava sul lungofiume e che rivolse la parola a qualcuno…”(onniscente);
    ma per seguire il percorso della goccia di sudore descritto all’inizio, dovrebbe essere in terza persona limitata…
    Se resti sulla narrazione onniscente dici:
    poteva sentirla distintamente mentre scivolava lungo la tempia….

    Se invece scrivi: la sentì distintamente scivolare….. sei in terza limitata.

    Perciò c’è confusione in me. Voglio capire chi mi sta parlando, tutto qui.
    Mi serve per seguire la storia, non dubitare. ( non è pignoleria, diomenescampi)
    Voto per la donna. -:))

    • Non ti è chiaro perché in effetti sto giocando a introdurre trasgressioni alla dominante prospettica (parallessi, credo si chiami quella usata in questo incipit, ma probabilmente mi butterò anche in parallissi), che in questo capitolo, e credo anche nel prossimo, introduco dopo un doppio spazio.
      Insomma, la focalizzazione è duplice: una per apprezzare le emozioni del protagonista e l’altra – introdotta da verbi alla “Sostiene Pereira” – per creare un effetto di terzietà che dovrebbe dare l’idea di un verbalizzante esterno, tipo autorità inquirente.

      (Detto questo, mi fermo qui ché non amo molto la teoria e preferisco affidarmi al “naso”: in effetti, trovo che parlare di scrittura sia un po’ come spiegare le barzellette 😀 )

      • Grazie del chiarimento, allora, considerando che non ami spiegare la teoria che conduce alla pratica. Però, secondo me, parlare di scrittura è affascinante quanto scrivere. Un modo per andare a fondo alle idee dell’autore è anche spiegare con quali strumenti decide di mettersi in ballo. Detto ciò, ti seguo e non tichiedo più nulla. Andrò, come tu dici, “a naso”… 🙂

  • Bentornato locullo. Ti confesso che non mi aspettavo di vederti partecipare, e se da un lato un po’ mi rode averti tra gli “avversari” in questa sfida estiva, dall’altro ne sono contento visto che ho l’opportunità di misurarmi con qualcuno che ritengo molto al di sopra delle mie capacità (e non lo dico per adulare). Senza dimenticare il fatto che una bella lettura è sempre un grande piacere.
    Ho scelto la donna, attratto dalla peculiarità di quest’ultima: il non poter essere ignorata. Non ignoriamola quindi!

    • Invero non mi aspettavo nemmeno io di vedermi partecipare… Ho visto il tema proposto, avevo due ore libere e ho buttato giù un incipit del gialletto che avevo in mente di fare prima o poi, ambientandolo in estate.

      (Concordo sulle conclusioni cui sei giunto: in effetti più siamo e più è divertente, anche perché vincere questo bel gioco estivo non darà né ricchezza né fama. A propoli di divertimento, vado a leggerti!).

  • Ammiro sempre la cura che dedichi all’ambientazione e alla descrizione dei personaggi…Lo ritengo un aspetto importantissimo della narrazione e credo che i tuoi racconti siano vincenti soprattutto per questo motivo 🙂

    Ps: mi è venuto un colpo quando ho visto che avevi deciso di portare avanti l’epopea Balcanica proprio in occasione di questo concorso. Oggi sono in vena di confessioni 😉

      • Sarò sincera. In effetti si, pensavo fosse un seguito di SS.
        Vista la versione integrale pensavo sarebbe stato un po’ pesante concentrare un racconto del genere nell’arco ristretto di un mese, storie così hanno bisogno di tempo per essere “digerite” e assimilate.
        Ma direi che il problema non si pone. 🙂

  • … Ma guarda un pò chi si rilegge! Bentornato… io invece ultimamente latito, però quando ho visto che c’eri anche tu, non ho resistito alla tentazione di leggere, nonostante il pochissimo tempo a disposizione!
    Riguardo a questo tuo bel racconto ritengo che le donne siano sempre quelle che alla fine provocano qualche guaio e quindi… vada per l’incotro sul ponte! Mi piacerebbe partecipare, vediamo, ho tre esami sul groppone prossimamente! 🙁

  • Mestro, qual buon vento.
    Un vento d’estate, a quanto pare. 😉

    Mi consolo di essere, se non il primo a salutarla, almeno uno dei suoi lettori più attenti: ma come, tutti a salutare e dare pacche sulle spalle a locullo… e il povero Max? Il gruppo l’ha già dimenticato?

    Fu quel colpo ad azzopparlo? Quand’era assieme allo zio, intendo.

    ps: voto la donna, curioso di sapere chi possa essere.

    • Lo sei, in effetti, uno dei miei lettori più attenti. E approfonditi: visto che sei tra coloro che di Surviving Sarajevo hanno letto la versione estesa di amazon.

      (Non ultimo, hai una notevole memoria, ché ricordi per filo e per segno la storia di un personaggio che in quel racconto era secondario. Per tutto questo: grazie!).

      • Sono certo che non riusciresti a produrre un commento indegno neanche impegnandoti.
        Sono in overdose da lettura; devo finire i racconti che sto seguendo prima di rimettermi a scrivere.
        Vestirò quindi solo i panni del lettore e ti seguirò con grande piacere (tra l’altro, “Tropico Balcanico” meriterebbe attenzione anche solo per il titolo).

  • Una vera sorpresa e un vero piacere ritrovarti locullo! Pur avendo altre storie da recuperare, non ho potuto resistere dal leggere subito il tuo primo capitolo.
    Un inizio molto intrigante! Il terzo appellativo – ubriacone – da non riferire, ma comunque detto è un vero tocco di classe! 🙂

    Ho votato per la donna, curioso di vedere come si comporta Kolarov.

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