Tu, robot

Dove eravamo rimasti?

E’ il momento di fare un salto indietro...Sarebbe stato bello inserire tutti e tre i flashback, ma purtroppo dovrete sceglierne uno... 27 anni prima: una spiegazione. (58%)

Ventisette anni prima

Emil Torv stava seduto su una delle panchine del giardino interno all’Istituto, osservando sua figlia che giocava sull’erba. Aspettava che la moglie terminasse il giro dei saluti, e poi sarebbero andati a cena fuori.

La bambina prese a canticchiare un motivetto che le aveva insegnato la madre, dondolando la testa a tempo. I capelli neri raccolti in due piccoli codini si muovevano un po’ scoordinati.

Quella visione lo fece intenerire e sorridere.

Un rumore alle sue spalle lo attirò, facendogli distogliere l’attenzione dalla figlia. Si voltò e vide Ermak Shostakov. Il suo giovane assistente gli sorrideva in cenno di saluto. Torv rispose al sorriso e lo invitò a sedersi accanto a lui.

“Ho visto sua moglie. Sembra che stia bene, adesso.” disse Shostakov.

Torv annuì imbarazzato. “Si, le cure in Germania hanno funzionato. E l’arrivo di nostra figlia non ha fatto che accelerare la sua guarigione.”

“Sono…felice per questa notizia.” balbettò il giovane. Anche lui rivolse la sua attenzione alla bambina.

“E’ davvero carina.” disse.

Torv sorrise nuovamente “Già…”

“Ma…ho come l’impressione che non assomigli né a lei né a sua moglie…”

L’uomo si massaggiò le gambe nervosamente. “In che senso?” chiese.

Shostakov sospirò profondamente, sistemandosi meglio sulla seduta. “Dottor Torv, mi aveva detto che non avrebbe portato avanti il progetto…davvero pensava di prendere in giro tutti? Che nessuno se ne sarebbe mai accorto? Che io non me ne sarei accorto?”

Torv si voltò verso il giovane con le sopracciglia corrucciate. “A cosa ti riferisci Ermak?”

Quello volse lo sguardo verso la bambina “Siete stati via per più di due anni. E so a cosa stavate lavorando. Lei e sua moglie.”

Inaspettatamente, Torv accompagnò una risatina imbarazzata alle spallucce.

“E’ solo un esperimento, un gioco!” disse con un leggero tremolio nella voce.

“Mi sembra un gioco pericoloso usare una vasca per lo sviluppo di organi da trapianto, per fare crescere un intero embrione attorno ad un cervello artificiale.”

Torv tornò serio, guardando davanti a sé.

“Lei ha mai letto Frankenstein?” chiese dopo un po’ Shostakov.

L’uomo lo guardò per un momento interdetto. L’assistente rispose all’occhiata, volgendo poi l’attenzione ad un punto nel vuoto davanti a sé. “Lei è inglese, no? Certamente lo conoscerà bene. Ad ogni modo, quando il dottor Frankenstein si rese conto di ciò che aveva creato, realizzò che era un abominio e si maledisse. Lei invece no. Lei si sta affezionando. Lei ne va fiero.”

Torv si guardò le mani ancora rigidamente posate sulle gambe, poi nuovamente la bambina che cercava di mettersi in equilibrio sulla testa cadendo regolarmente di lato e ridendo rumorosamente ogni volta. “E’ una mia creatura. Ovvio che io mi ci stia affezionando.”

“Non è una creatura, non nel senso in cui lo intende lei. E’ una simulazione di vita in un corpo umano…una macchina organica.”

“Anche noi siamo macchine Ermak. Macchine organiche. E lei…lei non è una simulazione. E’ vera. Cosa la rende meno viva di noi? Cosa la rende diversa da noi? Il fatto che noi non conosciamo il nostro creatore? Che differenza vuoi che faccia?”

“Si sta paragonando a Dio?”

“Se ciò le desse il diritto alla vita si.”

“Quella…cosa…non può vivere! Non ha un diritto alla vita, non è viva!” disse Shostakov a denti stretti.

“E’ viva più di me e te insieme. Fattene una ragione. Tu…non hai idea di quanto sia viva. Guardala…” disse e la indicò appena con la mano.

La bambina si accorse di essere osservata e accennò un sorriso.

“L’ha programmata davvero bene…un’opera degna del suo nome.” disse Shostakov scettico.

Torv scosse il capo. “Non l’ho programmata…ha un sistema completamente aperto.”

“Cosa? E’…impazzito?”

“E perché?”

Shostakov sembrò cercare le parole giuste. “Perché fino a quando sarà l’equivalente di una bambina sarà solo divertente. Ma quando avrà acquisito abbastanza informazioni? Quando sarà…un individuo adulto con la velocità di pensiero di una macchina? Questa libertà non sarà un pericolo?”

“Non più di quanto possa essere pericolosa la libertà di pensiero di un essere umano.” rispose Torv in un sussurro.

“Ma lei non è un essere umano! E’ solo una macchina per la quale i servizi segreti americani sarebbero stati disposti a pagare fior di quattrini…e che lei sta usando per giocare a fare il genitore!” ringhiò Shostakov.

Emil Torv sospirò, regalandogli uno sguardo di puro compatimento. Da lontano vide la moglie che si stava avvicinando. Si alzò e fece un gesto alla bambina.

“Maya! Vieni, andiamo. Dammi la mano…” disse. La piccola si avvicinò e afferrò la mano del padre continuando a canticchiare e a dondolare la testa.

Non appena furono vicini, la madre la baciò e andarono via insieme.

Nel prossimo capitolo, vedremo un ultimo confronto tra Maya e Shostakov. Ma come andrà a finire?

  • Maya verrà disattivata, ma qualcuno la proteggerà da Shostakov. (31%)
    31
  • Maya riuscirà a fuggire, ma senza i progetti. (38%)
    38
  • Maya riuscirà a fuggire con i progetti. (31%)
    31
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176 Commenti

  • Maya verrà disattivata ma qualcuno la proteggerà da Shostakov.
    Bello, bello, bello. Scritto più che bene, hai dato una grande risposta agli interrogativi portati avanti per gli ultimi capitoli e hai fatto nascere un dubbio etico 🙂 bravissima

  • Uhm, credo di aver intuito la ragione perché nessuno dei 4 ricorda minimamente perché seguono il tragitto come se fosse preimpostato: se è come credo, i miei complimenti, perché con quella scena sei riuscita a renderlo implicitamente benissimo senza fare uso di pesanti spiegotti.
    C’è una bella tensione nell’aria… voto perché uno di loro sia riconosciuto da Shostakov!

  • Un po’ di sfiducia reciproca?? Questa è sacrosanta paranoia, altroché! XD Ad ogni modo è giustificata, vista la situazione. E proprio per alimentare ulteriormente paura e sospetto, io direi che Shostakov li accoglierà di buon grado! Sono curioso di sapere cosa avrà da dire! Bellissimi dialoghi, in questo capitolo, e molta tensione! Bravissima! 😀

  • Con rammarico, confesso di aver letto il tuo racconto solo ora, spronato dalla condivisione su facebook. Con gioia,però, ho scoperto una storia davvero interessante. Ho votato per i tre fuggitivi convinti a tornare indietro, ma ammetto di esser stato piuttosto indeciso. Ci sai fare anche con le opzioni! Seguo la storia per non perdere i prossimi episodi.

  • Mi è piaciuto molto questo episodio! Vedi, adoro le sequenze nel quale si cominciano a mettere insieme i pezzi di una vicenda intricata e ho trovato la tesi che viene portata avanti, ma ancora da dimostrare, molto avvincente.
    “Un ISRS che non crasha…da almeno trent’anni? Mi sembra altamente improbabile che…”… e sono certo che i misteri ancora non siano del tutto dipanati..
    Vai così!

  • Ero molto indecisa su cosa votare… All’inizio avevo scelto di richiamare Kwon senza ottenere risposta, pensando che magari potesse essergli successo qualcosa, ma l’idea di altre ipotesi mi sembra più logica. Richiamare sarebbe pericoloso! 🙂

  • Qui siamo su alti livelli. Complimenti per la resa della tensione narrativa che rimane alta per tutto il racconto, per la caratterizzazione dei personaggi efficacemente resa in poche battute, e per l’idea originale emersa nell’ultimo capitolo. Ottimo lavoro.
    Ti seguo.

    • Grazie mille! Sono davvero lusingata dalle tue parole! 🙂
      Di solito cerco di pubblicare entro la settimana, ma purtroppo quando si trasloca, si passa gran parte della giornata a svuotare scatoli…e il tempo per le altre cose si riduce drasticamente.
      Al prossimo capitolo! 😉

  • Secondo me riproveranno a chiamare Kwon, ma lui non risponderà! Se poi sia per sua scelta o perché lo hanno già individuato non saprei! ^^ Ottimo capitolo e interessantissimi contenuti! Trovo estremamente affascinante l’argomento “intelligenza artificiale” e tutto quanto sia connesso allo sviluppo di una coscienza nelle macchine. Davvero interessante l’idea di un cervello parallelo la cui unica funzione è insinuare il dubbio. Probabilmente la coscienza si basa principalmente sul conflitto, e senza introdurne uno la macchina non è che un mero esecutore di ordini.
    Complimenti, aspetto con ansia il prossimo episodio! ^^

    • Grazie mille! ^^
      In realtà il discorso sul secondo cervello era molto più articolato, ma il limite delle battute non mi ha permesso di aggiungere altro. Comunque la parte essenziale e fondamentale è stata spiegata (più o meno). 🙂

  • Parto con il dire che la tua presentazione è a dir poco eccezionale.

    Il racconto, di cui ho letto i primi tre capitoli uno dietro l’altro, è avvincente. I quattro protagonisti (chi più chi meno) sono ben caratterizzati. Sulla vicenda c’è quel velo di mistero che stuzzica la mia curiosità.
    Lo stile che hai adottato per narrare la vicenda va dritto al punto, senza giri di parole, regalando al lettore immagini ben precise.

    Ho votato per andare a cercare Shostakov. Vediamo che riesci a fare.

  • Mi sa di pericolosissimo, ma voto lo stesso per andare a cercare Shostakov! D’altra parte se sono stati incastrati è inutile andare alla polizia, verrebbero arrestati immediatamente. Per quanto riguarda i piani rubati potrebbe semplicemente essere una falsa accusa per rendere la loro sparizione ancora più sospetta. Il fulcro è Shostakov, perciò andiamo a prenderlo! 😀
    Scrivi proprio bene e la storia scorre che è un piacere!

    • Ti ringrazio!
      Come dicevo a Massimiliano, la differenza tra i vari settori sta nella cultura e nella politica di chi li colonizza.
      Purtroppo le 5000 battute non mi hanno dato molto spazio per qualche dettaglio in più. Spero di approfondire nei prossimi capitoli.

    • Se fossi un fuggitivo e avessi la possibilità di raggiungere con grande semplicità Cina, Stati Uniti e Germania, cosa sceglieresti?
      Quali caratteristiche politiche, economiche o sociali preferiresti?
      Nei vari settori, a seconda della colonizzazione, ci saranno differenze culturali, politiche ed economiche. Ogni settore avrà i suoi pro e i suoi contro.
      La differenza sta in questo. 🙂

      • Giusto Emily. La percezione che ho io però è che questo questo mondo del futuro sia totalmente cambiato rispetto a quello che conosciamo, di conseguenza quella che sarebbe una destinazione gradita oggi potrebbe non esserlo più domani. In ogni caso, alla luce delle tue considerazioni, mi sentirei di confermare la scelta fatta.

  • Mi verrebbe da fare una serie di osservazioni tecniche sulla gestione dei dialoghi, ma so bene che diventerei noioso e passerei per un odioso saccente. Dico solo che una scuola di pensiero moderna prevede l’uso estensivo di “disse” senza timore delle reiterazioni. Tu invece sei andata alla ricerca di alternative, scelta che mi trova abbastanza d’accordo tranne che per quel “bofonchiò”, troppo antico e fuori posto in un passaggio lungo del discorso.
    Settore tedesco: alla fine riconosceranno la maggiore esperienza di Maya e la sua (probabile) rete di conoscenze.

    • Hai ragionissima Nano Capo…mi sono scervellata per evitare di ripetere sempre “disse”. Temevo che nel fare parlare quattro persone contemporaneamente sarebbe risultato quasi un monotono elenco di enunciazioni. Comunque terrò presente ciò che dici.
      Puoi mandarmi le tue osservazioni anche per mp: mi trovi sia su facebook che su twitter.
      Anche io sono una maledetta odiosa saccente, ma al contrario di te, preferisco evitare di manifestare il mio pensiero pubblicamente, o diventerei davvero pesante. 😛

      P.s. credo che ti sia scordato di votare perchè ho tutte le percentuali a 0…

    • Sono contenta di essere riuscita ad incuriosirti! 🙂
      Anche io fino a qualche anno fa non avevo mai letto fantascienza. Poi mi è capitato tra le mani un libro di Asimov…ed è stato amore puro! Adesso non potrei più vivere senza.

      Spero di non deluderti e di farti appassionare almeno un po’! 😉

  • Ciao!

    Sono per la casa disabitata. Ho visto qualche ripetizione qua e la, ma nel complesso ho ritrovato il tuo bel stile pieno di azione e di suspance.

    Altra cosa: metterei molte meno info sui personaggi all’inizio (esempio: il carattere mite di Leandro, non l’avrei specificato, piuttosto l’avrei fatto trasparire dalle sue azioni).

    Ti seguirò

    • Confermi anche tu tutto ciò che ho notato rileggendo…con calma! XD
      Purtroppo ho riscritto questo incipit così tante volte, che alcune parti mi sono un po’ sfuggite di mano…poi ho pubblicato senza ricontrollare l’ultima volta e…sigh… 🙁
      Grazie comunque per esserci passato sopra! 😀

  • Sono per la casa disabitata.
    Incipit interessante (mi incuriosisce soprattutto questa strana Italia del futuro).
    Occhio alle ripetizioni (“recinzione” compare quattro volte nel giro di breve) e ai refusi (un’istante).
    Al prossimo episodio 🙂

    • Innanzitutto grazie per il tuo voto e il tuo commento! 🙂
      Poi ti ringrazio di nuovo per avermi fatto notare gli errori! Di solito cerco di starci attentissima, ma purtroppo ho pubblicato di gran corsa e non ci ho fatto caso!
      Alla prossima! 😉

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