Non c’è luce senza oscurità

Bene e male

«Ogni nascita è nascita dall’oscurità alla luce».

Ricerche filosofiche sull’essenza della libertà umana, F.W.J. Schelling

Jakob si fermò di fronte alla Michaelskirche.

Come sempre, ammirò la statua in bronzo. L’arcangelo, con la propria lancia, infilzava il volto del diavolo, riverso a terra sotto i suoi piedi.

Il bene che dominava il male.

Jakob sorrise compiaciuto. Poi, distogliendo lo sguardo, entrò in chiesa. Con devozione si inginocchiò, facendo il segno di croce.

La grande navata era male illuminata in quel tardo pomeriggio di settembre. Le candele, con le loro piccole fiamme, attiravano lo sguardo di Jakob. Il contrasto con il buio della chiesa lo affascinava.

Avanzò verso l’altare, raggiungendo un inginocchiatoio, su cui si appoggiò. Fissò il tabernacolo, mentre giungeva le mani.

– Signore – cominciò, parlando a bassa voce. – La mia vita è nella tua vita, la mia libertà è nella tua libertà. Tutto ciò che sono viene da te, mio Signore. Affinché venga compiuto il bene, ti servirò sempre, adempiendo il tuo volere.

Jakob raccolse i propri pensieri, poi concluse la preghiera con un rapido segno di croce. Una pace si spanse in lui, mista ad una strana eccitazione. Con un sorriso uscì dalla chiesa, proprio mentre le prime gocce di pioggia cominciavano a scendere.

***

Jakob stava aspettando lungo la strada, quando una carrozza si fermò a pochi passi da lui. Ne scese un ragazzo dai capelli corvini e l’ampio sorriso.

– Jakob!

– Georg, amico mio!

I due si abbracciarono, stringendosi con affetto. – Sai, il tuo invito mi ha sorpreso. Era molto tempo che non avevo tue notizie.

– Gli studi mi hanno tolto molto tempo.

– Ti posso capire. Per me è lo stesso.

– Ma dimmi, com’è andato il tuo viaggio?

– Non me ne parlare! Odio quelle carrozze! Sei spinto da tutti i lati e non hai un solo momento di riposo.

– Quasi mi fai dispiacere di averti invitato – scherzò Jakob. – Ma prendi le tue cose e vieni con me.

Georg prese la sua valigia e seguì l’amico oltre un portone, per poi salire verso la casa di Jakob.

– Eccoci. Non è certo un palazzo reale, ma è comunque accogliente!

I due si sistemarono, per poi sedersi a parlare.

– Dimmi, Georg, come procedono i tuoi studi di Diritto?

– Bene, amico mio. Mio padre è davvero fiero dei miei risultati.

– Ne sono sicuro.

– E i tuoi studi all’Accademia delle Scienze?

– Sono entusiasmanti! – rispose Jakob, con energia. – Ultimamente mi sono molto appassionato ad un testo appena pubblicato da Schelling.

– Di che si tratta?

– Le Ricerche filosofiche sull’essenza della libertà umana. Credo di essere tra i pochi che l’ha letto.

– Come mai ti ha affascinato tanto? – domandò Georg, incuriosito dallo strano lampo negli occhi dell’amico.

– Vedi, Schelling dimostra che il male deve essere possibile e reale perché ci sia anche il bene. Ogni cosa origina dal suo opposto. Non c’è bene senza male, non c’è luce senza ombra e non c’è amore senza odio. Persino in Dio vengono distinti due elementi, opposti fra loro, che consentono a Dio di diventare l’unità perfetta!

Georg era perplesso. – Non so, mi sembrano teorie discutibili.

– Invece sono vere! Prova a pensarci – lo incoraggiò Jakob. – Riusciresti a vedere la luce se non ci fosse il buio?

– No, direi di no.

– Esattamente! E potresti accorgerti di essere malato se non ci fosse uno stato che chiami salute?

– Devo rispondere di no anche in questo caso.

– Quindi, non c’è il bene se non c’è anche il male, giusto?

Georg esitò, prima di rispondere con un timido no.

– Capisci quanto è interessante tutto questo, Georg?

– Sì, è affascinante. E vedo che ti ha colpito in maniera particolare. Comunque… – iniziò l’amico, intenzionato a cambiare argomento.

– Certo che mi ha colpito! – lo interruppe. – Vedi, credo di avere capito cosa intendesse Schelling. Se perché ci sia il bene ci vuole il male e se, perché Dio si riveli, ci vuole un elemento che si opponga a Lui, allora la conclusione è una sola!

– Quale? – domandò Georg, ormai seccato dall’insistenza dell’amico sull’argomento.

– Ogni gesto di bene susciterà il suo opposto!

Georg rimase in silenzio, infastidito da quella teoria. Jakob, però, continuò, non notando il disagio del proprio interlocutore. – E allo stesso modo, ogni gesto di male susciterà il suo opposto!

Improvvisamente calò il silenzio. Jakob guardò il suo ospite, mostrando uno strano sorriso sul volto.

– Jakob…?

– Georg, amico mio. Hai capito qual è la conclusione del mio discorso?

– No, io non… piuttosto, Jakob, perché non mi racconti della tua vita qui a Monaco? – domandò il ragazzo, sperando di parlare d’altro.

– Sai qual è la mia conclusione? È meglio adoperarsi per fare il male, così da suscitare atti di bene, piuttosto che il contrario! Fare il male aiuta Dio stesso a rivelarsi come il bene assoluto. E io sono un servitore di Dio.

– Jakob… mi spaventi… – disse Georg, che, istintivamente, cominciò ad indietreggiare.

Jakob, appena vide il movimento dell’amico, balzò in avanti, afferrando il collo dell’amico, stringendo con forza. Ogni resistenza fu inutile.

– Un grande bene sorgerà!

Nel prossimo episodio, Jakob si libererà del corpo, poi...

  • ...osserviamo la sua giornata. (28%)
    28
  • ...va in chiesa a confessarsi (perché è devoto, non perché è pentito). (38%)
    38
  • ...facciamo un salto avanti, fino al momento in cui Jakob riceve una lettera del padre di Georg. (34%)
    34
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445 Commenti

  • Wow… Caspita! Hai avuto un bel coraggio ad affrontare un tema del genere (per di più con ‘contorno filosofico’: un’ottima idea molto ben sviluppata), e direi che te la sei cavata egregiamente 😀
    Ho letto la storia cinque capitoli per volta, all’inizio ero un po’ scettica ma man mano che proseguivo non riuscivo più a smettere, un po’ perché la storia è molto ben articolata e un po’ perché di volta in volta smentivi o stuzzicavi quelli che erano i miei pregiudizi relativamente alla piega ‘etica’ della storia (^^’ non so perché ma mi ero fatta un’idea completamente sbagliata).
    Ho apprezzato molto il finale, come la vita drammaticamente (ma per fortuna) aperto.

    • Grazie mille, Francesca! Mi fa molto piacere che tu abbia recuperato questa storia e che ti abbia così catturato e che ti sia piaciuta! 🙂
      Sul finale ero molto indeciso: alla fine, però, non ho trovato altra soluzione. Non potevo chiudere la storia, ma solo lasciarla aperta. 🙂

  • Prima mi hai fatto credere nel suicidio di Jakob, poi ho vissuto con un’angoscia reale e quasi tangibile la sua confessione (che con grande maestria, in un crescendo di tensione, hai condotto a compimento).
    Mi è successo di rado di leggere un racconto con tale trasporto e partecipazione.
    Straordinario Francesco. Bravissimo.

    • Grazie Massimiliano! Mi fa molto piacere leggere il tuo commento, perché quest’ultimo episodio mi ha richiesto molte energie. Ne avevo scritta una prima versione che poi ho bocciato, arrivando a quella che anche voi avete letto.
      Grazie ancora! 🙂
      P.s.: Quando vuoi ti aspetto nella mia nuova storia.

  • Bravo Francesco… la tua scrittura e la tua maestria nel descrivere scene, personaggi e situazioni ha fatto un’impennata nel tempo, dato che questa è la quarta o quinta (non ricordo) tua storia che leggo. Ed è sotto gli occhi di tutti.

    Secondo me, il tuo potenziale è ancora ampio, molto ampio.

    Ci sono cose che avrei gestito doversamente, magari un giorno ne parleremo a voce!

    Per ora, ancora complimenti.

  • Caro Francesco, scusami per il ritardo: è una settimana che latito forzosamente. Questa storia è stata avvincwnte e profonda. Stilisitcamente scorrevole e rigorosa nella ricostruzione di un linguaggio storicizzato. Ti ho già commentato molto e rischio di ripetermi : hai vinto una sfida difficilissima raccontando della teoria di Schelling romanzandola. Complimenti ancora. Entro la settimana, leggerò il tuo nuovo incipit, non possono mancarmi i tuoi racconti

  • all’inizio temevo che avessi fatto suicidare jakob, ho scoperto invece con sollievo che nella bara c’era il padre di georg
    mi è piaciuto molto questo racconto, specialmente nei dialoghi e nelle atmosfere che hai costruito che sanno di freddo, di nubi grigie, di pietra grezza e di legno scuro; e infine lasci a noi il compito di immaginare la reazione di martin e quello che potrà accadere ai due fratelli…
    complimenti francesco!

  • Complimenti, Francesco.
    Ho seguito con molto interesse questo racconto. Innanzitutto devo dire che ho trovato coerente e intelligente avere introdotto il personaggio – e non solo le tematiche – di Scelling, dando così senso pieno alla scelta d’inserire il racconto nel genere Storico. Infatti sono tra quelli che ritengono che il romanzo storico debba fare riferimento a fatti e personaggi storici conosciuti e non soltanto all’ambientazione in un’epoca più o meno remota.
    Ho apprezzato la coerenza delle scelte lessicali con il contesto (con qualche sporadico piccolo scivolone solo nei dialoghi che appaiono saltuariamente un po’ troppo moderni).
    Hai saputo tessere una trama avvincente, ricca di significato e di spunti di approfondimento (quest’ultimo aspetto è dote rara tra i racconti di TI). Apprezzo che tu abbia scelto di scrivere questo testo per TI, convinto come sono che, senza le devianze imposte dalle scelte dei lettori, il tuo compito fuori dalla piattaforma sarebbe stato molto più agevole. Il risultato, quindi, è ancora più encomiabile visti i vincoli posti dal “gioco”.
    Ancora complimenti sinceri.

    • Grazie, Napo!
      Quando ti avevo chiesto un commento alla fine, non ne immaginavo certo uno così bello!

      Per i dialoghi hai ragione: a volte c’è stato qualche scivolone!
      Per quanto riguarda il “gioco”, devo ammettere che a me stimola tantissimo! Avere un numero limitato di caratteri e di episodi, dover lasciare delle scelte ai lettori, mi aiuta a dare il massimo. Se non avessi avuto questi vincoli, forse avrei avuto meno difficoltà, ma non so se sarei riuscito a raggiungere lo stesso risultato.
      Grazie ancora, di cuore!

  • Jakob confessa, e così troverà l’espiazione. Mi piace come finale, perché è plausibile e, diciamolo, eticamente corretto. Però voglio aggiungere che questo è il capitolo che mi è piaciuto di più, hai usato molte “immagini” e il silenzio era palpabile 🙂 bravissimo

  • L’ultimo episodio era in parità, per cui ho mischiato le due opzioni.

    Lascio questo commento per ringraziare già da subito tutti quelli che mi hanno seguito, commentato, consigliato in questa storia. E’ stato un vero piacere avervi come lettori! Grazie perché mi avete permesso di dare vita ad una storia a cui mi sono davvero affezionato.
    Spero di tornare presto con un altro racconto. Ho qualche idea, ma ancora devo fare ordine. Poi, forse, prenderò una pausa. In ogni caso continuerò a leggere le vostre storie!
    A rileggerci presto! :

  • Mi piace molto l’idea di partire dall’incomprensione, da parte del protagonista, di un importante trattato di Schelling, per sviluppare una trama che racconta in modo impeccabile i drammi della vita e le insicurezze dell’uomo di fronte ai “grandi quesiti” sull’esistenza, la morte, il bene e il male. L’incapacità di tradurre in atti il testo del filosofo, lo porta infatti ad essere autore e protagonista di una tragedia.
    Molto bene anche la gestione delle fonti, dell’ambientazione e dei dialoghi, sempre coerenti con il periodo storico e sapientemente costruiti per sostenere la tesi Schellinghiana e allo stesso tempo dare vita e carattere ai personaggi.
    Mi rendo conto che la sintesi di un trattato filosofico romantico in un dialogo di poche righe non sia impresa semplice, ma la “chiacchierata” con Shelling riesce ad arrivare al punto senza confondere o allontanare l’attenzione del lettore dalle vicende della storia. Mi piace meno, anche se ben disegnata, l’atmosfera suggerita dall’incipit, che mi ricorda in qualche modo le scene di preghiera e di riflessione tipiche dei “cattivi” di Dan Brown, dal quale magari hai preso ispirazione?

    • Grazie mille, Daniela per il tuo commento così approfondito. Riportare certe idee filosofiche in spazi così ristretti non è stato facile. Mi ha aiutato molto la dimestichezza con gli argomenti.
      L’atmosfera suggerita dall’incipit se ricorda Dan Brown è solo un caso. Non ho mai letto nulla e nemmeno visto film tratti dai suoi romanzi. Ho semplicemente pensato che fosse suggestivo per creare una certa immagine. Nei capitoli successivi, infatti, ho centrato l’attenzione sul lato umano e psicologico.
      Grazie ancora per il commento così positivo.

  • Propendo per la funzione religiosa.
    Francesco, aspetta però a pubblicare l’ultimo episodio: questo racconto non può terminare senza che ti sia giustamente assegnata la copertina.

  • Ho votato per la lettera.
    Vorrei qualcosa di più attivo, Francesco!
    Per ora hai descritto passivamente i sentimenti di cordoglio dei personaggi, cosa perfettamente intuibile!
    Su, uno scontro, una rivelazione, un po’ di “tensione” non farebbero male.

    • Apprezzo sempre la tua sincerità, Boost! Dopo il tuo commento e anche quello di Max, più sotto, mi sono accorto che il dialogo tra Martin e Miriam è forse superfluo. Sarebbe stato meglio spostare subito la scena al gruppo che raggiunge Jakob.
      Al tempo stesso, però, questa “passività”, questa mancanza di tensione vuole essere sintomatica: la morte, la sconfitta sembrano annullare tutto, svuotare.
      Comunque accolgo il tuo suggerimento: spesso mi accorgo di eccedere nelle riflessioni, sacrificando l’azione. Cercherò di tenerlo a mente per il futuro! 😉

  • “Sono le piccole morti della vita a preparare all’ultima battaglia”. Mi ha colpito questa frase, così profonda e vera.
    Sai coinvolgere ed emozionare.
    Voto per il dialogo perché penso serva un confronto. Ma potrà esserci perdono?

  • Sono in minoranza ma opto per la funzione religiosa. Sarebbe interessante leggere qualcosa di simile e la vedo una scelta in linea con la storia. Spero nel ribaltone, anche perché con i dialoghi ci hai allietato per nove capitoli, soprattutto con quel pregevole scambio di battute tra Jakob e il Prof Schelling. Vediamo che succederà, bravissimo 🙂

  • Dialogo senza dubbio.
    Il capitolo inizia benissimo descrivendo gli effetti devastanti del dolore su anima e corpo del padre.
    Meno efficace il dialogo tra Martin e Myriam.
    Ma, intendiamoci bene, stai scrivendo in maniera scorrevole e rigorosa al tempo stesso su temi essenziali alla vita, trattandoli direttamente e non per mezzo di metafore e lo stai facendo catturando l’attenzione di tanti lettori.
    In parole povere, il tuo, per quanto sopra, può considerarsi un successo

    • Grazie, Max, per la tua sincerità, l’apprezzo molto. Ho riguardato il dialogo tra Martin e Miriam, ed effettivamente non è riuscito benissimo. Potevo ometterlo, e passare direttamente ad un’altra situazione, magari il gruppo che arrivava da Jakob. In ogni caso, ormai va bene così, anche perché, dai commenti (il tuo compreso) posso dire che nel complesso è un successo. 🙂

  • Ho letto questa storia quando è ormai quasi giunta al termine ma devo dire che il personaggio di Jakob mi affascina molto. Sembra quasi che l’uccisione di Georg sia stato un piano mal riuscito per sabotare la felicità altrui in favore della propria. Una vera mente criminale! Voto affinché i nuovi arrivati si rechino alla tomba di Georg.
    Passa da me se vuoi 😉

  • Hanno interessi relativamente diversi perciò direi che si dividono. Francesco, a parte lo stile perfetto del racconto, stai riuscendo nell’impresa di trasmettere perfettamente gli stati d’animo di un personaggio a tutto tondo come Jakob. Veramente, veramente bravo.

  • Ciao Francesco,
    andranno prima di tutto da Jakob, immagino.
    Altro episodio ben scritto, il sole che non scalda è una bella chicca…
    Sto finendo di leggere la tua tesi, non posso smettere di pormi domande. Ad alcune ho risposto, ad altre, ma solo per provocazione, direi che dovresti rispondere tu che sei l’autore. Se ne hai voglia: dimmi, per esempio:
    Nel capitolo “Il male in DIo”, tu affermi:
    “… la sofferenza è la pena della colpa e, al tempo stesso, l’unico riscatto …”
    la mia donanda è: e se non avessi nessuna colpa? Perché dovrei passare comunque attraverso la sofferenza – a cui nessuno è immune – ?
    Complimenti.

    • Ciao Alessandra,
      sono assolutamente sorpreso: non immaginavo che avresti letto così rapidamente la tesi. Ovviamente, la cosa mi fa solo piacere! 🙂
      Cerco di risponderti: la frase che riporti è riferita al pensiero di Pareyson. Personalmente non sono completamente d’accordo. L’idea, comunque, è che ogni uomo abbia una colpa (Pareyson fa riferimento anche al peccato originale) e che la redenzione passa attraverso la sofferenza. Il dolore è sempre legato al male e a una colpa e, in questo senso, la sofferenza è al tempo stesso pena, ma anche espiazione. Pareyson scrive: “su tutti gli uomini, uniti da un’originaria solidarietà nella colpa e nel dolore, grava un comune destino d’espiazione”.
      Io non sono completamente d’accordo perché la sofferenza da sola non può essere redentiva. La visione di Pareyson è, come la definisce lui stesso, tragica. Personalmente, come ho anche scritto nella tesi, nella conclusione, la sofferenza è l’aspetto negativo della redenzione, mentre l’aspetto positivo, a mio avviso, è dato dal perdono. Il tutto insieme alla perseveranza.
      Spero di averti risposto. 🙂

  • ero venuto per votare e commentare il settimo capitolo ma mi ritrovo già l’ottavo, purtroppo non riesco a seguirvi adeguatamente; ad ogni modo sono contento che abbia vinto l’opzione che avrei votato
    l’ottavo capitolo, come tutti quelli introspettivi, mi è piaciuto molto; bellissima la frase “Ti ho reso nessuno”
    voto perché vadano da jakob

  • Sono d’accordo con Moneagiù, capitolo d’Autore.
    Bravo,bravo Francesco.
    Io continuo a non percepire rimorso in lui,ricerca di giustificazione,ma nessun rimorso….forse un po lo odio….sarà per questo.

    Vediamolo di fronte alla tomba di Georg.

  • Credo che Shelling vorrebbe tornare in vita solo per stringere la mano a colui che è sapientemente riuscito a riassumere Le Ricerche in molto meno di 5000 caratteri. Inoltre, ho notato una cosa: pur dovendo spiegare alcuni concetti difficili all’ignorante (non tutti, ma almeno io sì) pubblico di TI, sei riuscito a usare comunque dei termini che potrebbero benissimo essere usciti dalla bocca del Professore. Effettivamente, questo è un vero episodio d’Autore. Giusto per segnalare, ho scelto Jakob davanti la tomba.

  • Lo ammetto, questo racconto mi affascina soprattutto per il suo alone di “tenebrosità”, chiamiamola così, che aumenta sempre di più… Voto per i fatti personali anche se sono scontata! 🙂

  • Fatti personali… vorrei vedere il mitico Scheling entrare nell’enigma di questo giallo storico. Colpo di scena la sua presenza!
    Un po’ in ritardo, ma sono di nuovo qui. Sono stati due bei capitoli, unica nota negativa secondo me la “riassunta” indagine di Martin…
    Inoltre, se in così poco tempo ha capito tutto e fatto tutti i collegamenti (ma come?), forse un po’ dovrebbe sospettare di Jakob!
    Ancora una volta, il limite di lunghezza dei capitoli penalizza i racconti…

    • Mi aspettavo che qualcuno notasse la rapidità con cui ho descritto l’indagine di Martin, e non mi stupisco che sia proprio tu, Boost. Purtroppo ho fatto un errore di calcolo che mi ha costretto a questo salto in avanti. Ero convinto che Schelling si trovasse a Monaco, ma prima di scrivere questo capitolo ho ricontrollato e ho scoperto che Schelling non era lì prima di novembre. Questo mi ha costretto ad un salto in avanti. E non volendo far sparire Martin senza che indagasse sulla scomparsa di Georg, ho optato per il riassunto iniziale.
      Purtroppo il limite di lunghezza e la scrittura a episodi mi hanno fregato. Tornassi indietro cambierei le date delle prime lettere (quelle del terzo episodio), così da poter dedicare un capitolo intero a Martin e alle sue ricerche.

  • … ho recuperato gli episodi precedenti, avevo già iniziato a leggere il tuo racconto. Davvero mi sembra di essermi immersa in un’altra epoca e il tuo stile mi ha ricordato molto le storie di Kafka. Non è facile esprimersi con questo stile, adeguato al contesto e sicuramente aulico. Questo racconto è caratterizzato da tinte fosche e inquietanti e trasuda disperazione e follia, direi che hai deliniato perfettamente la personalità traviata e contraddittoria di Jacob e devo dire che la tua proprietà di linguaggio è davvero ottima, sicuramente frutto dei tuoi studi, oltre che della tua innata predisposizione! Bravissimo…

  • Credo parleranno soprattutto di filosofia.
    Jakob non molla: il confronto con Schelling dove lo condurrà?
    Anch’io, come Max, ho la sensazione che Jakob sia sul punto di compiere un altro gesto folle.

  • però, non pensavo che schelling fosse lì a portata di mano! gli eventi stanno precipitando e jakob si sente sempre più assediato dalle persone care da una parte e dai rimorsi dall’altra; credo che sia necessario affrontare tanto i problemi personali quanto le questioni filosofiche, che in fondo nel suo caso sono un tutt’uno

  • Ciao Francesco! Certo che mi è piaciuto anche questo episodio 🙂 Nonostante la mia scelta non si è rivelata quella più votata sono entusiasta. Mi è sembrato di provare tutte le emozioni del protagonista: la frustrazione di Jakob, poi la sicurezza leggendo le parole di Schelling, poi di nuovo confusione e infine la speranza nella figura del filosofo in persona. Molto molto profondo. Poi adoro la filosofia e il tema del dissidio interiore mi affascina un sacco. Sono indecisa sulla scelta, ma penso che voterò per “principalmente di filosofia” 🙂 A presto

  • principalmente di filosofia, perché credo che jakob avrà difficoltà a parlare di sé visto il rimorso che l’ha portato a isolarsi.
    Questo episodio è diverso dagli altri, mi sembra che Martin sia meno “innocente”. Comunque jakob è un paranoico 😉
    ho messo il punto definitivo alla mia storia, se vuoi passa a salutarmi.

  • Molto bello l’accenno alla luminosità della bambina che allunga l’ombra oscura dentro Jakob, come a voler confermare che a un grande bene è contrapposto un male altrettanto grande.
    Jakob si ostina a cercare conferma delle sue tesi contorte, per quanto si sia già trovato più volte di fronte all’evidenza del dolore che è stato generato proprio dal male che egli ha compiuto. Continuiamo a seguire il suo cammino.

  • vedo che hai recuperato il racconto dei bambini! e hai fatto bene, come al solito sono capaci di metterci in seria difficoltà con la loro linearità, visto che abbiamo una mente così contorta
    ho votato per seguire qualcun altro, l’idea mi incuriosisce

  • Io sono per Jakob. Francesco, questo racconto mi aveva entusiasmato fin dall’inizio ma ora sta raggiungendo livelli sempre più alti. È straordinario come sei riuscito a tratteggiare la personalità di Jakob. Il suo fanatismo gli impedisce di vedere come sia una piccola bambina che il saggio fratello condannino il suo intento. Credo che nei prossimi capitoli ci sarà più di uno spunto su cui riflettere. Con tutta la sincerità di cui dispongo, ti faccio i miei complimenti, Francesco.

  • Continuerei a seguire Jakob.
    Questo episodio è stato molto “teologico” concentrato più degli altri nel bene rappresentato da Dio, o Gesù. L’atteggiamento di Jakob, ormai chiaro, ora pare quello di una persona ossessionata e immatura 🙂 che si scontra con la fede incondizionata del fratello. Sempre ben scritto, con dialoghi molto efficaci. Bravissimo.

  • Voglio seguire Martin.
    Stavo credendo a Jakob. Sai a volte anch’io davanti alle ingiustizie ho l’istinto di vendicarmi, farmi giustizia da sola… poi vabbè… l’educazione, il conformismo, lo stato sociale in cui sono cresciuta me lo impediscono ma… tu, non volendo, mi hai aperto gli occhi, poco fa… quando Martin mette k.o. tutte le convinzioni di jakob con una sola battuta:
    ” … Quale bene potrebbe mai essere? Solo Dio trasforma il male in bene, non certo noi uomini.”
    In pratica dicendo così ha appena fatto capire a Jacob che sta sbagliando tutto… ma lui – da abile narratore quale sei tu – non lo ha capito, ha quasi sorvolato, è andato oltre… ed è caduto nell’idea del fallimento. Da egocentrico, narciso, non ha compreso la povertà del suo operato blasfemo e illegittimo, l’ha invece interpretato come un fallimento.
    Compliementi sinceri.
    PS… ma tu sei cattolico?

    • Grazie mille Daphne per essere passata!
      Mi fa piacere dare l’impressione di “sguazzare” nel genere storico! In realtà, ammetto, è la prima volta che mi sperimento con questo genere, per cui ho sempre il timore di scrivere qualche inesattezza. Ma i vostri commenti mi rassicurano! 🙂

    • Forse sono io che non sono stato chiaro, nel caso mi dispiace.
      Il motivo del dispiacere di Jakob è accennato, anche se non detto in maniera del tutto chiara. Cerco di spiegare: Georg era promesso sposo di Miriam, mentre Martin era innamorato della stessa donna. Quando Jakob dice “Georg amava…?” dovrebbe lasciar intendere il suo stupore nello scoprire che l’amico si era innamorato della sua promessa sposa. Jakob sperava di far unire il fratello alla donna amata. Ma quando scopre che Martin non ha più interesse, in quanto sceglie di prendere i voti, tutta la sua idea va in fumo!
      Spero di averti chiarito! In ogni caso, ci tornerò. 😉

      • Immaginavo, quindi sono vere due cose:

        A) Jakob voleva eliminare (e l’ha fatto) l’amico senza curarsi della possibilitá che lui amasse la sua futura sposa, cosa probabile per quel che ne sappiamo noi (non ci sono a quanto pare messaggi segreti tra Jakob e Georg dove questi dice di sentirsi legato a una donna che non ama).

        B) Il bene che nella sua testa doveva “succedere” era lo sbocciare della storia d’amore tra il fratello e la donna

        Jakob è un pasticcione! 😉

  • Ciao Francesco! Molto bello questo episodio, io amo i discorsi diretti e mi è piaciuto vedere il confronto tra i due fratelli 🙂 Ero combattuta: volevo scegliere fiori perché mi piacciono tantissimo i paesaggi in fiore tutti colorati…invece alla fine l’istinto mi ha guidata sull’innocenza che mi ha suscitato tenerezza e istinto di protezione.. A presto! 😀

  • Titubante, ma voto per l’innocenza. Alcune espressioni rendono in maniera ottimale l’entusiasmo del futuro ministro di Dio, altre invece sono perfette per mettere in risalto la condizione di un uomo smarrito. Bravissimo 😀

  • fiori (a naso)
    ottimo capitolo, sei riuscito a rendere molto bene il contrasto tra l’entusiasmo di martin e lo smarrimento di jakob
    in questo tipo di ambientazione ho pensato spontaneamente a lutero, ma solo come immagine dato che i fatti raccontati si riferiscono chiaramente ad un periodo posteriore, ed in effetti anche il tuo prenderà i voti…

  • Memoria, pensando di darti la possibilità di raccontare qualcosa dell’infanzia di Jacob per spiegare la sua complessa mente. Un dialogo ben scritto che tiene conto dell’eleganza di questi signori, mi sono ritrovata in un salotto del tardo diciannovesimo secolo.

  • Sempre molto bene, Francesco, ma ormai mi sorprenderei solo del contrario.
    Dico innocenza, quella che ha perduto Jakob, e senza la quale potrebbe precipitare in un abisso di follia.

  • Ciao ho letto gli altri capitoli e recuperato velocemente dato che per fortuna siamo ancora all’inizio. devo dire che la tua idea è semplicemente brillante, ti seguo con interesse, anche perchè adoro i racconti con riferimenti storici/filosofici di sottofondo, infatti anche nel mio, se dovessi leggerlo, troverai dei sottilissimi e inpercettibili riferimenti a diverse branche del sapere quali letteratura, geologia, mitologia ecc… N.B Ho votato per la seconda opzione a presto.

    • Ho letto il tuo commento dopo aver pubblicato il quarto episodio! Per fortuna hai votato l’opzione vincente! 😛

      In ogni caso, grazie per essere passata e grazie mille per i complimenti! Cercherò di passare dalla tua storia, anche perché non ho mai letto niente nel genere eros. (Se non passo a breve, perdonami, ma arriverò! 😉 )

  • Eccomi, ho recuperato anche te.
    Che grosso cambio di genere con questo racconto!
    Tre capitoli sono pochini per esprimere un giudizio più corposo, ma devo dire che sei partito davvero alla grande.
    Adoro le riflessioni filosofico teologiche che hai inserito, e spero troverai spazio per approfondirle, o quantomeno farle evolvere nel pensiero del protagonista.
    Ho votato perché sopraggiunga il padre di Georg, condivido il gusto dell’ansia che deriva dal dover nascondere i sensi di colpa del protagonista, sempre sull’orlo dell’essere smascherato.
    Lo sai che ti seguo.
    Al prossimo capitolo

    • Carissimo Giovanni, mi stavo chiedendo dov’eri finito! Sono molto contento di averti qui. 🙂

      Sì, qui ho proprio cambiato genere. La mia idea è di provare tutti i generi. Non so se ci riuscirò, ma piano piano tenterò!
      Per le riflessioni filosofico teologiche ho intenzione di dedicare altro spazio, ma non anticipo nulla.
      Alla fine non ha vinto il padre, ma il fratello. Spero, comunque, di riuscire a restituire una certa ansia.
      A presto!

  • Il padre, perché adoro le storie in cui il main chatacter deve nascondere qualcosa e il personaggio di turno rischia continuamente di scoprirlo… mi mette ansia, che è sempre un’emozione forte. Molte attuali serie TV di successo si basano totalmente su questo schema, se ci pensi.

  • Vorrei vedere come Jakob affronterebbe il padre di Georg.
    Mi sembri ulteriormente migliorato dall’ultimo racconto. Questo protagonista è più sofferto, profondo e – per molti versi – umano dei precedenti.

  • Ero piuttosto combattuto, ma alla fine sono andato sul sicuro, scegliendo il padre di Georg. Ottimo episodio, senza dubbio particolare. Non riesco ancora a immaginare quali sviluppi ci attendono. Questo è certamente un bene 🙂

  • Ho votato il padre di Georg, per stare in linea con quanto hai appena raccontato. Bello anche questo episodio, mi è piaciuta la frase “la preghiera svanì all’interno della stanza”, dà l’idea dell’effettiva futilità di quanto creduto dal protagonista.

  • Io incontrerei il fratello di Martin. Sei bravo a creare suggestone e atmosfera, sembra di trovarsi in quella stanza con Jakob, tra le sue lettere macchiate dell’inchiostro del peccato e del rimorso, tra le sue preghiere, come le si ascoltasse nell’aria. Complimenti. Sono molto confusa sul come una storia come questa potrebbe sciogliere i nodi.

  • Funerale.
    Francesco, sono innamorato di questa storia, è stato davvero un colpo di fulmine. Già adoro il personaggio di Jakob, così come ho adorato il colloquio con il ministro di Dio. Certi discorsi non sono poi così storici 😉 Ottimo episodio, come sempre.

    • Grazie mille Mone! Spero davvero di meritare i tuoi complimenti!
      Per i discorsi non tanto storici, hai ragione. D’altronde, devo ammettere che il genere l’ho scelto in quanto ho ambientato la storia in un momento preciso, ma, al tempo stesso, ho un intento non propriamente storico. 😉

  • Io andrei alla lettera del padre di Georg.
    La teoria, così come l’incipit, che hai usato è interessante. Devi fare più attenzione alla costruzione dei periodi e ai refusi, sarebbe un peccato dissiminarne in una trama così avvincente. Ti seguo!

    • Grazie mille Alessandra! Posso chiederti un chiarimento? Quali periodi e quali refusi pensi siano da aggiustare?
      Cercherò di essere più attento! Ammetto che quando inizio una nuova storia, mi faccio spesso prendere dall’entusiasmo e dalla fretta di pubblicarla. Grazie, come sempre, per la tua lettura attenta! 🙂

      • E’ complicato, Francesco.
        Non te lo posso spiegare, qui. Posso dirti che (problema molto comune) metti virgole dove non vanno. (Es. Come sempre ammirò, senza virgola. Oppure: il volto del diavolo riverso, senza virgola)
        La pace si spanse è improprio, (espanse, non spanse) ma in questo caso sarebbe corretto: s’impadronì, per esempio.
        Di cose di questo genere ce ne sono diverse… ma qui non posso darti lunghe spiegazioni. Io comunque ti leggo con piacere e , come vedi, anche tantissimi altri, per cui vai così. 🙂

  • Si confessa, senza dubbi.

    “L’intuizione” avuta leggendo il titolo si è rivelata esatta.
    Ci sono infiniti spunti di riflessione, nel trattato di Schelling, come nel tuo incipit.
    E’ vero, che se non avessimo coscienza del male non sapremo distinguerlo dal bene, ma a quel punto il limite che li divide non esisterebbe. Fare del male in nome del bene… è possibile?

    Davvero un bel racconto, Francesco. Complimenti.

    Aspetto il seguito e ovviamente ti seguo.

    • Innanzitutto, grazie Adelaide per essere passata e per il tuo commento!

      Gli spunti di riflessione sono veramente tanti e spero di riuscire a gestirli in soli 10 episodi! 🙂
      Fare del male in nome del bene… questa è sicuramente una questione scomoda, su cui ho intenzione di riflettere.
      Spero di riuscire a sorprendervi!

  • Uh… davvero molto intrigante… davvero davvero.
    Sono per la lettera del padre.

    Ma, se dal “bene” ha origine il “male”, e se è vero anche il contrario, la cosa migliore sarebbe non fare nulla, o fare a caso, non trovi? In ogni caso, sembra una somma con addendi uguali, che quindi alla fine darà un risultato nullo.

    Non ho letto Schelling, sto dicendo cazzate?

  • Uhm, sembra una premessa molto, molto interessante… un tema scomodo e difficile da trattare, ma ho letto le tue storie precedenti e sono sicuro che se c’è qualcuno in grado di tirarne fuori una bella storia, quello sei tu. Immagino che Jakob sarà l’antagonista della storia ma stiamo a vedere…e facciamo un salto in avanti! ^_^

    • La mia tesi di laurea è stata proprio sul male, proprio a partire dalle Ricerche filosofiche (affrontando, poi, anche altri autori). E’ da quando ho scritto la tesi che avevo in mente una storia legata Schelling e all’idea di male. 🙂
      Ovviamente mi dà un immenso piacere sapere di averti molto, molto interessato! Spero di essere all’altezza delle aspettative!

  • Non voglio esagerare ma la storia è fantastica!!! Ti assicuro che dopo la spiegazione della teoria degli opposto già mi immaginavo come sarebbero andate le cose, e ci ho visto giusto. Hai avuto un’idea geniale, sarà un capolavoro di racconto 🙂 Giusto per dovere di cronaca, ho votato per la lettera.

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