Il decimo giorno

Giorno Uno

Il caffè si spande sul tavolino bianco, allungandosi in un uncino informe. Il bruciore sulla punta delle dita è immediato.

– Ma che diavolo combini! – Strilla lui, facendo voltare tutti.

Lo guardo negli occhi. Voglio fissarmeli nella mente, con quell’espressione istupidita che hanno adesso. Voglio imprimere nella mia testa il suo volto, così com’è ora. Questo momento devo ricordarmelo, e a lungo. – Perchè? – Ringhio. – Cosa c’è che non va? Mi piace rovesciare il caffè sui tavoli dei bar. Adoro scottarmi quando sono bollenti.

Lui sospira, offeso. – Ecco a cosa mi riferivo. Non sopporto quando fai così.

– Così come? – Sibilo. – Così come quando mi lasci per un’altra?

Appoggia i gomiti sul tavolo, avvicinando il viso al mio. – Forse è il tuo carattere che non va. – Sussurra. – Forse ti lascio perchè sto meglio con lei.

Mi avvicino anch’io, accorciando notevolmente la distanza fra i nostri volti. Quasi come quando ci siamo scambiati il primo bacio, quattro anni fa. – Già. E sei stato tanto uomo da scoprirlo dopo avermi tradito ripetutamente. Avrò un carattere difficile, ma io almeno non sono una schifosa bastarda.

Mi alzo. Tiro fuori qualche moneta dalla tasca.

– Lascia stare – dice lui, indicando i soldi con un cenno del mento. – Pago io.

Mi sale il sangue agli occhi, non ci vedo più. Pago io. Pago io un par di palle. Sono io quella che ha pagato tutto, in questa stramaledettissima storia. – Non esiste. – Dico. E in un attimo gli scaglio le monete sulla testa, con tutta la forza che ho.

Mi allontano, sentendomi addosso lo sguardo delle persone e le parolacce furiose di lui. Accelero il passo, tappandomi le orecchie con le mani. Và all’inferno, và all’inferno! Ma come diavolo ha potuto?

Percorro un paio di isolati stringendo forte i denti. Non piango, no, ma i pensieri mi accoltellano il cervello ed il cuore. Non posso impedirmi di immaginare lui con lei, e poi con me. La nausea mi galoppa nello stomaco, e forse sto per cedere, quando la donna mi piomba addosso.

Non capisco da dove sia spuntata, ma nello scontro accuso un leggero dolore alle costole. Mi ritraggo.

La donna è piuttosto anziana. Si scosta da me, palesemente confusa. Si guarda attorno con un’espressione vacua , come se non capisse dove si trova.

– Signora? – La chiamo. – Tutto bene? Si è fatta male?

Improvvisamente mi rendo conto che c’è qualcosa che non va. Si guarda le mani, sembra sussurrare qualcosa tra sè e sè, ma non riesco a sentire cosa stia dicendo.

– Signora? – Insisto.

Lei pare scuotersi. Gli occhi sembrano riprendere coscienza di sè. – Che? Cosa?

– Si è fatta male?

Sembra totalmente sperduta. Poi mi guarda negli occhi, così come poco fa ho fatto io con  quel gran bastardo traditore. Ma non è uno sguardo normale. Lo stupore è grande, quando riconosco l’emozione che provo nel guardarla: questa donna fa spavento.

Mi sorride di sghimbescio. – Sto bene. Adesso.

Da quel sorriso sbilenco, spunta la punta della lingua. Sembra la grossa larva di un insetto.

Si guarda attorno, poi riporta lo sguardo spiritato su di me. Ride.

Voglio tapparmi di nuovo le orecchie: è la risata più sguaiata che abbia mai sentito.

La donna si volta in uno slancio, cominciando a correre in mezzo alla strada con una insospettabile agilità. Rimango a guardarla ipnotizzata.

E mentre il traffico scorre, si getta sotto le ruote di un autobus in corsa.

Questa storia e’ nata su THe iNCIPIT ed e’ ora in fase di trattativa con un editore per una possibile pubblicazione. Riportiamo qui solo l’inizio, speriamo di poterla leggere in versione completa molto presto.

Non sappiamo ancora nulla della protagonista, nè di quello che è appena successo. Forse un nuovo personaggio potrà aiutarci. Introduciamo:

  • Un carabiniere (22%)
    22
  • Un medico (30%)
    30
  • L'autista dell'autobus (48%)
    48
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302 Commenti

  • Dimmi che non sta prendendo la piega di Resident Evil, ti prego. No, seriamente, l’ho letto tutto, ho sentito le canzoni come le hai linkate, so che non dormirò stanotte, ho fatto la brava bambina. Ora… C’è qualche pezzettino minimal autobiografico in “Come se…”, che ti aiuta e non si nota tantissimo. Hai usato tutta te stessa in questo racconto e il riscontro è veramente ottimo, a tratti splatter, ma penso che tu avessi questa intenzione. Completalo che sta bene.

  • Esperimento !! Sono senza fiato. Ho vistotutto, perché mi ci hai portata tu. Io c’ero ! Anzi, ci sono ancora. E sono letteralmente terrorizzata!! Semplicemente
    WOW !! COMPLIMENTI !
    aspetto con ansia che mi “liberi”. C’è troppa
    Polvere in questo archivio 🙂 ( per non parlare dei cadaveri ) p.s a breve il mio racconto
    ! Un abbraccio

  • Mi ispira un esperimento scientifico governativo 🙂 la tensione si sente, dai un ottimo tocco di realismo e ho apprezzato in particolare la parte sul dolore che la fa rimanere lucida. Brava 🙂

  • Ho letto tutti gli episodi. In particolare mi è piaciuto il secondo ( mi sembra), dove tutto ha inizio con il rumore dei tonfi. Mi sono piaciuti i cambi di scena e mi piace il personaggio del vecchio soldato. Ho votato per l’esperimento e ora aspetto di sapere di cosa si tratti in realtà .
    Brava. Alla prossima 🙂

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