Il passato chiede sempre il suo conto

Dove eravamo rimasti?

Cosa fa il commissario? Parla con l'avvocato e amico della famiglia Verdini. (50%)

Chi sa, tace!

Claudio Santanicola si recò in commissariato di prima mattina.

Alle 08:30 stava già bussando alla porta dell’ufficio di Cresti.

“Prego, si accomodi” – lo invitò il commissario. Dal suo ciglio si notava che non aveva proprio chiuso occhi la notte.

“Signor Commissario se posso essere di qualsiasi aiuto…”

“Avvocato, la faccenda è delicata. Una bambina è stata rapita e il piano sembra ben orchestrato. Lei conosce bene i Verdini, sa se può esserci qualcuno che abbia avuto dei problemi?”

“Che io sappia, no. E’ una famiglia tranquilla. Marcello ha avuto qualche rogna col suo lavoro, ma tutto è sempre stato risolto.”

“E come si spiega questo rapimento e l’accanimento delle lettere?”

“Ma credo vogliano dei soldi. Tutto qui.”

“Avvocato e lei perderebbe il tempo a leggere nenie e spedirle?”

Santanicola si agitò un pochettino sulla poltrona. Tanto stava rigido che sembrava seduto su un cactus. Gli occhi nascosti dalle lenti non si posavano mai sul commissario. Erano sempre sfuggenti.

“Invece di prendervela con me o di indagare sulla famiglia, preoccupatevi di fare il vostro lavoro.”

“Noi lo stiamo facendo. Le lettere sono in mano ai nostri esperti della scientifica, i telefoni sotto controllo e stiamo cercando qualsiasi cosa possa fornirci un indizio utile. Anche interrogare gli amici.”

“Lei e Verdini da quanto vi conoscete?”

“Dai tempi del liceo, non ci siamo mai persi di vista!”

“Non è mai successo nulla?”

Santanicola si mise ancora più ritto. L’attimo di esitazione lo fregò.

“Mai.” Ma la voce era incerta.

Cresti preferì congedarlo. Poi chiamò Gloria e le disse di farlo tenere sotto osservazione. Sapeva qualcosa. Ma non parlava.

“Ascolta, Gloria. Dobbiamo scavare nel loro passato. Qualcosa non quadra.”

“Sì, capo. Analizziamo i fatti. Se fosse stato un rapimento, non avrebbero inscenato questo teatro. Non credi?”

“Sì. A meno che non vogliano buttarci fumo negli occhi.”

“Se fosse stata l’opera di una donna frustrata in cerca di maternità non avrebbe di certo continuato ad avere contatti con la famiglia.”

“Giusto, Gloria. Qui, c’è il chiaro tentativo di voler colpire i Verdini. Dobbiamo solo capire perché. E, soprattutto, sperare che non tocchino la bambina.”

Gloria annuì. Lo sguardo pensieroso.

Lo squillo del telefono interruppe il loro silenzio.

“Cresti. Sì?”

Pausa.

“Ah. Bene, non perdetelo di vista. E aggiornatemi in caso di movimento sospetto.”

“Il caro avvocato si è diretto dai Verdini e l’hanno visto parlare in maniera concitata con l’amico.”

“Capo pensi c’entri qualcosa?”

“Non è che lo penso. Ne sono certo.”

“Gloria, vai e scava nella vita di Marcello Verdini e Claudio Santanicola. Voglio sapere tutto, anche la marca delle loro dannate mutande se può servirci a qualcosa e a far tornare quella bambina sana e salva a casa!”

Cresti era davvero furioso. Non sopportava proprio l’idea che un genitore potesse essere coinvolto nel rapimento del proprio figlio.

Prese il taccuino. Lesse gli appunti.

“VE47” c’era scritto sul primo biglietto. “Cosa può significare?” si chiese il commissario.

Delle iniziali? Ma il numero?

Cresti si batté una mano sulla fronte. “Come diavolo ho fatto a non pensarci subito. Corso Vittorio Emanuele, n. 47!”

Fece una rapida indagine e si precipitò fuori dall’ufficio.

All’indirizzo corrispondeva una graziosa villetta a due piani con giardino, abitata da una coppia di anziani.

Sentiva di aver fatto un clamoroso buco nell’acqua.

Il cellulare cominciò a squillare: “Pronto?” -ruggì.

Pausa.

“Arrivo!”

Si recò dai Verdini. Era stato recapitato un messaggio.

C’è una cassetta alla stazione centrale. 1243.

 

Clara era terrificata.

“Voi non muovetevi. Vado io.”

Cresti chiamò Gloria al cellulare.

“Sto andando alla stazione. E’ stato recapitato un messaggio in cui dice il numero di una cassetta. Raggiungimi lì. E fatti dare le registrazioni delle telecamere.”

Cosa troveranno nella cassetta?

  • Una foto. (63%)
    63
  • Un mazzo di chiavi. (38%)
    38
  • Un nuovo "regalo". (0%)
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149 Commenti

  • Solo Giselle, ma sono in estrema minoranza.
    Se posso, ho qualche perplessità non sui fatti descritti, ma sulla fretta con cui sono stati riportati, compreso l’assurdo ruolo della madre.
    Forse questi ricordi avrebbero meritato uno/due capitoli in più magari segmentati con la vicenda centrale
    Marcello sembra – ed è un pregio di coerenza della tua descrizione – ancora identico al se stesso di 20 anni prima.

    • Ciao Max. Puoi e devi. Hai ragione, probabilmente non mi sono gestito bene con i capitoli. Sai, questa è la primissima volta che scrivo una storia, do ordine alle mie idee e…insomma, ho fatto diversi errori. I vostri suggerimenti mi sono di grande aiuto e crescita. Ti ringrazio molto

  • Che scena viva che hai descritto, la violenza sulla donna è stata atroce, la madre (st*****) che continuava a picchiarla senza uccidere quel Claudio e los tesso vale per Marcello… ma si può essere così indifferenti? Ovviamente voto per non trovare nessuna delle due, non avrebbe senso dopo tutto questo, non darebbe mai spontaneamente la bambina!
    Alla prossima =)

  • Ho letto la storia, sola, in camera mia, con una sola lampada accesa, e quando in uno dei capitoli hai messo la ninna nanna della nonna stavo morendo, non facevo che guardarmi le spalle, bravo hai fatto un bel lavoro, ora so che continuerò a leggere la tua storia di giorno =)
    ah e leggendo avevo già l’impressione di trovarmi davanti a un libro =) Voto per la donna
    Alla prossima =)

  • In vergognosa minoranza avanzo un suggerimento …
    Non svelare l’identità della donna perché così ci terrai tutti incollati fino all’ultima riga. Farò il tifo per il commissario Cresti, che mi piace e voglio credere in lui.
    Bravo commissario, bravo Guy 🙂

  • Ti ho letto durante un viaggio in treno con uno smart phone quattro pollici. Quindi se pensi che la tua storia non mi piace levatelo subito dalla testa. Non mi sacrificherei facendomi venire la cataratta….Ora ho anche votato, torniamo a 20 anni in dietro.
    Il mistero si infittisce, la donna chi è ? Perché ha fatto questo. La bambina è coraggiosa, Marcello altrettanto ed anche la mamma. Bene gli sbalzi temporali, qui non è sempre facile farli e te li devi organizzare altrimenti sembra un continuum e non si capisce un fico secco. Ok, sbircio i commenti di Maxlap e ALessanra loro il giallo lo portano con disinvoltura, non come me che mi sbatte in faccia…..

  • Ci siamo un po’ persi di vista, ma ti seguo fin dall’inizio. Poi la vita, le caxxate, non lo so… ho dovuto recuperare con te. Felice di averlo fatto, poiché questa storia mi ha ispirata da subito… il chè non accade facilmente.
    Foto.

    • Grazie Flavio. Ci avevo già pensato. Solo che non sapevo se inserirlo nel quarto capitolo oppure in quello successivo. Qui ho voluto concentrarmi sulla tensione e sul mistero.
      Alla prossima.

  • Ciao Lucia, innanzitutto grazie per la visita, il voto e i consigli.
    Come avrai capito, sono un novello del sito, quindi devo ancora imparare a districarmi!
    Spero che il mio incipit possa interessare gli altri lettori…
    Con vero piacere, passo a leggerti.
    Per quanto riguarda la storia, beh, Marcello pensa di essere circondato da persone che conosce bene e a fondo, di cui potersi fidare, invece gli succederà qualcosa che manderà in tilt le sue convinzioni…e, soprattutto, dovrà tornare a fare i conti col la sua coscienza… Ma pian piano, lo scopriremo… Spero… E scopriremo se l’avvocato c’entra anche qui…
    Spero di essere stato convincente.
    Grazie ancora e un caro saluto

  • Incipit interessante, dopo il commento decido se seguirti o meno. Ho scelto l’avvocato e sono la prima a visitarti. Spero visiterai la mia storia è in top 10. I capitoli possono essere letti in maniera staccata anche se sono collegati. Buona fortuna e non correre, fai riposare la storia una settimana 10 giorni…. Un bacio e un saluto…L’avvocato c’entra per forza.

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