Paranausea

Dove eravamo rimasti?

Nel prossimo episodio di Paranausea il nostro "eroe" si sveglierà all'interno dell'Abbazia, ma cosa rovinerà la sua giornata stavolta? Scoprirà di avere una missione importante. (60%)

Di sciacalli ed agnelli

Freddo, buio e l’aria zuppa dell’odore pastoso dell’umidità che aveva impregnato i muri: la prima impressione è quella che conta e svegliarsi in un posto simile non è tra le cose più incoraggianti che potrebbero venirmi in mente.
C’era una piccola finestra in alto sopra la mia testa e, per fortuna, una luna piena e abbastanza brillante da inquadrare una bottiglia d’acqua ed un tagliere, fette di salame grossolane, un tozzo di pane ed un pezzo di formaggio, poggiato sopra un tavolo crivellato dai tarli. Mi ci buttai sopra senza rifletterci più di tanto, facendo sparire tutto in pochi minuti: fossero stati anche drogati o avvelenati, ormai non mi importava più.

Riempita la pancia mi venne il dubbio che qualcuno mi avesse svuotato le tasche e quindi controllai subito, ma la SIM card di Joy era ancora al suo posto e, con mia sorpresa, trovai anche un foglietto di carta che prima non avevo:

Mi auguro che stia bene e che si sia ripreso. Perdoni, se può, i modi rozzi del mio socio: la verità può solleticare l’anima come una bella favola o colpire dritto in faccia come il pugno di un pugile, perciò abbiamo deciso di lasciare che sia lei stesso a farsi un’opinione e, se tutto è andato come doveva, ora dovrebbe trovarsi all’interno dell’Abbazia, dove noi non siamo mai riusciti ad arrivare.

Auspicando il meglio, ci rivedremo molto presto, ma nel frattempo ci troviamo ad affidarle un compito fondamentale: ciò che si cela all’interno del monastero è la chiave per risolvere ogni suo neonato problema. Raccolga quante più informazioni può e le prometto che faremo di tutto per aiutarla ad uscire da quella scomoda situazione in cui si è trovato ad annaspare, anche se, le confesso… Raramente le cose accadono senza una ragione precisa e credo che lei si trovi esattamente nel posto in cui il suo destino le imponeva che fosse.

“In bocca al lupo”: scoprirà che è molto più che un mero augurio.

Un abbraccio,

Adamo

Che diavolo vorrebbe dire? Soprattutto, da quando avevo iniziato a lavorare per quei due svitati?

Domande legittime, che furono però interrotte da un vociare sincronizzato in una specie di nenia religiosa che veniva da fuori. Trascinai il tavolo sotto la finestra, sperando che non si sbriciolasse sotto il mio peso e lo usai per raggiungere le inferriate per sbirciare oltre, su quello che sembrava essere il cortile interno: una ventina di monaci erano impegnati in una sorta di processione, tutti incappucciati e divisi in due file ordinate, al centro delle quali marciava un tizio vestito di bianco esattamente come i “profughi” di Naturopìa, scortato da Bosco, alle sue spalle.

Fu solo quando mi sfilarono accanto che un particolare mi colpì più di tutti: quel tizio era identico al Sindaco, anche se ero certo di averlo visto portare via in manette solo poche ore prima. Come aveva fatto a finire in quel posto e perché era vestito a quel modo?

Al centro del cortile c’era una specie di cappella, una specie di ossario come quelli che si trovano normalmente nei cimiteri, le cui porte metalliche si spalancarono non appena la “truppa” di religiosi la raggiunse; la luce tremolante di due lanterne si faceva strada dall’interno, preceduta dall’ombra di altri due monaci in scorta a quello che a colpo d’occhio sfoggiava dei paramenti piuttosto bizzarri per essere un frate cattolico: indossava infatti una vistosa maschera nera, dalle fattezze canine. Ricordava in qualche modo quella divinità egizia con la testa di sciacallo, Anubi.

Il tizio vestito di bianco a quel punto sembrò innervosirsi, gesticolava e borbottava qualcosa in modo piuttosto accorato, anche se purtroppo non riuscivo a capire nulla da quella distanza. Quello strano vestale ad ogni modo non sembrava dargli troppa attenzione e girò i tacchi poco dopo, per sparire di nuovo all’interno della cappella. Il tizio a forma di Sindaco lo seguì immediatamente, sollecitato in modo assai poco gentile dalle manone di Bosco; il resto dei frati si riversò all’interno in modo ordinato, anche se mi chiedevo come diavolo potessero entrarci tutti insieme date le dimensioni modeste della costruzione: evidentemente era l’ingresso a qualche specie di cripta sotterranea.

Non ero ottimista riguardo le sorti di quell’uomo e, arrivati a questo punto, iniziai a temere persino per la mia incolumità: che Joy si riferisse a questi frati con quel “loro”? Anche se non mi avevano ancora torto un capello il pensiero che volessero interrogarmi mi riportò alla mente ciò che avevo visto sui libri di scuola e come i religiosi erano passati alla storia per condurre i propri interrogatori: onestamente non avevo nessuna intenzione di scoprire se ad aspettarmi c’era la cosiddetta “cura medioevale”.

Istintivamente mi precipitai verso la porta della cella, per controllare se fosse chiusa o meno.

Può una porta influenzare il corso della storia? Ma certo che può!

  • La porta è... Preferiamo l'effetto sorpresa! (45%)
    45
  • La porta è aperta: sono un ospite, gradito o meno non si sa (18%)
    18
  • La porta è chiusa: sono prigioniero e non mi resta che attendere. (36%)
    36
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137 Commenti

  • L’abbazia è tra i luoghi per eccellenza nei quali un evento inspiegabile rompe la routine 😛

    Bel capitolo Don. Sono particolarmente sensibile ai giganti buoni e tu hai descritto il tuo in maniera mooolto bbbuona 🙂
    Avanti così 😉

  • Ti avevo già letto, ma ora ti lascio un commento. La storia è molto ben costruita, l’humor c’è e ci stanno pure i colpi di scena. Ti faccio i miei complimenti… Curioso di sapere dove arriverà la narrazione, nel frattempo, ho votato per Hallvor. 🙂

    • In tutta onestà sto andando a braccio, ma va bene così perché mi diverto… se in 10 episodi non concluderò nulla, vuol dire che ne scriverò altri 10 e ci sarà una seconda stagione!
      Grazie per i complimenti, Guy!

  • Ciao,
    sei nuovo? Io sono stata assente per un po’ e giurerei di non averti mai visto, qui, tra le storie di TI. Poi non mi sarei mai fatta sfuggire una storia come la tua. Complottista come me! Un punto in comune. Tu però mi batti! Li hai messi tutti insieme: alieni, multinazionali, sette religiose, omici insabbiati… cavolo ti mancano il progetto Monarch e gli Illuminati e hai fatto tombola! 🙂
    Ti leggo volentieri. Qui voto per una provvidenziale separazione. Al prossimo episodio. 🙂

    • Ciao Alessandra!
      Si, ho scoperto questo sito da poco, ma mi sono buttato subito perché mi è piaciuta l’idea: l’intenzione è quella di parodiare i vari show dei teorici della cospirazione, anche se forse la sto tirando un po’ per le lunghe perché il mio protagonista sta girando in tondo, ma dal prossimo episodio vedrò di inserire qualche elemento per dare più carattere alla storia.
      Grazie per il sostegno e, come sempre, ogni suggerimento è bene accetto!

      • Ho finito adesso di leggerti.
        – C’è un tizio nudo e credo che stia “amando” un mucchio di terra. – Con parecchio trasporto tra l’altro e, apparentemente, nessuno ci faceva caso; probabilmente non era nemmeno il momento adatto per una digressione, o forse si, dopotutto questa storia mi stava divorando dall’interno – La parte più carina….
        Ci sentiamo..

  • Gran pezzo… Ricollegavo sempre al fatto del biglietto della vincita iniziale… L’ humor non l’ho colto tutto questa volta. Ora fermati, leggi e leggi….stai calmo…. Ti sei penalizzato da solo pubblicando due capitoli troppo in fretta. Ora questi tre bastano, leggi e fatti leggere. Bello il pezzo giornalistico, ho scelto la vecchia amica….Occhio Don: ” ti sto seguendo!”

    • No dai, poi dovrei cambiare il titolo in “Valeriana”…
      C’è tutto il tempo, questa volta la votazione è molto incisiva, perciò prenderò più tempo per leggere gli altri e lasciar leggere qui 🙂

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