Dreamless City

Dove eravamo rimasti?

L'Iniziazione di Jen: quale Mansione le sarà affidata? Jen si rifiuta di ricevere una Mansione (63%)

La Mansione

Con lo sguardo affranto, Jen si voltò verso Ruth e poi si sedette sul letto. Si portò le mani sul viso. Cercò di pensare a Leslieville, alla sua casa, alla routine che tanto odiava… Le mancava la normalità e ancora non si spiegava per quale motivo fosse lì. Intanto l’infermiera la stava osservando:

“Ti senti bene? Dobbiamo andare, non possiamo farli attendere a lungo.” le disse.

“Chi è che ci sta aspettando?”

“Il Consiglio, nella Sala dell’Iniziazione. Adesso andiamo, non fare domande”

Jen si alzò esitante e la donna le dette una leggera spinta contro la porta.

“Ho capito! Non spingere!” l’aggredì.

Appena uscita, vide che fuori c’erano due soldati con tanto di mitragliatrice e maschera. 

Si trattava di Lizzie Pike, 18 anni, del Kentucky, orfana dalla nascita e di Samantha Stanford, 20 anni, del Texas, cintura nera di karate. Erano impassibili come due automi.

“Siete qui da molto?” chiese Ruth.

“Sono più o meno dieci minuti che aspettiamo qua fuori.” rispose Samantha freddamente.

Poi, senza dire una parola, cominciarono a procedere: Jen fu condotta per un lungo corridoio, disseminato ai lati da diverse stanze simili a quella da dove era uscita, alle quali si accedeva tramite delle anonime porte grigie.

“Cosa c’è là dentro?” la ragazza indicò l’unica porta socchiusa, dalla quale arrivava odore di cibo.

 “Si tratta di una delle Stanze, i luoghi in cui ognuno svolge la propria mansione.”  L’infermiera sembrava alquanto infastidita dalla sua curiosità.

“Allora mia madre potrebbe essere là dentro!”

Si avvicinò di corsa, infilando la testa attraverso lo spiraglio. Doveva essere una cucina: c’erano donne chine sui fornelli con davanti pentole fumanti, troppo concentrate per accorgersi di lei.

Una mano la afferrò per la maglietta: era Samantha, che, su cennò di Ruth,  la scaraventò violentemente con le spalle al muro.

“Non fare domande” ripeté la donna di colore  “Ti ho già detto di non chiedere niente. Fai quanto ti viene chiesto e non opporti, è inutile. Prima o poi dovrai rassegnarti, nessuno si deve ribellare al Sistema. Voi due, legatele le mani! E tu, ragazzina, non osare più ficcare il naso in cose che non ti competono.”

Jen fece un debole cenno con la testa mentre la legavano: era ancora stordita dalla botta. Adesso sembrava un cane al guinzaglio: i soldati la tenevano per due corde e la trascinavano.

Dopo qualche minuto giunsero in un grande salone circolare: sulle gradinate c’erano una serie di uomini vestiti completamente di nero, davanti a lei uno strano  macchinario formato da due grandi cerchi incrociati con al centro una sedia, collegata tramite dei cavi a un computer. Accanto ad esso c’era il Sindaco, che l’accolse con un sorriso mieloso aprendo le braccia:

“Piccola Jen, finalmente ci delizi della tua compagnia!” si rivolse a Ruth “Come mai ci avete messo tanto?”

“Si è ribellata, Signor Sindaco, ha anche cercato di scappare. Abbiamo dovuto legarla”

“Non stavo scappando!” urlò la ragazza “Stavo solo cercando…”

“Chi devi cercare? Siamo tutti qui, a casa” disse lui, colpito dal fatto che la nuova arrivata, nonostante il Liquido, potesse ancora pensare e agire liberamente “Cosa penserebbero di te questi Signori? Non ti ho già detto che dovresti essere più educata?”

“Com’è che loro sono uomini e io posso vederli?” proseguì lei quasi senza ascoltarlo “Ruth mi ha detto che qui uomini e donne non possono stare a contatto,  pena la morte”

Il Sindaco si sforzò di sorridere, stupito da quella domanda, che nessuno prima d’ora gli aveva mai posto: “Ruth non ti ha mentito, però questa è una regola che vale per i Cittadini come te: noi, membri del Consiglio, possiamo Vedervi senza essere Visti. Ma adesso basta con le chiacchiere, non devo darti nessuna spiegazione” concluse in fretta “Avvicinati al macchinario. Sono curioso di sapere quale sarà la tua Mansione.”

“Io non voglio una Mansione. Voglio la mia famiglia. E voglio andare a casa, la mia vera casa” La ragazza gli stava davanti in una postura rigida, lo sguardo fisso nel suo.

“Non costringermi a usare le maniere forti” l’ammonì innervosito “Tu non hai idea di cosa potrei farti, se solo volessi. Questo è l’ultimo avvertimento che ti do: vai al macchinario altrimenti…”

Jen non lo fece finire di parlare che gli sputò in viso. L’uomo, adesso impassibile, si pulì delicatamente la guancia con un fazzoletto  “Se non collaborerai con le buone, lo farai con le cattive. Adesso basta!”

 La fulminò con uno sguardo: tutto intorno a lei si colorò di cremisi e cadde a terra impotente.

***

“I tratti più sviluppati che ha sono la forza e la velocità, Signore”

La ragazza aprì gli occhi nel sentire quella voce: realizzò di essere legata al macchinario e che la stavano analizzando.

“Bene bene” fece il Sindaco sicuro di averla domata “Sei contenta, piccola Jen? Da adesso in poi sarai una Cacciatrice.”

“Come vuole, Signor Kramer”

“Cosa hai detto?”

“Ho detto che va bene, Signor Kramer, Philp Kramer, giusto?”

L’uomo rimase paralizzato nel sentire quel nome, il suo nome, che non aveva mai rivelato a nessuno.

Quale sarà la reazione del Sindaco?

  • Viene interrotto da alcuni membri del Consiglio, che devono discutere con lui di cose più urgenti. (0%)
    0
  • La manda a svolgere la Mansione noncurante, continuando, però, a indagare sulla sua indole. (75%)
    75
  • Sottopone Jen a ulteriori analisi, appurando che ha solo bisogno di una dose maggiore di Liquido. (25%)
    25
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