Eclissi in Bahnhofstrasse

Un caffè con la follia

Da buon avvocato londinese quale egli era, Braden Dixon non poteva che provare meraviglia nel passeggiare nel mezzo degli sfarzosi negozi della Bahnhofstrasse, una delle vie più lussuose del creato, nonché l’arteria di Zurigo, il di lei cuore pulsante. Da tempo anelava a contemplare la Paradeplatz, la piazza attinente all’appena citata strada, che, imponente quanto un’autostrada, si spalancava dinanzi il turista contornata dallo scenario alpino il quale, con magnificenza, rendeva Zurigo il perfetto compromesso tra il villaggio e la metropoli. L’uomo poteva meglio d’altri notare tale peculiarità: malgrado Zurigo non ospitasse un Buckingham Palace o un Tamigi, Dixon era attratto come non mai dalla bellezza del Fraumünster, quanto dalle verdeggianti sponde della Limmat. In tutta l’imponenza dei palazzi dell’altopiano, gruppi d’alberi, quasi fossero torri, si piazzavano maestosi, quasi volessero sfiorare il creato, tra aiuole fiorite, mentre fronde d’edera s’avviticchiavano ai loro tronchi come a soffocarli. I bambini ridevano briosi contornati da tale bellezza, mentre i tediosi genitori si prestavano a tenerli per mano. 

Visitare il capoluogo dell’importante cantone svizzero era sin da troppo parte integrante dei desideri di Dixon: stava finalmente soddisfacendoli, in quanto v’era oramai giunto da qualche giorno deviando per Parigi, che aveva goduto della sua permanenza una settimana. 

Incedeva pacifico, quando l’orda di individui che con inesorabile velocità si avvicinava a lui per mezzo del marciapiede, lo costrinse ad avvicinarsi pericolosamente al tram che, prossimo al bordo della strada, quasi lo investì. Si voltò indispettito notando che i turisti, ignari, erano ben più occupati ad ammirare i paesaggi fotografati, piuttosto che a preoccuparsi della sua incolumità. Si girò poi dal lato opposto, dove scorse il tram color cobalto che, per poco, avrebbe deviato il suo itinerario verso l’ospedale. 

Giunse finalmente presso la Paradeplatz, ove, con lo stupore di un bambino, poté ammirare da lontano le imponenti torri del Grossmünster, il duomo di Zurigo, firma della splendida città elvetica. Dall’antica base della chiesa si ergevano due torri, ognuna delle quali ospitava una cupola, che a sua volta reggeva una bandiera bianca e blu. L’uomo non perse tempo nello sfoggiare la nuova macchina fotografica acquistata a Parigi, tramite la quale immortalò le due torri. Spostò poi l’inquadratura verso il basso, dove due enormi balconi contornavano la base delle cupole. Vide una donna camminare nervosamente all’interno del balcone, decise quindi di attendere un poco, onde evitare che i suoi scatti venissero abitati da sconosciuti. Spense di conseguenza il display dell’apparecchio che, essendo stato utilizzato parecchie ore addietro, non avrebbe ancor consentito molti scatti. Fece appena in tempo ad alzare nuovamente lo sguardo, quando scorse la donna scavalcare il parapetto del monumento, sedervisi sopra e, sotto lo sguardo dell’intera piazza, saltare. Dixon era tutto meno che fuori dall’ordinario, eppure, per istinto o per volontà, cominciò a correre verso il duomo, dinanzi il quale arrivò in pochi minuti, accompagnato dal suo fiato corto. Si trovava al di sotto della facciata principale, dove non scorse l’ombra di un cadavere. Sapendo che i balconi contornavano il Grossmünster in qualunque direzione, decise di attorniarne l’intero perimetro. Non avendo scorso nessuno al di fuori dei turisti già incontrati in precedenza, ipotizzò che la donna fosse già stata soccorsa di chi aveva più fiato di lui. Decise di conseguenza di sostare alla caffetteria più vicina, così da riprendersi dal mancato soccorso. Si sedette all’aperto, dove poteva contemplare le già immortalate cupole e i suddetti balconi, che, sperando in bene, tentò nuovamente di riprendere. Accese il display dell’ormai scarica macchina fotografica quando, in perfetta concomitanza, vide passare davanti a lui quella che gli sembrò esattamente la donna appena buttatasi dal duomo. Chiuse gli occhi credendosi prossimo al crollo psicologico: quando tuttavia li riaprì, trovò dinanzi a sé la medesima donna appena veduta.

«Il posto è libero?» chiese lei.

La donna in questione sarà

  • Comparirà saltuariamente (21%)
    21
  • L'antagonista di Dixon (29%)
    29
  • Un'alleata di Dixon (50%)
    50
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57 Commenti

  • Ciao, atramentum
    la storia che hai creato è interessante. Un plot ancora da sviluppare con buone potenzialità, devo aggiungere.
    Il linguaggio che usi per narrare è aulico e non si assimila a un giallo in tempi moderni, non capisco questa tua scelta narrativa. Però il mistero appare intelligentemente immaginato, vediamo se sarà sviluppato altrettanto.
    Seguo.

  • Eccomi!
    Devo dire che il tuo incipit mi è piaciuto molto, e dico sul serio, non per fare un complimento generico. Hai uno stile molto curato e preciso ma non per questo meno efficace o intrigante: hai saputo descrivere benissimo le azioni della donna che saliva sul parapetto per saltare giù. Sono davvero curiosissima di vedere come continua, ti ho messo tra le seguite. Cavolo rischiavo di perdermi davvero una bella storia. Complimenti!

  • Ma che bell’incipit! mi piace molto l’ambientazione, sul protagonista non posso dire ancora nulla perché non ci hai detto ancora nulla di lui, ma la storia promette davvero bene. Ho votato per alleata, mi intrigano troppo le coppie nei gialli. Anche se non nascerà nulla di romantico, mi piace vedere un uomo e una donna alle pese con il mistero.;-) ti seguo più che volentieri
    Solo una cosa: perché sti poveri bambini erano boriosi? non mi sembra una caratteristica da attribuire a dei bimbi 🙂
    Aspetto con ansia il prossimo capitolo!

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