Pavor nocturnus

Lux in tenebrae

Era ora. Il pastore riprese il suo bastone ed iniziò a richiamare l’attenzione delle pecore e delle capre che stavano brucando i radi ciuffi di erba che la collina poteva ancora offrire. I vicini pozzi petroliferi di Zumar avevano iniziato a rendere sterile quella terra decine di anni prima. 

Il  capraio gettò un’ultima volta lo sguardo all’orizzonte, che gli offriva ormai sagome indefinite, dominate da un cielo cupo e privo di stelle. Il sole era tramontato da qualche ora, ma lui aveva tardato troppo, il sonno si era impadronito di lui, mentre ascoltava, da una vecchia radiolina, della musica tradizionale. 

Gli armenti iniziarono a belare insistentemente. Erano inquieti. Il pastore cercò di calmarli invano, quando un rombo di motori in lontananza contribuì a rompere la quiete del luogo, seguendo i belati delle pecore. Poco dopo, alcune grida e rumori di spari. 

“Il suono della guerra” sussurrò il capraio. Istintivamente si nascose dietro un masso, ed osservò. Iran, Kuwait, e poi l’arrivo degli Americani, gli scontri tribali…. la guerra era diventata da tanto tempo una sua compagna: gli aveva portato via due dei suoi figli. 

In lontananza, si vedevano brevi lampi di luce, in contemporanea degli spari, e l’isolata luce di qualche torcia. Predoni dal confine siriano? Una cosa era certa: se le capre non avessero smesso di agitarsi, l’avrebbero notato e Allah solo avrebbe saputo cosa sarebbe stato di lui.

“Ahmad”. Un sussurro. Come se qualcuno avesse bisbigliato il suo nome all’orecchio. Il pastore si voltò di scatto, ma non c’era altro che il suo gregge in preda all’isteria.

“Ahmad”. Di nuovo. Non capiva che stava succedendo. Non capiva neppure come poteva sentire quel flebile suono in quell’orchestra di belati.

“Ahmad”. Una terza volta. Aveva l’impressione che fosse una voce femminile. Il suono sembrava provenire da un’anfratto roccioso poco distante. 

Lentamente, guidandosi col bastone, il pastore Ahmad si avvicinò a quel luogo di pietra. Un belato più forte. Quasi un urlo. Ahmad accelerò il passo, spinto da un’inspiegabile bramosia. 

In lontananza il ruggito dei motori dei pick up rimbombava per la piana, ma lui non ci faceva più caso. Era arrivato. Dall’anfratto spunto una sua pecora, che belò in segno di saluto. Ne scorse la testa, poi il suo viso fu plasmato da una smorfia di terrore.

L’animale uscito dall’anfratto non era che la carogna della sua pecora: l’intero manto di lana era sparito, e con lui, la carne e gli organi. La testa e le zampe intatte accompagnate dallo scheletro insanguinato e spoglio dell’essere, che inspiegabilmente belava e gli veniva incontro. Giunto davanti a lui, gli si accasciò ai piedi improvvisamente, senza vita. 

Alzata la testa verso l’anfratto, Ahmad fece in tempo a sussurrare “Allah u…”. Furono le sue ultime parole. Trascinato nell’oscurità verso l’oblio e la morte, guardò con occhi sbarrati per l’ultima volta la piana di Ninive. Il convoglio dei predoni sembrava così lontano ora. Una luce nell’oscurità.

* * *

Un urlo disumano squarciò il silenzio della notte. Un uomo si sollevò dal letto, continuando a gridare, le guance rigate dalle lacrime. Sudava freddo, ogni suo muscolo rigido come se fosse nell’atto di compiere uno sforzo disumano. 

Ricevette schiaffi, fu strattonato, si cercò di farlo tornare in sé. Reagiva guardando il mondo con occhi sbarrati. In quel momento, altrove, le armate nere dell’Isis stavano invadendo l’Iraq nordoccidentale, dando avvio all’ascesa del Califfato.

Chi è l'uomo in preda ad un attacco di terrore notturno?

  • Un pilota dell'aviazione statunitense. (14%)
    14
  • Un peshmerga curdo. (14%)
    14
  • Un archeologo occidentale. (73%)
    73
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47 Commenti

  • Bentornato. Che sia una bella storia, il cui sviluppo hai già ben chiaro e che tu sappia scrivere molto bene sono cose che già sai benissimo. Io posso solo aggiungere che ho fatto la mia scelta e aspetto con curiosità la prossima puntata. 😉

  • Ciao! la storia credo sia di spessore e notevole! I miei complimenti! Storia, culture differenti, il mistero…però, troppo tempo! Più di un mese dall’incipit. Visto che le storie sono molte, si fa poi difficoltà a seguire il filo e capita che si deve fare un lavoro di rilettura! Inoltre, cerca di passare anche dagli altri autori. Leggi commenta segui! 😉
    Intanto, ho scelto le forze di invasione.
    Ciao!!!

  • Io vorrei stare ancora su De Novo e gli altri archeologi. Chissà cosa nasconde la pietra a forma di pavone?
    “Ridendo, aveva detto il vero”. È un indizio, un tuo marchio di fabbrica oppure un semplice modo di dire a cui sei molto affezionato? 😮

  • Direi forze di invasione islamiste.
    Storia sempre più interessante, sarà il contesto, la location, sarà l’occasione storica e geopolitica a rendere il tutto di maggiore qualità; ma devo dire che la tua idea di plot è notevole, per quanto ancora fumosa e a volte costellata di refusi da distrazione.
    Unico vero appunto: dovresti pubblicare con meno lentezza 🙂 e partecipare di più alla vita degli autori. In ogni caso, sempre felice di leggerti.

    Je suis Charlie.

  • Davvero un Incipit interessante, carico di quel macabro mistero, per niente banale o scontato, che fa venir voglia di andare avanti a leggere. Il titolo è accattivante, ed è il motivo che mi ha spinto ad iniziare la lettura, e la trama mi incuriosisce. Aspetto il prossimo capitolo per vedere cos’hai in serbo per tutti noi 🙂

  • Alessandro, voto anch’io per l’archeologo! Mi piace il contrasto tra gli elementi epici e la modernità del contesto storico, che mette molto in discussione e non sarà facile da gestire (quindi mi aspetto grandi cose!). Il paesaggio arido e sterile, su cui incombono le figure dei pozzi petroliferi, e il carico di suspense mi fanno pensare a uno scenario quasi post-apocalittico. Non riesco a immaginare se questa storia si svolgerà in un futuro rispetto al nostro tempo, oppure si giocherà al passato. L’archeologo sembra un indizio, ma non vorrei farmi ingannare.
    Comincio a fantasticare, segno che la storia mi prende! Aspetto con ansia di leggere gli sviluppi e di dare una risposta alle mie ipotesi.

    • Si, diciamo che questo horror avrà una collocazione temporale multipla, per così dire, cioè la narrazione sarà lineare, eppure, passato, presente e futuro si intrecceranno indissolubilmente, svolgendosi quasi in contemporanea. Scritto così magari è poco comprensibile, in effetti non sarà semplice rendere quello che ho in mente! Ma ci provo, valuterete voi! 🙂

  • Avevo chiesto aiuto perché interessata alla tua biografia e anche alla trama. Volevo sapere se sarebbe stato un horror pulp, sai non è il mio genere preferito però ero troppo curiosa. Diciamo che qui, sto per leggere sono una divoratrice di qualsiasi cosa una onnivora della lettura. Ogni tanto scrivo perchè sento di dover dire cose che altri non direbbero mai. La mia è una storia vera. Un pampleth, una favola, un racconto satirico, un diario di una sventura.
    Ora parliamo di te. Hai fatto un incipit veramente bello. Ricco di suspance ho letto la cosa della pecora più volte scena schifosa ma bella. Il titolo è affascinante. La tua biografia mi piace tanto. Scrivi benissimo (io primi due capitoli del mio racconto ho fatto un casino con le virgole!)
    L’opzione più interessante di tutte è sicuramente l’archeologo. Il finale del capitolo mi ha un poco spiazzato e sto cosi a pensare che cosa sia successo a quest’uomo. Diciamo hai creato l’interesse nel lettore dando un bel mistero.
    Spero, se decidi di leggermi, che mi perdonerai le virgole a random, anzi non leggere l’incipit e il secondo capitolo passa direttamente ai capitoli successivi sono staccati, cioè si coglie il significato anche se non leggi gli altri capitoli. Questo racconto sul mobbing ha uno scopo principale quello di far riflettere gli insegnanti specie quelli che conosco. Scusa la lungaggine. Non capisco come mai non ti stanno leggendo! Bho….

    • Per farti un’idea del mio modo di fare horror, ti consiglio di leggere il mio precedente racconto, Presenze. Comunque io non amo gli splatter, e tendenzialmente aspetti del genere raramente si trovano nei miei racconti…. di solito i miei horror si basano molto sull’atmosfera, sul cercare di suscitare tensione nel lettore rendendo “viva” l’atmosfera del racconto, elaborando una trama il più verosimile possibile…. chi legge deve essere “catturato” nel libro. 🙂 Appena ho tempo leggerò il tuo racconto, compresi i due capitoli disconosciuti. 🙂 Non mi leggono per ché non mi impegno nel marketing di me stesso e nell’autopromozione 🙂

  • Questo primo episodio è veramente bello! Ho votato l’archeologo, anche se le altre due opzioni erano comunque altrettanto interessanti. Perché con tutte e tre viene da chiedersi in che modo è collegato all’episodio del pastore. Scommetto che verrà fuori una storia altrettanto bella (cioè horror) come “Presenze”. Ti seguo … 🙂

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