Vecchi saggi e nuovi.

Dove eravamo rimasti?

Quali sono gli sconvolgenti dettagli sulla provenienza del bambino molesto? Il bambino molesto è una proiezione della mente di Terzo. (75%)

Cadere ammalato.

Il bambino, dopo le sue sconvolgenti dichiarazioni, non risulta più molesto a Terzo ma piuttosto ne è incuriosito. 

“Quindi tu sei me”. Questo riesce a dire Terzo, bloccato in uno strano limbo pregno di curiosità, eccitazione ed indecisione. “O meglio, sei la mia mente”.

“Sì, io sono te, sono il te che era in tuo nonno, e nel nonno di tuo nonno, e nel nonno del nonno di tuo nonno. Sono il te consapevole, il te a conoscenza del tutto, il te che quindi viveva nei tuoi antenati. Sono il te saggio, il te vecchio saggio, e tu diventerai me, diventerai il tuo me stesso saggio. Sono la tua soluzione!”. 

A questo punto ci tengo a precisare due cose: la prima è che Terzo, nonostante conscio della sua missione vitale da quando era un infante, è una persona molto ansiosa e ben poco equilibrata. La seconda è che sempre Terzo, da un paio d’anni aveva sviluppato una dipendenza asfissiante da una nuova droga del duemiladuecentonovantadue, una potentissima pastiglia carica di thc ed oppiacei, e mista ad una nuova sostanza sintetica, e che quindi in questo momento non sta pensando ad altro se non al frizzante frrrssshhh che fa la pastiglia quando la spezza tra i suoi denti – non molto saggio, in effetti.

“Sei qui per addestrarmi? Per insegnarmi a diventare il nuovo vecchio saggio quindi?” chiede Terzo, ancora accarezzando godurioso l’idea di una cala di Zalon.

“Tuo nonno era più sveglio di te. Tu sei come il nonno di tuo nonno, mi sembri un po’ tonto”.

A questo punto Terzo ricomincia a percepire il bambino come molesto e fuori luogo, e quasi cede alla tentazione di dargli uno spintone e affossargli la testa sotto la sabbia. Poi però si morde le labbra e si concentra sulla visione immaginaria di un bel tramonto, arancio rosso e calmante – proprio come la robot psicologa gli aveva consigliato di fare. Funziona. Fa cenno al bambino di seguirlo, vieni con me, saliamo in macchina, andiamo via di qua che sta venendo buio. Nel frattempo la musica ancora suona a tutto volume, la canzone è cambiata ma la stessa atmosfera un po’ retrò aleggia nell’aria. 

Il bambino sale allora in macchina, seguito da Terzo.

Tutte le spiagge del mondo adesso sono proprietà di una multinazionale che produceva un tempo ombrelloni, aveva poi brevettato la sabbia e le conchiglie e anche l’acqua del mare salata, quindi Terzo prima di lasciare con la macchina la zona della spiaggia dovette pagare un paio di globi per l’acqua del mare che aveva toccato e la sabbia che aveva calpestato. Effettuato il pagamento si dirigono in macchina verso il rifugio segreto dei vecchi saggi, dove Terzo aveva trascorso tutte le sue estati con il nonno. 

La strada percorsa passa attraverso antichi scavi di antiche fabbriche, suggestive e caratteristiche: ciminiere, infissi in acciaio ed altri materiali ormai obsoleti fanno sentire Terzo nostalgico di un’epoca che non aveva mai potuto conoscere. A quei tempi le catene di montaggio erano ancora formate da persone – pensa.

Se ne stava lì, guardando la strada, lasciandosi trasportare dal mezzo senza dover utilizzare pulsioni di intelligenza. Pensa a quanto siano deficienti gli uomini. Deficienti nel senso latino del termine. Con l’avvento della robotica l’essere bipede risulta antiquato, inadatto per i ruoli sociali più sentimentalmente freddi, falde nel suo sistema impediscono lo svolgimento persino dei lavori più semplici per un marchingegno meccanico. Per questo poi una delle innumerevoli corporation globali aveva investito nella produzione di software incorporabili agli esseri umani. Terzo dice di non voler affrontare quello che lo aspetta, di non averne voglia. Lacrime ridicole scorrono lungo le sue guance. 

Un saggio riluttante. Stai attraversando la prima iniziale fase del tuo corso emotivo. Guarda come reagisci bene agli stimoli. No, non esiste un modo per allontanarmi. Sono in te, con te e davanti a te, e lo sarò per sempre.

Bambino molesto sghignazza, mentre Terzo si passa la mano tra i capelli, sbuffando. / TAGLIO NETTO:

ESTERNO – VIALETTO CASA DI CAMPAGNA – GIORNO.

Macchina si avvicina alla casa e si ferma con calma di fronte alla porta d’ingresso della magione. Uccelletti elettronici cinguettano. Vento soffia docile. Cielo terso e poche nuvole.

Terzo inserisce chiave nella toppa. Gira chiave. Entra nella casa.

INTERNO – SOGGIORNO BUIO – GIORNO.

Ragnatele agli angoli del soffitto. Finestre sporche. Decadenza. Terzo sembra confuso. 

Terzo (con aria spaesata):

“Ma che cazz…”

Si gira intorno e

Terzo (a voce bassa):

“Luce…”

Luce si accende. Il bambino molesto segue attentamente ogni mossa di Terzo.

Terzo (sempre spaesato):

“C’è qualcosa che non va. Cosa è successo in questa casa? Tu lo sai. Dimmelo!”

Rivolgendosi al bambino. Il bambino scuote la testa.

La medicina futuristica ha impedito i sintomi fisici dell’astinenza da droga, ma non quelli psicologici.  

Terzo è quasi completamente in preda alle allucinazioni dovute all’astinenza da Zanol.

La casa è in realtà perfettamente in ordine e pulita, si c’è un po’ di polvere ma nulla di esagerato. 

Dove ci porterà la storia adesso?

  • Sempre più a fondo nella mente di Terzo, in un dialogo straniante tra se stesso e il suo se tramandato dai suoi avi. (14%)
    14
  • Nel mondo sovrannaturale dell'addestramento alla saggezza. (43%)
    43
  • In un trip psichedelico, allucinativo e mortifero del povero Terzo. (43%)
    43
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30 Commenti

  • Manifestazione artistico rivoluzionaria. L’unica difficoltà nel seguire la storia sono i nomi che hai usato per il resto scorre con il suo velo ironico che quasi mi dispiace non sia un Humor. Però, rinnovo i complimenti Eleonora, brava… L’idea della Sorella, che guarda il nonno e poi il fratello e la partenza mi sono piaciute tanto, anche la figura di Madre.

  • Letti i tre capitoli d’una tirata. Bello, la fantascienza classica non mi appassiona molto specie quando si mischia a quella distopia/cyberpunk del mondo pieno di automatismi artificiali
    Ciononostante
    Sei riuscita a farmela leggere tutta (credimi è una grande vittoria) ed incuriosirmi anche per come scrivi semplice ed impagini, pare di leggere un mio racconto apocrifo (non ti offendere dalla mia apparente assenza di modestia, è solo per dire che mi ci rispecchio molto)
    Voto per la soluzione meno quotata, i superstiti… solo perché sono curioso di vedere come li approfondirai.
    Seguo 🙂

  • Capitolo ben riuscito, ironico l’inizio la parte prima del “mostrillo”, inia l’avventura con trip in pillolese e poi con la realtà molti anni dopo. L’ho lasciato in superficie, le opzioni sono magistralmente congegnate. Brava. Solo che ancora non ti ho visto sotto da me e sinceramente mi dispiace. Se vieni leggi quattro e cinque, sto per mettere il sei mercoledì.
    Fa brutto quando tu leggi e gli altri non ti visitano. Questa è piattaforma di gioco e di scambio, sto giocando la tua storia e vorrei che tu giocassi la mia.
    Ma molti autori non lo capiscono, facendo questo perdono i lettori anche essendo bravi.
    Ciao

  • Racconto simpaticissimo che non avevo letto quando ti avevo votata l’altro giorno ma che ho letto adesso. Quindi la mia intuizione è stata proprio quella, sei simpatica ed anche il racconto, le quattro pagine sono volate via in un baleno facendomi anche sorridere. Storia molto curiosa, purtroppo sei andata veloce con i capitoli e ancora non ho visto i tuoi commenti sotto nessuno degli altri autori se ci leggi lo troverai utile sia per migliorarti sia per altre cose. Nella prima votazione che hai seguito avevo scelto che il bambino era una proiezione della sua mente. Ora ho scelto che ci condurrai nel mondo sovrannaturale per l’addestramento alla saggezza. E’ un racconto spiritoso e scritto in maniera molto ironica nonostante la vena sia sottile si coglie. Grazie.

  • Che forti queste opzioni…Mi hai strappato una risata sola, sola…sei simpatica! Per ora non ti leggo, devo uscire ma ti leggerò e ti commenterò, ho votato però! Volevo renderti la vita difficile sai da una che ha scritto una storia che è la storia di una storia diversa…Tiè! Le faccette non le so fare… Se passi da me salta i primi tre capitoli leggi dal quattro…Un bacio….

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