Jonas

Dove eravamo rimasti?

Ora che inizia a ricordare qualcosa Jonas... Va a casa di Hors per darsi una ripulita e iniziare le indagini (53%)

Affacciandosi alla vecchia vita

Jonas non riusciva a crederci: era stato a contatto con quella donna giorno dopo giorno, aveva provato simpatia ed interesse per lei ed ora scopriva che era sua moglie, anzi, la sua ex moglie e probabilmente aveva riso di lui. Fu tentato di chiederle cosa fosse successo, ma poi decise che non voleva sapere, voleva solo una bella doccia, un buon caffè e ricominciare una nuova vita.

Hors era taciturno, il volto cinereo mostrava che non aveva gradito lo scambio di ricordi, almeno quanto lui.

“Guida tu” chiese con un filo di voce “63 esima strada”

Il cancello si spalancò riconoscendo la scansione corporea di Hors. Un drone dall’aspetto femminile venne ad aprire, Jonas ne fu stupito, non ricordava molto, ma non gli sembrava tipo da droni.

“Buona sera” salutò “Il suo ospite si fermerà a cena?”

“Prepara la stanza degli ospiti, Questo è il detective Jonas, si fermerà per alcuni giorni”

Jonas tacque, ignorando il robot, entrò e subito si bloccò, un altro consistente flusso di ricordi lo colpì come un pugno, non sapeva se provenissero da lui o da un residuo di quelli di Hors.

Dovette sorreggersi ad un mobile, mentre la testa girava.

“Papà!Finalmente, su corri!” una ragazzina sui tredici anni tirava la mano ai proprietario dei ricordi “Piano, piano” disse la voce non sua.

Lo trascinò in salotto, corse a sedersi ad un antico piano forte a coda e iniziò a suonare. Jonas percepì un amore profondo, un amore non suo, che pulsava violentemente in tutto il suoessere.

Poi risate, ancora quel salotto e mani lisce tra le sue. All’istante seppe di chi era quella risata e provò un profondo senso di soddisfazione e felicità, come non ricordava di averne mai provata.Lei aveva i capelli raccolti, due piccoli orecchini brillanti e un sorriso sensuale diretto solo a lui. I suoi occhi penetranti lo facevano rabbrividire, mentre accarezzava piano il dorso della mano, compiendo piccoli cerchi con il pollice. Lei si chinò su di lui e gli sussurrò: “Ti amo” lo stomaco si serrò all’istante e la sua mente rispose: “Anch’io” ma non la voce del ricordo, che tacque in modo imbarazzante.

“Jonas stai bene?” sentì la voce lontano anni luce.

“BATTITO IRREGOLARE…” iniziò il drone.

“Sì” disse, spingendo via la cameriera, che con un tonfo batté contro il mobile.

Hors lo rimproverò con lo sguardo.

“Che c’è?non provano dolore” si giustificò.

La sala era arredata in vecchio stile: niente poltrone ad elio o capsule massaggianti, un vecchio divano in tessuto e un pianoforte. Al centro della sala però una modernissima poltrona per disabili avvolgeva Martha, che intenta a rimirare un movie, non si accorse di loro, immersa in quella che in gergo veniva chiamata seconda realtà.

“Disattivati” disse piano Hors. Gli attori, che si struggevano nel loro salotto, sparirono, così come il vecchio treno dietro alle loro spalle. Martha girò lo sguardo un po’ disorientata poi la sua voce parlò dall’impianto audio della casa:

“Nathan!” lo salutò senza muovere le labbra, e Jonas rabbrividì al ghigno che comparve su metà del suo viso, mentre l’altra metà rimaneva inespressiva, floscia. “Siediti un attimo caro” disse ancora la voce. Era così alienante vedere lei immobile in quella poltrona e la sua voce aleggiare nell’aria, lontana dal proprio corpo.

 “Ho bisogno di sdraiarmi” Hors baciò sua moglie sulla fronte, poi fece cenno al drone di seguirlo e a Jonas non rimase che rimanere lì impacciato a guardarsi intorno.

“Ti vedo meno nervoso, meno rabbioso dell’ultima volta. Pannello A2 per favore”

Dal basso tavolino di resina opalescente fuoriuscirono dei pasticcini e un tè fumante. Jonas, improvvisamente grato per il ristoro, si fiondò sul cibo.

“Lei non è più venuta a trovarmi” disse poi la donna.

Un boccone andò di traverso e Jonas si fermò a fissarla, istantaneamente un’immagine, ancora quel salotto, ancora loro, ma l’aria tesa si percepiva da ogni respiro.

“Non voglio discuterne, tantomeno qui” la sua voce era dura e scocciata, non poteva vedere il proprio volto, quelli erano ricordi suoi, almeno credeva.

Lei tacque, scossa.

“Emma” disse, e di colpo quel nome tornò alla mente, come fosse sempre stato sulla punta della lingua. “non ne voglio sapere”

La scena cambiò, ma era al contempo la stessa: vide se stesso venirgli incontro, ora dalla visuale di Hors, gli diede una forte spallata ed uscì sbattendo la porta.

Ora Emma piangeva, il volto nascosto tra le mani. La sua finestra sulla scena si avvicinò senza parlare, vide comparire un fazzoletto sulla mano, la mano di Hors.

“Non ti manca?”

La voce di Martha sembrava insinuarsi nei meandri del suo animo.  “È tutta colpa di quel chip” aggiunse la voce. Ma Jonas la guardava senza capire più nulla:

“Cosa dicevano? Cosa stavano dicendo?” chiese, come se potesse leggergli nel pensiero. Silenzio. Nathan non osò chiedere di più.

“Vorrei fare una doccia, trovo l’occorrente da solo” disse. Socchiuse gli occhi alla ricerca dei ricordi giusti, stava imparando a gestire questa nuova cosa. Si diresse deciso alla seconda porta nel corridoio, salendo le scale.

 

Ora per forza dobbiamo entrare nel vivo delle indagini. La pista giusta arriverà tramite:

  • Un pacco recapitatogli in ufficio (33%)
    33
  • Un incontro casuale (22%)
    22
  • Un sogno (44%)
    44
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207 Commenti

    • Ciao Max! Sì hai perfettamente ragione, per questo mi sono presa una pausa per uscire un po’ dai limiti di the incipit. Non ho più tempo di limare e ragionarci e ne verrebbero fuori delle porcherie. Anche questa storia, più delle altre mi è sfuggita di mano, confermando ancora una volta che non è un mio pregio la sintesi 🙂

  • Avevo già avuto intenzione di leggerti e poi mi sono assentata un pò dal sito per lo studio .. :C
    Mi aveva incuriosito la trama originale, la novità ..
    Delle volte è un vero peccato finire così presto, servirebbero altri capitoli o capitoli più lunghi .. Ma quello che ho capito è che qua ciò che conta è partecipare, maturare la propria passione, e ciò che ne viene , ne viene 😛
    Al prossimo racconto spero =)

  • E così finisce anche questa bellissima storia. Perdona il ritardo ma ho dovuto recuperare qualche episodio.
    Jonas guarirà e tutto fa pensare che tornerà. Mi sono affezionata a questo personaggio che odia i robot e ama i divani del 2015 🙂
    A presto, ciao

  • Finale interessante. Spiegazioni scientifiche, possibili e impossibili ma pur sempre ben date. Interessante l’idea di usare l’embrione del figlio perduto per salvare Jonas dal diventare un vegetale. Caotica la reazione del personaggio, però. Qualcuno avrebbe detto che fare tutti quegli esperimenti sul suo cervello ha causato il danno che – se non avesse avuto un figlio perso – non avrebbe avuto chance di recuperare in alcun modo… qualcuno si sarebbe molto arrabbiato… però il finale piega sul perdono, l’accettazione, l’unione e va bene così.
    Brava, Francesca.

    • Di fronte alla possibilità di salvezza si gioisce, i dubbi sulla provenienza di questa salvezza verranno forse dopo… Te lo dice una che lo ha passato: l’unica parola che si ascolta in quei momenti è: ‘soluzione’ 🙂 per il resto, come sempre i caratteri sono la mia dannazione e come sempre il taglia taglia si vede. È il mio modo di scrivere, mi dilungo forse troppo, ma non penso di poterci far niente.

    • a chi lo dici! sono 5000 tondi tondi e ho limato e limato, come in tutte le mie storie non sono soddisfatta del finale perché avrei voluto ancora dire molto. Ma forse questa ha il vantaggio di prestarsi ad un continuo… chissà se Jonas si sveglierà dopo l’operazione e cosa succederà? per ora mi prendo una bella pausa ragazzi, grazie a tutti di avermi seguito!

  • Salverà la ragazza ma per quanto riguarda lui…
    Molto interessante! L’unico “difetto”, se cosi si può dire è che si avverte la fretta di dover finire e il poco spazio a disposizione. Avessi avuto più episodi sono sicuro che avresti saputo rendere ancor meglio la storia. In ogni caso, attendo il finale! 🙂

    • come al mio solito… alla 4 storia qui non ho ancora imparato a gestire i capitoli e i pochi caratteri a disposizione, anzi… peggioro sempre più 🙁 la sintesi non è un mio pregio purtroppo, ma mai come stavolta sono in difficoltà per farci stare tutto in un 10 capitolo… vediamo un po’ dove mi porteranno i salti mortali che dovrò fare 🙂

  • Arresta i colpevoli, che mi piace come finale. Detesto gli happy ending e per cui non mi va che lui e lei si salvino, lei lo curi e balle di questo tipo :), vorrei che lui fosse costretto a ricominciare da zero.
    Lo dico perché questo racconto ha inizio con un uomo che deve riconnettersi con se stesso, non ricorda, non si rende conto, non sa niente. Nemmeno dove si trova. Ne consegue che l’epilogo perfetto sia che ha ritrovato se stesso, ha compreso ( i chip) la ragione dei suoi mali, ma è costretto a ricominciare daccapo per la seconda volta, pur arrestando i colpevoli. Un cerchio che si chiude.
    Posso citarti la storia di Jason Bourne, scritta dal maestro Ludlum: Jason si sveglia privo di memoria. Nel tempo scopre la verità. Ma alla fine deve ricominciare tutto daccapo, non può comunque fare affidamento su nulla di regalato o vinto, mette in tasca la verità ottenuta e ricomincia daccapo la sua vita.
    La premessa narrativa deve congiungersi con l’epilogo per rispettare l’equilibrio e la struttura data.
    Vedremo se il pubblico mi darà ragione anche qui, a Ludlum hanno dato ragione e pure un sacco di premi eheheheheh

  • Ecco, lo sapevo che la dottoressa c’entrava qualcosa 🙂 si fionda immediatamente all’ospedale per chiederle spiegazioni.
    Sai che m i hai ricordato un telefilm che ho visto qualche settimana fa? Non ricordo il titolo, ma c’era questo bellissimo dectetive che ha perso una gamba a causa di un’esplosione durante l’assalto dell’organizzazione criminale più forte al mondo di un ipotetico futuro in cui i droni aiutano le forze dell’ordine. Mi sembra la stessa ambientazione, ma il tuo racconto è iniziato prima del telefilm quindi te l’hanno copiato ahahah 😉 brava

  • Io continuerei a sondare i suoi ricordi per approdare a un buon punto di svolta che – al settimo – sarebbe essenziale. Certo, da insegnamento film sul genere, lui che si ribella sarebbe quasi d’obbligo, ma scadrebbe in un clichè che tu puoi tranquillamente bypassare…

  • allora ragà, anche stavolta ho dovuto tagliare, devo dire che il pezzo mi ha preso molto durante la scrittura e quando è così è dura frenarmi. Spero che il taglia e cuci non abbia rovinato il brano. Comunque ora lo posto nella versione estesa nel mio blog, per chi volesse leggerlo. 🙂

  • Impossibile non essere solleticata dalla parola “illegale”. 🙂 Quindi ho votato per i metodi non ortodossi per recuperare la memoria. Solo che per un “filino” non sono la maggioranza. Ma non dispero che qualcuno arrivi a ribaltare la situazione.
    Solo un appunto: l’accenno al rapimento della figlia di Hors. L’avrei vista più come confessione di Hors durante il viaggio in macchina. Perché come l’hai posto nell’episodio sembra un po’ troppo sbrigativo.

    • lo è… ho milioni di cose di cui parlare e come al solito i capitoli sono pochi ,penso di fare una versione estesa di questo racconto, avrei voluto raccontare anche del rapporto con la dottoressa durante la degenza, ma il salto temporale non me lo ha permesso, e mi son dovuta accontentare di un accenno 🙁

  • Mi piace l’idea di usare tecniche illegali per recuperare la memoria. E – come spesso mi succede con le tue storie – mi piace questo plot. A volte ti perdi, però è ben immaginato, brava. Però ho chiesto di decidere il finale della mia storia e proprio una mente fantasiosa come la tua non è venuta a suggerire… Francesca!! ahahahahah
    Bacioniiiii

  • Utilizzano le informazioni reperite da Hors.
    Mi sembra che lasci sempre degli accenni alla dottoressa, secondo me ha un qualche ruolo nel passato di Jonas.Credo che questo sia il tuo racconto migliore, su The Incipit, perché mostri le scene e i personaggi più che bene.

  • Io penso che sarebbe bello farlo fuggire insieme ad una specie di uomo con una mano robotica ( è o non è fantascienza) cmnq sia credo che quando finirò il Corsaro Cieco mi dedicherò alla fantascienza pure io, ti seguo…
    P.S. Sempre se riesco a seguirvi tutti, avrò almeno più di dieci racconti da controllare continuamente

  • ora se vince l’opzione ‘salto di un mese’ ragazzi belli dobbiamo fare una sotto votazione… ihihihi:
    qualcuno l’ha intesa salto in avanti di un mese, in cui ha messo le protesi e indaga, qualcuno saltoindietro in cui era in piena indagine… a questo punto non voglio svelarvi cosa intendevo io, lo decideremo se vincerà questa opzione. QUANTO MI DIVERTO IHIHIHIH!

  • Trovo assolutamente intrigante fare un passo indietro e andare al mese precedente per vederlo indagare!
    Devo dire, Francesca, che la febbre ha giovato al tuo talento narrativo poiché questo episodio è davvero ben scritto e ben descritto. Bravissima. Ma non avevo dubbi. 🙂

  • Francesca, ma quando esce questo poveraccio dall’ospedale ? Forse una formattazione migliore avrebbe permesso di scandire meglio la parte dei ricordi riguardante la donna e il resto. Ogni volta che leggo la domanda è sempre la stessa: quando esce dall’ospedale ?
    Ho votato il salto indietro nel tempo, almeno non sta in ospedale per un capitolo.

    • Verissimo per la formattazione: colpa del copia-incolla da word: nel mio pc era in corsivo ma qui non è venuto, pazienza, ne combino sempre una 🙁
      Credo anch’io sia ora di farlo uscire, credo che nel 5 finalmente Jonas respirerà aria esterna 🙂

  • Io farei un salto di un mese, facendo i dovuti e brevi riferimenti al periodo attuale. Fuggire per indagare mi sembra impossibile vista la situazione, è già molto che ha tutte quelle forze di inveire contro tutti, e delle cure non mi interessa. Mi è piaciuto il tuo modo di mostrare i suoi flashback, brava Francesca!

  • Mi hai davvero conquistato con questo episodio! Ottima idea quella di lanciare tanti spunti, lascia presagire il fatto che ci sia un’enormità di avvenimenti dietro l’amnesia del rude detective. Personalmente vorrei sapere a chi appartengono quelle gambe femminili intraviste nella visione, perché la dottoressa sembra avere una questione personale nella faccenda, e non mi stupirebbe se lei e il protagonista avessero avuto dei trascorsi.

  • Eccomi, il racconto è scritto benissimo Francesca. Non amo ambientazioni ospedaliere però il testo tiene ed è interessante. Rispetto ad altre cose tue ancora non mi ha preso come dovrebbe. Speriamo che da un amore tormentato nasca una passione.
    Comunque è bello che ti sperimenti in tutti i generi. Ho una fortissima emicrania cronica e riesco a malapena a parlare. Un bacio

  • Vorrei sapere qual è il vero rapporto che lo unisce alla dottoressa, vista la sua reazione (le lacrime) agli improperi del paziente. Ho pensato che da questo si possa risalire agli altri quesiti.
    Brava Francesca, ben strutturato 😉 se hai tempo ti fai un giro da me? Buone feste.

    • Siccome sei la seconda persona che me lo fa notare colgo l’occasione per spiegare: quel gonnella era in primis descritta dal punto di vista maschile/maschilista di Jonas , inoltre era per sottolineare il contrasto della gonna in quel corpo poco femminile dell’infermiera. Grossa alta e poco aggraziata , che per motivi di spazio non ho avuto modo di descrivere bene 🙂

  • Pensavo che l’interrogatorio fosse un’opzione più condivisa. E invece è addirittura l’ultima. Bo, vediamo che succede.
    Bello anche questo episodio. È una delle poche volte in cui mi trovo a mio agio nel leggere un capitolo dominato da un dialogo 😀

  • Davvero niente male, le descrizioni sono precise e ben si denota la frustrazione dell’uomo per le sue condizioni e per la reclusione medica forzata.Il mistero non accenna ancora a dipanarsi, io voto per far sì che baffone arresti il protagonista per un serio reato di cui non sa niente, in modo che non si capisca se soffre di vuoti di memoria oppure se cercano di incastrarlo.

  • Vuole arrestarlo, ma forse è un pretesto per tenerlo sott’occhio…Nathan è in possesso di informazioni che ora non ricorda, ma presto o tardi le userà per impedire a qualcuno di fare qualcosa 😉 scusa, mi sono lasciata trasportare.
    Ciao Francesca, non avevo ancora visto che hai iniziato un nuovo racconto e che sei tornata alla fantascienza ^^ ho recuperato e ti seguo.

  • Dal nulla, mi associo alla maggioranza. 🙂
    L’idea non è niente male! Solo una cosa non mi è piaciuta. Se il detective ha perso la memoria, allora alcuni punti non sarebbe dovuti essere così dettagliati.
    Sono sicura che con calma uscirà furi una bellissima storia. Ti seguo … 🙂

  • Partiamo dalla cartella clinica.
    Sei instancabile, Francesca e la tua fantasia sembra non fermarsi mai! Un incipit davvero accattivante e che offre numerosi spunti. Come ti hanno già segnalato c’è qualche refuso e qualche frase forse dettata dalla fretta, ma nel complesso è comunque molto piacevole! 🙂
    Ovviamente ti seguo!

  • Voto per l’ipotesi più imprevedibile. Nessuna risposta.
    Sono arrivato da poco su theIncipit e non ho avuto modo di leggere la tua storia precedente! Comincio da questa, e be’, direi che comincio proprio bene.
    Seguo naturalmente. A presto!

  • Ma… ma dico… ho letto solo poche ore fa il decimo de “L’Ultimo della classe”… e ora sei qui?? Come fai? Chi sei? ahahahah

    Bene. Fantascienza.
    Se prendi la piega del fascino di Bivio, scalerai immediatamente le classifiche. 🙂

    Ho già votato, letto e cliccato su segui la storia, quindi passo al rimprovero:
    episodio scritto troppo impulsivamente che si lascia dietro una serie di refusi che non perdono alla grande Rossini. La prossima volta fai più attenzione.
    Altro rimprovero: non spiegare troppo, racconta per immagini – come già bene sai fare – e la perdita di memoria potresti esplicitarla attraverso sensazioni e azioni che lasciano intenedere che lui sia un uomo vuoto nella testa. Senza che sia lui stesso a dircelo.

    e adesso il mio parere: ottima idea. Ottimo tema. Apre a molte possibilità di trama e, quindi, di tematica. Apprezzo molto.

    il mio voto: non scopre nulla. accadranno eventi senza troppe risposte. Questo perché – come detto – le riposte non devono essere spiegate ma mostrate. E, conoscendoti , saprai farlo in modo perfetto e saprai anche stupirci tutti.

    🙂

  • Appena finito uno ne inizi un altro? brava. bell’incipit, ma da te non c’è da aspettarsi altro. Non sono d’accordo con gli zombie robotici, a quest’ora sarei disoccupata 😀
    ti seguo naturalmente, e ho votato per la fuga improvvisa dall’ospedale. confondiamolo ancora un po’.

  • Rieccoti con una nuova storia! Hai una mente piena di idee che riesci a far fiorire in una maniera bellissima! Ho votato la seconda opzione, anche se mi ritrovassi in un mondo pieno di novità probabilmente vorrei iniziare a rispondere alle mille domande scoprendo prima chi sono, sono curiosa di leggere cosa hai in mente di scrivere nel prossimo episodio 😀

  • Non ci credo ragazzi, ieri sera meditavo una pausa e stamattina mi è venuto questo incipit, mi piaceva troppo l’idea e non ho saputo resistere, vediamo un po’ come va… torno nella fantascienza,ma non proprio è proprio o solo fantascienza, ero indecisa se metterlo nella sezione giallo, va beh, lasciando perdere le etichette… buona lettura a tutti !

    • Dovresti invece imparare a resistere, Francesca. La scrittura è anche disciplina. Una buona idea non scappa via: basta prendere un appunto. Una buona idea va valutata, coltivata, arricchita. Proprio perchè questo non è un racconto d’esordio, è un peccato che sia costellato di refusi e che ci sia quella stonatura della reazione quasi infantile di Jonas alla scoperta della sua menomazione. Bastava aspettare un po’, rileggere il testo ventiquattr’ore dopo averlo scritto. Prenditi il tuo tempo.

      • Lo so Napo, di solito non mi succede per gli altri capitoli, ma per l’incipit non so resistere all’euforia della creazione di una nuova trama, pazienza, mi spiace per i refusi, o Dio addirittura costellato??? me lo vado a rileggere, ma non mi sembrava messo così male, alle perse chiedo di modificarlo, guardo…

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