Jonas

Dove eravamo rimasti?

Ora per forza dobbiamo entrare nel vivo delle indagini. La pista giusta arriverà tramite: Un sogno (44%)

Quel maledetto chip

Tornò in salotto, con quella sensazione d’intrusione sempre nella mente. Martha era ancora lì, al centro del salotto, sulla sua poltrona avvolgente, silenziosa e immobile.

D’impulso chiese: “Perché è finita?”

La voce rispose attraverso la stanza:

“L’amavi molto, poi sei cambiato, qualcosa ti ha cambiato”

Non aggiunse altro e lui non chiese altro. Si alzò risoluto e uscì.

L’ospedale gli diede subito un senso di claustrofobia, ma lo ignorò:

“La dottoressa Savini” chiese alla reception “Le dica che suo marito vuole parlarle”

Poco dopo l’ascensore si aprì mostrando il volto stupefatto della donna. Jonas poteva leggervi, oltre alla sorpresa, la soddisfazione come medico e qualcos’altro: delusione? Rammarico? Forse avrebbe preferito che lui la dimenticasse per sempre.

“Perché non me lo hai detto?”

“Non volevo interferire, sai i ricordi devono..”

“Stronzate!”

Lei abbassò lo sguardo, lo prese per mano “Non qui” lo trascinò verso l’uscita.

“Perché abbiamo rotto?” lei parve stupita.

“Non ricordi?”

“Non ancora”

Lei si fece cupa, immersa nei ricordi: “hai voluto impiantare il chip, per potenziare la memoria, non sopportavi che i droni venissero in missione e l’unico modo era registrare tu stesso i dati. Io non volevo, ti avvisai delle possibili conseguenze di un corpo estraneo non ancora sufficientemente sperimentato. Non mi ascoltasti” abbassò il capo, per camuffare il dolore che provava. “Poi diventasti sempre più lunatico, irascibile e infine totalmente instabile, io, io… avevo paura di te”

“Per quel che vale, mi dispiace” Voltò le spalle e se ne andò, non riusciva a leggere oltre quella conversazione, non riusciva a porre la domanda che più di tutte lo terrorizzava. Se ne andò afferrando al volo laflyviache passava in quell’attimo. L’aria sferzava il suo volto mentre l’andirivieni della città si snodava sotto i suoi piedi. L’aveva persa per un capriccio? Era divenuto un mostro per rifiutare quegli altri mostri robotici? Non ricordava neppure da cosa scaturisse quest’odio. Era un uomo svuotato, riempito in parte di ricordi non suoi, senza meta né origine, alla deriva. Andò nell’unico posto che gli venne in mente. Pigiò il bottone dello stop e il sedile si abbassò fino a che i piedi non toccarono terra. Scese. Rimase col naso all’insù guardando la sua vecchia casa, la casa di lei ormai, quella che non gli apparteneva più. Era esausto e aveva la nausea. Si avvicinò. Lo scanner corporeo si attivò, il portone principale si aprì riconoscendolo. Non aveva intenzione di entrare, ma all’apertura della porta non seppe resistere. Salì al ventesimo piano, come in trance. La porta era chiusa, si avvicinò, lo scanner si attivò, ma un segnale sonoro decretò che non era autorizzato. Fissò le scale che portavano alla soffitta, d’un tratto un ricordo, sorrise e iniziò a salire. Il vecchio divano era lì dove si era ricordato di averlo spostato, dopo aver comprato il nuovo modello fluttuante. Si sdraiò sentendosi a casa, come non accadeva da secoli. S’addormentò subito.

Mal di testa, pulsante, feroce, non vuole dirlo a lei, non vuol farla preoccupare. Bussa alla porta. Hors apre. “Devo parlarti” le dice. La ragazza si volta, lo guarda, comprende. Lo fa accomodare nello studio. “Lasciaci soli papà”

Poi flash:ancora quello studio. La ragazza seria, sempre più stanca, sempre più provata. Lui le racconta dei sogni, dell’umore nero, della rabbia che sente salire incontenibile.

“Mi spiace Nathan. Sembra che la tua mente si stia ribellando, ma queste apparecchiature non bastano, dovresti venire con me alla Braintec”

“Come pensi di portarmi, nascosto nel tuo camice?”

“Non fare lo scemo, domani Klaus mi riceverà di nuovo, proverò a convincerlo: deve ritirare i chip, con le buone o con le cattive”

“Che hai in mente?”

“Diffusione dei dati su tutti i social e addio credibilità della Braintec”

“Promettimi di stare attenta”

“Lo farò”

…………

La squadra è pronta, senti l’adrenalina scorrere nelle vene, oltre al pulsare della testa marcia. Non hai più tempo, la bomba ad orologeria che hai nel cervello ti ucciderà, ma prima devi salvare la ragazza.

“Alle 15” le avevi detto “mandami un messaggio dopo la riunione” sapevi che non si poteva minacciare  Morgan Klaus senza rischiare. E ora sono le 17:00, nessun segnale. Hai raccattato la tua squadra senza permesso, sei sotto i sotterranei e preghi che il tuo cervello non impazzisca prima di averla salvata. Lo devi a lei e a Hors.

“Squadra in posizione” dice Jackson, annuisci col capo e procedi. Senti il gocciolio delle tubature, ci sei quasi, la rampa d’accesso per la manutenzione è sopra la tua testa. Poi un forte rumore alla tua destra.

“UNITÀ DUE ALLARME, RIPETO ALLARME SIGNORE: UNA VENTINA DI DRONI CI HA AVVISTATI” l’unità che hai raccattato dalla sala ricarica fa rapporto, gli spari successivi ti dicono che lui e gli altri tre, posti di guardia, sono fottuti.

Con la coda dell’occhio vedi il movimento, ma è già troppo tardi. Jackson prima di te si lancia, ti butta a terra, poi boato e buio.

ora sappiamo che tutto è nato dal suo chip. Che finale scegliamo per il nostro eroe?

  • Salverà la ragazza ma per quanto riguarda lui..... (38%)
    38
  • Arresterà i colpevoli, ma per lui e la ragazza nulla si può fare, ricomincerà da zero. (19%)
    19
  • Troverà la ragazza, che gli spiegherà come 'curare' la sua mente (44%)
    44
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207 Commenti

    • Ciao Max! Sì hai perfettamente ragione, per questo mi sono presa una pausa per uscire un po’ dai limiti di the incipit. Non ho più tempo di limare e ragionarci e ne verrebbero fuori delle porcherie. Anche questa storia, più delle altre mi è sfuggita di mano, confermando ancora una volta che non è un mio pregio la sintesi 🙂

  • Avevo già avuto intenzione di leggerti e poi mi sono assentata un pò dal sito per lo studio .. :C
    Mi aveva incuriosito la trama originale, la novità ..
    Delle volte è un vero peccato finire così presto, servirebbero altri capitoli o capitoli più lunghi .. Ma quello che ho capito è che qua ciò che conta è partecipare, maturare la propria passione, e ciò che ne viene , ne viene 😛
    Al prossimo racconto spero =)

  • E così finisce anche questa bellissima storia. Perdona il ritardo ma ho dovuto recuperare qualche episodio.
    Jonas guarirà e tutto fa pensare che tornerà. Mi sono affezionata a questo personaggio che odia i robot e ama i divani del 2015 🙂
    A presto, ciao

  • Finale interessante. Spiegazioni scientifiche, possibili e impossibili ma pur sempre ben date. Interessante l’idea di usare l’embrione del figlio perduto per salvare Jonas dal diventare un vegetale. Caotica la reazione del personaggio, però. Qualcuno avrebbe detto che fare tutti quegli esperimenti sul suo cervello ha causato il danno che – se non avesse avuto un figlio perso – non avrebbe avuto chance di recuperare in alcun modo… qualcuno si sarebbe molto arrabbiato… però il finale piega sul perdono, l’accettazione, l’unione e va bene così.
    Brava, Francesca.

    • Di fronte alla possibilità di salvezza si gioisce, i dubbi sulla provenienza di questa salvezza verranno forse dopo… Te lo dice una che lo ha passato: l’unica parola che si ascolta in quei momenti è: ‘soluzione’ 🙂 per il resto, come sempre i caratteri sono la mia dannazione e come sempre il taglia taglia si vede. È il mio modo di scrivere, mi dilungo forse troppo, ma non penso di poterci far niente.

    • a chi lo dici! sono 5000 tondi tondi e ho limato e limato, come in tutte le mie storie non sono soddisfatta del finale perché avrei voluto ancora dire molto. Ma forse questa ha il vantaggio di prestarsi ad un continuo… chissà se Jonas si sveglierà dopo l’operazione e cosa succederà? per ora mi prendo una bella pausa ragazzi, grazie a tutti di avermi seguito!

  • Salverà la ragazza ma per quanto riguarda lui…
    Molto interessante! L’unico “difetto”, se cosi si può dire è che si avverte la fretta di dover finire e il poco spazio a disposizione. Avessi avuto più episodi sono sicuro che avresti saputo rendere ancor meglio la storia. In ogni caso, attendo il finale! 🙂

    • come al mio solito… alla 4 storia qui non ho ancora imparato a gestire i capitoli e i pochi caratteri a disposizione, anzi… peggioro sempre più 🙁 la sintesi non è un mio pregio purtroppo, ma mai come stavolta sono in difficoltà per farci stare tutto in un 10 capitolo… vediamo un po’ dove mi porteranno i salti mortali che dovrò fare 🙂

  • Arresta i colpevoli, che mi piace come finale. Detesto gli happy ending e per cui non mi va che lui e lei si salvino, lei lo curi e balle di questo tipo :), vorrei che lui fosse costretto a ricominciare da zero.
    Lo dico perché questo racconto ha inizio con un uomo che deve riconnettersi con se stesso, non ricorda, non si rende conto, non sa niente. Nemmeno dove si trova. Ne consegue che l’epilogo perfetto sia che ha ritrovato se stesso, ha compreso ( i chip) la ragione dei suoi mali, ma è costretto a ricominciare daccapo per la seconda volta, pur arrestando i colpevoli. Un cerchio che si chiude.
    Posso citarti la storia di Jason Bourne, scritta dal maestro Ludlum: Jason si sveglia privo di memoria. Nel tempo scopre la verità. Ma alla fine deve ricominciare tutto daccapo, non può comunque fare affidamento su nulla di regalato o vinto, mette in tasca la verità ottenuta e ricomincia daccapo la sua vita.
    La premessa narrativa deve congiungersi con l’epilogo per rispettare l’equilibrio e la struttura data.
    Vedremo se il pubblico mi darà ragione anche qui, a Ludlum hanno dato ragione e pure un sacco di premi eheheheheh

  • Ecco, lo sapevo che la dottoressa c’entrava qualcosa 🙂 si fionda immediatamente all’ospedale per chiederle spiegazioni.
    Sai che m i hai ricordato un telefilm che ho visto qualche settimana fa? Non ricordo il titolo, ma c’era questo bellissimo dectetive che ha perso una gamba a causa di un’esplosione durante l’assalto dell’organizzazione criminale più forte al mondo di un ipotetico futuro in cui i droni aiutano le forze dell’ordine. Mi sembra la stessa ambientazione, ma il tuo racconto è iniziato prima del telefilm quindi te l’hanno copiato ahahah 😉 brava

  • Io continuerei a sondare i suoi ricordi per approdare a un buon punto di svolta che – al settimo – sarebbe essenziale. Certo, da insegnamento film sul genere, lui che si ribella sarebbe quasi d’obbligo, ma scadrebbe in un clichè che tu puoi tranquillamente bypassare…

  • allora ragà, anche stavolta ho dovuto tagliare, devo dire che il pezzo mi ha preso molto durante la scrittura e quando è così è dura frenarmi. Spero che il taglia e cuci non abbia rovinato il brano. Comunque ora lo posto nella versione estesa nel mio blog, per chi volesse leggerlo. 🙂

  • Impossibile non essere solleticata dalla parola “illegale”. 🙂 Quindi ho votato per i metodi non ortodossi per recuperare la memoria. Solo che per un “filino” non sono la maggioranza. Ma non dispero che qualcuno arrivi a ribaltare la situazione.
    Solo un appunto: l’accenno al rapimento della figlia di Hors. L’avrei vista più come confessione di Hors durante il viaggio in macchina. Perché come l’hai posto nell’episodio sembra un po’ troppo sbrigativo.

    • lo è… ho milioni di cose di cui parlare e come al solito i capitoli sono pochi ,penso di fare una versione estesa di questo racconto, avrei voluto raccontare anche del rapporto con la dottoressa durante la degenza, ma il salto temporale non me lo ha permesso, e mi son dovuta accontentare di un accenno 🙁

  • Mi piace l’idea di usare tecniche illegali per recuperare la memoria. E – come spesso mi succede con le tue storie – mi piace questo plot. A volte ti perdi, però è ben immaginato, brava. Però ho chiesto di decidere il finale della mia storia e proprio una mente fantasiosa come la tua non è venuta a suggerire… Francesca!! ahahahahah
    Bacioniiiii

  • Utilizzano le informazioni reperite da Hors.
    Mi sembra che lasci sempre degli accenni alla dottoressa, secondo me ha un qualche ruolo nel passato di Jonas.Credo che questo sia il tuo racconto migliore, su The Incipit, perché mostri le scene e i personaggi più che bene.

  • Io penso che sarebbe bello farlo fuggire insieme ad una specie di uomo con una mano robotica ( è o non è fantascienza) cmnq sia credo che quando finirò il Corsaro Cieco mi dedicherò alla fantascienza pure io, ti seguo…
    P.S. Sempre se riesco a seguirvi tutti, avrò almeno più di dieci racconti da controllare continuamente

  • ora se vince l’opzione ‘salto di un mese’ ragazzi belli dobbiamo fare una sotto votazione… ihihihi:
    qualcuno l’ha intesa salto in avanti di un mese, in cui ha messo le protesi e indaga, qualcuno saltoindietro in cui era in piena indagine… a questo punto non voglio svelarvi cosa intendevo io, lo decideremo se vincerà questa opzione. QUANTO MI DIVERTO IHIHIHIH!

  • Trovo assolutamente intrigante fare un passo indietro e andare al mese precedente per vederlo indagare!
    Devo dire, Francesca, che la febbre ha giovato al tuo talento narrativo poiché questo episodio è davvero ben scritto e ben descritto. Bravissima. Ma non avevo dubbi. 🙂

  • Francesca, ma quando esce questo poveraccio dall’ospedale ? Forse una formattazione migliore avrebbe permesso di scandire meglio la parte dei ricordi riguardante la donna e il resto. Ogni volta che leggo la domanda è sempre la stessa: quando esce dall’ospedale ?
    Ho votato il salto indietro nel tempo, almeno non sta in ospedale per un capitolo.

    • Verissimo per la formattazione: colpa del copia-incolla da word: nel mio pc era in corsivo ma qui non è venuto, pazienza, ne combino sempre una 🙁
      Credo anch’io sia ora di farlo uscire, credo che nel 5 finalmente Jonas respirerà aria esterna 🙂

  • Io farei un salto di un mese, facendo i dovuti e brevi riferimenti al periodo attuale. Fuggire per indagare mi sembra impossibile vista la situazione, è già molto che ha tutte quelle forze di inveire contro tutti, e delle cure non mi interessa. Mi è piaciuto il tuo modo di mostrare i suoi flashback, brava Francesca!

  • Mi hai davvero conquistato con questo episodio! Ottima idea quella di lanciare tanti spunti, lascia presagire il fatto che ci sia un’enormità di avvenimenti dietro l’amnesia del rude detective. Personalmente vorrei sapere a chi appartengono quelle gambe femminili intraviste nella visione, perché la dottoressa sembra avere una questione personale nella faccenda, e non mi stupirebbe se lei e il protagonista avessero avuto dei trascorsi.

  • Eccomi, il racconto è scritto benissimo Francesca. Non amo ambientazioni ospedaliere però il testo tiene ed è interessante. Rispetto ad altre cose tue ancora non mi ha preso come dovrebbe. Speriamo che da un amore tormentato nasca una passione.
    Comunque è bello che ti sperimenti in tutti i generi. Ho una fortissima emicrania cronica e riesco a malapena a parlare. Un bacio

  • Vorrei sapere qual è il vero rapporto che lo unisce alla dottoressa, vista la sua reazione (le lacrime) agli improperi del paziente. Ho pensato che da questo si possa risalire agli altri quesiti.
    Brava Francesca, ben strutturato 😉 se hai tempo ti fai un giro da me? Buone feste.

    • Siccome sei la seconda persona che me lo fa notare colgo l’occasione per spiegare: quel gonnella era in primis descritta dal punto di vista maschile/maschilista di Jonas , inoltre era per sottolineare il contrasto della gonna in quel corpo poco femminile dell’infermiera. Grossa alta e poco aggraziata , che per motivi di spazio non ho avuto modo di descrivere bene 🙂

  • Pensavo che l’interrogatorio fosse un’opzione più condivisa. E invece è addirittura l’ultima. Bo, vediamo che succede.
    Bello anche questo episodio. È una delle poche volte in cui mi trovo a mio agio nel leggere un capitolo dominato da un dialogo 😀

  • Davvero niente male, le descrizioni sono precise e ben si denota la frustrazione dell’uomo per le sue condizioni e per la reclusione medica forzata.Il mistero non accenna ancora a dipanarsi, io voto per far sì che baffone arresti il protagonista per un serio reato di cui non sa niente, in modo che non si capisca se soffre di vuoti di memoria oppure se cercano di incastrarlo.

  • Vuole arrestarlo, ma forse è un pretesto per tenerlo sott’occhio…Nathan è in possesso di informazioni che ora non ricorda, ma presto o tardi le userà per impedire a qualcuno di fare qualcosa 😉 scusa, mi sono lasciata trasportare.
    Ciao Francesca, non avevo ancora visto che hai iniziato un nuovo racconto e che sei tornata alla fantascienza ^^ ho recuperato e ti seguo.

  • Dal nulla, mi associo alla maggioranza. 🙂
    L’idea non è niente male! Solo una cosa non mi è piaciuta. Se il detective ha perso la memoria, allora alcuni punti non sarebbe dovuti essere così dettagliati.
    Sono sicura che con calma uscirà furi una bellissima storia. Ti seguo … 🙂

  • Partiamo dalla cartella clinica.
    Sei instancabile, Francesca e la tua fantasia sembra non fermarsi mai! Un incipit davvero accattivante e che offre numerosi spunti. Come ti hanno già segnalato c’è qualche refuso e qualche frase forse dettata dalla fretta, ma nel complesso è comunque molto piacevole! 🙂
    Ovviamente ti seguo!

  • Voto per l’ipotesi più imprevedibile. Nessuna risposta.
    Sono arrivato da poco su theIncipit e non ho avuto modo di leggere la tua storia precedente! Comincio da questa, e be’, direi che comincio proprio bene.
    Seguo naturalmente. A presto!

  • Ma… ma dico… ho letto solo poche ore fa il decimo de “L’Ultimo della classe”… e ora sei qui?? Come fai? Chi sei? ahahahah

    Bene. Fantascienza.
    Se prendi la piega del fascino di Bivio, scalerai immediatamente le classifiche. 🙂

    Ho già votato, letto e cliccato su segui la storia, quindi passo al rimprovero:
    episodio scritto troppo impulsivamente che si lascia dietro una serie di refusi che non perdono alla grande Rossini. La prossima volta fai più attenzione.
    Altro rimprovero: non spiegare troppo, racconta per immagini – come già bene sai fare – e la perdita di memoria potresti esplicitarla attraverso sensazioni e azioni che lasciano intenedere che lui sia un uomo vuoto nella testa. Senza che sia lui stesso a dircelo.

    e adesso il mio parere: ottima idea. Ottimo tema. Apre a molte possibilità di trama e, quindi, di tematica. Apprezzo molto.

    il mio voto: non scopre nulla. accadranno eventi senza troppe risposte. Questo perché – come detto – le riposte non devono essere spiegate ma mostrate. E, conoscendoti , saprai farlo in modo perfetto e saprai anche stupirci tutti.

    🙂

  • Appena finito uno ne inizi un altro? brava. bell’incipit, ma da te non c’è da aspettarsi altro. Non sono d’accordo con gli zombie robotici, a quest’ora sarei disoccupata 😀
    ti seguo naturalmente, e ho votato per la fuga improvvisa dall’ospedale. confondiamolo ancora un po’.

  • Rieccoti con una nuova storia! Hai una mente piena di idee che riesci a far fiorire in una maniera bellissima! Ho votato la seconda opzione, anche se mi ritrovassi in un mondo pieno di novità probabilmente vorrei iniziare a rispondere alle mille domande scoprendo prima chi sono, sono curiosa di leggere cosa hai in mente di scrivere nel prossimo episodio 😀

  • Non ci credo ragazzi, ieri sera meditavo una pausa e stamattina mi è venuto questo incipit, mi piaceva troppo l’idea e non ho saputo resistere, vediamo un po’ come va… torno nella fantascienza,ma non proprio è proprio o solo fantascienza, ero indecisa se metterlo nella sezione giallo, va beh, lasciando perdere le etichette… buona lettura a tutti !

    • Dovresti invece imparare a resistere, Francesca. La scrittura è anche disciplina. Una buona idea non scappa via: basta prendere un appunto. Una buona idea va valutata, coltivata, arricchita. Proprio perchè questo non è un racconto d’esordio, è un peccato che sia costellato di refusi e che ci sia quella stonatura della reazione quasi infantile di Jonas alla scoperta della sua menomazione. Bastava aspettare un po’, rileggere il testo ventiquattr’ore dopo averlo scritto. Prenditi il tuo tempo.

      • Lo so Napo, di solito non mi succede per gli altri capitoli, ma per l’incipit non so resistere all’euforia della creazione di una nuova trama, pazienza, mi spiace per i refusi, o Dio addirittura costellato??? me lo vado a rileggere, ma non mi sembrava messo così male, alle perse chiedo di modificarlo, guardo…

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