Quel maledetto secolo

Ricordi

Carl spense il televisore con il solito comando vocale. Stavano trasmettendo ancora una volta il servizio storico sul ventunesimo secolo. “Il secolo delle meraviglie”, come si usava chiamarlo ormai. Bah! Non che avesse nulla da contestare sulla scelta del nome, assolutamente. Lo sapeva bene, Carl, uno dei pochi rimasti che avesse vissuto abbastanza di conservare qualche ricordo compiuto di quel periodo. Ogni giorno una nuova scoperta, una nuova invenzione, una nuova idea…quanti stimoli, quanta emozione…sembrava un sogno infinito, magari lo fosse stato. E invece, ovviamente, ad un certo punto finì.                                                                                   Che poi neanche ad un punto ben preciso, nossignore, sarebbe stato quasi meglio. Fu una morte lenta, un’angosciosa discesa verso la stagnazione.

Com’è che la chiamavano all’epoca? 

Teonc…No…Tenco…Tecna…Ah sì: Tecnologia. Come se fosse una specie a sé stante, una sorta di animale esotico, le cui caratteristiche peculiari andassero ricercate insistentemente, scavando in ogni modo possibile, spiandolo da ogni angolazione, senza mai fermarsi. 

Esatto, se gli avessero chiesto di descriverlo, a lui, quel secolo che aveva vissuto quasi per intero, che so, magari con una sola parola, avrebbe scelto “movimento”. Quella sensazione quasi spasmodica di inarrestabile fluire di tutto, idee, parole, persone, novità.  Ma tanto nessuno sarebbe venuto mai a chiedergliela, a lui, la sua opinione su questo secolo delle meraviglie, sicuramente poi non quelle teste vuote dei reporter. In effetti non sarebbe servito poi a molto, ricordare a tutta la gente quanto eccitante fosse quel lontano passato, figuriamoci poi sottolineare quanto banale e ripetitivo fosse, al confronto, il presente.

Forse, se ci fosse stato un modo per fare un servizio all’inverso, quello sì che sarebbe stato utile. Un servizio sul presente, da far vedere all’uomo del ventunesimo secolo, per dirgli “Ehi! Sì proprio tu, sedicente, esuberante piccolo presuntuoso che pensi ancora che l’intelletto umano non abbia limiti. Tu che sicuramente pensi, almeno nel tuo inconscio, che le sorprese non possano finire mai. Guarda qua: sono finite.”

Dovevano finire. Era ovvio che dovessero finire prima o poi. Facile a dirsi, a posteriori. 

Invece no, a quell’epoca tutti preferivano immaginarsi qualcosa di grandioso, spettacolare per il futuro. Catastrofi naturali, viaggi verso ignote e lontane galassie, scoperte scientifiche al limite del soprannaturale…

Chiaramente, l’uomo si sentiva destinato a cambiare tutto. In meglio o in peggio, non importava poi tanto. Ma dovevamo contare qualcosa, come specie. Era fondamentale, un impulso quasi primordiale.  

Carl sbottò in una risata sommessa. Contare qualcosa…

Prese la pistola. La teneva lì, nel suo angolo segreto, a far compagnia ai pochi ricordi del passato che gli erano rimasti. Appoggiò lentamente l’estremità alla tempia destra.

Si immaginò la scena. Il servizio che avrebbero trasmesso su di lui. L’avrebbero trasmesso sicuramente, almeno per distogliere la gente dalla banale quotidianità. “Vecchio ultra-trecentenario trovato morto. Ucciso da un colpo pistola.”

Ucciso da un antico relitto. Ucciso dal passato. 

Quasi divertente. 

Emblematico.

Che succede ora?

  • Cambio scena. Presentiamo un nuovo personaggio (75%)
    75
  • La pistola si inceppa, dannati relitti del passato! (25%)
    25
  • Spara! (0%)
    0
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50 Commenti

  • Ciao!!
    Ti do un consiglio: se puoi, fai in modo ( e così ho votato) che il nesso tra loro diventi Rebecca. Poi le loro strade si incontreranno. iL MOVIMENTO entrerà sicuramente in ballo nelle loro vite ma non lo userei come connessione fin da subito, sarebbe troppo scontato.
    Storia molto avvincente.

  • Ecco, il tempo per leggere il tuo racconto l’ho trovato subito. C’è sempre uno schema – condivido – perciò m’interessa capire quello che adotterai per portare avanti questo racconto. C’è più di uno spunto interessante e una discreta padronanza delle tecniche base di scrittura. Bravo. Scrivere su questa piattaforma non potrà farti che bene.
    Voto senza dubbio alcuno per l’opzione dell’inviata degli S.A. perchè anch’io, al loro posto, sarei portato a non fidarmi fino in fondo. Una reporter del futuro che ancora adotta la tecnica dei pedinamenti? No. L’altra opzione è troppo vaga per i miei gusti: a che titolo vorrebbe assicurarsi che Louis non ficchi troppo il naso nel caso degli ultracentenari suicidi?
    Ti seguo.

    • Grazie di essere passato subito. E grazie soprattutto del commento. È la prima volta che mi cimento in maniera costante nella scrittura di un racconto, quindi non posso che provare ad imparare e migliorare più che posso. Ad esempio mi rendo conto che devo prendere più confidenza con il sistema delle scelte ahah. Grazie ancora e alla prossima!

  • ” … c’è sempre uno schema. Complicato o semplice che sia. Se non lo vedi subito, guarda più in lontano. E se ancora non lo trovi, guarda più vicino, la risposta giusta è spesso la più ovvia. …”
    con questa frase hai vinto. E’ una massima di vita in cui io personalmente ho sempre creduto, e tu scrivi benissimo. Complimenti di cuore. La tua storia è tra le migliori che abbia letto qui.

    E’ una reporter.

  • Tutte opzioni interessanti, anche se “spara” come opzione ci porterebbe a perdere sin da subito il protagonista del racconto (potrebbe essere un bene come un male); La pistola che si inceppa è un espediente interessante, che darebbe forse una svolta alla visione del mondo di Carl, o forse no. Tuttavia ho votato per l’introduzione di un nuovo personaggio, perchè voglio vedere chi tirerai fuori dal cilindro: qualcuno che è in qualche modo soddisfatto della sua vita in questo monotono presente? Un reporter? Un amico di Carl? Seguo la storia con interesse!

  • Ciao Flv!
    Che tema difficile hai scelto di affrontare. Hai la possibilità di mettere in discussione tutti i principi su cui si fonda la modernità e fare un’analisi coerente e non banale di come l’uomo prospetta il suo futuro, e del suo rapporto col passato. Se penso alla politica di oggi e ai cambiamenti che stiamo affrontando, non posso non notare un’amara attualità.
    Il collegamento che fai con il ventunesimo secolo rende il racconto qualcosa più che puro fantasy o post apocalittico. Perché, se parti da una posizione critica rispetto alla società reale (e non solo qualcosa che hai immaginato) ti carichi di una grossa responsabilità, oltre che di grande difficoltà.
    Mi attrae l’ipotesi “spara!”. In questi giorni, dove posso, voto sempre perché si spari qualcosa o qualcuno. Potrebbe essere non l’incipit, ma la fine di qualcosa. E tornare indietro, cercando la spiegazione di quel gesto diventato inevitabile.
    Ma, siccome questa spiegazione la troveremo comunque, voto per il cambio scena.
    Seguo. A presto!

  • Tanto per dirne una:
    Tu scrivi: anche le sorprese finiscono, prima o poi.
    Beh, no. Se la pistola s’inceppa, è una sorpresa. Ma non ho votato per questa opzione.
    Se si spara, a cosa ci è servito seguirlo nell’incipit? per cui non ho votato nemmeno questa opzione.
    Cambiare personaggio è prematuro, non conosciamo nemmeno il centenario e cambiamo personaggio?
    per cui non ho votato.

    però ho deciso di seguirti.

    la ragione è semplice: tu hai delineato un tema molto interessante: il passato e la sua forza, annullati da un presente omologante e sistematico, ripetitivo, privo di slancio e di novità.
    Hai dichiarato che in questo ipotetico tempo futuro non vi sia più nulla da scoprire, poiché tutto è stato già scoperto ed è ormai superato. Hai dichiarato che i LIMITI esistono e che lo puoi dimostrare.
    Io ti dico che non è così. E questa sfida mi piace. Voglio vedere fin dove ti spingi e come mi porterai a cambiare idea.

    Seguo la storia.

  • Duro argomento quello che hai affrontato, anche molto amaro.
    Non mi sembra il caso che l’ultracentenario si spari davvero, vorrei che la pistola si inceppasse per darti la possibilità di presentare un nuovo personaggio legato a lui in qualche modo.

  • Ok, mi piace questa idea di un futuro non troppo lontano! Ma il vecchio penso che in seguito a tutto questo odio per la tecnologia o per il ventunesimo secolo abbia bisogno di qualcuno che possa tenerlo a freno, almeno per un po’! 🙂 Ho scelto il nuovo personaggio così che anche la storia prosegua! Il fiume così andrà avanti (spero).

    Carino! 🙂

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