Dove eravamo rimasti?
Simboli e lettere.
Lancio il cappotto sulle schegge di vetro, che sono ancora aggrappate al legno della finestra. Allungo la gamba ed esco, mi volto, e Beatrice non c’è.
<<Forza!>>
La signora esce dalla cucina, del defunto Carlo, e mi raggiunge.
Giunti alla macchina, Beatrice si siede nel sedile posteriore dicendomi che ha bisogno d’ aria.
Senza ribattere, gli chiudo la portiera.
<<Dove andiamo?>> Gli dico aspettando con ansia la sua risposta.
<<Devo riflettere, intanto giriamo per la città.>>
Mentre mi destreggio per le strade romane, posiziono lo specchietto retrovisore in modo da guardarla negli occhi.
Stritolando il volante, sussurro domande, che per adesso non hanno risposte << Carlo ed il neonato del palazzo, che legame hanno? L’anziana portinaia che ruolo ha in tutto questo?>>
Mentre parlo la sig.ra Orfini sembra distratta, turbata da qualcosa, e continua a fissare il Tevere. Io continuo a parlare.
<<Siamo certi solo di una cosa, che si tratta di stregoneria o riti satanici. Si, è vero, siamo nel 1969 il medioevo ormai è passato, i roghi si sono spenti e la santa inquisizione è stata eliminata, ma la follia umana è sempre viva.>>
Guardo i suoi occhi e le consiglio di andare dalla portinaia.
<<No!>> mi urla aggrottando le sopraccigli <<non ancora, continui a guidare.>>
Mi fermo al semaforo, e mentre aspetto, estraggo una sigaretta, sento un gelido e sottile soffio sul pomo d’Adamo.
Quel maledetto soffio diventa sempre più pesante ed ingombrante.
Abbasso lo sguardo, e noto una lama di trenta cm che si appresta a salutarmi con una gelida carezza.
Guardo nello specchietto retrovisore e gli sussurro lentamente <<cosa sta facendo? Metta giù il coltello! >>
<<Zitto e guidi! Andiamo a casa sua!>>
Dopo cinque minuti, attraverso l’enorme arco del mio palazzo, e parcheggio la macchina all’interno. Per mia disgrazia non vi è nessuno.
Il mio rene è stato preso in ostaggio; il suo coltello mi sprona a camminare.
Apro la porta ed entriamo.
<<Siediti! Forza siediti!>>
<<Dove ha preso quel coltello?>>
<<Nella cucina di Carlo! Adesso muto deve stare. Qualcuno vuole farti fuori!. Ma non so il motivo, visto che come detective lei è un’autentica frana, ed i suoi indizi, non fanno tribolare nessuno.>>
<<Grazie, molto gentile!>>
<<Chi vuole ucciderla?>>
<<Lei?>>
<<No… io la sto solo minacciando>> facendomi notare la punta dell’arma.
<<Ah beh… adesso si che sono tranquillo! Perché sta rovistando nei miei cassetti, cosa spera di trovarci?>>
<<Non mi sono mai fidata di nessuno. Sono sicura che lei ha un ruolo in tutto questo e troverò una prova per incastrarla!>> La sua voce ha un’aria sicura e decisa.
<<Lo so che ha avuto una vita fatta di stenti, ed è stata sempre delusa dagli uomini, ma non siamo tutti uguali. Le giuro che io non c’entro niente con tutta questa storia. Andiamo dalla portinaia! Andiam… aspetti un attimo… ma al telefono ti ha risposto una voce femminile?>>
<<Si!>>
<<E scommetto che non riusciva ad azzeccare nemmeno un verbo, vero?>> Mi viene in mente la prima ed unica intervista che ho fatto davanti al palazzo di via Murgia.
<<Cosa?>> Mi risponde con aria spaesata.
<<Aveva un linguaggio sgrammaticato? Tipo “Scusesse” “Sospettatti” “Ascoltetti” e così via? >>
<< Anche con un coltello puntato alla gola, devi giudicare gli altri.>>
<<No, no. La signora al telefono era la portinaia!>>
Mentre cerco di convincerla di nuovo ad andare al palazzo di via Murgia Beatrice afferra un foglio e sgranando gli occhi urla:<< Ecco la prova che la incastra! Brutto figlio di puttana, lo sapevo che lei era implicato in questa storia!>>
<<Quale prova? Io sono innocente!>>
<<Lei fa parte dei seguaci di Satana! Lo ammetta!>> I suoi occhi sono insanguinati dalla rabbia.
<<Cosa?>>
<<Ho trovato questo documento e c’è un simbolo che rievoca il demonio, seguita da una sigla>>
<<Ma quale simbolo, quale sigla. Ma la smetta di farneticare!
<<Si è vero, non sono una donna istruita, ma una stella a cinque punte dentro un cerchio la riconosco. È il simbolo di satana!>>
<<Si chiama pentacolo. Il pentacolo con la punta rivolta in basso, è uno dei simboli esoterici adottati anche dal satanismo, è vero, ma quello che ha in mano, lei, ha la punta rivolta verso l’alto, ed è un’altra cosa! Non c’entra niente con Satana! Mi creda!>>
<<Ah si? E cosa significa la sigla B.R? Belzebù risorge? O forse Bestie Rinate?>>
<<Quel simbolo e quella sigla non c’entrano un cazzo con tutto questo, un giorno lei, insieme a tutto il mondo, scoprirà il significato delle B.R. Ma non oggi! Non oggi>>
<< Vaffanculo, io ti ammazzo!>>
Beatrice si scaraventa addosso a Scanzi dimenando la lama come l'Orlando furioso. Cosa accadrà?
- Nessuno viene ferito. (57%)
- Beatrice lo colpisce ripetutamente al volto, causandogli la cecità. (43%)
- Scanzi disarma Beatrice è la uccide involontariamente. (0%)

26/03/2015 at 16:05
Letto.
Finale interessante; come la storia, del resto. Scena drammatica nella chiusa ben pensata, d’effetto, per quanto banalotta… 😉
Spero che la prossima storia che deciderai di scrivere sarà ragionata a tavolino in modo che non finisca per annoiarti e indurti a correre per chiuderla in fretta come hai fatto stavolta. In fondo questa era una bella storia, bastava crederci un po’ di più per evitare noia per te e cliché per noi.. 🙂 Ti seguirò anche nella prossima storia, tuttavia. Meriti.
26/03/2015 at 17:34
Hai ragione, hai perfettamente ragione. Chiedo venia, se ho causato, in voi, noia ed angoscia. La scrittura è un lusso che vi cedo volentieri. 🙂 Io ed i miei 27 anni torniamo nei boschi a tagliar legna. Addio.
P.S: si può togliere questa storiella da T.I?
26/03/2015 at 19:06
Forse non è la scrittura, il tuo problema. Ma la lettura. Vedo che hai capito tutto il contrario di quello che ti avevo scritto.
😉
25/03/2015 at 17:03
Ciao. 🙂 MI è piaciuto molto questo finale. Complimenti. Ciao. Un saluto. 😀
24/03/2015 at 21:44
Mamma mia che finale!
Devo proprio farti i complimenti, questa storia è una di quelle che ti prende e ti fa sperare nel capitolo successivo, peccato sia finita.
A presto per un’altra altrettanto coinvolgente.
24/03/2015 at 16:35
Nessuno viene ferito. Per carità !
23/03/2015 at 18:09
Ciao. 🙂 Nessuno viene ferito.
22/03/2015 at 21:38
Beatrice lo colpisce ripetutamente….
Intraprendente. 😉
22/03/2015 at 21:26
Rotoleranno a terra ma nessuno resterà ferito.
20/03/2015 at 13:03
Ha ascoltato: uccidi Scanzi…
Per essere uno che dice di essere stufo di questa storia, devo dire che l’episodio che hai scritto è davvero ben riuscito e molto vivido… 😉
20/03/2015 at 17:17
L’episodio scritto senza voglia è il migliore di tutti…(migliore per modo di dire). Ne terrò conto.
19/03/2015 at 21:33
Pazzesco ma bello.
Uccidi Scanzi e vediamo che accade.
20/03/2015 at 17:15
Nella scrittura bisogna osare, per non cedere al banale. Ma è soltanto una storia.
20/03/2015 at 17:17
Grande verità…e allora osa 🙂
19/03/2015 at 20:15
Procede davvero alla grande questa storia. Bravo.
La morte in cambio della verità .
20/03/2015 at 17:14
Grazie, vedremo nei restanti episodi cosa accadrà. Ciao.
19/03/2015 at 18:59
Ciao. 🙂 Voto quella che secondo me è la più particolare rispetto alle altre e cioè come ha fatto Scanzi a scivolare se il sangue era secco. Al prossimo episodio. 🙂
20/03/2015 at 17:13
Grazie, anche per me è la più particolare. Vediamo cosa ne esce. Ciao.
17/03/2015 at 17:17
Bel titolo! Opto per Carlo morto. ciao
17/03/2015 at 17:17
Ciao. 🙂 Carlo sorprende Scanzi e la sig.ra Orfini nella sua dimora.
16/03/2015 at 17:11
Trovano Carlo morto nella sua dimora.
16/03/2015 at 20:11
Grazie per aver partecipato. Ciao
16/03/2015 at 17:10
Ecco il calice del tormento. Sempre più mistero aleggia tra le righe della tua storia. Continua così.
Troveranno Carlo morto.
Ciao
16/03/2015 at 20:10
Grazie, ma credo che i restanti episodi saranno scritti di getto, visto che questo gioco mi ha già annoiato. Quindi non aspettiamoci grandi cose. Ciao 🙂
16/03/2015 at 20:16
Mi dispiace che la pensi così. Perché sei deluso? Sei bravo e apprezzato.
Non lasciarti prendere da certe dinamiche.
11/03/2015 at 18:54
Ciao. 🙂 Io mi fido sempre dello scrittore. Quindi fai tu. 🙂
11/03/2015 at 19:53
Grazie…al prossimo episodio. Ciao
11/03/2015 at 11:48
Io seguirei la signora Orfini… in effetti ci hai catapultato in una realtà surreale che poco ha a che fare col giallo puro… torna alla realtà 😉
11/03/2015 at 17:48
Giallo puro? Non è da me, seguire il sentiero tracciato dagli altri; nel bene o nel male. Non voglio svelare il finale, ma ti dico che gli incubi hanno un loro perché. Grazie ciao
10/03/2015 at 19:47
Ciao =)
Hai questo linguaggio aulico che non è solo piacevole ma è quasi riadattato al linguaggio” moderno”, sei molto dettagliato,preciso, mi piaci un casino come scrivi..
Voto per la signora Orfini =)
11/03/2015 at 17:47
Ciao e benvenuta. Ti ringrazio, per le parole d’apprezzamento, rivolte alla mia scrittura; anche se questa leggiadria, spesso mi abbandona.
10/03/2015 at 19:46
Piena fiducia. Sono sicura che non ci deluderai.
🙂
11/03/2015 at 17:46
Grazie, lo spero…
10/03/2015 at 17:56
Direi di seguire la signora Orfini. Il tempo stringe ormai 🙂
11/03/2015 at 17:45
Devo aumentare il ritmo. Grazie ciao.
07/03/2015 at 11:52
Nell’appartamento del fotografo…Il tipo non mi piace
05/03/2015 at 17:12
Ciao. 🙂 In una bella e confortevole cella. 😀 Al prossimo episodio.
05/03/2015 at 10:11
Si ritrova nell’appartamento di Carlo. 🙂
Ciao
05/03/2015 at 09:49
Questa storia è senza dubbio una delle mie preferite. Mi piace la trama ed anche i personaggi, ognuno dei quali sembra nascondere qualcosa. Il fotografo è senza dubbio il più “viscido” e quindi sarà nel suo appartamento che si svolgerà il prossimo episodio. Bravo 🙂
05/03/2015 at 18:07
Grazie Aomame….il finale è un mistero anche per me. Questi personaggi non li controllo più. 🙂 ciao
04/03/2015 at 21:52
Appartamento di Carlo.
Infila virgole, punto e virgola, due punti e punti nelle tue frasi, così le scene – anche quelle più cruente – acquisteranno potenza.
😉
05/03/2015 at 18:04
Grazie per aver votato e per i consigli che mi dai, sono sicuro, che nei prossimi episodi (se li caricherò), ci saranno sempre degli errori; è nella mia natura sbagliare 🙂
P.S Sicuramente anche in questo commento ci sono degli errori 🙂 Ciao
04/03/2015 at 17:52
Direi in cella.
Qualcuno, il fotografo o la signora, dovranno pur chiamare la polizia. Episodio incalzante, complimenti.
05/03/2015 at 18:11
Grazie Danio, ho letto Galdino (storia di un matto), complimenti a te. Ciao
28/02/2015 at 22:03
Sono in minoranza, i resti del cadavere…
27/02/2015 at 17:51
Ciao. 🙂 Altri cadaveri.
26/02/2015 at 18:12
Altri cadaveri. Questo racconto mi piace, ha l’essenza del giallo.
26/02/2015 at 19:31
Spero di non smarrire il sentiero del mistero…grazie per aver votato
26/02/2015 at 17:39
Lacrime di donna e la forza di una madre, questo emerge da questo bellissimo episodio.
Ho votato per l’incendio.
Alla prossima 🙂
26/02/2015 at 19:28
Ho cercato di descrivere il dolore di una madre. Grazie… alla prossima
26/02/2015 at 17:36
Trovano i resti del cadavere.
Questo episodio mi ha messo l’ansia addosso, complimenti davvero 🙂
26/02/2015 at 19:24
Grazie…alla prossima
22/02/2015 at 15:23
La Orfini si chiude nel suo silenzio…
tema molto attuale…
21/02/2015 at 22:12
Ciao. 🙂 Scanzi mostra le foto alla signora Orfini. Vediamo. Magari ci dice qualcosa di importante. 🙂
23/02/2015 at 18:09
Vedremo… nel prossimo episodio. Grazie per aver votato
21/02/2015 at 19:13
Mostra la foto anche se la sconvolgeranno. Storia davvero interessante 🙂
21/02/2015 at 19:49
Grazie, spero di non deluderti.
21/02/2015 at 18:24
Le mostra le foto, è pur sempre un giornalista e vuole lo scoop.
21/02/2015 at 19:53
Un giornalista cinico, vedremo se avrà il suo scoop. Grazie a presto
21/02/2015 at 14:42
La giornalista.
interessante l’episodio. 🙂
21/02/2015 at 19:53
Grazie, al prossimo episodio. Ciao
19/02/2015 at 17:09
Direi la madre della ragazza uccisa.
( attento ai refusi…)
🙂
18/02/2015 at 17:48
La madre della ragazza mi sembra la scelta migliore. Ciao
18/02/2015 at 17:44
Ciao. 🙂 La madre della ragazza uccisa. Al prossimo episodio. 🙂
17/02/2015 at 18:16
Un sacerdote. Sì. Mi piacerebbe che ci fosse un bel confronto tra i due, così da fare da contorno alle indagini.
Alla prossima 🙂
17/02/2015 at 18:11
La madre della defunta.
Davvero bizzarro questo detective, ma mi piace, complimenti.
15/02/2015 at 23:32
Ho votato per la foto. Dovresti rallentare il ritmo secondo me
14/02/2015 at 17:30
Direi una chiave. ti seguo
14/02/2015 at 14:26
voto per la chiave, la trama mi piace, e devo dire che essendo 1 amante dei gialli, è originale, di certo qui non si parla del solito cadavere amputato o decapitato. Occhio ai tempi e a qualche refuso qua e là (ne ne rimane). Se posso darti un consiglio, cerca di esser più fluido, meno stacchi durante lo svolgimento dei fatti.
Passa dal mio racconto e dimmi cosa ne pensi a presto!
14/02/2015 at 11:14
Uh, cavolo! Ti seguo molto volentieri! 🙂
14/02/2015 at 07:08
Direi una chiave.
C’è sempre una chiave misteriosa in un buon giallo 🙂
Ti seguo e, se permetti, ti do un consiglio gratis( il tuo fotografo mi guarderebbe male)
Segui i consigli di Alessandra, a me sono serviti e servono tutt’ora.
Ti seguo, buon week end 🙂
13/02/2015 at 21:50
Ha in mano una chiave? 😀
13/02/2015 at 19:33
Ciao, D.
mi piace questo tuo incipit, e ho deciso di seguire la tua storia.
Tuttavia devo darti dei consigli ( incappi in una ltrettanta giornalista, che però non ha avuto a che fare con cadaveri, ma che può esserti utile) utili alla narrazione poichè la tua storia può essere davvero intrigante, ma alcuni dettagli devi curarli meglio, assolutamente:
scrivi:
“…che avrebbe venduto una foto di sua madre nuda per qualche soldo; nonostante ciò mi offre un caffè,che in seguito pagai io. …”
Mettiti d’accordo con i tempi verbali, qui ne hai usati tre diversi nello stesso periodo. La frase corretta è:
“capace di vendere la foto di sua madre nuda per qualche soldo; nonostante ciò mi offre un caffè, che poi ho pagato io.”
e attenzione alle battute dei personaggi, se vai a capo non mangi battute, tranquillo. ( lo so che sono 5000, ma andare a capo non comporta nulla. Però serve alla narrazione. ) Qui hai messo due battute nello stesso periodo:
«Cosa vuoi in cambio?»Gli dissi senza giri di parole,«tre milioni di lire» mi risponde.
Invece è:
“Cosa vuoi in cambio?”, chiesi senza girarci intorno.
Rispose: “Tre milioni”.
Poi ci sono refusi vari, ma nell’insieme l’incipit è davvero molto interessante. Tanto quanto l’aver deciso di ambientare la storia negli anni ’60, che ci regala uno scorcio di vita passata di cui dovremmo tutti sentire nostalgia: il taccuino al posto dell’I-phone, magari un telefono a gettoni al posto di uno smartphone.
Ti dirò, il buon Lee Child col suo Jack Reacher, insegna, come anche non ultimo Dylan Dog, che l’investigatore senza mezzi tecnologici è sempre la figura più affascinante e il migliore sulla piazza. Poichè egli saprà sempre come arrivare a un risultato, abituato a trovare elementi con la testa e non col “metodo intuitivo”. 🙂 quindi, ottima scelta!
Solo una domanda:
un Colonnello? E’ una fogura che appartiene all’esercito, non hai giustificato la ragione per cui debba occuparsi di un delitto comune. O la vittima era nell’esercito?
Ti seguo volentieri. Al prossimo.
14/02/2015 at 17:33
Ciao Alessandra, grazie per i tuoi consigli e per avermi fatto notare i miei errori da principiante. Il colonnello e gli appuntati fanno parte dell’arma dei carabinieri. Ciao.
13/02/2015 at 19:20
Ciao. 🙂 Storia molto interessante. Ti seguo.
P.S. Il libro.
13/02/2015 at 18:15
Ciao detective! Foto da brividi che preannunciano una bella storia. Non ho capito bene il tuo nome, ma sono sicura che ti presenterai nel prossimo episodio.
Ti seguo 🙂