Dove eravamo rimasti?
INTERNO CAFFETTERIA - GIORNO
La caffetteria era piena.
Gente seduta ai tavoli, gente ammassata al bancone, gente fuori. Gente dappertutto. Eppure tutti i movimenti sembravano perfettamente coordinati, nessuno che prendesse contro a nessun altro, nessun rumore di troppo.
John, in piedi, osservava tutto con stupore e fastidio, quelle facce erano troppo giovani e troppo belle. Di certo troppo vicine.
A un tratto, il tintinnio della porta che viene aperta, alcune teste che si girano, un urlo da fuori. Tutti fermi per un attimo, poi un vocio crescente, qualcuno che sbuffa.
Rifare.
«Ti abbiamo trovato una parte, John.» disse Mister White, un filino troppo allegro, tamburellando sul dossier. «Non è il sogno di tutti fare l’attore? Il cinema, la fama… oh, tu sì che diventerai famoso, John!»
La caffetteria era ancora piena.
Gente ovunque, discorsi d’una banalità sconcertante.
John, sempre in piedi, sentiva gli abiti troppo stretti e troppo color pastello. Il fastidio andava aumentando.
Le facce davanti a lui gli sembravano tutte uguali, sorrisi di porcellana, occhi di vetro.
Il tintinnio della porta, di nuovo. Di nuovo quell’urlo, da fuori, perentorio. Tutti fermi. Vari sbuffi.
Un’altra.
«Pensa a quanto si parlerà di te, John.» proseguì Mister White. «Nessuno dimenticherà la tua interpretazione. Un killer che recita la parte di un attore che recita un ruolo solo per poter fare il killer… questo è metacinema, è roba da Cahiers, quelli dell’Academy dovranno inventarsi una nuova categoria.»
La caffetteria continuava a essere piena.
Facce su facce, i soliti discorsi. John ormai avrebbe potuto fare tutte le parti, parlare lui per tutti quanti, gli sarebbe bastato togliersi quel maledetto gilet color crema, orribilmente abbinato alla camicia verdina. A pensarci, era la seconda voce nel suo personale elenco delle impellenze, potersi cambiare, uscire da quella caffetteria e potersi cambiare. Prima veniva solo il tener d’occhio la porta, lui sarebbe entrato da un momento all’altro, lo sapeva, ne intuiva già la sagoma attraverso le vetrate opache. Una sagoma che si avvicinava all’ingresso con passo sbarazzino. Troppo sbarazzino, visto che, ormai alla maniglia, quella sagoma era andata giù, dritta per terra, fuori dalla visuale. Aveva oscillato, aveva cercato l’equilibrio, poi era andata giù. Il tizio doveva essere inciampato in qualcosa, forse il proprio ego, più credibilmente un cavo, fatto sta che la porta non si sarebbe aperta. Da fuori, una timida imprecazione sovrastata dal solito urlo, più irritato che mai. Dentro, nei pressi del bancone, qualche bocca s’era fatta ghigno, qualche sguardo divertito aveva cercato complicità in giro e anche John, a modo suo, aveva sorriso.
Tutto da rifare, di nuovo.
La caffetteria era piena.
Era sempre piena, quella caffetteria.
Piena delle stesse facce, nelle stesse posizioni, pronte alle stesse frasi, parola per parola, intonazione per intonazione, la voglia sottopelle di venir fuori meglio delle altre.
Dalla sua posizione privilegiata, John teneva d’occhio tutta la sala, dissimulando l’insofferenza che covava dentro per gli sguardi che si sentiva addosso. Teneva d’occhio la sala e la porta, di lì a poco il suo obiettivo sarebbe entrato. Lo faceva sempre, quando riusciva a non cadere. Sarebbe entrato, nello stesso modo sbagliato delle altre volte, ma che forse si sarebbero fatti andare bene.
E infatti fu così.
Entrò.
La porta si aprì e si richiuse dietro di lui, insopportabilmente bello. Qualcuno, forse anche John, trattenne il respiro, attese l’urlo, era chiaro che quell’entrata non era meglio delle altre, ma l’urlo non venne, l’apnea si trasformò in azione. Il tizio, bello e insostenibile, iniziò ad avanzare verso il bancone, dove stava anche John, salutando a caso gente che ricambiava con gesti esagerati, mani per aria, porcellane in esposizione, parole prossime all’urlo. Salutava, il tizio, e schivava corpi, sedie, masse, quel suo passo sbarazzino e traditore, i vestiti a cadergli addosso con taglio perfetto, troppo. Arrivò al bancone e si avvinghiò a una ragazza iper-truccata, super-convinta e ipo-vestita, immobile da ore sullo stesso sgabello, vittima della paura di spostare anche uno solo dei ricci che le avevano scolpito in testa. Quando si staccarono l’uno dall’altra, con scambio reciproco di saliva, glitter e cipria, il tizio, un po’ meno bello ma pur sempre baldanzoso, guardò John e parlò.
«Un cappuccino, amico, con tanta schiuma.»
Gli fece pure l’occhiolino, poi si voltò verso quella che chiaramente non era sua sorella. «Tu cosa prendi, Brenda Lee?»
«Un espresso, Billy Joe. Lo sai, il latte proprio non lo digerisco.» rispose lei, la peggior voce di sempre, un manifesto al doppiaggio.
John, barman provetto in divisa pastello, sorrise come da sceneggiatura, si girò verso la macchina del caffè e prese tazza e tazzina.
Da fuori, salvifico, arrivò l’urlo, quello di sempre, ma in tono ben più rilassato. «Stop!»
Nell’attimo in cui la scena veniva data per buona, John strinse troppo forte la tazzina, spaccando la porcellana sbagliata.
Quindici ciak per un caffè e un cappuccio, grazie a dio non eravamo in aperitivo. Ora?
- Altra scena, altro regalo, soprattutto. Evitando però tutto quel che contiene caffeina. (29%)
- Mister White fa chiarezza su questo, di incarico, per lo più. (49%)
- Spieghiamo prevalentemente il primo finto-incarico. (23%)

13/06/2016 at 08:23
Ok punto 1- che bello rileggere dopo due anni bricoleur de cigarettesa, scrivi acnora da dio 2 – quanto mi fa schifo leggere le cose in stile sceneggiatura però… ehi! è bricoleur 3 Spieghiami prevalentemente il finto incarico,e vediamo come va afinire stà storia. Ciao =)
22/09/2015 at 21:34
Temo di essere l’unica ad aver votato “Spieghiamo prevalentemente il primo finto-incarico” ^^’
07/07/2015 at 17:00
Vorrei altri ciak per una nuova altrettanto accattivante scen, grazie
23/06/2015 at 05:41
è chiaro che non sapremo mai cosa accadde a budapest, ma qui ci offri la possibilità di sapere qualcosa del primo finto incarico, come non votare questa opzione?
il barman… non riuscivo proprio a capire perché un killer dovesse vestire con colori pastello, e a ripensarci forse avrei apprezzato un’altra scena, troppo tardi
complimenti meritati
13/06/2015 at 23:28
Io volevo sapere del primo finto incarico.. qualche risposta faceva comodo a questo punto 🙂
01/06/2015 at 16:19
Ciao brico-coso, io leggo, voto e ci sono…baci…
30/05/2015 at 16:03
Premesso che adoro la tua biografia, con quella frase scrivo quando mi va, sintetizzi il mio pensiero. Comunque, Le Bricoleur si conferma sempre un grande narratore. Questa volta mi pare di leggere una storia che starebbe benissimo proiettata su schermo. Oppure mi sto lasciando trasportare dalla storia stessa? Alla prossima.
30/05/2015 at 01:58
Primo finto incarico! Scusa tanto il ritardo, Bricoleur, ma qui in Giappone non ho mai abbastanza tranquillitá da leggere con calma le vostre storie! Che vuoi che ti dica? Il taglio di questa storia mi piace sempre di più e questo capitolo è l’ennesima riprova della tua abilitá di narratore. ^^
Quando ho letto Billy Joe e Brenda Lee mi sono piegato in due dal ridere! XD Esattamente il tipo di nomi di quelle produzioni americane scadenti degli anni ’80! XD
Ecco, io di questa storia ci farei un film. É perfetta per il cinema!
A presto e complimenti come sempre!
26/05/2015 at 14:04
Mister White fa chiarezza.
Spero di non essere a io a farti rallentare nella pubblicazione, ma comincio a pensare che sia seriamente colpa mia, visto il tempo che sta passando dall’ultimo episodio della mia storia…
26/05/2015 at 13:04
Anche se sono in netta minoranza ho votato “altra scena” perché mi è piaciuto troppo come hai descritto i ciack.
24/05/2015 at 12:05
Ciao, Mister White parla di questo incarico, ma avrei votato anche il primo finto incarico
24/05/2015 at 11:18
Spiegaci il primo finto-incarico…please, please, please 🙂
23/05/2015 at 21:41
Mister White fa chiarezza su questo…
23/05/2015 at 20:11
Io avevo votato per “Altra scena, altro regalo…”, ma la maggioranza è contro di me.
Sempre un grande, compare, sempre un grande.
23/05/2015 at 08:42
Spieghiamo l’incarico.
Ma non mi stavo annoiando. Bella la scena sbaciucchiosa con la tipa iper-truccata e ipo vestita!
ciao 😉
Marco
22/05/2015 at 23:32
Wooow veramente bello … è ora della chiarezza Mir White…
22/05/2015 at 23:22
Altra scena. Troppa caffeina fa male. Verità di fede. Rimpianto di un tossico.
Avanti così Sir B.
Al prossimo ciak ^^
22/05/2015 at 15:08
Bel capitolo.
Per fare chiarezza c’è tempo, io dico di aggiungere altra carne sul fuoco e voto per una nuova scena.
22/05/2015 at 09:44
Un killer che interpreta la parte di un killer. Di sicuro non c’è attore più adatto a quel ruolo, Mister White sa il fatto suo.
Non finirò mai di stupirmi per questa tua capacità di descrivere la scena al lettore. Ogni suono, ogni colore, ogni movimento viene disegnato nella mente di chi legge come un quadro. O un disegno in CAD, scegli tu 🙂
Ora lasciamo che Mister White faccia un po’ di chiarezza. Alla prossima, D.!
21/05/2015 at 17:36
Capitolo bello come un lunedì che non t’aspetti…
21/05/2015 at 15:18
Mi sa che sono l’unico a volere un regalo….
21/05/2015 at 14:17
Devo confessare che questo è il capitolo che mi è piaciuto di più. Anzi, questo mi è piaciuto tantissimo… 😉 Ovviamente, mi riferisco allo stile, perché dal punto di vista linguistico ineccepibile come gli altri episodi. Negli altri andavo a rilento e, soprattutto, dovevo rileggere…questo no, è scivolato! 🙂
Facciamo un po’ di chiarezza.
A presto Mr Bricoleur!
21/05/2015 at 13:16
Direi che mister White dovrebbe fare chiarezza.
Godibile anche se la troppa distanza tra un episodio e l’altro, mi “costringe” a rileggere il tutto…sai, l’età 😉
21/05/2015 at 10:07
Chiarezza. Bravo, come sempre.
21/05/2015 at 10:04
Ciao, Dav!
Questo episodio è ineccepibile. Sarà che lo sento familiare: i ciack, la scena da rifare, l’inciampo con ghigno allegato… l’errore proprio quando sembra finalmente “buona”. Ma la cosa che trovo più eclatante – nel suo essere singolare, anche – è che il Killer interpreti se stesso. L’attore che in scena è ciò che lui è nella vita è molto carina, come idea.
C’è dell’ironia – tua, ti appartiene da sempre – nel tuo narrare, e questo colora storie cruente con getti di luce brillante. Una tua caratteristica che ho sempre apprezzato. In fondo mi è già capitato in passato di dirti cosa penso del famoso “Ferocia Illuminata”.
Qui ho notato molto colore, quasi esasperato, molto trucco – esplicito e implicito – molta bellezza favolistica, immagini quasi surreali. Se fossero davvero osservate attraverso il monitor di controllo del regista, direi che gira alla maniera di Sorrentino ne “La grande bellezza”: metafisico, fotografico, eccentrico a volte.
Questo mi fa riflettere sul fatto che c’è stato un cambiamento di rotta nel diagramma strutturale del racconto, da primo episodio ad oggi: un tempo ricordava Tarantino, ora Sorrentino. Sono in rima, sì, e in linea… con la genialità condivisa. 😉
Mister White fa chiarezza…
17/05/2015 at 10:57
Mister White, posso chiederle come mai il suo desiderio di immortalità in questa storia,non è ancora diventato un ordine per Bricoleur?
Il soggetto non collabora,ma immagino che lei sappia essere persuasivo.
Voto ,fiduciosa,i saltelli.
21/05/2015 at 00:35
Punto a renderlo immortale dilazionando il più possibile la pubblicazione di un capitolo dall’altro. Dici che può funzionare?
Senza scuse, ma felice di aver scritto,
D.
11/05/2015 at 08:59
Eccomi qui, finalmente!
Sono piacevolmente sorpreso da questo racconto! Mantieni come sempre le tue accuratissime descrizioni, ma trovo anche un maggiore spazio ai dialoghi. 😉
Mi piacciono quesi frammenti brevi, che salto da un momento all’altro, pur mantenendo chiaro il filo che li lega. Per questo voto di continuare a tenerci in allenamento e andare già alla messa in opera dell’incarico.
A presto!
21/05/2015 at 00:34
Ciao Francesco.
Arrivi tu e io ritrovo i bei vecchi ritmi di una volta… che sia un caso? 🙂
Dai, grazie della lettura e del commento (e grazie dell’attenzione posta ai dialoghi, quello ormai è un discorso che portiamo avanti da un pezzo, io e te), prossimamente recupero tutto quello che mi sono lasciato indietro in questa mia lunghissima sparizione dai radar di THe iNCIPIT.
Saluti,
D.
09/05/2015 at 16:12
Confido nel fatto che godrò comunque del dolce mal di testa dovuto ai tuoi saltelli, e voto per sapere qualcosa di più su Whitie.
-Stava guardando la pistola dalla parte sbagliata, eppure sorrideva-
Geniale.
Non penso che il bersaglio sia Fanshawe.
Secondo la mia teoria, lui è già morto.
La persona che John deve uccidere, però, ha a che fare con il mondo del cinema..
Dev’essere un pezzo grosso se un killer professionista come John, con ben trentadue contratti portati a termine sul curriculum e sulla coscienza, richiede così tante informazioni…
Sono curiosa di sapere chi è John.
E’ un papà, è immaginarlo un killer spietato mi riesce un po’ difficile.
Che sia un vendicatore? Uno alla “Saw” che uccide solo chi se lo merita?
Napo e la Startari mi hanno addestrata bene come investigatrice, o ho sparato solo cavolate?
Complimenti.
Aspetto il quarto capitolo.
p.s Ma, davvero non sapremo niente di Budapest?!
21/05/2015 at 00:32
Buda-che?!
Tutte considerazioni potenzialmente giuste, le tue, Adelaide… anche se potrei finire per andare da altre parti. Come mio solito, della storia conosco molto poco (tanto che devo rileggermi io stesso, con tutto il tempo che lascio passare), quindi non saprei cosa risponderti ora, magari finirai pure con l’indirizzarmi tu in qualche direzione che io ora non considero, chissà.
Perdona la lentezza di tutto questo, ma tanto già sai.
D.
04/05/2015 at 21:53
Ma quindi?
04/05/2015 at 22:05
Lo so.
Periodaccio.
04/05/2015 at 22:07
Come ti capisco. Dimessa ieri dall’ospedale. Convalescenza e antibiotici come se piovesse… però mai abbandonare la scrittura 😉
04/05/2015 at 22:31
Io nulla di drammatico, però zero tempo. Zero. Mai stato così zero, direi.
21/04/2015 at 09:34
Se prendi un Bobtail di razza l’allevatore ti regala una Jacuzzi.
Se prendi una Jacuzzi l’idraulico ti ti regala un Bobtail.
È un mondo pieno di controsensi il nostro.
21/05/2015 at 00:28
Ero rimasto imprigionato in questo circolo vizioso Jacuzzi-Bobtail… e ti assicuro che non se ne esce bene.
Ciao Cirolucio!
D.
19/04/2015 at 23:26
C’è quel profumo di pseudo-omertà e di clan che tanto mi garba in questo racconto. Avanti così sig. Bricoleur ^^
21/05/2015 at 00:27
Ciao il mago… per magia son tornato. Prossimamente riprendo anche le letture.
Intanto grazie, in ritardo.
D.
15/04/2015 at 14:47
“Scopriamo altri trascorsi di Mister White, con una spruzzatina della sua brillante conversazione con John” 🙂
21/05/2015 at 00:26
Ciao Lunatic Nene, scusa se rispondo solo ora ma ero tipo sparito dai radar.
Grazie della lettura.
D.
06/04/2015 at 09:42
Avrei voluto saperne di più sull’incarico ma a quanto pare resterà una mia curiosità.
Classe: non sapeva di rischiare la vita usando quel nomignolo ahahahahaha
07/04/2015 at 13:08
Ciao Diego.
L’incarico, comunque, verrà mostrato e, a suo modo, spiegato, quindi tutti felici e contenti.
03/04/2015 at 18:47
E’ particolare l’evolversi dei fatti. Jhon non può rifiutarsi e lui gli spiega l’incarico. Ma perchè la messa in scena e perchè il dossier ? Non ci arrivo. Non è che mi fai secco pure quell’attorucolo ? Vediamo.
03/04/2015 at 18:54
La messa in scena e il dossier sono i motivi per i quali John non può rifiutarsi. Solo che la spiegazione lineare di ‘sta cosa sta avendo la peggio nella votazione…
07/04/2015 at 14:07
Te pareva a te….. The incipit e gli incipettari…. Votassero mai quello che si deve votare…. Dare il potere al voto succede questo e molto, molto altro…..
03/04/2015 at 00:24
per farti perdonare budapest non puoi fare altro che scrivere della messa in opera dell’incarico.
03/04/2015 at 18:55
E te pareva…
01/04/2015 at 14:12
A me piacciono troppo i tuoi dialoghi, il modo in cui spieghi le cose. Soprattutto a qualcuno che non le può rifiutare.
Ma a quanto pare ti toccherà scrivere direttamente di come succedono queste cose.
Beh, inizio ad allenarmi per i saltelli.
PS. ma poi che sarà mai successo a Budapest…
01/04/2015 at 14:39
Ciao ggrch.
Son contento che ti piacciano i dialoghi, son da sempre (e credo che tu lo sappia) il mio tallone d’Achille, la cosa che mi ha sempre convinto meno e che continua a farlo. Quindi… beh, complimento che vale doppio, ecco.
Fai stretching, mi raccomando.
D.
31/03/2015 at 20:36
Budapest.
Ho votato Budapest.
Insieme al restate 99% dei lettori.
31/03/2015 at 20:38
Ahahah.
Mannaggia a me e a quando mi vengono ‘ste idee di buttar lì della roba a caso.
31/03/2015 at 11:20
abbiamo parlato fin troppo, vediamo john in azione
bello questo capitolo, mister white avrà pure una nomea di tipo duro e soprattutto pericoloso, ma mi pare che la sua autorità comincia ad incrinarsi, il suo mondo sta scomparendo e i vecchi sistemi non funzionano più
31/03/2015 at 11:24
Ciao ang.
Mister White, alla fine dei conti, è un bambinone, è quello al quale brillano gli occhi quando dice “Voglio fare cinema”. Fa il cattivo solo perché lo sto disegnando così.
L’unica cosa, ecco, è che fossi in quelli che lo incontrano tenderei ad assecondarlo.
Grazie per la lettura,
D.
29/03/2015 at 15:36
L’opzione dei trascorsi di M.W. secondo me è più congeniale alla tua idea di narrare questa storia “a pezzi”. Ovviamente, opinione personalissima e può darsi pure stia prendendo un colossale granchio come semplice lettore.
Ciao! 😉
31/03/2015 at 09:10
Ciao Guy.
Credo che in un certo senso tu abbia assolutamente ragione. Tuttavia il vantaggio di una narrazione del genere – sempre che ce l’abbia, un vantaggio – è quello di poter andare ovunque in qualunque momento.
Grazie della lettura,
D.
28/03/2015 at 17:26
Sono proprio un cattivo lettore, sono riuscito a perdermi un tuo capitolo… ma ora ti ho recuperato perché questa storia non posso perderla.
Due capitoli fenomenali, sia le scene di azione sia quelle di parlato sono ottime. Il tuo è uno stile che ti fa sorridere, ragionare e anche rimanere a bocca aperta.
Scusa questo sfogo da fan-boy, ma il “giallo” è un genere che di solito mi annoia a morte quindi non posso non sottolineare la tua bravura.
Ho votato la messa in opera dell’incarico, accompagnata per forza dai salti temporali
A presto, sperando di non perdermi di nuovo
28/03/2015 at 17:30
Ah, stavo per dimenticare la cosa più importante.
Amo come è strutturato il racconto, con questi salti temporali, quasi come stessi leggendo “Memento”
28/03/2015 at 17:58
Cao bicchio.
Vai tranquillo, da ‘ste parti non esistono cattivi lettori, solo tempismi che non collimano e orde di capitoli che si accumulano nella casella mail. O almeno, per me è così.
Grazie del bel commento, sono veramente contento che questo strano racconto possa piacere, tanto più a chi scrive robe che a loro volta mi piacciono.
Saluti in Memento Mood,
D.
28/03/2015 at 16:08
Passiamo all’incarico!
Ma hai pianificato più o meno la trama? Secondo me un po’ sì, questa volta (non so se l’avevi già scritto nei commenti)
Ciau!
28/03/2015 at 16:11
Ciao Marco.
La trama era completamente fuffa fino alla fine del secondo capitolo. Con la scelta che ho lasciato ai lettori alla fine di quel capitolo lì si finiva per decidere in che direzione andare, direzione che mi ha portato a pensare all’ossatura minima della storia, che adesso ho in mente… e che ho anche scritto in un bel file .txt che ora giace dentro la cartella “Porno” sul mio desktop.
28/03/2015 at 12:05
Vada per i trascorsi di Mr White 🙂
Sicuro che non possiamo sapere proprio nulla di Budapest? Dai…please please please 😉
28/03/2015 at 13:28
Ammetto che se me lo chiedi tu un po’ mi tenti, ma Budapest è la nuova Isola che non c’è, quindi credo che manterrò il riserbo. 😛
Ciao Queen!
D.
28/03/2015 at 14:24
Mannaggia, se lo avessi saputo prima mi sarei giocata meglio le mie carte 😉
28/03/2015 at 14:29
Ahahah. 🙂
Too late.
28/03/2015 at 14:31
Cattivo D, cattivo 🙁
28/03/2015 at 14:42
Non so perché ma ho immaginato che stessi arrotolando un giornale o prendendo una babuccia da darmi in testa. Bau.
28/03/2015 at 14:50
😀 In realtà avevo solo messo il broncio…ma l’idea della babbuccia non è male 😀
28/03/2015 at 14:53
Ok, devo imparare a stare zitto ogni tanto.
28/03/2015 at 15:05
Se ti può consolare i giornali o le babbucce in testa sono un trattamento che riservo solo a chi non mi sta particolarmente simpatico. E questo non è il tuo caso 😀
28/03/2015 at 15:09
Meno male, S. Meno male.
28/03/2015 at 15:14
Così però sembro una che picchia la gente, forse anche io dovrei imparare a stare zitta. 😉
28/03/2015 at 15:16
Solo la gente che non ti sta simpatica, buzzurri che se lo meritano insomma. Quindi può passare, dai, non è un crimine contro l’umanità.
28/03/2015 at 15:19
Solo buzzurri ed ex fidanzati. 🙂
Non è vera neanche questa.
28/03/2015 at 15:22
Ahahah.
Cominci ad ampliare la cerchia, tra un po’ tirerai in ballo anche i vicini di casa o di ombrellone.
28/03/2015 at 15:26
Di solito le due categorie coincidono, quindi la cerchia è ancora limitata. 😉
28/03/2015 at 15:28
Gente che non sa il rischio che corre. 🙂
28/03/2015 at 15:33
Hai proprio ragione.
Ok, ora basta… non ho più una reputazione 😀
28/03/2015 at 15:36
Meglio così, d’ora in poi potrai essere sempre sorprendente.
Ciao S., a presto.
D.
28/03/2015 at 10:28
mi stai scuotendo e ingarbugliando la testa con tutti tu saltelli e allusioni… Però, devo dire, in maniera notevole. Chapeau!
Credo che votare per l’opzione “per filo e per segno” sia proprio da minoranza. Ma ormai…
Vediamo che altro “allenamento” ci riservi.
28/03/2015 at 13:27
Ciao BigJack,
grazie della lettura e del commento.
Sì, in effetti mi sta venendo fuori un racconto un po’ strampalato, a livello strutturale… strano esperimento quello in cui mi sono cacciato.
Alla prossima, in grande forma dato l’allenamento,
D.
27/03/2015 at 21:12
Secondo me la messa in opera ci sta bene, adesso. E vedo che va per la maggiore. ^^
Più facile da seguire, questo nuovo capitolo, ma non ha perso un grammo del fascino iniziale. Anzi, direi che l’ho trovato persino più godibile! 😀
Ah, e già che ci sono te lo dico adesso: io ADORO i tuoi dialoghi. Sono eccezionali, davvero. I dialoghi fanno vivere i personaggi molto più di qualunque descrizione, li fanno diventare reali, profondi, vivi… in poche battute hai caratterizzato perfettamente Mister White e l’hai già reso uno dei miei personaggi preferiti! Non vedo l’ora di conoscere meglio gli altri! *_*
28/03/2015 at 13:24
Ciao Michele,
grazie del commento. I dialoghi li sento da sempre il mio punto debole, quindi non posso che essere entusiasta della tua esagerazione. Grazie davvero!
Alla prossima,
D.
27/03/2015 at 15:16
Messa in opera. 🙂 ciao
27/03/2015 at 15:19
Lapidaria, ci sta.
La messa in opera va per la maggiore.
Ciao e grazie,
D.
27/03/2015 at 14:21
Ciao, mister white spiega l’incarico. Mi è piaciuto molto questo capitolo, ammetto ceh fosse più semplice da seguire.
27/03/2015 at 14:44
Ciao.
Sì, ho voluto semplificare un pochino la struttura, rendere tutto più chiaro anche per chi non è me, per chi non sta narrando ma solo leggendo, saltando meno qua e là. Spero di esserci riuscito senza distruggere troppo l’idea alla base del racconto, che è appunto quel saltare. Chissà…
Grazie Giulia,
ciao.
D.
27/03/2015 at 15:25
Sisi, resta comunque un bell’effetto, tranquillo 🙂
27/03/2015 at 15:28
Meno male. 🙂
27/03/2015 at 13:27
Ciao, il tuo stile narrativo mo intriga moltisssssimo. Spero di riuscire a votare ol prossimo.
27/03/2015 at 13:34
Ciao Nora,
grazie. Intrigare un architetto di mondi è una bella soddisfazione.
Perché dici di sperare di riuscire a votare il prossimo? Questa votazione è ben lontana dall’essere chiusa… dato per scontato il fatto ch’io non sia l’autore più solerte passato da ‘ste parti. 🙂
Grazie ancora,
D.
27/03/2015 at 13:52
Infatti ho votato!
27/03/2015 at 13:53
Contro tendenza, mi pare. E la cosa mi piace.
27/03/2015 at 11:55
Dritti all’azione! Ormai mi sto abituando ai continui avanti e indietro 🙂
27/03/2015 at 12:02
🙂
Eh, ma stavolta erano un po’ più digeribili, in effetti. Poi la dea della formattazione mi ha pure sorriso e non è venuto scritto tutto attaccato, anche quello aiuta.
L’azione va per la maggiore, mi sa tanto che dovrò togliermi di dosso un po’ di ruggine.
Grazie Thommy,
D.
27/03/2015 at 10:19
Vai con l’azione, scopriamo di che incarico si tratta, con qualche flashback che ci aiuti a inquadrare meglio i personaggi.
27/03/2015 at 10:52
Vabbbene.
27/03/2015 at 10:15
Vogliono tutti vederti “in azione” mio caro Le Bricoleur! Daje!
27/03/2015 at 10:51
Maledizione!
27/03/2015 at 00:00
Voglio chiarezza, in cosa consiste l’incarico? 🙂
27/03/2015 at 00:02
Appena voti per quell’opzione te lo dico. 😛
26/03/2015 at 22:06
Direi di passare direttamente all’azione. Credo che sia uno, che l’altro, siano stanchi di tergiversare.
ps: io vorrei sapere di Budapest 🙂
26/03/2015 at 23:56
Tergiversare è uno dei miei cinque verbi preferiti. 🙂
Su Budapest vige il silenzio, purtroppo. Si tratta di uno di quei rari casi in cui un personaggio la sa più lunga di autore e lettore messi assieme. E questo personaggio potrebbe pure guardarci e dire: “Non posso raccontarvelo, perché se lo facessi poi dovrei uccidevi”… rischierebbe di diventare spiacevole, insomma.
Grazie,
D.
26/03/2015 at 21:59
Secondo me quello che c’era da dire Mister White e John se lo sono detto. Si passa direttamente all’incarico.
Forse il capitolo è meno d’impatto rispetto al precedente ma delinea perfettamente la misteriosa aura che avvolge White e la non poi tanto misteriosa identità di John. Moglie e figlia sono sempre una valida minaccia, una buona leva per muovere meccanismi che in altri casi sarebbero rimasti a prendere ruggine. Al prossimo, celere episodio 🙂
26/03/2015 at 23:54
Celere, ahahah.
Ciao Mia. Si, il capitolo è un pochino più blando, soprattutto nel saltare qua e là. Temevo di non aver trovato la giusta misura.
Grazie,
D.
26/03/2015 at 21:56
Per restare fedeli allo stile Tarantiniano, passiamo direttamente all’incarico in opera. Anche per mantenere il ritmo. 😉
Perché non sapremo mai nulla di Budapest? eheheh, da come ne hanno parlato ( sette o uno) sembra interessante, invece….
26/03/2015 at 23:52
Non sapremo mai nulla di Budapest perché sono un autore capriccioso e un po’ stronzetto, Ale. E mi diverto a piazzare qua e là riferimenti al mondo dei miei personaggi che però poi rimangono solo quello, rimangono solo loro ricordi, inespressi. 🙂
Ciao ciao,
D.
26/03/2015 at 21:33
Ciao, capitolo carino, per ora mi sembra di vedere le scene che davanti a me prendono forma come se stessi vedendo una serie TV, mi piace in particolare la caratterizzazione dei personaggi che mano mano sta uscendo dai capitoli.
Altri discorsi con Mister White va, sono curioso di sapere cosa si è etto con John, credo sia importante.
Alla prossima =)
p.s. alla faccia della lentezza, pubblichi con ritmi normali, io sono quello lento a questo punto (anche se non per mia colpa) ahahahahaahah
26/03/2015 at 21:35
trascorsi*
detto*
devo seriamente considerare la possibilità di andare da un logopedico ahahahahaha
26/03/2015 at 21:48
Ciao. Grazie.
Anche io sto scoprendo questi personaggi passo passo.
Grazie ancora,
D.
PS: Ti dirò, a me non risulta nessun voto…
26/03/2015 at 21:50
Hai ragione, ero convinto di aver votato, sto facendo troppe cose tutte insieme stasera, tra studio, lettura, e disegno sto impazzendo ahahahaahah, avvisami se dovesse riaccadere.
A presto =)
22/03/2015 at 01:57
Mi piace molto il lessico “noir”, le inquadrature brutali, il biancoenero e il fumo di sigarette nell’aria. Mi hai preso. Ti seguo 😉
23/03/2015 at 11:35
Grazie Mago.
Seguivamoci.
D.
21/03/2015 at 21:09
Ciao, capitolo interessante, finale direi tragicomico, poi spero che “Mister White” sia un tributo al celeberrimo, nonchè uno dei miei preferiti, personaggio della serie tv breaking bad, oddio quanto ho amato quell’uomo, e lo amo ancora ora ahahahaha,
Ah solo una cosa, mentre leggevo ho notato che hai usato il presente quando tutto il capoverso era in imperfetto, “del vetro che va in frantumi, dei frantumi che cascano a terra tintinnando.”, forse lo hai fatto apposta per rendere la scena più “vicina” al lettore, dimmi se sbaglio.
John ha bisogno di una favore, voglio che entri in rapporto con Mister White, non che lo catturi ahahahah
Alla prossima =)
21/03/2015 at 21:15
p.s. alla faccia che eri lento, io devo ancora pubblicare il mio secondo capitolo, e non trovo il tempo di curarlo…
alla prossima =)
23/03/2015 at 11:35
Sto già tornando ai vecchi ritmi. 🙂
Ciao ciao.
23/03/2015 at 11:34
Mister White è più un omaggio a Paul Auster, se proprio dev’essere un omaggio. Altrimenti, è semplicemente un nome, senza dietrologie.
L’uso del presente è stato voluto, certo, ma anche lì non ci son dietro grandi ragionamenti o discorsi sull’avvicinare il lettore. Unicamente una questione di suono, di sonorità, di orecchio. Sfruttando i vantaggi dati dall’imperfetto.
21/03/2015 at 16:15
Sono un po’ in ritardo, sorry…io ho votato per l’infiltrato, ma come al solito ho scelto l’opzione più in minoranza tra tutte 🙂 Peccato 🙂
21/03/2015 at 16:20
Il ritardo è un concetto molto relativo dalle mie parti, lo sai come la penso.
Grazie di essere passata, è già tanta roba.
D.
19/03/2015 at 23:59
a john è stato dato un incarico vero, senza pesci di mezzo
21/03/2015 at 16:21
L’ittiofobia è una brutta bestia.
17/03/2015 at 19:25
Secondo me a John è stato offerto un incarico vero.
Finalmente riesco a leggere qualcosa di tuo 😉
Quando leggo le tue descrizioni mi sembra di guardare delle immagini, sei molto realistico e immediato.
Devo ammettere che questa deframmentazione della trama in un continuo avanti e indietro mi sta un po’ confondendo, aspetto qualche scena in più per riordinare il tutto.
17/03/2015 at 22:19
Siamo almeno in due, a essere confusi.
Grazie Thommy.
D.
20/03/2015 at 19:17
Fai anche tre.
Comunque una volta entrati nello spirito del racconto non è difficile. Lo so che per te non è semplice leggere, ma già scrivi, vorresti avere proprio tutti i privilegi?
21/03/2015 at 16:15
In tre si sta ancora meglio. Il primo che ci capisce qualcosa fa un fischio, ok?
17/03/2015 at 17:09
A John è stato dato un incarico, ma vuole vederci chiaro. Finora trovo estremamente intrigante questa costruzione a incastro. Probabilmente nel video è più immediata, perché si riconoscono a vista i personaggi. Nello scritto è più facile perdersi, perché ci si basa su descrizioni, non vediamo i volti, gli ambienti. Pendiamo letteralmente dalla tua penna. 😀 Proprio per questo il desiderio di scoprire dove va a parare la storia è più forte qui che in altri racconti più lineari.
Fantastica la scena finale in cui lui spara per sbaglio! XD
17/03/2015 at 18:06
Ciao Michele.
Grazie del commento. Mi piace l’idea di essere intrigante… pendere dalla mia penna, però, adesso che ho lasciato che la follia si impadronisse di lei, può rivelarsi rischioso. 🙂
Alla prossima,
D.
17/03/2015 at 11:31
P.s: Volevo farti notare che il 100° commento è mio quindi mi devi una birra…
17/03/2015 at 12:16
Come fai a sapere che è tuo il centesimo commento? Mmmm… La birra te la offro comunque. A Marostica.
17/03/2015 at 11:30
Per il voto…non potevano esserci dubbi “John ha bisogno di un favore…” come sempre.
17/03/2015 at 11:29
Ok il martedì ha aiutato molto la lettura rispetto al lunedì mattina…e forse anche gli spazi 🙂 Rimane non chiarissima la scena della dinamica del pugno secondo me, però è giusto così perché mi piace farti le pulci, si dice così? Mha…
17/03/2015 at 12:18
In effetti di chiaro c’è poco, in questo racconto. Per ora. Solo che John non è John, Mister White è matto e il non-John ha beccato una cartella in faccia. I pesci, poi, sono il vero elemento di disturbo, secondo me. 🙂
16/03/2015 at 20:56
Voto perché John sia infiltrato e Mr. White ne sia a conoscenza. Ho recuperato il primo episodio, la trama mi incuriosisce e per questo ti seguo, scritto davvero molto bene, descrizioni devo dire ottime. Perdonami ma invece lo stile per quanto particolare ed originale non mi ha convinto abbastanza, non mi piace granché, trovo il tutto molto molto lento, insomma il mio opposto, dato che ho una penna dinamica e veloce.
Ps. ho letto più sotto che costruisci video, ottimo , ma non credo sia la stessa cosa rispetto alla scrittura, i film lenti (vedi la grande bellezza che è un capolavoro) riescono comunque a trasmettere messaggi attraverso le immagini, con la scrittura a mio avviso il tutto diventa più complicato.
Alla prossima.
17/03/2015 at 00:55
Ciao Vudi. loca.
Grazie del lungo commento, è una concessione di tempo e attenzione che apprezzo sempre moltissimo. Specie da ‘ste parti, nella frenesia data dal leggere diecimila racconti.
Personalmente non riscontro tutta questa lentezza di cui parli, in questi primi capitoli del mio racconto, ma è chiaro che il mio è un punto di vista preferenziale (e anche un po’ falsato, se vogliamo) essendo io l’autore. Quindi prendo atto, ma sospendo il giudizio, diciamo.
Sulla differenza tra video e narrativa si potrebbe aprire un dibattito. Il quale probabilmente porterebbe a tutto e a niente. Sono effettivamente due linguaggi diversi, hanno due grammatiche differenti, ma il montaggio video è a tutti gli effetti un’attività di scrittura (anche se per immagini). Detto questo, il fatto che io mi occupi di video non è da mettere in grande relazione con la scrittura, forse solo con la mia forma mentis. Resta comunque che non faccio e non voglio fare alcun parallelismo, sto scrivendo un racconto, non sto girando un cortometraggio.
Una cosa, però, non la capisco, del tuo commento. Dici, testuale, “scritto davvero molto bene” e “descrizioni devo dire ottime”, ma subito dopo aggiungi che lo stile non ti piace. Lo stile credo implichi la qualità della scrittura e, tanto più nel mio caso, le descrizioni, quindi non capisco cosa sia a non piacerti. Quello che a me convince poco del mio racconto, fino ad ora almeno, è la struttura, la scelta di assemblare pezzi con questa strana evoluzione/involuzione temporale. Tu a cosa ti riferisci nello specifico?
Scusa se approfitto, ma nuovi lettori che si prendano la briga di lasciare commenti diversi dal “Voto la seconda opzione. Bell’incipit” sono preziosi come l’oro. E poi, onestamente, non so resistere al dibattito. 🙂
Grazie, prima di tutto della lettura,
D.
17/03/2015 at 12:38
” … ma il montaggio video è a tutti gli effetti un’attività di scrittura (anche se per immagini). ”
Niente di più vero.
17/03/2015 at 12:40
Eggià. Il terzo autore di qualsiasi prodotto audiovisivo, tanto più se di fiction o documentario.
18/03/2015 at 17:06
Eccomi.
Dunque concordo con te nel ritenere che entrambe gli strumenti siano mezzi per trasmettere un messaggio, ma sostengo nuovamente, la scrittura con la parola, il video-montaggio con le immagini.
Quindi a questo punto ribadisco la mia posizione:
non credo che il montaggio video sia paragonabile ad un’attività di scrittura per immagini.
I mezzi hanno base e obiettivo comune, questo è scontato, la differenza invece sta proprio nella modalità di svolgimento.
Detto ciò passo al secondo punto:
Non sono assolutamente d’accordo con te, non credo che un’ottimo scritto implichi un’altrettanto ottimo stile. A mio avviso un testo può essere scritto benissimo, quindi non presentare errori di sintassi, errori di grammatica, stacchi temporali, può essere costruito bene ecc… insomma per semplificare tecnicamente può essere scritto molto bene, ma allo stesso tempo può essere sprovvisto di stile. Ritengo poi che lo stile sia per un certo verso qualcosa che trascenda dall’oggettività, io ad esempio in questo racconto non lo vedo, altri magari si, e la qualità, a meno che non si parli di qualità tecnica, è un concetto relativo tanto quanto lo stile.
Nello specifico, mi riferisco in primis alla successione degli eventi che avviene con lentezza spropositata, inoltre in alcuni punti la scrittura mi sembra forzata, non naturale. Noto una propensione alla particolarità e originalità del tutto, certo, ma non fluida, non ipnotizzante, e questo ovviamente grava più sullo stile che sulla trama.
Spero di essere stata esaustiva.
Prego, Vudi.
18/03/2015 at 17:14
Ps.
E per quanto lo si possa affinare e migliorare, credo che lo stile sia qualcosa che ti appartiene, come il colore degli occhi, non cambia.
E dal tuo racconto in alcuni tratti, quasi leggendo tra le righe, questo mi sembra troppo costruito, azzarderei a dire finto.
16/03/2015 at 19:57
A Jhon è stato dato un incarico ma vuole vederci chiaro, come farei io… 😉
Felice di scoprire che hai già pubblicato… stai maturando, evidentemente , ahahahaha
Conosco un tizio, uno che si chiama Quentin, di origini italiane ma cresciuto nel Tennesee; lui è uno che prende le scene che scrive e le lancia sul tavolo come si fa con lo Shangai. A un certo punto ti capita di assistere a una scena, ma solo dopo molte scene la colleghi alle altre,… una specie di puzzle che però non è solo un Shuffle che seleziona in modo casuale, dietro c’è tutto un sottotesto che va colto.
Se uno non riesce a coglierlo? Non capisce un caxxo e finisce lì, oppure lo guarda daccapo.
Io di solito capisco al volo, quando proprio non ci riesco chiamo Quentin al telefono e lui mi spiega…
Ottimo esperimento, D. 😉
16/03/2015 at 20:01
Dove dici che mi colloco, fino ad ora, verso lo shuffle casuale e anarchico o più verso il puzzle a incastro (col beneficio del dubbio che un senso ci sia)? Quentin che dice?
16/03/2015 at 20:04
Sei un montatore, sei intelligente, hai carattere, personalità dominante… impossibile che si tratti di uno Shuffle casuale anarchico; qui c’è odore di incastro ragionato, sia pure alla Shangai… 😉
16/03/2015 at 20:12
Sperem… 🙂
Su “personalità dominante” m’è scappato un sorriso. E ho calpestato un pesce. Così.
16/03/2015 at 20:16
😉
16/03/2015 at 17:18
Ciao! 🙂 Un paio di osservazioni…
1) Ma non eri famoso per la lentezza? 😉 Scherzo, ovviamente!
2) Il mio voto va per un incarico, è l’opzione che maggiormente mi ispira. Il tutto ha un prezzo mi pare na considerazione alquanto scontata.
3) Mi piace il tuo modo di scrivere, ma confesso che ho dovuto leggere questo capitolo tre volte. Mi perdevo. Ma sarà l’età che avanza! 😛
Alla prossima!!!
16/03/2015 at 17:30
Ciao pinkerella. Rispondo in ordine.
1) Sì, ma ogni tanto prendo la ruzzola. Poi mi passa e torno ai soliti ritmi blandi dei bei tempi.
2) Che tutto abbia un prezzo, come affermazione, la faccio rientrare più che altro nella grande famiglia degli evergreen. Ma son punti di vista, entrambi validi. La linea tra “è un grande classico” e “è una roba scontata” credo sia molto sottile.
3) Lo so, sto facendo un po’ confusione. Non è l’eta che avanza, voglio subito rassicurarti, è la mia pazza idea di sperimentare un po’ e abbandonare i lidi più rassicuranti (perché già esplorati) della scrittura lineare. Sarà che per lavoro faccio il montatore video, ma mi sono lasciato un po’ trasportare da questa cosa del montaggio non lineare di pezzi di scrittura. Gli scarti temporali che si vengono a creare rasentano effettivamente il caos: non c’è un ordine, avanti, indietro, ancora più indietro, di nuovo avanti, carpiato e doppio axel. Tutto molto casuale. Quindi anche incasinato. Quindi, ancora, di lettura non semplicissima. Scelta non troppo felice, insomma, ma se non sperimento da queste parti dove lo faccio? Proverò a essere meno caotico, questo sì, d’altronde la struttura che ho in mente tende di suo alla semplificazione.
Grazie della lettura e del commento!
D.
16/03/2015 at 16:23
In questo mondo., tutto ha un prezzo!
16/03/2015 at 16:26
Innegabile.
16/03/2015 at 12:48
Mi aggrego alla maggioranza e voto per il favore con relativo prezzo da pagare, tema a me caro.
Capitolo particolare, molto alla Memento. Mi piace questo tuo sperimentare nuove forme, chissà dove ci porterai.
16/03/2015 at 12:51
Dici che sto facendo macello?
16/03/2015 at 12:56
Macché. Io poi sono di parte, mi piacciono i racconti un po’ ingarbugliati.
16/03/2015 at 13:01
Oh, meno male che c’è qualcuno di parte. Son contento.
Grazie bionda. 😉
16/03/2015 at 10:57
Ho letto l’episodio due volte, volevo gustarmelo fino in fondo, assorbire ogni piccolo particolare. E sono sicura che se lo rileggessi altre dieci volte, ogni volta ve ne troverei uno nuovo.
Mi piace pensare a questo capitolo come un puzzle, ogni lettore può mettersi lì e scervellarsi per la soluzione, ma ce n’è davvero solo una? 🙂
E, siccome decidere la trama è importante, non so ancora cosa votare. Hai suggerimenti?
16/03/2015 at 11:15
Nessun suggerimento, Mia. In testa non ho nessuno sviluppo, quindi partirò da quelle che deciderete voi. 🙂
16/03/2015 at 11:32
“quello”, non “quelle”.
16/03/2015 at 11:53
Allora opto per il favore.
P.S. Per essere uno che ha la fama di finire un racconto ogni anno stai correndo, o sbaglio? eheh
Alla prossima!
16/03/2015 at 12:51
Ah, correre, sto correndo. Si nota anche dai risultati, un po’ frastornati e frastornanti. Mi sa che corro il rischio di voler sperimentare un po’ troppo. Ma, d’altronde, se non lo faccio qui, dove lo faccio?
Il favore sembra andare per la maggiore.
16/03/2015 at 10:56
Piuttosto ingarbugliata la questione. Per me è uno sbirro – uno di quelli che non ne fa mai una giusta ma che per qualche motivo alla fine, senza sapere come, il risultato lo porta a casa.
16/03/2015 at 11:16
Un personaggio che mi ricorderebbe pericolosamente i protagonisti dei miei precedenti racconti…
16/03/2015 at 11:32
Vuoi dire che ci hai fatto affezionare così tanto a loro che li vogliamo anche sotto diversi abiti? Può essere.
16/03/2015 at 11:35
Il primo passo, come in tutti i gruppi di mutuo soccorso, è quello di ammettere di avere un problema.
16/03/2015 at 09:59
Non ci sto capendo molto ma credo che sia colpa mia e del lunedì mattina…torno a trovarti fra un po’ e vediamo se mi ritrovo…
16/03/2015 at 11:14
Dai, ora che ci sono gli spazi giusti tra una parte e l’altra forse si capisce meglio. Forse.
Così non fosse, vai tranquillo, è colpa mia.
16/03/2015 at 08:48
Tutto ha un prezzo 🙂 mi piace questa costruzione a ritroso. Ma tu lo scrivi intero e poi ce lo dai spezzettato o esce proprio così dalla penna? 🙂
Mi ricorda un po’ la costruzione di pulp fiction che non ci capivo nulla, andava avanti e indietro.
Omaggio anche a Le iene con Mr. White (non a Cluedo, lì era la signora White se non mi sbaglio) e a pulp fiction (forse non voluto) con John (Travolta).
Ormai nei tuoi racconti cerco e cerco citazionismo :))
Comunque mi piace molto, nella mia testa (malata) lo vedo molto strano mentre leggo, vedo la scena, poi vedo tipo il proiettile che torna indietro nella pistola, l’acqua che torna nell’acquario come un rewind e poi lo vedo di nuovo partire da dove ce lo descrivi. Mi piace molto
16/03/2015 at 11:19
Meno cinefile di quel che pensi, le citazioni. Però anche la tua è una chiave di lettura valida come le altre.
I capitoli li scrivo proprio così come li leggi, senza passaggi intermedi… e forse, purtroppo, si vede anche. Comunque son contento che ti piaccia.
15/03/2015 at 22:48
E’ uno sbirro. Una possibilità piega della storia che non avevo minimamente preso in considerazione, e per questo mi piace.
16/03/2015 at 11:21
🙂
Che poi pure lì si aprirebbero un migliaio di possibilità. Sbirro buono. Sbirro cattivo. Sbirro corrotto. Sbirro sfortunato. Chissà…
15/03/2015 at 22:02
pare scritto in bianco e nero, ma come fai?
a john serve un favore
15/03/2015 at 22:33
Bella questa cosa del bianco e nero. Mi definivano così anche come giocatore di basket. In bianco e nero. Old school. 🙂
Grazie ang.
D.
15/03/2015 at 21:48
Mannaggia la pupazza stavolta è stato difficile! Diciamo che lui ha bisogno di un favore… Insomma se ho capito bene White lo aspetta e si fa sparare a salve. Era la prova per vedere se ci si poteva fidare e se lui obbediva ? Bella la parte dei pesci a terra … Interessante. Le opzioni sono talmente belle che mi piacciono tutte e tre ma tanto qui si ribalta tutto…
Solo un piccolo accenno alla sigaretta …. Però, riuscissi a smettere di fumare (se mi ricordo manco fumi) e neanche io…
15/03/2015 at 22:32
Ciao Lucia.
Fumo, fumo. Fumo alla grandissima.
Per quanto riguarda la pistola… che fosse caricata a salve non è scritto da nessuna parte, anzi Mister White alla scrivania, col braccio fasciato e quella considerazione sul fatto che gli sia andata bene testimonia del contrario. Magari “John” ha avuto la buona creanza di non mirare al petto, ecco.
Il perché dell’incontro così… inusuale, diciamo, non è stato ancora chiarito, dipende un po’ da come andrà l’attuale votazione, si aprono vari scenari possibili.
Ciao ciao,
D.
24/03/2015 at 23:11
Perché un professionista sbaglia la mira e mi fa secco solo un braccio e l’acquario ? Bello lo stesso però a salve mi pareva logico… La fantasia è andata sulla messa in scena non ci posso passare che sbaglia la mira… Sbaglia la mira ? Lo fa di proposito oppure è capitato che gli è venuta la presbiopia improvvisa ?
24/03/2015 at 23:11
Perché un professionista sbaglia la mira e mi fa secco solo un braccio e l’acquario ? Bello lo stesso però a salve mi pareva logico… La fantasia è andata sulla messa in scena non ci posso passare che sbaglia la mira… Sbaglia la mira ? Lo fa di proposito oppure è capitato che gli è venuta la presbiopia improvvisa ?
24/03/2015 at 23:45
Non sbaglia mira, Lucia.
John pensa, erroneamente, che la pistola sia scarica e vuole dimostrarlo a Mister White. Sparando. Ma davanti ha pur sempre il boss, quindi mancarlo appositamente può essere considerata una buona idea…sia mai che la pistola sia carica per davvero, proprio come effettivamente è.
Se proprio proprio vogliamo dirne una, John la mira un pochino la sbaglia davvero, perché voleva colpire solo l’acquario e invece prende di striscio il braccio di White.
Non è scritto da nessuna parte che quando alza la pistola lo fa mirando di nuovo al petto del boss.
15/03/2015 at 21:13
Ho trovato il tempo per passare, solo perché sei (magistralmente) tu… 😉
15/03/2015 at 21:18
Michel! Grazie.
Scrivi? Non scrivi? Come stai?
15/03/2015 at 21:22
Fabbrico ritagli di tempo, cambio pannolini e cerco un posto nel mondo.
Vorrei anche scrivere, ci provo, ma resta tutto appeso come un post-it…
15/03/2015 at 21:31
🙂
Un sacco di roba, Michel.
Conservali quei post-it, però, eh!
15/03/2015 at 21:33
Ovvio! Il problema poi sarà rimetterli in ordine… 😀
15/03/2015 at 21:39
Ah, guarda, non me ne parlare… hai visto che casino sto facendo con questo racconto?!
Dannati post-it!
Secondo do me, poi, sono in combutta col frigo, stanno sempre lì vicini vicini.
Facendo la persona seria, tutto ok sì?
15/03/2015 at 21:42
Diciamo che le cose importanti vanno bene.
Per il resto ci stiamo attrezzando…
15/03/2015 at 21:47
Bene così, dai.
Grazie d’essere passato, mi ha fatto un gran piacere. Certo che però ci si potrebbe sentire ogni tanto… 😉
Buon tutto Michel.
Daje.
D.
15/03/2015 at 15:36
Sulla formattazione ti sono vicino, purtroppo non ama neppure il sottoscritto. Per ciò che riguarda il racconto, sono d’accordo che ogni cosa debba avere il proprio prezzo.
Piacevolissimo leggerti, au revoir…
15/03/2015 at 15:42
La formattazione ci seppellirà tutti… creando noie per gli epitaffi. Già lo so.
Ciao Danio, grazie per la lettura. E per il voto. Chissà che piega prenderà ‘sto buffo racconto.
Alla prossima formattazione,
D.
15/03/2015 at 15:22
Ciao, “John” vuole vederci chiaro 🙂
15/03/2015 at 15:25
Pure io voglio vederci chiaro, su tutta questa sporca faccenda della formattazione del testo!
Grazie,
D.
15/03/2015 at 15:00
Ok, orrore di formattazione, per il quale ho già chiesto una correzione ai ragazzi dello staff.
Il secondo capitolo, così come il primo, è diviso in vari “take”, cinque per la precisione.
Solo che le righe bianche che li separano sono, per ora, appena intuibili.
Fate uno sforzo e portate pazienza, prima o poi imparerò a formattare il testo in maniera esatta.
16/03/2015 at 08:52
David i cinque “take” (riprendo il tuo termine) sono facilmente divisibili con un
-*-
come ho fatto io perché sennò alla fine ci impazzivo e come ho suggerito a Giulia e Serena, perché a volte il non vedere che cambia scena fa fare realmente casino al lettore. Nel tuo caso poi…
Finché non si risolverà il problema degli spazi, io consiglio queste divisorie, poi fai te
14/03/2015 at 22:20
Ah ah ah…. Non muore più quello con la pistola…Incredibile… Brico coso sei un geniaccio! Ciao
14/03/2015 at 22:22
Eh, il voto dei lettori è dogma, da ‘ste parti. Ora l’attenzione si sposta su quel “Per ora”.
14/03/2015 at 22:27
Ho notato un cambio di registro dalle altre storie. Mi piace questo rinnovamento. Anche se adoro i tuoi personaggi….
14/03/2015 at 22:28
Si prova a respirare aria nuova, anche solo per vedere che effetto fa ai bronchi.
14/03/2015 at 10:34
Qui può succedere di tutto, e spero davvero che muoia quello che sembra il protagonista.
Buona fortuna per questa nuova storia!
14/03/2015 at 14:36
Ciao Marco.
Grazie.
Quello con la pistola credevo avesse i giorni contati, invece…
D.
14/03/2015 at 09:12
avevo letto una tua storia già terminata e mi era piaciuto il mix di coraggio ed incoscienza che ti portava a sviluppare il racconto assecondando, senza apparentemente batter ciglio, i capricci dei tuoi lettori che sceglievano le opzioni più strane (ma forse questo era esttamente ciò a cui puntavi)
quindi non vedo perché non far morire subito (quello che pare) il protagonista, vediamo come rimischierai le tue carte 😉
14/03/2015 at 14:39
Ciao ang.
Grazie della lettura e del commento.
In effetti, la “follia” che sta dietro le opzioni che lascio ai lettori è la cosa che più mi diverte, da queste parti. Credo sia proprio quello il bello del gioco, dare opzioni che possano permettere uno sviluppo lineare e altre che ribaltino (più o meno, a seconda dei casi) il naturale svolgimento della storia… così non ci si annoia!
Grazie ancora,
D.
12/03/2015 at 12:03
muore il tizio armato. chi altri se no?
12/03/2015 at 13:34
La lista potrebbe anche essere lunga, ma la tua è la risposta giusta. Forse.
Ciao carlito,
D.
11/03/2015 at 10:29
Ciao, è la tua prima storia che leggo, anche se pare che tu sia famoso 😉
Mi è piaciuto molto come incipit, soprattutto la prima sequenza e quella del corridoio. Ho votato per nessuno dei due, perchè mi sono già affezionata al “protagonista” con la pistola 🙂
“molto nera, la pistola” mi è piaciuto moltissimo 🙂
Ti seguo
11/03/2015 at 11:25
Ciao Giulia,
grazie della lettura.
Sì, lo ammetto, sono famoso: sono il più lento tra gli autori fissi della piattaforma! È un traguardo che ho conquistato dopo molti sforzi e molte ore passate a impedirmi di scrivere troppo presto il capitolo nuovo. Non è stato facile, ma i grandi risultati richiedono molta applicazione. 🙂
Non muore nessuno, sembra che questa opzione vada per la maggiore.
Grazie ancora,
D.
10/03/2015 at 19:07
Stranamente il mio senso sadico stavolta non funziona. Un ladro mi affascina! Sarà perché lo voglio costruire anche io!
Quindi lasciamolo in vita! 🙂
10/03/2015 at 19:15
😀
Va bene, dai, ma solo perché sei tu.
Grazie della lettura, Valerio.
D.
10/03/2015 at 16:57
Per me non muore nessuno dei due. Per ora! ^^ Ciao Bricoleur! Sono contento che tu sia di nuovo qui! Gran bell’incipit, con una situazione che fin da subito promette un sacco di sorprese. A me questi due personaggi piacciono entrambi: l’assassino che sembra quasi agire controvoglia e la vittima che non mostra paura. Perché ucciderli? E soprattutto: perché ucciderli quando può venirne fuori un dialogo interessante e una marea di situazioni ancora più interessanti? 😀
Meno male che ho scoperto questa tua nuova storia fin dal primo capitolo! 😉 Bentornato!
10/03/2015 at 18:03
Grazie Michele.
Ben ritrovato e… boh, stiamo un po’ a vedere ‘sti due fuoroni dove ci portano. Sempre che non muoiano.
D.
10/03/2015 at 15:23
Mi sono detto “chissà se anche questa volta finisce che leggo la sua storia.
Va beh… almeno l’incipit mi tocca leggerlo. Sono curioso di come possa essere un suo nuovo giallo. ”
Dannazione a te, ho già cliccato su Segui la storia.
Avrei votato per muoiono tutti, ma non c’era.
Allora ho votato perché muoia quello con la pistola. Ad ammazzarlo però è stato l’autista, e quello senza pistola è il vero committente che ha organizzato tutto per uccidere quello con la pistola. Il tutto lo si potrà capire perché la pistola è caricata a salve.
Al prossimo episodio (entro il 2015 please) 🙂
10/03/2015 at 15:27
ggrch è sempre bello averti tra i lettori. Anche quando fai lo spoiler di tutto il racconto, mortacci tua. 😉
Ora mi tocca smettere di sperare che vinca l’opzione che hai votato, altrimenti poi mi devo inventare qualcosa di diverso da quello che hai scritto.
Sei troppo smaliziato per essere un lettore benvisto, sappilo.
TVB,
D.
10/03/2015 at 15:29
haha sorry. E pensare che io odio gli spoiler.
(nella mia versione comunque sarebbe morto anche quello senza la pistola, sempre ucciso dall’autista doppio-giochista)
Ma questo fai finta che non l’abbia detto.
😀
10/03/2015 at 15:31
Ahahah.
Ok, basta cancellate questo racconto, ormai non ha più nulla da dare!
Che mi siete mancati l’ho già scritto da qualche parte?
10/03/2015 at 12:47
Nessuno dei due per ora =) tocca di più la morte di un personaggio conosciuto che due anonimi, meglio dopo! Bell’incipit, inizio chiaro e scorrevole, soprattutto i dettagli, ottimo inizio =)
10/03/2015 at 13:07
Ciao Martina,
grazie di cuore della lettura e del bel commento.
Messa come la metti tu, in effetti posticipare la morte di uno dei due (o di entrambi) acquista un senso tutto nuovo e più… feroce? Mi piace!
D.
10/03/2015 at 12:04
Non muore nessuno dei due. Giochi coi colori, il silenzio, le ombre. In effetti lo trovo molto pulp.
10/03/2015 at 12:19
Ciao Giorgia.
Grazie per il pulp, un po’ ci tenevo… devo pur staccarmi dall’immagine di cazzaro data coi racconti precedenti!
D.
09/03/2015 at 21:52
Ciao, ho letto diversi messaggi e sembri una celebrità qui su TheIncipit, è la prima tua storia che leggo, per ora direi incipit che ti tiene davanti allo schermo, bene così, stile adatto, molto efficace per il genere di storia.
Muore quello con la pistola, amo questi colpi di scena, sembrava il protagonista ed invece no ahahahahah
Ciao, alla prossima =)
10/03/2015 at 12:17
Ciao Istinto vitale,
grazie della lettura e del commento.
Sulla celebrità, la nota che più mi caratterizza è la leggendaria lentezza di pubblicazione… credo che venga tutto da quello.
Ah, grazie anche per il voto, per quello che hai scelto. Sarei andato nella stessa direzione pure io, fossi stato un mio sfortunato lettore.
Saluti,
D.
10/03/2015 at 17:04
Ciao, sappi che questa tua autoironia mista a modestia mi piace troppo ahahahah “fossi stato un mio sfortunato lettore”, comunque ti assicuro che sei considerato tra gli autori migliori, non solo perché praticamente metà classifica è la tua ahaahah ma ho letto addirittura un commento della Startari che di riteneva il “miglior autore qui”, quindi insomma ti seguirò, sono curioso, per la lentezza dei capitoli no problem, la mia ultima storia probabilmente sarà lenta a causa degli innumerevoli impegni quindi ti capisco.
Alla Prossima =)
10/03/2015 at 18:04
Meno male che ho del supporto, su ‘sta cosa della lentezza.
Ormai mi sento di metter sempre le mani avanti.
Grazie ancora e alla prossima!
D.
14/03/2015 at 22:22
Anche io lo ritengo il migliore. Ci sono molto affezionata ….Poi te lo dico via mail …
14/03/2015 at 22:26
ahahahah ok =)
09/03/2015 at 19:02
Sono felice del tuo ritorno, delle descrizioni e del fatto che la morte del protagonista sia tra le opzioni più votate. Tante belle notizie tutte insieme
09/03/2015 at 19:09
Evvai allora!
Più belle notizie per tutti, cazzo.
Ciao ilGallo, lieto di ritrovarti.
D.
09/03/2015 at 16:57
Muore quello con la pistola.
Molto belle queste descrizioni, ti rendono perfettamente l’ambiente. Sembra quasi diventare lui il protagonista e non l’uomo con la pistola (che infatti voto muoia).
Ti seguo con piacere
09/03/2015 at 17:05
Ciao bicchio.
Prima cosa, grazie della lettura.
Seconda cosa, grazie del voto e soprattutto dell’opzione scelta. La morte dell’uomo con la pistola, apparente protagonista ma quasi unicamente perché uomo giusto nel posto giusto al momento giusto, pensavo fosse destinata al plebiscito. Come si fa a resistere a una possibilità del genere, uccidere subito il personaggio più rilevante di quanto letto? Credo, insomma, che avrei scelto pure io quell’opzione, sicuramente la più divertente.
Detto questo, son contento che le descrizioni funzionino e che tirino dentro… in questo primo capitolo, come spesso mi succede, c’è quasi solo quello.
Grazie ancora e saluti,
D.
09/03/2015 at 12:48
Muore quello senza pistola. E’ senza paura? Eh no! 😉
09/03/2015 at 12:50
Oh, finalmente qualcuno che dice le cose come stanno!
Stando al voto, la vedo grigia che possa andare così, però apprezzo molto la tua scelta.
Grazie della lettura Guy,
D.
09/03/2015 at 12:14
Ciao! Sei famoso su TI! 😉 Finalmente, posso leggerti dall’inizio e seguirti! 😉
Per ora non muore nessuno dei due…
09/03/2015 at 12:23
Ciao pinkerella.
L’unica fama che mi sento di poter confermare, anche per mettere le mani avanti, è quella riferita alla mia lentezza nella pubblicazione dei capitoli. Donna avvisata…
Grazie della lettura,
D.
09/03/2015 at 11:31
S’è svejaaaaato! Queste son le notizie che uno vorrebbe sempre avere il lunedì mattina! Ammetto che io leggerei sempre e comunque dei La Solfa ma capisco la necessità di una boccata d’aria…Non muore nessuno sempre e comunque Peace&Love
09/03/2015 at 11:42
Ciao perditempo.
Anche tu buono, non credevo… 🙂
Poi però non ti lamentare se non c’è troppa azione, eh!
D.
08/03/2015 at 23:16
Scelgo il classicismo (almeno apparente). Muore quello che sembrava dover morire sin dall’inizio, quello che forse era meglio si spaventasse almeno un po’ (per amor di copione, se non altro).
Molto incuriosita dalla storia e dalla tua fama, inizio a seguirti da qui :). Piacere di conoscerti.
08/03/2015 at 23:31
Ciao Serena. Piacere mio.
Il classico ha sempre il suo fascino.
Fama… Più di metà delle cose che puoi aver sentito su di me giuro che non sono vere. O, se non altro, non c’erano testimoni. Quindi è come se non le avessi fatte… questo almeno è quello che dicono i miei avvocati.
08/03/2015 at 23:16
Scelgo il classicismo (almeno apparente). Muore quello che sembrava dover morire sin dall’inizio, quello che forse era meglio si spaventasse almeno un po’ (per amor di copione, se non altro).
Molto incuriosita dalla storia e dalla tua fama, inizio a seguirti da qui :). Piacere di conoscerti.
08/03/2015 at 19:23
Sono molto felice di trovarti qui e di poterti leggere ancora votando!… ahahaha, poiché leggerti senza poterti “provocare” è meno divertente.
Avrei un paio di domande da farti riguardo a questo incipit – noiosa roba tecnica – ma penso che lo farò in privato per evitare lunghi possibili dialoghi pubblici… 🙂
Fai venir voglia di sfidarti, se non fosse che sto lavorando a troppe cose, per tornare adesso… peccato!
Non muore nessuno… per ora.
A.
08/03/2015 at 20:17
Ciao Alessandra,
grazie.
Adesso però son curioso riguardo alla “noiosa roba tecnica”. Scrivimi!
Sulla benevolenza espressa col voto… ok. Per ora.
D.
08/03/2015 at 18:37
Ti spiego del mio voto e di come ho barato. Prima di tutto il racconto mi è piaciuto tantissimo (l’incipit almeno) e la mia paura è che uno dei personaggi (o quello che entra o quello senza paura) si chiami Giech, E l’autista Giivs 🙂 paura perché vorrei leggere qualcosa di tuo di diverso, ma se alla fine ce li troverò, sarò contento ugualmente. Io volevo votare per far morire quello senza pistola, che secondo me è il vero protagonista (vuoi scommetterci un dollaro d’onore?). Però non vorrei che non morisse nessuno. Vinto dalla curiosità ho guardato (è come confessare di leggere i giornaletti in bagno) le percentuali. La mia ha solo il 6% e se non voglio che vinca quella dei non morti, non mi è rimasto che far morire quello che tu hai definito protagonista 🙂 Macchiavellico?
08/03/2015 at 18:49
Lungi da me inserire un qualsiasi La Solfa in questo racconto, Diego. Lo stesso vale per Giivs o chiunque altro abbia avuto a che fare con loro nelle storie precedenti. L’idea è proprio quella di staccarmi da quanto scritto in passato, respirare aria nuova.
Su come vada avanti questa storia e, di conseguenza, chi ne sia il protagonista, non posso dirti nulla, perché – come sai – da queste parti tendo ad andare a braccio e quello che so io è esattamente quello che avete letto voi, in testa non ho ancora nemmeno il capitolo 2… figurarsi l’intera storia.
Per quanto riguarda il tuo voto… beh, non fa una piega! 🙂 Sembra proprio un piano ben congegnato.
D.
08/03/2015 at 19:00
Spero tu abbia colto la mia citazione nel commento, in merito alla tua citazione nel racconto 😉
08/03/2015 at 20:14
Colta, certamente. 🙂
08/03/2015 at 16:32
Nessuno dei due per adesso. Mi sarebbe piaciuto votare per la morte del protagonista ma mi intrigava di più l’idea di sapere ciò che succederà quando gli uomini che l’hanno portato lì per compiere la missione scopriranno che, invece, non l’ha portata a termine.
Quello che mi ha colpito di questo incipit è che ero lì, in quella grande casa, insieme a loro.
Ho letto un altro tuo racconto già terminato recentemente e mi fa piacere poter partecipare allo svolgimento di questo. Ti seguo 😉
08/03/2015 at 16:40
Ciao Mia B.,
grazie della lettura e della bella impressione che dici averti fatto il mio incipit.
Ti posso chiedere quale mirabolante avventura di La Solfa hai avuto l’infausta idea di leggerti?
D.
08/03/2015 at 17:01
A causa di un recente -e altrettanto infausto- soggiorno in ospedale, mi aveva attirata molto la copertina di “In divenire”. Inutile dirti che non sono rimasta affatto delusa da La Solfa e la sua mirabolante avventura. Ma ancora di più mi sono piaciute molto le opzioni. Mi sono mangiata le mani per non essere stata lì in quel momento a rispondere, D.
08/03/2015 at 17:14
Prima o poi farò una raccolta delle opzioni date nei miei racconti, figlie quasi tutte della più totale e scriteriata improvvisazione. Forse è proprio per questo che risultano simpatiche, chissà…
Spero vada tutto bene e, nel mio piccino, son contento se “In divenire” ti ha fatto un po’ di compagnia.
D.
08/03/2015 at 15:16
Non muore nessuno dei due, per ora.
Vorrei saperne di più sull’identità dei due personaggi.
Bentornato!
08/03/2015 at 15:21
Ciao bionda, grazie.
Stiamo un po’ a vedere come va a finire la votazione, ma pare che la via più dolce sia quella preferita.
D.
08/03/2015 at 15:24
L’opzione “tutti morti” non va più di moda.
08/03/2015 at 15:26
Mi toccherà non lasciare scelte, allora. Prima o poi.
08/03/2015 at 11:58
Ovviamente per ora non morirà nessuno dei due…o almeno lo spero 🙂
Ps: welcome back 😉
08/03/2015 at 12:38
Ciao Queen,
sempre bello incrociarti da queste parti.
D.
08/03/2015 at 10:55
Voto quello che sembra meno scontato la morte dello pseudo protagonista. Ciao
08/03/2015 at 12:37
Sembra andare per la maggiore, in effetti. E probabilmente pure io, se fossi dall’altra parte, voterei quell’opzione lì, sì.
Ciao e grazie della lettura,
D.
08/03/2015 at 10:51
Il commento è un optional lo lascio ad altri.
08/03/2015 at 12:36
Ok. 🙂
08/03/2015 at 10:49
Questa domenica ho sentito qualcosa…
Come una mano, che mi ha artigliato la gamba e mi ha riportato giù, nell’oscuro mondo di THe iNCIPIT.
Davide… non mi perderei un tuo racconto neanche se dovessi interrompere la finale dei mondiali per leggerlo (beh, in questo caso, forse sì).
Volevo solo dirti questo prima di iniziare a divertirmi…
08/03/2015 at 12:35
Boost, ciao!
Approfitto del fatto che non si stia giocando la finale dei mondiali di curling (ti riferivi a quella, vero?) per chiederti un favore: alla prima avvisaglia di infiltrazione di un qualunque La Solfa in questo racconto, impediscimi di concedergli spazio, anche con maniere decise.
Ciao,
D.
08/03/2015 at 15:32
Mi sembra chiaro non debba morire nessuno: per contrastare il pensiero espresso al punto 4 della mia analisi.
Di conseguenza, D., la mia analisi. Sarò breve:
Incipit da sogno: lo zoom iniziale è tutto.
Si fa un po’ fatica a passare da un momento all’altro, proprio perché secondo me questa, più che un racconto, è la sceneggiatura di un film (e nel film non avresti dubbi, muovendoti tra inquadrature).
Penso a un altro racconto breve (2 pagine) di un famoso autore: iniziava con un uomo seduto su una poltrona, in una villa, che sognava di un guerriero su una collina che… non dico altro.
Qualcuno vuole morire.
08/03/2015 at 15:44
Boost, devo sentirmi molto idiota se non capisco di che racconto stai parlando?
Sì, lo immaginavo che la lettura (per parole e non per immagini) rischiasse di diventare un po’ faticosa, spero di limare un po’ la tecnica, perché l’idea è quella di andare avanti così per altri nove capitoli: micro-sbalzi temporali, avanti e indietro continui, sostanzialmente stacchi di montaggio.
08/03/2015 at 16:22
Lo cerco e te lo linko in privato… Non volevo parlarne perché temevo di spoilerare qualcosa. Ma credo non sia così!
08/03/2015 at 16:24
Ok.
Comunque avresti spoilerato anche per me, lo sai che qui su TI faccio fatica ad avere una visione chiara di dove arrivare… almeno fino al nono capitolo.
08/03/2015 at 10:03
Mi sento tenera oggi. Non muore nessuno.
L’incipit? Uno spettacolo.
08/03/2015 at 12:30
Grazie Trix, apprezzo sempre molto le esagerazioni.
D.
08/03/2015 at 09:51
Non muore nessuno.
Bellissimo incipit. Stile nuovo e originale. Bravo
08/03/2015 at 12:30
Ciao Aomame,
grazie della lettura e del commento.
Sullo stile… beh, appena capisco dove porta, vediamo se funziona anche, oltre a sembrare originale.
D.
08/03/2015 at 09:09
“Scrivo quando mi va”… si vede che stavolta era il momento giusto.
Scorrevole, incuriosisce il tuo incipit.
Muore quello con la pistola.
🙂
08/03/2015 at 12:27
Ciao Maria.
Pure secondo me quello con la pistola farà una brutta fine.
Grazie della lettura,
D.
08/03/2015 at 07:54
Bentornato
Mi mancavi
08/03/2015 at 12:26
Quanto mi attizzo quando dici le bugie!
Ciao Ferdinando, salutami Lando.
D.
08/03/2015 at 05:48
Direi che non muore nessuno per il momento.
Tutto troppo facile, tutto troppo liscio
Mi piace, ti seguo.
08/03/2015 at 12:23
Ciao Danio, grazie.
Per ora pare che l’idea di far morire subito questo pseudo-protagonista stia stuzzicando le menti… stiamo a vedere.
D.