Ottavino e i bauli scomparsi

Il morto

Alle 14.03 di un afoso martedì di Luglio del 1929 il Maresciallo Ottavino, di ritorno dalla pausa pranzo, trovò ad attenderlo nel suo angusto ufficio di TreTorri nel nord Italia, il reverendo del paese. Prima che potesse dire alcunché, l’agitato canonico gli si parò davanti e in un mulinare di braccia, infervorato come la domenica mattina durante la predica, gli disse di aver trovato un cadavere.

– Morto!

– Dove? – chiese l’Ottavino, che reduce dai postumi di un abbondante pasto adocchiava la comodissima poltrona dietro la sua scrivania dove avrebbe passato volentieri il pomeriggio.

– Sulla strada vecchia, davanti agli orti. – e vedendo che il carabiniere ancora non afferrava, spiegò che era di ritorno dalla cascina del Rigoni, dove aveva passato la mattinata, e passando di lì in bicicletta per l’ora di pranzo a momenti non finiva lungo disteso accanto al cadavere.

– In mezzo alla strada? – chiese il Maresciallo accarezzandosi i baffoni scuri.

– Sul ciglio sì! Assieme alla sua bicicletta.

– Ma chi è?

– Il Ferruccio!

– Il rigattiere? – Ottavino era sorpreso – Sta bene, veniamo subito io e il Tamburino.

Nemmeno a farlo apposta, il carabiniere Tamburino aprì la porta con espressione accigliata, annunciando che la vedova Nerina Franchini era venuta per sporgere una denuncia.

– Non adesso. – rispose il Maresciallo.

– Adesso sì – rispose la voce stizzita della matrona entrando nella stanza – Mi hanno rubato i bauli.

– Bauli? – chiese perplesso il Maresciallo.

– Proprio! Erano nel capanno degli attrezzi ma sono spariti.

– Molto bene! – replicò senza pensare l’Ottavino.

– Bene un accidente! C’erano tutti i miei tesori in quei bauli! – disse la vedova prendendo posto sulla sedia accanto al prevosto, stringendo convulsamente la borsetta.

Ottavino si chiese dov’era finito l’ordine quel giorno, ma decise di lasciare il Tamburino a raccogliere la denuncia, mentre col prete si avviava sul luogo del presunto delitto.

*

Il Ferruccio stava riverso a pancia in giù sul ciglio della strada, i piedi sul selciato e la faccia nel fosso. Il Ginetti che curava l’orto lì vicino ed era stato lasciato dal canonico a guardia del morto, disse di non aver toccato nulla; il medico, arrivato assieme al Maresciallo, decretò che il rigattiere era cadavere da almeno due ore. La bicicletta era lì a fianco, una ruota bucata e il telaio arrugginito tutto ammaccato.

– Incidente? – chiese Ginetti

Macché! – rispose il dottore – ha il cranio sfondato.

I quattro si guardarono intorno, come se il colpevole dovesse sbucare fuori da un momento all’altro. Ottavino sudava; la canicola estiva lo opprimeva e la polenta con capriolo in salmì mangiata a pranzo lo rallentava. Con tutti i giorni che aveva, il Ferruccio proprio in quello doveva morire?

– Bene, molto bene. – disse mentre cercava di schiarirsi le idee, guadagnandosi un’occhiata dal prevosto che di bene in tutta quella faccenda non ce ne vedeva proprio.

Il dottore disse che si sarebbe occupato del cadavere, e andò con Ginetti a chiamare qualcuno che aiutasse a trasferirlo altrove.

Il Maresciallo incaricò il prete di dare la triste notizia alla moglie del Ferruccio e di occuparsi del funerale. Rimasto solo iniziò a guardarsi intorno per esaminare la scena. La stradina sterrata che usciva dal paese costeggiava gli orti del Ginetti da una parte, mentre dall’altra le colline si inerpicavano una sull’altra diventando montagne poco più avanti. Il Ferruccio era rivolto con la testa verso ovest, segno inequivocabile che era morto mentre tornava a casa. Da dove? Presto l’avrebbe saputo. C’erano tracce di sangue solo attorno alla testa dove qualcosa, ma cosa?, lo aveva colpito e fatto stramazzare al suolo.

Tornato, il dottore insaccò il corpo e lo portò via. Non potendo delimitare la zona, il Maresciallo passò le due ore successive a cercare qualcosa di contundente, arrovellandosi su chi mai avrebbe potuto uccidere così a sangue freddo il Ferruccio e perché. Il Tamburino arrivò e trovò il suo superiore a carponi nel fosso.

– Maresciallo!

Preso alla sprovvista questi si alzò di scatto: – Tamburino! Venga un po’ qui! Si metta qui e annusi il terreno.

Il carabiniere lo guardò incerto, poi fece come gli era stato detto.

– Ebbene? – chiese impaziente il Maresciallo.

– Cosa?

– Che cosa sente?

Il collega si arrovellò un momento. Sentiva un tubo lui, solo l’odore di terriccio secco.

– Barbera! – esclamò l’Ottavino!

– Barbera?

– Eh già! Ma lo sentirà anche il dottore quando esaminerà il cadavere.

Il sottoposto non disse niente, si rialzò e preferì cambiare argomento: – i bauli…

– Che bauli?

– Quelli della vedova.

– Ah… ebbene?

– Niente, dice che sono spariti, e sospetta del Ferruccio.

Il Maresciallo lo guardò – Ma non avete saputo? – gli chiese.

– Cosa?

– Qui – disse indicando dove poco prima c’era il cadavere – Il Ferruccio è morto qui.

Dei bauli scomparsi e un cadavere movimentano l'afoso pomeriggio del Maresciallo. Che cosa decide di fare appena tornato in caserma?

  • Andare dalla moglie del Ferruccio per scoprire chi potesse avere qualche movente per ucciderlo (86%)
    86
  • Ricostruire i movimenti del Ferruccio di quella mattina (14%)
    14
  • Esaminare la denuncia rilasciata della vedova riguardo ai bauli e al possibile colpevole della loro scomparsa (0%)
    0
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104 Commenti

    • Ciao Danio, grazie per avermi seguito fino alla fine! Sono contenta che il finalissimo ti sia piaciuto, in effetti l’ho trovato abbastanza convincente per chiudere in maniera buffa tutta la storia!
      vedo adesso che ne hai iniziato uno nuovo, vengo subito a leggere!
      ho in mente un paio di storie, anche con Ottavino, ma penso prendo una pausa dal personaggio con una storia completamente diversa 😉 tempo di sistemare i dettagli e ti faccio sapere!

    • Ti rigrazio, sono contenta di sapere che continuo ad interessare e divertire il lettore! 😀 ahahah sì sono una croce sti bauli! E devo rigraziarti il doppio perchè con il tuo commento ho avuto idea di come chiudere il racconto! 😉 ma sarà una sorpresa!
      Maciste… sei in minoranza, ma prima o poi salterà fuori per forza! 🙂

    • Ciao! 🙂 sono contente che ti piaccia e anche di riuscire a divertire il lettore!
      Eheheh i bauli e il loro tesoro! Anche secondo me Ottavino ha capito dove sono! Chissà, sarebbe interessante se li trovase tutti in un colpo solo eh? Bauli, maciste e secca! Tre piccioni con una fava, dopo indagini “inconcludenti ” sarebbe proprio u bel colpo! Vedremo 😉 !!!

  • Io cercherei Maciste.
    A parte la distribuzione del testo, un po’ caotica tra battute e descizioni, devo dire che l’episodio è divertente, intrigante e la storia è davvero ben architettata. La missione, il plot, il sub-plot ci sono tutti. Molto bene, Giulia, brava. Però 😉 non calcolabile non è corretto… ( eheheheh) si dice inestimabile. 😉

    • Oddio ecco com’era: inestimabile! Sai che non mi è proprio venuto in mente??
      🙂 Maciste, è giunta l’ora di incontrarlo sì, pare anche a me.
      Sono contenta di essere riuscita a fare una storia abbastanza complessa come costruzione, contando che quando ho iniziato avevo in mente tutt’altro, ma poi le scelte hanno portato in questa direzione un pò inaspettata… spero di non deludere allora nel finale! 😉

  • Innanzitutto si reca dalla moglie a comunicarle la notizia e strapparle qualche informazione utile. Poi, con più calma, ti potrai occupare dei suoi movimenti, più in la.

    Mi ritrovo totalmente in disaccordo con gli altri commenti qui giù. Per me questo linguaggio, questo modo di esprimerti tutto tuo ha un non so che di magnetico! Il tuo lessico ricercato ma non troppo, aulico ma accessibile rende la lettura un vero piacere. I dialoghi, con le battute spesso ripetute da più personaggi (“Mi hanno rubato i bauli.” “Bauli?” oppure “Barbera!” “Barbera?”) mi piacciono molto, sdrammatizzano parecchio l’atmosfera del giallo con annesso cadavere rendendola quasi tragicomica.
    Hai molto ben reso anche l’ambientazione. Io, distrattamente, avevo letto ma non avevo tenuto a mente la data all’inizio dell’incipit, tuttavia hai saputo comunicare comunque quel sapore vintage di un’epoca diversa dalla nostra.
    Insomma, che altro dirti? Un incipit davvero bello, ti seguo, aspetto con ansia il seguito e magari aspetto una tua visita anche da me. A presto! 😉

    • Ciao! Ti ringrazio per i complimenti ^_^ sono contenta che ti piaccia lo stile, e che hai saputo cogliere il lato comico della faccenda (è molto difficile per me, abituata a fantasy, scrivere in chiave anche solo leggermente comica!). Spero di riuscire a fare su quest’onda anche tutti i capitoli seguenti senza deluderti! Ti aspetto al prossimo capitolo allora, e nel frattempo passo dalle tue parti! 😉
      A presto!

  • Come promesso eccomi qui.
    Dunque innanzitutto voto per la seconda opzione: la ricostruzione dei movimenti di Ferruccio.
    Inizio interessante, classico ma neanche troppo. Essendo un genere Giallo, la scelta di aprire con il ritrovamento di un cadavere la trovo azzeccata, ma tu sei andata anche oltre, perché inserendo già in apertura tre personaggi di rilievo (vedova, maresciallo e morto) hai reso la trama più complessa, invogliando il lettore (me compresa) a seguirti per capire cosa succederà dopo. Quindi ben fatto.
    Qualche appunto sullo stile:
    Vedo che ti piacciono i diminuitivi! 🙂 e ammetto anche che hanno un loro perché all’interno di questo incipit. Ma allo stesso tempo ti consiglierei di snellire un pò il tutto , lo sento leggermente pesante, non c’è bisogno di usare paroloni; i messaggi più belli sono quelli che si esprimono con semplicità, possono essere costruiti quanto vuoi, ma il lettore li deve mandarli giù come se fosse acqua zuccherata, non sciroppo.
    Ultima cosa, ho notato che spesso dimentichi di chiudere le virgolette, ma sono tipici errori di distrazione, tranquilla capita a tutti.
    Spero che i miei consigli possano esserti di aiuto, ovviamente ti seguo 😉 continua così, al prossimo capitolo !

    • Ciao! Innanzi tutto, grazie per essere passata, e mi fa molto piacere che trovi interessante la storia, spero allora da questo punto di vista, di continuare così! Ti ringrazio per gli accorgimenti, e gli appunti, che sono sempre ben accettati. Vedrò di rendere la storia più scorrevole dal punto di vista lessicale nei prossimi capitoli. 🙂 per le virgolette, se ti riferisci ai dialoghi, mi hanno fatto testa grossa in altri posti perchè il trattino ci vuole solo in apertura e mai in chiusura… 🙂 per quello mi sono abituata a non metterli! Vedrò di rimediare anche a quello!
      Grazie ancora per tutto, al prossimo capitolo allora 😉

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