Uomini che odiano l’amore

1 - Prologo: l’ultimo Natale

24 Dicembre 2015

Mentre i fiocchi di neve danzavano insieme, la luce da scrivania illuminava come poteva il polveroso studio del Dottor Darvinto. Circa una decina di metri quadrati, circondati da librerie zeppe di volumi più o meno antichi, era il nido in cui il neurologo aveva scelto di continuare il suo lavoro. Intanto, la famiglia al completo ultimava i preparativi per la cena.

— La corteccia prefrontale si disattiva proprio come quando… — rifletteva ad alta voce il medico, prima che due rintocchi alla porta lo fermassero.

— Papà, scusa, mamma e nonna vorrebbero che tu scendessi in cucina — fece Giovanni.

— Due minuti e arrivo — rispose il padre.

Darvinto si precipitò a scrivere alcuni appunti al computer sempre acceso.

Le aree cerebrali attivate dall’amore e dal sesso sono diverse.

La disattivazione della corteccia prefrontale può essere impedita, ma come?

L’amore genera input positivi per l’accoppiamento e quindi la riproduzione della specie. Come separare le due componenti?

Il neurologo digitò delle password per criptare i documenti e poi si preoccupò di isolare il computer da qualsiasi connessione. Uscì dallo studio e si guardò solo un attimo allo specchio. Forse sarebbe stato il caso di sistemare i capelli sale e pepe spettinati, così come di cambiarsi e mettere un abito più curato, rispetto alla vecchia tuta che indossava. Dopotutto, però, stava andando a cena coi parenti, mica a una conferenza in Università. Scese le scale ripensando ancora ai circuiti neurali che stava studiando.

— Carlo, che bello vederti!

— Ciao Mamma — replicò Darvinto — Ti ha accompagnato Maria?

La signora Mori, ormai vedova Darvinto, era un’anziana di quelle piuttosto sveglie e arzille. Si accorse subito del tono scocciato e provocatorio del figlio nei confronti della sorella.

— Tua sorella è di lì che gioca con Giovannino, vai a a salutarla.

— Non c’è bisogno, tanto ci sediamo a tavola ora. Vado a vedere a che punto è Sara in cucina — tagliò corto il medico.

Si mosse subito in direzione della cucina, senza dare possibilità alla madre di aprire una qualsiasi discussione.

— Finalmente sei sceso tra noi comuni mortali — lo accolse la moglie, con un sorriso di quelli che solo lei sapeva fare.

— Sai che non credo in Dio, figurati se credo di esserlo — rispose Darvinto, prima di baciare sul collo la compagna alle prese coi fornelli.

La pasta era quasi pronta e Sara approfittò degli ultimi minuti di cottura per distrarsi un attimo dalla pentola.

— A proposito — si fece seria in volto — Cerca di non litigare con tua sorella e tua madre stasera. Sai quanto ci tengono al Natale.

— E tu sai quanto lo ritengo ridicolo — disse di tutta risposta il marito — Dai, è pronto, vado di là.

Tutti presero posto a tavola. Le posate in alluminio spiccavano sulla tovaglia rosso acceso. Quando ognuno ebbe il proprio piatto, Darvinto era pronto a gustarsi la prelibatezza cucinata dalla moglie.

— Fermo — interruppe Maria — La preghiera, prima. Oh Signore, grazie per il cibo che…

— Ma per favore! Fate quel che vi pare, io ho fame. Mangia pure, Giovanni.

Sara guardò disperata verso il marito, che cercò di assumere un’espressione di difesa. Era più forte di lui, non poteva sottostare a quelle che considerava sciocche credenze.

— Eh, no, ora basta! Tu devi portare rispetto per nostro Signore. Non voglio un fratello all’Inferno — s’infuriò Maria.

Probabilmente la madre aveva azzeccato il nome, o più realisticamente, le aveva trasmesso il suo profondo senso di devozione. Cosa per nulla riuscita col figlio Carlo.

— Nostro Signore? Ma nostro, di chi? Ma ti rendi conto di cosa blateri? Per te questo cibo è merito del Signore? Io e Sara lavoriamo tutti i giorni per mettere qualcosa in tavola. Se qualcuno manca di rispetto, sei proprio tu!

Sara cercò di stemperare gli animi, voleva evitare di far soffrire la suocera alle prese con l’ennesimo litigio dei figli, proprio nella notte di Natale. Purtroppo per lei, il marito si accese ancora di più.

— Forse non hai ancora capito che non c’è un anima, un Dio mistico. Siamo il frutto di interazioni casuali di atomi. Qualsiasi tuo pensiero sono solo ioni che si muovono da una parte all’altra. Anche il tuo gesto più caritatevole, è un impulso elettrico.

Maria rimase stordita e cercò conforto nello sguardo della cognata.

— Dico io, come fa quella santa donna a essere tua moglie. Se è tutto particelle e atomi, come fai a essere innamorato di lei? Non esiste nemmeno l’amore?

Ci fu un attimo di esitazione da parte di tutti, in cui Darvinto guardò intensamente negli occhi sua moglie.

— Perché sono quelle stesse particelle a farmi provare un amore così forte. I sentimenti esistono, eccome, perché sono degli input nel nostro cervello. Ma se noi non avessimo più…

Darvinto s’interruppe di colpo e scappò su per le scale, a grandi falcate verso lo studio.

I parenti restarono sgomenti in silenzio, fino a quando poco dopo un urlo li fece trasalire. Qualcosa a metà tra lo stupore e il terrore rovinò il loro Natale.

— L’uomo non sarà più schiavo dell’amore!

Prossimo appuntamento fra cinquant'anni. Dove ci troveremo?

  • Proponete voi: la più originale sarà scelta (36%)
    36
  • In un moderno ospedale (24%)
    24
  • Nell'aula di un Università (40%)
    40
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72 Commenti

  • Rieccomi, Giuseppe.
    Voto per la clinica, perché visto l’ambito medico, mi sembra l’opzione in cui puoi dare il meglio.
    Questo episodio è decisamente interessante. Anche l’introduzione dei Lovers è un ottimo spunto che sono sicuro approfondirai. Mi chiedevo poi una cosa: seguirai un solo personaggio oppure cambierai sempre? Perché finora, su tre episodi, hai sempre passato il testimone a un nuovo personaggio. E se rimane così, trovo molto interessante la scelta. Se, ad esempio, rimanendo alla clinica, ti concentrassi su Maddalena e poi cambiassi ancora, avresti modo di proporre un ventaglio di situazioni e personaggi, costruendo una storia ancora più variegata! Attendo, curioso. 😉

  • Solo ora sono arrivata al tuo racconto.
    La trama incuriosisce. Il tuo testo è scorrevole e invoglia a leggere gli episodi successivi. Tuttavia, l’idea di vivere con la dipendenza da una pillola mi spaventa concettualmente e umanamente, e pone tanti interrogativi.
    Ogni pillola “che si rispetti” – anche se terapeutica – ha normalmente degli effetti collaterali. Per valere la pena di prenderla, il beneficio deve essere superiore al rischio. Forse ce lo dirai in seguito.
    Curiosa e credo non casuale, la scelta dei nomi dei personaggi. Direi di andare al prossimo episodio “in una chiesa”, che da sempre si occupa di anime in conflitto.
    ciao
    🙂

  • Allora, l’ambientazione e la storia mi piacciono molto, specialmente perché offrono la possibilità di guardare al mondo che ci circonda secondo diversi punti di vista.
    Ridurrei solamente i monologhi dei personaggi sostituendoli con situazioni dalle quali traspaiono le stesse informazioni che vuoi comunicare al lettore. Ti seguo e voto per una clinica di riproduzione

  • Allora …lo ho letto con occhi piuttosto attenti.

    Mi pare che il dottore che ha creato l’umanina, sia come “assuefatto” vista la mancanza di gentilezza.

    La parte in mezzo mi è piaciuta molto come la finale, in cui descrivi una orribile situazione della figlia.

    La Chiesa sinceramente non me la ci vedo visto che mi pare di aver capito che si tratta di una coppia gay. 🙂

    Ho scelto la clinica perché la piazza mi piace ma vorrei che la riservassi in mezzo e non solo al quarto episodio! 🙂

  • Voto per il sacerdote, perché mi sembra quello più delicato da trattare in una storia come questa. Anche il vedovo, il più votato finora, ha il suo fascino e le sue potenzialità, ma vista la frase di chiusura sulla religione, trovo che il sacerdote avrebbe molto da dire.
    Giuseppe, continui a stupirmi! Apprezzo molto il tuo stile e i temi che tratti. Mi colpisce anche la scelta dei nomi dei tuoi personaggi: semplici, ma molto efficaci, che sottintendono molte cose!
    Ho una sola domanda: in questo racconto, sembra che questo processo di liberazione dall’amore sia stato privo di ostacoli (esclusi quelli più tecnici). Nessuno si è opposto alla liberazione dall’amore? Nessun sostenitore dell’amore? O semplicemente Darvinto ha omesso questo fatto?
    (Ovviamente, se risponderai nei prossimi episodi non importa che mi rispondi: non voglio anticipazioni! ;))
    A presto!

  • Voto per il vedovo. Perché alla morte della propria compagna potrebbe non sapere come giustificare quello che sta’ provando. Cioè sentimenti d’amore “latenti”. Magari se il vedovo è giovane, gli studiosi potrebbero classificare il problema come puro istinto che non può più soddisfare. A meno che non si trovi un’altra compagna. E qui potrebbe sorgere il problema. E se non fosse la stessa cosa? Scusa è partita l’immaginazione. 🙂
    Riguardo la religione, io non parlerei più di “amore”. Perché questa parte può essere stata benissimo eliminata o ridimensionata. Portando tutto sotto un punto di vista razionale. Alla fine la religione può continuare a esistere con le dovute correzioni.
    Quando ho letto Iscariota non ho potuto fare a meno di pensare a Giuda. 😀

  • Direi che sarebbe interessante vedere che rapporto ha un vedovo con l’incredibile sostanza: la assumerà per perdere il ricordo della moglie che gli manca? Oppure contesterà il professore per fargli capire quanto l’amore sia importante?
    Lo sviluppo scientifico è convincente, sono curioso di scoprire come risponde la società all’innovativa “castrazione amorosa”.

    • Grazie per la lettura. Credo che in tutti i modi il prossimo capitolo, indipendentemente dal personaggio vincitore della votazione, servirà a illustrare le reali conseguenze dell’Umanina e delle scoperte neurologiche compiute. Anticipo solo che non ci saranno gli elementi che ho letto nei commenti dei lettori. Alla prossima.

  • Si guarda. Proprietà chimiche ?? Ha un carbossile di qua, un’ammina di là, un’iterazione di VdW di qui con questo … beh, devo dire carina questa molecola di umanina che mi sto immaginando ;.)

    Ad ogni modo devo dire che la scelta del sacerdote poteva prendermi un po’, ma ad essere sinceri, non ho tanta simpatia per quella categoria.

    Il divorziato invece non sarebbe male! 😛 Ho un ché di sospetto che questa molecola dia assuefazione. Vedremo.

  • Ciao! Eccomi qui a lasciare un commento. Devo dire che l’idea incuriosisce e hai una scrittura leggera e fluida, a mio modesto avviso. Oddio, “castrazione amorosa” m’ha fatto una graffiata sull’anima, però va bene per rendere il concetto! 🙂 Voto il vedovo perché, come ha detto il mio caro Mago, l’aver amato il proprio partner e averlo perso può rappresentare una bella sfida per il professore, far scattare (magari) qualcosa in uno dei tanti studenti….ma vabbè sto viaggiando! eheheheh! 🙂 a presto

  • Il punto di vista di un vedovo, che plausibilmente potrebbe aver amato e perso, è un curioso incastro in questa storia, un confronto con questa evoluzione proposta mica da ridere. Io ci spero. Un’idea di base che continua ad intrigarmi. Avanti così 🙂

  • Direi un sacerdote. Anche perché non hai spiegato come potrebbero esistere vedovi o divorziati in un mondo in cui l’Umanina inibisce l’amore. perché la gente dovrebbe sposarsi ancora? e perchè definirsi vedovo? Insomma non è necessario e non è sentito… significa che lo si fa solo in base a una religione ben precisa che ci spinge a mettere su famiglia per pura accettazione delle regole teologiche e non per desiderio o sentimento. Ma se è così, non trovo interessante un episodio con un divorziato o un vedovo, dato che sono solo persone che hanno seguito un percorso religioso e non sentimentale. D’altro canto mi chiedo come si possa divorziare in un mondo in cui non ci si ama, quindi è impossibile non andare d’accordo o ostacolarsi a vicenda, tutto dovrebbe filare liscio come l’olio. Se esistono ancora divorziati, qualcosa non funziona nella pillola di Umanina…. ahahahaha vabbè… lascio a te la penna. 😉

    • Oh mia cara Alessandra, quanto adoro i tuoi commenti. Sono proprio interventi come i tuoi che aiutano a costruire la storia. Nuovamente ti ringrazio per il tuo contributo. Permettimi ora, a bocce ferme, di commentare anche io. Premetto subito che non mi piace, dovresti saperlo, aggiungere spiegazioni esterne alla storia. Tuttavia, se la volontà dei lettori me lo consentirà, nei prossimi episodi sarà chiaro perché ci si sposa, ma potrebbe esserlo già ora. Mi limito a ricordare che il matrimonio è un’istituzione, non solo religiosa o sentimentale, ma legale a tutti gli effetti. Perciò, ti prego di perdonarmi, ma sono in disaccordo quando affermi che “lo si fa solo in base a una religione”, perché altrimenti il matrimonio in comune dei mie zii, e di tanti altri, oggi non sarebbe valido. C’è un altro punto su cui mi piacerebbe riflettere assieme. L’Umanina agisce selettivamente sull’amore, e cito dal testo “senza alterare le altre funzioni emotive dell’Uomo”. Occhio alla parola selettivamente 😉 Probabilmente tu la vedrai in un logica filosofica (ahia, che brutta espressione), in cui un Uomo senza amore è un Uomo senza emozioni. Io mi sono affidato, invece, a una pura spiegazione neurologica, secondo la quale si può essere irritabili, odiosi, avari, anche cattivi, e allo stesso tempo incapaci di amare: alla base ci sono circuiti neurologici differenti. E questa non è fantascienza. Comunque, avremo ancora modo di discutere se seguirai la storia. Grazie ancora davvero 🙂

  • Eccomi Giuseppe. Sono molto, molto sorpreso da questo incipit: originale, davvero ben scritto, accattivante e con ottime premesse. Anche un po’ inquietante, devo ammetterlo. Può venirne fuori una storia davvero interessante!
    Propongo io: una festa. Adolescenti? Universitari? A te la scelta. Ma un festa di ragazzi e ragazze è di solito luogo per eccellenza in cui fare conoscenza, avere qualche cotta e i primi amori. Ma se l’amore non c’è più, non “schiavizza” più, allora come sarà questa festa?
    Ti seguo con estremo interesse! 🙂

    • Ciao Francesco. Grazie per la lettura. Sei una delle persona da cui aspettavo un commento perché ti reputo un brillante osservatore, e anche stavolta non mi hai deluso. Lo scenario che proponi è particolarmente interessante e finora è indubbiamente uno dei suggerimenti che più mi intriga. Vedremo cosa farò. Credo che pubblicherò il prossimo episodio nel weekend, anche se vorrei riuscirci già domani. Ma c’è troppa poca differenza tra le opzioni. Grazie ancora 🙂

  • Se dici: proponete voi, mi inviti a nozze… ma se mi conosci anche solo un po’, sai che questo significa che – qualunque idea di plot tu avessi in mente – io ne ho una tutta mia… e rischio di cambiarti il binario. 😉 Però ti basterà non scegliere la mia proposta e sarai di nuovo sulla tua linea… :
    Sono trascorsi 50’anni. La nuova umanità è inoculata di un particolare inibitore di emozioni ormai da oltre vent’anni. Due generazioni che hanno già portato a grandi risultati. Il “virus” vivo inoculato, prende il nome dal suo inventore, il noto – e ormai deceduto – neurologo Darvinto. Il Darvinto-virus ha posto fine alle guerre, alle lotte per il potere, alle faide sanguinarie in tutto il mondo. Ora c’è ordine, si rispettano le regole, c’è pace… c’è… una profonda tristezza. Finché un nuovo personaggio, il protagonista che entrerebbe in scena adesso, decide di smettere di prendere il virus e ricominciare a vivere. Dopo alcuni giorni senza quella roba nel sangue, si rende conto di quali bellezze aveva intorno a sé e non ha mai assaporato. Così inizia una sua battaglia personale, arma un gruppo di ribelli… Perché la verità è che l’ordine incondizionato non è libero arbitrio, ma solo scienza. Nella vita si sbaglia, c’è anche dolore, sì, ma si sopporta in nome di quel solo e unico momento d’amore che si vive almeno una volta…

    Poi, sai, Giuseppe, potrei citarti almeno una decina di titoli che hanno trattato questo tema… devi cercare di non cadere nei cliché e fare qualcosa di veramente originale. Noialtri siamo dei sognatori, prova a convincerci che la vita si possa vivere benissimo anche senza amore e – non solo sarai originale – avrai creato un ottimo conflitto fede/scienza…

    Seguo, lo avevi capito 😉

    • Ciao Alessandra. Che piacere rileggerti. Grazie per la lettura e per il commento. A tal proposito, dalle mie parti, ma credo un po’ ovunque, si dice “dare la mano e vedersi prendere il braccio”. Bene, credo che sia un po’ quello che è successo con l’opzione proponete voi. Mi sono permesso di lasciar scegliere nella maniera più diretta possibile l’ambientazione per il prossimo episodio (leggasi, dove ci troveremo?) e mi ritrovo qui sciolinata praticamente tutta la storia. E sai qual è il bello? Alcuni punti della tua proposta li condivido ampiamente. Ora, perdonami se magari vedrai ricopiata qualche tua idea, ma il plot che avevo in mente segue più o meno quel binario. Probabilmente, però, la mia idea di storia ha intenti diversi. Non voglio fermarmi a creare un originale racconto su un tema già trattato, ma mi pongo l’obiettivo di far riflettere il lettore sulla natura umana e sulle forze che oggi governano di fatto il nostro essere. Già nel primo capitolo credo di aver dato un gustoso assaggio delle tematiche che saranno trattate. Ma non voglio che questa diventi una storia di fantascienza pura. Fin dagli inizi ho avuto problemi con inserire le storie nel giusto genere, stavolta ho addirittura lanciato un sondaggio prima di pubblicare. Comunque, vedremo che ne verrà fuori. Grazie di tutto, veramente 🙂

  • Ehilà, un uccellino mi ha detto che sei tornato! Io mi riconosco molto nel protagonista, però il genere del racconto (fantascienza) non è tra i miei preferiti. Ovviamente leggerò tempestivamente il prosieguo e ho votato per l’aula universitaria, ci sarà qualche professore che insegnera qualche corso di studio dell’amore (che non saprei neanche come definire). Chissà dove vorrà arrivare Carlo…

    • Salve EssereIgnoto, è un piace rileggere i tuoi commenti. Grazie per la lettura. Un corso di studio sull’amore, dici? In tutta sincerità, non credo. Almeno non è quello che vorrebbe Darvinto. Permettimi una piccola nota sul genere del racconto. Purtroppo, The Incipit obbliga per sua natura a categorizzare le storie in un genere ben preciso. La storia che ho in mente non ha i tratti classici del racconto di fantascienza, ma, trovandomi a dover scegliere il genere che più potesse inquadrare il testo, ho optato per questa sezione. Spero che il seguito ti piacerà ugualmente. Alla prossima.

  • Io propongo in un appartamento impolverato e buio, in cui si vede il dott. Darvinto che è stato lasciato dalla moglie (o che è morta, a tua discrezione), che sta ancora effettuando le sue ricerche e che ha perso tutti i contatti con i famigliari.

  • Che bell’incipit, anche la trama mi piace. Intrigante e curiosa, per cui ti seguo :). Bel primo capitolo, mi piace questo personaggio controcorrente e ben delineato, di carattere. La scelta mi ha rubato un po’ di tempo… indecisione. Alla fine opto per proporre: giardino botanico. (Perché?… Ispirazione)

  • Mi sono permessa di votare “proponete voi”. La teoria va comunque spiegata. Perciò mi immagino qualcuno che prova sentimenti anche se non dovrebbe essere più così. Tenta di dare una spiegazione ma, visto il salto temporale di cinquant’anni, forse non può chiederlo a Darvinto. Perché potrebbe non essere più vivo. E inizia una ricerca tutta sua.
    Detto questo, è ovvio che ti seguo. 🙂

  • Ho una sorella (anzi tre), mi chiamo Carlo ed un nipote di nome Giovanni.

    Informazioni un po’ troppo personali ma non mi interessa! 🙂

    Ci sei riuscito a prendere la mia attenzione. Anche dal titolo. Anche forse dal modo di pensare un po’ cinico. 🙂

    In poche parole: hai una botta di fondoschiena notevole! 🙂 Ma bravo! Bisogna essere anche fortunati in questa vita! 🙂

    Per un tempo così lungo direi che puoi fare anche tu … mi pare un po’ irrilevante! 🙂

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