Dove eravamo rimasti?
Istanti
Polvieri si era alzato di scatto, tremando di rabbia. Era convinto che rifiutassi non solo il cibo, ma anche lui e tutto quello che, nella sua mente malata, aveva fatto per me.
Nello stesso momento Firenzi aveva esploso un colpo. Uno solo, alla fronte. Un centro perfetto.
Il coltello che Polvieri aveva fatto apparire magicamente dalla giacca era a terra al suo fianco, coperto dal suo stesso sangue. Non ricordo esattamente i momenti immediatamente successivi, non c’è neppure bisogno di ricordarli, credo.
Il male è così banale che non va ricordato o descritto. Non ha bisogno di dovizia di particolari: Polvieri era un maniaco omicida che ha creato una storia fantasiosa per giustificare la sua sete di sangue. Nulla più e nulla di meno. Non vi è necessità che altri sappiano cosa ha detto, cosa ci ha raccontato. Ipotizzo che né io né Firenzi ne faremo mai parola ad anima viva. Soprattutto perché né io né lui lo dimenticheremo mai.
La psichiatra ora mi guarda come se cercasse di sollevare una pietra che non collabora. Lo sguardo della pietà, lo sguardo che odio di più.
La conversazione per quanto mi riguarda si è appena conclusa.
– Vuole condividere qualcosa con me? Durante quest’ultima parte mi è sembrata… assente.
Almeno mi ha dato un buon motivo per smettere di fissare il soffitto. Quel che vorrei risponderle è che se avessi bisogno di aiuto lei sarebbe l’ultima persona a cui chiederei una mano, ma mi hanno insegnato che rispondere in questo modo alle persone è maleducazione. Non credo ci siano davvero riusciti.
– Stavo pensando agli impegni della giornata, Dottoressa. Ho parecchie cose da fare e vorrei essere fuori di qui per le cinque.
– Sono sicura che non sia un problema.
Sorride. È ironico, salutando mi rendo conto che la stessa frase, qualche tempo fa, ha causato una ridda di domande ed è stato l’inizio di questo incubo.
Ma adesso ho davvero parecchie cose da fare.
Al tavolo del bar vicino all’officina Firenzi sembra un ospite sgradito ed inatteso con il suo completo grigio gessato. Gli ho detto mille volte di non conciarsi in quel modo per venire a trovarmi, ma sembra impossibile farglielo capire.
Il nostro rapporto è nettamente migliorato da quando abbiamo deciso reciprocamente di ignorare il fatto che mi ha taciuto chi fosse fino alla fine, quando ci sono arrivata da sola. Semplicemente, di punto in bianco, avevamo trovato una specie di status quo: lui non parla della vita con i nostri genitori ed io, praticamente, non lo strangolo per avermi mentito spudoratamente.
L’ago della bilancia è indubbiamente spostato dalla mia parte, ma lui non si lamenta. Immagino il tutto sia connesso al fatto che sono l’unica famiglia che gli rimane, ma non ne sono del tutto certa. Lui è sveglio, certo, particolarmente. Ma è una persona normale e quindi ha un sacco di sentimenti. Cose che non capisco che talvolta si concretizzano in cose stupide come aver lasciato Fil a terra sanguinante per venire a salvare me. Non glie la perdonerò facilmente questa cosa.
Mi aspetta con un sorriso soddisfatto e solare. Sa strano pensare che vengo in questo bar da secoli ed adesso posso condividere un cornetto alla crema con mio fratello. È come aprire il proprio mondo a qualcuno che si aspetta da una vita.
– Fil come sta?
– I dottori dicono che ci metterà qualche tempo ma si riprenderà, alla fine.
Silenzio. Buona parte del tempo che passiamo insieme è fatto di silenzi rigeneranti. Lui tra poco dovrà ripartire. Anche questo suona strano.
– Seguirai le indicazioni della psichiatra?
Appoggiandomi sulla schienale della sedia gli dedico il migliore dei miei ghigni di scherno. Lui sembra comprendere al volo e scoppiamo a ridere.
Il sole tramonta sul mio appartamento ormai vuoto. Il disco giallo ha appena superato il bordo della finestra quando come la notte mi inchino per l’ultima volta a queste mura ed esco di scena, senza fare rumore. Ogni cosa è stata accuratamente venduta o messa in valigia. In esattamente tre ore dovrò prendere un volo che mi porterà molto lontano da qui, a godermi i soldi rubati alla banca, che ho recuperato e fatto nuovamente sparire.
Non è stato poi così difficile trovarli, alla fine. Più difficile spostarli su un nuovo account bancario in un paradiso fiscale senza l’aiuto di Fil, in terapia intensiva. In ogni caso, ho scelto di tenerlo fuori da questa storia. Spero solo si dimentichi di me, come tutti gli altri.
Ho avuto alle spalle più di un’ombra nella mia vita. Ora lo sono divenuta io stessa. O forse lo sono sempre stata, dipende dalla versione della storia che racconto ai miei commensali, quando i ricordi diventano dello stesso colore del cocktail che sto bevendo…
22/10/2015 at 12:23
Il finale è perfetto, specie nelle ultimissime righe. Dà un sapore di detto e non detto, di una storia raccontata che potrebbe anche essere un po’ diversa dai fatti, ma forse anche no. Molto bello, davvero. Non smetto di sottolineare quanto mi sia piaciuta la tua protagonista, meriterebbe senza dubbio altro spazio. In altro posto. Magari in altro genere, perché no?
A presto, sul prossimo racconto. Ho ricevuto la notifica. A breve sarò anche lì.
Giò
20/10/2015 at 16:48
Chiusa efficace, meno amara di quanto temessi perché lascia uno spiraglio possibile per un seguito. Meg è un personaggio che merita almeno un’altra storia… Anche se a differenza di Danio spero di ritrovarla nuovamente dalle parti del giallo. E adesso non mi resta che allungare il mio bicchiere verso il tuo e brindare alla tua ombra, come un vecchio commensale avido di storie. Complimenti.
20/10/2015 at 10:56
Il fratello, i soldi rubati e fatti riapparire, l’isola esotica.
Bene, non potevi concludere meglio questa storia, m’inchino 🙂
E così vuoi lanciarti nell’avventura, bene anche quello.
Molto più semplice del giallo, a mio modesto parere. Ma, come ben saprai, mischiare i vari generi è molto semplice.
Come bere un cocktail 😉
A presto.
20/10/2015 at 10:48
Fantastico finale, sono curiosa di scoprire il seguito 😉
19/10/2015 at 10:47
Mi dispiace essermi persa questi ultimi capitoli, per fortuna sono in tempo per il gran finale! Voto per la foresta buia 😉 A presto!! E complimenti
20/10/2015 at 10:30
Ti ringrazio molto!
Non ti preoccupare, anche io purtroppo mi perdo alcuni capitoli delle varie storie 🙂
A presto!
17/10/2015 at 18:30
Beccato! In effetti non c’erano moltissimi elementi per individuare il colpevole ma in fondo è il bello dei gialli (indizi sì, ma nessuna prova schiacciante, non prima della rivelazione finale almeno, il lettore deve solo credere di avere tutti gli elementi per risolvere il caso). Movente impossibile da indovinare, ma abbastanza convincente. Le cose migliori della tua storia rimangono però le caratterizzazioni e, come mi sembra di aver già detto, gli intermezzi pensati dalla tua geniale protagonista, intelligente, sarcastica, brillante. Pensò che sia una storia che possa finire (e magari ricominciare) in un bar, davanti ad un buon cocktail, magari un Bloody Mary…
20/10/2015 at 10:29
Mmmmh… il Bloody Mary… immagine evocativa. Mi piace! Ho tutte le buone intenzioni di utilizzare i consigli in modo creativo.
Non avevo dubbi sul tuo istinto, Lou… 😉 Alla prossima
17/10/2015 at 04:32
quando i ricordi diventano dello stesso colore del cocktail che sto bevendo.
un seguito? perché no, ci starebbe proprio bene 🙂
Grazie a te per averci intrattenuto piacevolmente, ma manca ancora il gran finale, attendo 😉
20/10/2015 at 10:25
Seguo la sua via, collega. Mi sposto anche io sul genere avventura. E poi, chissà…
Alla prossima
16/10/2015 at 21:58
Scelgo il cocktail; lei che riflette (magari con Firenzi?) e fa il punto della situazione mi sembra un buon modo per chiudere questa prima parte 🙂 sapere che ce ne sarà un’altra mi rincuora! Sono contenta di aver indovinato 😛 anche se non pensavo fosse così perverso il vecchio Polvieri!
20/10/2015 at 10:24
Infatti, Melany, complimenti!
Mi fa piacere che ci rivedremo in breve… spero solo ti piaccia il genere avventura 🙂
Alla prossima e grazie ancora
16/10/2015 at 21:17
La sabbia che diventa lava è un’immagine che mi gusta parecchio, quindi voto quella.
Però! Sento tracce di sottofondo de “Il collezionista di ossa” in questo capitolo. Colpevole inaspettato e movente davvero sorprendente. Molto bello, molto brava.
Ti seguirò anche nella prossima avventura.
Giò
20/10/2015 at 10:20
Troppi complimenti 😉
Non ricordo se l’ho letto o meno, dovrò controllare… Ti ringrazio della fiducia!
Anche se alla prossima si cambia genere 😉
16/10/2015 at 20:48
Non ho risposto a nessuno, ne sono consapevole.
Spero non l’abbiate presa a male, non desideravo “inquinare” la vostra scelta con commenti inopportuni che potevano farvi credere una cosa o un’altra.
Vi volevo ringraziare nuovamente per aver seguito sin qui le mie piccole avventure in punta di tastiera, i vostri commenti e critiche sono sempre graditissimi (altroché!).
Come da spoiler presente nella domanda che chiude questo episodio, volevo dirvi che mi piacerebbe scrivere un’altra storia. Ho bisogno del vostro aiuto per trovare un incipit adatto e credo che i lettori siano i migliori consiglieri di uno scrittore quando si parla di racconti 😉
Alla prossima, G
15/10/2015 at 09:09
Ho analizzato bene il racconto, rileggendolo tutto dall’inizio: le mie conclusioni sono che non hai dato abbastanza elementi per poter capire chi è veramente l’assassino, ma forse sono io che mi sbaglio.
Comunque per me è Bonga. Adesso dimmi chi è e spiegami perché. 🙂
Giò
14/10/2015 at 11:46
Bella l’idea che l’opzione che riceverà più punti avrà una menzione speciale nel prossimo capitolo!
Guarda, neanche io ho capito chi possa essere, forse perché quando c’era la Signora in giallo cambiavo canale! Apparte ji scherzi, faccio un procedimento razionale. Bonga non mi sembra un cognome da assassino, dico Firenzi, i fiorentini mi puzzano.
14/10/2015 at 09:58
Hai scritto un buon giallo, il che significa che in realtà non ho idea di chi sia l’assassino. Certo Firenzi qualche dubbio lo lascia… E Bonga potrebbe in effetti essere un’abile doppiogiochista come ha giustamente fatto notare Drago … Eppure questo Polvieri qualcosa deve pur entrarci. OK, vada per Polveri, seguo l’istinto. Bel capitolo. Finale al cardiopalma… Muoviti a scrivere il prossimo! Non farci aspettare troppo. Ciao e… Ti aspetto da me.
13/10/2015 at 19:42
Bonga.
Sin da subito, ma non chiedermi il perché 😉
13/10/2015 at 18:55
Secondo me, Bonga è una doppiogiochista. Anche se Melany non ha tutti i torti.