Dove eravamo rimasti?
Sera
Le stelle brillavano tanto forte da poterle contare una ad una. Sotto un cielo così, passeggiando con una donna stupenda, in una vita precedente ero stato felice.
Angela, senza l’ombra cupa che indossava, avrebbe potuto illudermi di non aver perduto per sempre quel tempo. Ma lei era lì per un’altra ragione.
Ci allontanammo dal locale imboccando una strada sterrata, in discesa verso il fiume. La mia stampella era poco avvezza ai percorsi di campagna.
«Non potevamo restare in piazza?»
«Voglio evitare orecchie indiscrete» poi finalmente s’accorse della mia difficoltà «scusi, non mi ero resa conto…»
«Lasci, non importa.»
«Cosa le è successo?»
«Avrà letto sui giornali, un paio di mesi fa, la sparatoria a un posto di blocco» se potevo preferivo evitare racconti.
«Sì, ricordo, ne hanno parlato anche in TV» attese, come se aspettasse altri dettagli, o cercasse di rammentare di più. Poi rinunciò: «Mi dispiace…»
«Non deve, io sono quello cui è andata meglio.»
Puntuale arrivò altro silenzio. Avevamo raggiunto il sentiero che costeggiava il torrente, in quella stagione nulla più di una pisciata di cane, di cui si percepiva la presenza solo grazie alle zanzare.
«Come la posso aiutare?» decisi di porre fine all’imbarazzante suspense.
Lei tentennò ancora, neanche dovesse farmi una dichiarazione d’amore.
«Non abbia paura, è il mio mestiere.»
«È per mio padre…» ancora una pausa «Sono convinta sia stato ucciso.»
Non c’è uomo delle forze dell’ordine che non coltivi il sogno segreto di vivere questa situazione: un fanciulla indifesa, un caso misterioso e un cattivo da sbattere in galera. E tu, solo contro tutti. Anch’io non ero da meno, ma gli anni avevano mitigato le fantasie di allievo e, confrontandomi con la realtà, mi ero rassegnato al fatto che certe trame erano possibili solo nei film. Era la conclusione cui arrivavamo tutti, prima o poi.
Salvo rari casi in cui capitava un’Angela tra capo e collo.
«Signorina, forse dovrebbe parlane prima ai colleghi del comando locale» risposi, dando per scontato d’essere il primo a conoscere i suoi sospetti.
«A chi!? Al maresciallo Biguzzi? Dio, quello non sa fare una O col bicchiere.»
«Senta, io non conosco il maresciallo Biguzzi ma sono certo sia persona competente e preparata. E anche non fosse questa è la procedura, se ha dei sospetti deve presentarsi al comando locale per sporgere denuncia. Anzi, avrebbe già dovuto farlo» ero molto serio, lo ero sempre quando si trattava di lavoro.
«Non vorrei sembrarle anarchica o anche solo impertinente ma… io qui sono solo la figlia di Eugenio, quella scappata in città a sedici anni pur di non vivere in mezzo al nulla, quale credibilità vuole abbia ai loro occhi?»
«Sono discorsi senza la minima importanza, il maresciallo ha l’obbligo…» ma le altre parole restarono imbrigliate nel riflesso di un lampione solitario dentro una lacrima indomita. Era bella, dannatamente bella. «Va bene, intanto può spiegare a me.»
«Vede, mio padre era un maniaco salutista, uno che dai vent’anni non ha mancato un solo check-up annuale, e da quando ne ha compiuti cinquanta era passato addirittura a due. Conosceva a memoria i suoi valori di trigliceridi e glicemia, passava in farmacia ogni tre mesi a controllare la pressione, insomma, aveva un’unica malattia: la sua salute.»
Io però ero ancora poco informato sui fatti: «Mi scusi, com’è morto suo padre?»
«Infarto, così ha detto il dottore, ma è impossibile.»
«Senta, io non sono medico ma per esperienza so che certe cose succedono. Ho avuto un capitano che la mattina mi ha spedito in pattuglia e il pomeriggio…»
Lei, fortunatamente, non mi lasciò finire l’irrispettoso racconto: «Succedono agli altri, non a mio padre. Si provava le pulsazioni ogni mattina. Gli sarebbe stato più facile morire colpito da un meteorite.»
All’accademia ufficiali insegnavano due metodi per affrontare situazioni simili: la durezza e l’accondiscendenza.
Applicare la durezza, senza la divisa e fuori dal mio ufficio, risultava molto difficile.
Mi restò l’accondiscendenza, tra l’altro facilitata da due occhi d’uno splendore osceno: «Ha già dei sospetti?»
«Mio padre era un benefattore del paese, tutti lo amavano, ma ne era anche il proprietario…»
«Proprietario?»
«Cinque appartamenti, una villa, tre esercizi commerciali e non mi ricordo quanti ettari di terreno, tutti in affitto a gente del posto. Siamo ricchi, molto ricchi, e in un paese come questo odio e invidia viaggiano a braccetto.»
«Ora capisco perché non è andata dal maresciallo.»
«Quindi mi aiuterà?»
Ovviamente avrei dovuto rispondere no.
Ovviamente non lo feci.
Da dove cominciamo le indagini?
- Da un prete di paese (45%)
- Da un amico medico (55%)
- Da un collega carabiniere (0%)

25/01/2016 at 14:18
Bellissimo finale, il personaggio di Nina mi piace molto, anche se colpevole, ma forse soprattutto per questo! Le ci vorrebbe un racconto tutto suo 😉 😀
22/01/2016 at 18:11
La vecchia signora, ben congegnato, davvero.
Il colpo di scena del carcere e dei motivi per cui vi è stata mandata è stato un piccolo capolavoro, complimenti davvero!
22/01/2016 at 18:46
Grazie Danio! 🙂
17/01/2016 at 17:55
Sono arrivata giusto in tempo per l’ultimo voto!
Il racconto mi è piaciuto, è scritto molto bene e questo mi ha permesso di vedere i luoghi e sentire anche le voci dei personaggi! Ora sono molto curiosa di leggere il finale 😀
14/01/2016 at 15:35
Tanti, vero, ma ben pochi Cristiani. Quelli di qui sono dei miscredenti!
In canonica 🙂
08/01/2016 at 16:28
Continua a seguire la pista del Mosca, dai che qualcosa trova!
07/01/2016 at 20:55
E facciamola questa iniezione. Magari la buona Nina fornirà indicazioni molto utili.
Al prossimo.
06/01/2016 at 22:40
Mi scuso con tutti per la lunga latitanza. Cercherò di farmi perdonare chiudendo il racconto in poche settimane!
19/12/2015 at 18:42
Dalla morte del Mosca 😀
05/12/2015 at 07:44
Dalla morte del Mosca? Un po’ confuso il nostro carabiniere…
Ciao, alla prossima.
02/12/2015 at 11:32
Il tuo racconto mi sembra si stia trasformando in un bel giallo all’italiana, per giunta scritto come Dio comanda. Mi piace molto il tuo protagonista – uomo tutto d’un pezzo ma che non si prende troppo sul serio – e il suo modo di procedere nell’indagine, che ha ritmo senza essere affrettata. Il personaggio che per ora non mi ha convinto molto è Nube che corre: mi pare che stoni un po’ in questa ambientazione, che sia un tantino forzato. Detto questo, non vedo l’ora di continuare a leggerti e di scoprire quali sorprese ha in serbo il tuo racconto!
02/12/2015 at 23:19
Ciao Elena, grazie del tuo commento. 🙂
Dovresti vedere il vero Nube che corre (ebbene sì, Morino ha una sua trasposizione nella realtà!) forse è anche più “fuori” di questo suo alter ego letterario… 😀
30/11/2015 at 16:07
Il prossimo capitolo sarà incentrato sulla morte del Mosca, mica vorrai lasciarci a bocca asciutta sul più bello?
29/11/2015 at 20:50
Da Testaquadra, naturalmente.
Un po’ confuso il nostro carabiniere, ma penso possa riprendersi.
22/11/2015 at 16:58
Il musicista, dagli approfondimenti potrebbe emergere qualcosa di importante!
12/11/2015 at 18:22
Indaghiamo sullo sfaccendato musicista, se ha finto di non cogliere l’allusione… forse sa qualcosa.
11/11/2015 at 18:50
Puntiamo su Zito, il farmacista.
Bella questa scena prettamente “paesana” e da osteria 🙂
Cattaneo sembra cominciare a capire, bene.
Al prossimo 😉
02/11/2015 at 12:20
Diamo un po’ di sollievo a questo povero capitano zoppo. Antidolorifico.
L’indiano mente. Mente e gioca con il nostro protagonista.
Sempre più avvincente, Michel. Complimentissimi.
Giò
02/11/2015 at 20:16
Grazie mille! 🙂
01/11/2015 at 16:29
consoliamoci con una partita a carte
02/11/2015 at 20:15
d’altronde, cos’altro ci resta da fare?
29/10/2015 at 14:01
Bella storia, sono arrivata solo adesso ma vedrò di godermi il resto 🙂 Ti seguo
02/11/2015 at 20:13
Tranquilla Serena, la strada verso la soluzione è ancora lunga…
26/10/2015 at 13:45
La passeggiata sul lungofiume l’ha già fatta e il kalumet funge da anestetico, resta la partita a carte… Mi piace quello che scrivi e come lo scrivi, ti seguo volentieri. Al prossimo episodio.
02/11/2015 at 20:11
Grazie mille Anna! 🙂
26/10/2015 at 12:30
Letti due capitoli di seguito perché me n’ero perso uno.
Io voto per l’antidolorifico, chissà, magari lo aiuterà a farsi venire qualche intuizione geniale..
02/11/2015 at 20:11
Basta non esagerare… 🙂
25/10/2015 at 12:18
Con una partita a carte.
Davvero surreale questo incontro. Ma descritto maledettamente bene.
Al prossimo.
25/10/2015 at 20:38
Grazie Danio, sempre molto gentile. 🙂
14/10/2015 at 11:51
Torchiamo il farmacista. E’ stato sempre il mio sogno….
13/10/2015 at 10:05
Torchiamo lo speziale, se non è lui il diretto responsabile comunque deve per forza di cose sapere qualcosa.
E poi, seguire il pellerossa rifaldo in vespino mi sembra impossibile, con una gamba acciaccata e dolorante.
La perpetua? Nah, al massimo ci torniamo domani per l’iniezione.
Giò
12/10/2015 at 19:45
Se il male è insopportabile, un’altra sigaretta e via dalla perpetua 🙂
Mi piace questo capitano, un po’ meno il paese. Sembra di essere in uno di quei villaggi americani dove gli stranieri, quasi sempre, fanno una brutta fine.
Complimenti e al prossimo.
08/10/2015 at 15:28
La discussione tra i due mi è piaciuta…..sul tutto vedo un tocco di Montalbano ma con una tua personalità che ne fa un soggetto a parte….Mi piace.
E ormai abbiamo superato il dosso, dobbiamo andare avanti e saperne di più!
12/10/2015 at 19:24
Confesso che con Montalbano sono fermo alle trasposizioni televisive… lo prendo comunque come un complimento 😀
05/10/2015 at 10:50
Anch’io ho votato per il medico, sperando di far salire quest’opzione, per escludere l’infarto.
Bel capitolo Michel, bravo come sempre.
12/10/2015 at 19:23
E alla fine, inaspettatamente, ha vinto il medico! Sarà la pista giusta? 🙂
04/10/2015 at 14:19
E io vado controcorrente votando l’amico medico (ho una fissa con i medici, lo so). Scherzi a parte, se le campane a Morino risuonano a morto spesso, il medico è la persona più indicata a mio avviso: è lui che constata i decessi. E fa le diagnosi al suo “gregge”
04/10/2015 at 18:46
Sei l’unica a seguire il metodo scientifico. Chissà, forse avevi ragione, ma pare che THe iNCIPIT sia piena di fedeli… 😀
04/10/2015 at 13:40
ahah, anch’io per andare dal prete 🙂
04/10/2015 at 18:52
Elena, non pensavo ti saresti aggregata al gregge… 😀
03/10/2015 at 22:14
Prete, che per deformazione “professionale” sanno un po’ tutto di tutti. Senza dubbio è la fonte più informata.
Giò
04/10/2015 at 18:51
Dimentichi il segreto confessionale. Riuscirà il nostro eroe a farlo parlare? 🙂
04/10/2015 at 19:22
Non ho alcun dubbio! 🙂
03/10/2015 at 15:51
Direi dal prete: in uno scenario del genere mi pare il personaggio migliore, almeno dal punto di vista narrativo!
04/10/2015 at 18:50
Ah, l’irresistibile fascino della tonaca…
Ma sarà la scelta giusto anche sotto l’aspetto investigativo? 🙂
03/10/2015 at 09:20
I preti ne sanno una più del diavolo…
04/10/2015 at 18:49
E’ perché hanno ottimi informatori… 🙂
03/10/2015 at 06:26
Inconfutabilmente un prete.
Chi meglio di un sacerdote di paese, a parte il segreto della confessione, conosce vita, morte e miracoli dei propri fedeli?
Più che altro, vediamo se il nostro detective riuscirà a investigare con calma. Per farlo, dovrebbe però smetterla di fissare negli occhi la giovane ereditiera 🙂
04/10/2015 at 18:48
Già, il nostro eroe saprà essere tanto forte da resistervi?
01/10/2015 at 13:23
Bel titolo, bel inizio, sono troppo curioso di sapere cosa ha da dire la ragazza per cui voto “Accetterà d’ascoltarla, è troppo bella per dirle no”
D-
01/10/2015 at 17:43
Grazie D-
a brevissimo la tua curiosità verrà placata! 😉
25/09/2015 at 15:22
Ottimo inizio, mi ispira moltissimo l’ambientazione, questo paesino travestito da villaggio del far west, per non parlare del “capo indiano” che se ne va via in vespa… voto per “è troppo bella per dirle di no” e aspetto di leggere il seguito!
25/09/2015 at 22:35
Sì, Morino è effettivamente un “personaggio” a tutti gli effetti…
Grazie d’essere passata! 🙂
25/09/2015 at 13:51
Ma che bell’inizio particolare!
Forse ho intravisto il tuo nome in giro tra i commenti ma questo primo capitolo mi ha attirato….
Nube che corre mi fa sorridere e pensare che in ogni paese c’è la pecora nera, quello strano che tutti conoscono eheheh
Ti seguo!
25/09/2015 at 18:56
Beh, sì, il mio nome gira qui da un po’…
Effettivamente ogni paese ha il suo matto, vedremo se Nube che corre potrà rientrare a pieno titolo in questa categoria… 🙂
Grazie d’essere passato.
25/09/2015 at 09:40
E’ troppo bella per dirle di no, complici anche i tre Martini.
Da sobrio probabilmente l’avrebbe gentilmente invitata a recarsi alla stazione dei carabinieri più vicina.
Bentonarto Michel!
25/09/2015 at 12:33
Grazie Giulia, felice di averti a bordo! 🙂
25/09/2015 at 12:51
Come sempre 🙂
24/09/2015 at 20:43
evviva Michel, così ti seguo dall’inizio e questo inizio è il più ben scritto che ho trovato da quando sono qui. Ho voluto un po’ romperti le uova nel paniere, scegliendo l’opzione meno ovvia 😉
25/09/2015 at 12:33
Grazie Elena, davvero troppo buona… 😀
Mi sa che per il momento le uova sono abbastanza solide, ma chissà…
24/09/2015 at 20:35
Ciao! E’ da un po’ che non ti leggo, ma vedo che non hai perso affatto il tocco! Lo stile è scorrevole ed efficace, si comincia già a intuire le differenti psicologie dei personaggi.
Ti seguo, e voto per sentire subito la bella donna.
25/09/2015 at 12:30
Eh, sì, più di un anno che non navigo per questi lidi…
Ma cosa vuoi mai, si cerca comunque di restare in allenamento 😀
24/09/2015 at 20:14
Visto che il debole di Cattaneo sono le donne, direi che sta ad ascoltarla.
Ti scopro solo ora, e lo faccio con piacere. Lo scritto fila via liscio e lo si legge in un attimo.
Complimenti e al prossimo.
25/09/2015 at 12:29
Grazie Danio, ti aspetto al prossimo capitolo 🙂
24/09/2015 at 18:50
Ciao Michel,
bentornato!
Sono felice di poter finalmente giocare con te, dato che ho potuto finora solo leggerti e vederti anche in un video – devo essere sincera – 😉 , noi ci siamo anche scritti varie volte, ma ora sono qui con un Fake, per cui non posso presentarmi, sorry. Non gioco più col mio nome. Detto questo e chiusa questa inutile parentesi, ti rinnovo la stima letteraria, sei davvero fantastico. E non è un complimento, anche se il termine è ridicolo 🙂
Seguo.
Troppo bella per dire no.
25/09/2015 at 07:42
Questa tua “inutile parentesi” mi ha decisamente incuriosito, appena ho tempo andò a leggere il tuo racconto per vedere se ti riconosco dallo stile…
Nel frattempo grazie del “non” complimento 🙂
24/09/2015 at 18:40
Innanzitutto sono felice di poterti rileggere (dai tempi delle 10 regole…)
Che incipit! A quanto pare il giallo ultimamente va di moda, da ‘ste parti. Bene, tra una Nuvola che corre (in vespa… :-D) e un martini di troppo, voglio sentire subito la Bella cos’ha da chiedere.
Ti seguo, ma era inutile specificarlo…
25/09/2015 at 07:40
Sai, ho scelto il giallo perché ai tempi in cui ero una “celebrità” di THe iNCIPIT molti me lo chiedevano, ma in realtà non sono certo di sapermela cavare abbastanza bene… 🙂
Vedremo…
Nel frattempo grazie, Giovanni.
24/09/2015 at 18:18
Un lieto ritorno…
E comunque non può non ascoltarla, no?
25/09/2015 at 07:37
Beh, tu non la ascolteresti? 😀
24/09/2015 at 18:13
Ciao a tutti!
Faccio ritorno su THe iNCIPIT con un genere che non ho mai affrontato: un giallo classico .
Ma voglio mettervi in guardia: la soluzione del mistero è già stata scritta.
Sarete (o forse dovrei dire “saremo”) così bravi da scoprirla, oppure la storia avrà un diverso finale?