Campane a morto

Dove eravamo rimasti?

Da dove cominciamo le indagini? Da un amico medico (55%)

Telefono

Quella notte non dormii.

Le conseguenze della lunga passeggiata con Angela si erano accumulate sulla ferita e la gamba aveva pulsato come un tamburo fin da prima che sorgesse il sole.

Il mio umore era nero, molto più del caffè che Testaquadra mi aveva messo sotto il naso.

«Che faccia! Cos’è, ti hanno sparato?»

L’intento era buono ma la battuta non faceva ridere. E non risi: «C’è un’infermeria in paese?»

«Secondo te?» e c’era sufficiente retorica per coprire qualsiasi gamma di risposte negative.

«Beh, qualcuno che sappia farmi un’iniezione? Il farmacista magari…»

«Da Zito non mi farei neppure misurare la febbre. Prova a sentire  Nina, la perpetua, se non sbaglio al Mosca gliele fa lei.»

Avrei potuto chiedere chi fosse il Mosca e perché non ci si potesse fidare del farmacista, ma la gamba mi faceva un male del diavolo e il caffè era così amaro d’avermi strappato tutte le parole.

Uscii in compagnia della mia stampella, limitando i saluti a un gesto della mano.

Nonostante il dolore, la richiesta di Angela continuava a rivoltarmisi nello stomaco: sarei dovuto andare dal maresciallo Biguzzi e spiegare la situazione, ma mi aggrappai ai venti chilometri di curve che separavano Morino dalla centrale dei carabinieri, così dal tabacchino, invece del biglietto dell’autobus, comprai una scheda telefonica. E un pacchetto di Diana blu, ovviamente.

La cabina davanti alle poste non doveva essere stata più toccata dal giorno dell’installazione, lo strato di polvere sui vetri garantiva la privacy necessaria alla telefonata che stavo per fare.

Il dottor Ricci probabilmente a quell’ora stava pescando, immerso fino alle ginocchia nell’acqua gelida di un torrente, ma sarebbe stato felice di sentirmi. Era l’unica persona tra i miei conoscenti ad essere entusiasta dei telefoni cellulari, forse perché come medico legale non rischiava chiamate dai pazienti ad ogni ora.

«Capitano, che piacere sentirla, come va la gamba?»

«Male, ma sopravviverò. La chiamavo per una questione professionale, ma sarò rapidissimo.»

«Si figuri capitano, non mi disturba affatto.» In sottofondo sentivo uno scroscio d’acqua «Vedo che proprio non le riesce di stare fermo. Non doveva andarsene un po’ in vacanza anche lei?»

«Ci sono, in vacanza.»

«Allora dovrebbe chiamarmi per fare due chiacchiere, non per una questione professionale.»

«È davvero una sciocchezza, una curiosità» dovevo minimizzare, se il dottore ci avesse preso gusto la scheda non mi sarebbe bastata per una seconda telefonata.

«E allora mi dica, che curiosità la tormenta sotto il sole estivo?»

«Sarebbe possibile causare a qualcuno un attacco cardiaco?»

Non ci pensò un solo istante: «Tecnicamente dosi eccessive di adrenalina possono, ma l’autopsia lo rivelerebbe anche a uno studente. Vede capitano, l’adrenalina lascia una traccia…»

Lo interruppi: «Ma se l’autopsia non viene fatta? Potrebbe passare per morte naturale?»

«Oh, beh, sì… potrebbe, soprattutto in soggetti con problemi cardiaci. Sta di fatto che l’adrenalina non è proprio alla portata di chiunque, di un medico sicuramente ma non vedo chi altro.»

«Non la si può acquistare in farmacia?»

«Solo in quei kit per gli shock anafilattici, servono per chi ha forti allergie, ma ci vuole una bella premeditazione per uccidere una persona con quelli, non sono certo dosi mortali.»

«Altro?»

«Per simulare un attacco cardiaco? Direi di no, forse qualche veleno ma dovrei documentarmi, magari faccio una telefonata a un amico…»

«Senza fretta dottore. La devo salutare, mi stanno finendo i soldi» ed era vero, dimenticavo sempre quanto fosse caro chiamare i cellulari.

Facendo rotolare quell’informazione tra mille altri pensieri, mi accesi una sigaretta e zoppicai fino alla farmacia.

Il temibile Zito aveva effettivamente l’aria dello yuppie e l’avrei visto meglio in un rampate completo gessato piuttosto che nel suo camicie bianco.

Posai la ricetta al fianco del cellulare che faceva bella mostra di sé sul bancone. «E una siringa» aggiunsi.

Lui mi guardò con l’aria di trattenere una confessione, poi lesse il foglio del mio medico: «Dovrò ordinarlo, arriverà domattina.»

Annuii: «E qualcosa per le allergie, di forte, a base di adrenalina.»

«Tipo l’Adrinoverol? Anche quello devo ordinarlo, ma serve la ricetta.»

Annuii ancora: «Basta l’antidolorifico, grazie.»

Uscii salutandolo ma lui non disse una parola e continuò a fissarmi come un estraneo.

«Ancora qui, straniero?» un falso pellerossa confermò l’opinione del farmacista.

«Non dovrei?»

«No, se sai cogliere i buoni consigli» e di nuovo sfrecciò via sulla sua vespa.

A questo punto?

  • Bussiamo alla perpetua (25%)
    25
  • Torchiamo il farmacista (25%)
    25
  • Seguiamo l'indiano (50%)
    50
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71 Commenti

  • Il tuo racconto mi sembra si stia trasformando in un bel giallo all’italiana, per giunta scritto come Dio comanda. Mi piace molto il tuo protagonista – uomo tutto d’un pezzo ma che non si prende troppo sul serio – e il suo modo di procedere nell’indagine, che ha ritmo senza essere affrettata. Il personaggio che per ora non mi ha convinto molto è Nube che corre: mi pare che stoni un po’ in questa ambientazione, che sia un tantino forzato. Detto questo, non vedo l’ora di continuare a leggerti e di scoprire quali sorprese ha in serbo il tuo racconto!

  • Torchiamo lo speziale, se non è lui il diretto responsabile comunque deve per forza di cose sapere qualcosa.
    E poi, seguire il pellerossa rifaldo in vespino mi sembra impossibile, con una gamba acciaccata e dolorante.
    La perpetua? Nah, al massimo ci torniamo domani per l’iniezione.

    Giò

  • Inconfutabilmente un prete.
    Chi meglio di un sacerdote di paese, a parte il segreto della confessione, conosce vita, morte e miracoli dei propri fedeli?
    Più che altro, vediamo se il nostro detective riuscirà a investigare con calma. Per farlo, dovrebbe però smetterla di fissare negli occhi la giovane ereditiera 🙂

  • Ma che bell’inizio particolare!
    Forse ho intravisto il tuo nome in giro tra i commenti ma questo primo capitolo mi ha attirato….
    Nube che corre mi fa sorridere e pensare che in ogni paese c’è la pecora nera, quello strano che tutti conoscono eheheh
    Ti seguo!

  • Ciao Michel,
    bentornato!
    Sono felice di poter finalmente giocare con te, dato che ho potuto finora solo leggerti e vederti anche in un video – devo essere sincera – 😉 , noi ci siamo anche scritti varie volte, ma ora sono qui con un Fake, per cui non posso presentarmi, sorry. Non gioco più col mio nome. Detto questo e chiusa questa inutile parentesi, ti rinnovo la stima letteraria, sei davvero fantastico. E non è un complimento, anche se il termine è ridicolo 🙂
    Seguo.

    Troppo bella per dire no.

  • Innanzitutto sono felice di poterti rileggere (dai tempi delle 10 regole…)

    Che incipit! A quanto pare il giallo ultimamente va di moda, da ‘ste parti. Bene, tra una Nuvola che corre (in vespa… :-D) e un martini di troppo, voglio sentire subito la Bella cos’ha da chiedere.

    Ti seguo, ma era inutile specificarlo…

  • Ciao a tutti!
    Faccio ritorno su THe iNCIPIT con un genere che non ho mai affrontato: un giallo classico .
    Ma voglio mettervi in guardia: la soluzione del mistero è già stata scritta.
    Sarete (o forse dovrei dire “saremo”) così bravi da scoprirla, oppure la storia avrà un diverso finale?

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