Il principe oscuro

Dove eravamo rimasti?

Superato il tratto pericoloso, i marinai decidono di fare una breve sosta in una città portuale. I tre decidono di: incontrare un personaggio oscuro e misterioso con cui fanno uno scambio. (67%)

Senza respiro

Dopo aver attraversato le gole della Vergine Muassam, avevamo proseguito per qualche ora, prima di attraccare definitivamente nella città di Lyonnas. Era sorta l’alba e il viaggio era proseguito senza intoppi. Il ragazzino chiamato Samuel era ritornato a sedersi vicino a noi e si era nascosto nuovamente nel cappuccio del suo mantello. Se prima ero rimasto molto sorpreso, ora non sapevo cosa aspettarmi da quei due. Erano veramente ambasciatori?

Quando finalmente eravamo scesi in porto, Mirinda aveva detto che prima di rimetterci in viaggio, dovevamo passare a parlare con una persona. Che ne era dei portali sottomarini? Questa storia cominciava a puzzarmi sempre di più. Decisi di non intervenire subito, e di vedere come si sarebbe evoluta la situazione.

Ormai stavamo camminando da dieci minuti in giro per le viuzze che già pullulavano di venditori e commercianti. La prima cosa che avevo notato quando eravamo scesi era l’incredibile quantità di navi pirata ormeggiate nel porto. Non si facevano problemi a lasciar sventolare la bandiera nera con il teschio. Non avevo mai sentito parlare di Lyonnas, ma molto probabilmente era un centro molto importante per il mercato nero. Ed era così vicino al Regno di Glosbe. Come riusciva mio padre a frenare le incursioni dei pirati? D’altronde eravamo a circa qualche ora di distanza.

Ad un tratto Mirinda si bloccò. C’eravamo addentrati nei meandri di quella città e più circolavamo tra le vie, più le persone diminuivano e più l’atmosfera si faceva misteriosa e minacciosa.

-Che succede?- chiesi io.

-Credo sia per di qui- disse lei imboccando una stradina ancora più piccola.

-Comunque non ho mai visto così tante navi pirata- dissi io rompendo il silenzio. Sentii il bambinetto sbuffare, mentre la ragazza mi rispose secca.

-Siamo a Lyonnas, mica a casa tua. Questa è la capitale dei pirati, dei mercenari e dei cacciatori di ninfe- disse lei seccata svoltando in un vicolo. Ora capivo perché mio padre avesse insistito tanto per farmi studiare geografia, e mi pentivo di non avergli dato ascolto e di aver torturato il mio povero insegnante privato. Quanto ero stato stupido? Non sapevo nemmeno dove mi trovassi! A mala pena conoscevo la geografia del regno di mio padre figuriamoci sapere quali fossero le città importanti e quali no. Ad un tratto Mirinda si fermò davanti ad una porta di legno. Sopra c’era un’insegna con scritto “La cantina di Joes”. Doveva sembrare un bar, ma si capiva lontano anni luce che non lo era. Mirinda bussò tre volte e ad un tratto la portà si aprì leggermente. Una mano vecchia e bitorzoluta uscì con il palmo aperto. Mirinda gli appoggiò una moneta d’oro. Nel momento stesso in cui il metallo toccò il palmo, le dita la serrarono stretta nella mano, che sparì chiudendosi dietro la porta. Dopo qualche secondo sentimmo un rumore di catenacci cadere e di lucchetti aprirsi. La porta si spalancò, ma non c’era nessuno. Mirinda entrò sicura, e attraversando a grandi falcate il lungo corridoio. Entrò in una stanzina a sinistra e noi la seguimmo in silenzio. C’era un bancone, un uomo e una miriade di scaffali con tantissimi pacchetti bianchi.

-Nome?-

-Myriamne Januya Heucalypsos- disse lei senza indugio. L’uomo, un individuo che dai vestiti ricordava un maggiordomo, ma dalla faccia, il peggiore dei pirati, annuì e sparì in una porta.

-Quindi non ti chiami Mirinda- sentenziai io. Lei si bloccò un attimo, ma poi si voltò verso di me.

-Già- disse lei puntandomi gli occhi verdi.

-E non sei nemmeno un’ambasciatrice- continuai io.

-Tecnicamente no, ma lo potrei essere- disse lei soffermandosi un attimo a pensare. Beh, la sua sincerità mi semplificava le cose. O forse no. Che senso aveva continuare ad aiutare qualcuno che mi stava solo prendendo in giro?

-E immagino che nemmeno il moccioso qui, sia un ambasciatore- dissi io guardando il ragazzino.

-Io sono un monaco. Porta rispetto, stupido principe viziato- disse Samuel senza nemmeno voltarsi. Beh il fatto che fosse un monaco, a quell’età, era ancora più ridicolo della storia dell’ambasciatore.

L’uomo che era sparito tornò presto con un pacchetto bianco. Miriam, avevo deciso l’avrei chiamata così, si avvicinò al bancone. Prese il pacchetto, lo scartò velocemente e si trovò tra le mani un altro pugnale simile al mio e a quello del bambinetto. Estrasse quello che portava nel fodero, e lo sostituì con quello nuovo. Aveva fatto tutto questo sotto gli occhi dell’uomo, che nel vedere il pugnale, avevano cominciato a luccicare. Non andava per niente bene. Miriam fece un passo indietro e si voltò dando le spalle al bancone. Una delle poche lezioni che avevo seguito con interesse era stata tattica di guerra. Una delle regole base era: mai dare le spalle al nemico, soprattutto se ha un’arma. Miriam aveva dimenticato il vecchio pugnale sul balcone. L’uomo fu molto veloce e l’attaccò di spalle,quando tutto ad un tratto si bloccò. Sembrava non riuscisse a respirare. Miriam invece era immobile, la mano appoggiata sul ciondolo che portava la collo.  

Dopo essere riusciti a scappare, Elia vuole delle spiegazioni, e i tre decidono di rifugiarsi in:

  • non riescono, perchè vengono arrestati dalla "polizia" locale (43%)
    43
  • in una taverna piena di loschi individui (57%)
    57
  • un hotel super lussuoso (0%)
    0
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72 Commenti

    • Ciao 🙂 è incredibile che dopo tutto questo tempo che non aggiornavo, tu abbia avuto la gentilezza di commentare 😀 mi piacerebbe riprenderla e integrare un po’ di più, l’unico problema è che the incipit ovviamente non mi fa postare più di 10 capitoli. Vedremo in futuro cosa riesco a fare 😀 magari la riprenderò in mano da un altro punto di vista! Grazie ancora! Alla prossima 🙂

      Elena

  • Per me le guardie non li faranno entrare!! Il perchè lo deciderai tu 😉
    Anche se a vedere la città sarà abbandonata… Chissà.
    Ma se era una prova, l’uomo e l’aquila erano finti? Non mi pare D:
    Qui qualcuno era molto felice del bacio o è solo una mia impressione? 😛
    Al prossimo capitolo!!
    Ire

  • Meglio che faccio una recensione alla volta!
    Sono rimasta indietro coi capitoli….
    Comunque: Elia, ti sta bene.
    Qualche piccolo erroretto (?) qua e là.
    Un chiarimento: il “sono in grado di bastare a me stesso” si può davvero usare?
    Poi un’incomprensione… nel quinto paragrafo (?) hai scritto prima “ci vediamo fra qualche ora” e poi “ci vediamo fra qualche giorno” correggi! 😛
    Poi un normalissimo errore di ortografia – causa tastiera, tranquilla succede a tutti- con “Ilf atto”
    Vado a leggere i prossimi capitoli!

  • Per me si mette a cercare il Jano mentre si nasconde sotto le fronde degli alberi.

    Non male come episodio, ma devo fare una piccola correzione: il colore degli occhi dei gufi varia dal giallo al rosso e questo dipende dalla specie. Almeno per quello che so. Quindi gli occhi del gufo visto da Elia possono essere al massimo gialli.

    • Ti ringrazio per il commento 🙂 so bene che il gufo essendo un rapace notturno, non può in natura avere gli occhi bianchi, ma essendo questa storia fantasy, e avendo già detto che una razza particolare di gufo è il simbolo sacro del regno da cui proviene Elia, credo ci possa stare nel creare animali esotici e mai visti 🙂 Grazie comunque per l’osservazione puntuale e corretta 🙂 !

      Elena

      • Da quanto so, alcune specie di gufo possono andare in giro in pieno giorno (le riconosci dagli occhi gialli).

        “avendo già detto che una razza particolare di gufo è il simbolo sacro del regno da cui proviene Elia”
        Cioè una specie che si trova solo ne regno di Elia e che ha delle caratteristiche che si discostano da quelle “generiche” dei gufi?

        • Esattamente 🙂 come altre cose disseminate qua e là per tutta la storia: per es. il calice di Maliele. Il Maliele è una bevanda che non esiste e che (facendo riferimento al mondo in cui si inserisce questa storia) è tratto dal succo del frutto Rogo, che non esiste. Tutti questi riferimenti li faccio per quei lettori che hanno già letto altri mie storie precedenti e che colgono i piccoli riferimenti 🙂

  • Si nasconde dietro un cespuglio in qualche modo, quando sente delle voci maschili e un rumore di cavalli in lontananza. Ma farei anche che si guarda intorno caso mai vedesse il Jano.

    Questo capitolo mi è piaciuto un sacco, non perché Elia si sia fatto male (non sono sadico) ma perché nella semplice fuga c’è finalmente qualcosa in lui che si muove, nel bene o nel male. Insomma l’introspezione del personaggio durante la fuga, l’ho trovata ben descritta 😀

    Ciao 🙂

  • Mi piace molto ElenaZ. Solo un appunto. Se quel “taglia gole” era preparato all’evenienza di incontrare e combattere contro dei detentori come mai è stato sconfitto così indignitosamente? Mi sarebbe piaciuto “vedere” uno scontro in cui il principino si sarebbe salvato a pelo!

  • Hai detto troppo spaventato, no? Corre a perdifiato nel bosco, impaurito e spaventato, inciampa, cade e si sloga una caviglia. Questa volta ho voglia di fargli capitare un colpo di sfortuna 😉

    ————————————————
    Male, male, male. Ero abituato a creare pericoli e problemi da lontano, non ero preparato per il corpo a corpo.
    ————————————————-
    Forse l’avrei fatto trovare leggermente più nei guai, ma probabilmente non sarebbero bastati i caratteri…

    Ciao 🙂
    PS: la descrizione è stata bellissima 🙂

  • Heilà Elena! Finalmente sei tornata con questa storia! (Sono Irene ti ricordi? xD)
    C’è un piccolo errore di ortografia all’inizio… il “fatot” Ma non è niente di che. Per quanto riguarda il voto, io scelgo di farli proseguire con la futura possibilità che Elia scappi. Si “intona” con quello che dice alla fine di “annuire e fare di testa mia” e poi immagino (spero) che sia lì che Miriam gli dia una bella batosta… Inizia a farmi innervosire! Spero che pubblicherai presto!
    Un bacione, Ire

    • Ciao Irene 🙂
      Grazie per avermi segnalato l’errore! Purtroppo qui su The incipit non posso modificare il testo una volta che è stato pubblicato! Elia non lo sopporto nemmeno io ormai, però da un lato lo capisco…trovarsi catapultato nel mondo reale, lo disorienta e gli fa capire che quello dove credeva di essere il re, in realtà è solo una piccola parte!

      Elena

  • “Entrai nella sala del trono con svogliatezza” raccontato. Qual è l’immagine visiva associata ad entrare in un luogo “con svogliatezza”? Posso immaginarlo, ma è vago e me lo devi dire tu. Se è uno stato mentale, trascrivi i pensieri. “Si, ero proprio un’artista. E il motore della mia arte era la noia.” mi piace. “Ero immerso nei miei pensieri quando mio fratello e mio padre arrivarono” raccontato. “Era vestita quasi come un uomo” raccontato. “Ed era vestito in maniera strana. Quasi come fosse…” da tagliare. raccontatissimo. Salta direttamente a come è vestito. “Come sapete…” (x2) non mi ricordo come lo chiamano nei manuali in inglese, ma è un errore tipico. “Samuel è il Detentore…” mi sembra un po’ patetico. Etc, etc…

    Ci sono poche descrizioni a mio avviso. I nomi non mi sono piaciuti (es. Myriamne Januya Heucalypsos: che centra il greco?), ne il cliché del bambino prodigio. Comunque il ritmo è buono e si legge velocemente.

  • Ho deciso di complicare la vita con questa “polizia” che poi, in una capitale di pirateria e mercato nero, che tipo di polizia ci sarà? 😀 L’hotel lussuoso non credo mi convincerà mai, mentre sono rimasta un po’ a pensare per cercare di renderlo “diverso” da Angelica, ma non si può fare molto trovandosi nello stesso regno (?) mondo (?) Come posso definirlo.. v.v Brava comunque, continua così! 🙂

  • Sono propri curiosa di sapere chi è questo personaggio misterioso! E cosa scambieranno? Informazioni? Boo
    Avendo letto angelica riconosco i nostri due detentori! E quindi il nostro principino è… 😀 shh. Vediamo nei prossimi capitoli! Brava 🙂

  • Ah, anche se in generale non amo un gran che i personaggi “oscuri e misteriosi”, che un po’ mi annoiano, ho scelto proprio quell’opzione, dal momento che mi sembra la più sensata.
    I primi due capitoli mi sono sembrati molto interessanti, anche se tirerei volentieri due calcioni a Elia. Forse il racconto soffre un po’ a causa della necessità di limitarsi a 5000 battute, ci sono dei passaggi che sembrano un po’ affrettati, per così dire. In generale però è una lettura piacevole e sono curiosa di scoprire qualcosa di più sui detentori e sui loro poteri.

  • Ciao,
    devo dire che delinei già da questo episodio un mondo interessante che sembra ricco di sorprese (portali sottomarini? Davvero originale!).
    Interessante il protagonista che sembra anticonformista e incurante del benessere altrui, vedremo se maturerà durante questo viaggio.
    Proprio niente male la scrittura, ti seguo, vediamo se attraversiamo la Gola della Vergine ^_^

  • Scrivi molto bene al netto dei tuoi 18 anni… Complimenti
    Sintassi semplice, immediata, uso delle parole intelligente (riuscire ad essere semplici senza essere banali è uno degli scogli più grandi da superare per uno scrittore)… Mi piace anche l’idea di trasferire in un contesto da fantasy medioevale le abitudini, i bisogni e le frustrazioni dei ragazzi di oggi… Ho votato per le Gole della Vergine, vediamo dove ci portano…

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