Il principe oscuro

Dove eravamo rimasti?

Ancora scioccato da quanto accaduto, Elia si avvicina all'uomo e nota la sua sofferenza. Decide di andarsene perchè è troppo spaventato. Corre a perdifiato nel bosco, impaurito e spaventato, inciampa, cade e si sloga una caviglia. (50%)

Un motivo per andare avanti

Solo qualche ora prima sentivo la mancanza di un bel calice di Maliele, del suo sapore fresco ma non troppo dolce che mi rilassava le sere d’estate, quando mi intrufolavo sulle mura della torre ovest del castello. Potevo bere e starmene rilassato a  guardare il mare luccicare alla luce lunare in lontananza. Ma ora ero lontano da tutto questo. Avevo ucciso un uomo. Certo non ero stato un bravo ragazzo a casa, ma uccidere, uccidere significava mettere fine a tutto. Non c’era possibilità di tornare indietro.

Io non sapevo che fine facessero le anime e se effettivamente avevamo un’anima, o eravamo solo corpi con una coscienza temporanea. In ogni caso avevo fatto qualcosa che aveva lasciato terribilmente un segno.

Quello che improvvisamente si apriva davanti a me come un baratro a cui non sapevo dare risposta era: tutto qui? Tutto qui. E’ così facile mettere fine a tutto? Un conto è fare degli scherzi, provocare dei danni. In questi casi c’era sempre la possibilità di tornare indietro, per quanto grave fosse il danno. Ma ora quell’uomo non aveva più la possibilità di tornare indietro. Era così facile perdere  questa possibilità? Se avesse saputo che stava per morire, mi avrebbe attaccato lo stesso? E se io avessi fatto quella fine? Che cosa avrei lasciato dietro di me? Se effettivamente mi guardavo indietro, cosa avevo fatto dei miei quasi primi 20 anni di vita? Nulla. Era come non fossi esistito. E se era come non fossi esistito, che senso aveva esistere? Questo andava ben oltre alla noia. Questo andava diritto al punto per cui io stesso ero venuto al mondo. Se non avevo nessun significato, tanto valeva non venissi al mondo. Tanto valeva morissi. Sparissi esattamente come ero nato.

Avevo pensato questo, mentre correvo tremando tra gli alberi. Per i primi 5 minuti avevo corso dritto davanti a me, respirando come se dovessi chiedere a qualcuno il permesso per farlo, di soppiatto, nonostante ne avessi bisogno. Non ne avevo il diritto. Avevo guardato avanti, senza realmente vedere. Il mio cervello si era programmato automaticamente per correre lungo il sentiero, in mezzo agli alberi, cercando di evitare qualsiasi altro incontro.

I miei occhi mi continuavano a mostrare quella scena, il sangue che mi macchiava le mani, che macchiava la casacca dell’uomo. Mi passai una mano sugli occhi, e li chiusi, cercando di grattare via quelle immagini. Poi inciampai e caddi. Non opposi nemmeno resistenza, non lo meritavo. Chi ero io per rivangare il diritto di vivere, di non soffrire, dopo che io per primo avevo tolto questa possibilità a qualcun altro? E poi, io che non avevo alcun merito, alcun motivo per essere preferito a quell’uomo. Sembrava proprio uno scherzo. Un nulla come me, che toglieva la vita a un uomo che credeva in qualcosa. Anche solo il denaro. Io in cosa credevo? In niente di niente.

Ma non ero inciampato in una semplice radice di un albero. Avevo fatto un salto di qualche metro e per poco non mi ero spaccato una gamba. All’ultimo avevo aperto gli occhi, mi ero aggrappato da qualche parte ed ero riuscito a non ammazzarmi.

Me ne stavo ormai da cinque minuti, con la schiena appoggiata a terra, una caviglia dolorante e lo sguardo volto al cielo. Avevo le lacrime agli occhi.

Come potevo desiderare ancora di vivere? Non avevo il diritto di desiderare, io che non avevo fatto altro che fare quello che volevo, che non avevo fatto altro che prendere, senza mai una volta dare, che non avevo fatto altro che essere un peso per gli altri. Avrei dovuto solo sparire.

Eppure le lacrime mi scendevano ai lati del viso. Volevo vivere. Non semplicemente esistere. Ma ne avevo il diritto? Potevo, a quel punto desiderare ancora qualcosa? Se io fossi stato Dio, e avessi avuto a che fare con un essere come me, lo avrei abbandonato al destino. E se Dio non mi puniva per tutto il tempo che avevo avuto e per il nulla che avevo combinato, di serio, di meritevole, allora mi sarei punito da solo. Sarei rimasto lì, a combattere contro il mio corpo che voleva vivere, e avrei sofferto lì, in quel dirupo. 

Ad un tratto sentii un rumore, un verso acuto. Ero sicuro che fosse l’aquila. Mi aveva trovato. Vagai con gli occhi per il cielo. Non c’era nessun rapace che volava. Poi qualcosa attirò il mio sguardo in basso. C’erano due piccoli frutti bianchi appesi poco sopra un ramo. Poi mi resi conto.

Non erano frutti bianchi. Erano occhi. Enormi. Appartenevano a un gufo, il cui corpo era nascosto da rami, foglie e dall’ombra. Mi fissavano.

Mai come in quel momento mi sentii sotto esame. Mi vergognai per essere lì fermo, ad aspettare una morte che mi pareva logica e sensata. Non avevo nemmeno il diritto di decidere come morire. Come potevo permettermi di stare lì a poltrire? Dovevo fare qualcosa. Fino a quando ero in vita dovevo fare qualcosa, che mi permettesse in qualche modo di rimediare, anche solo parzialmente ai 20 anni di vita inutile che avevo sprecato.

Ad un tratto Elia vede l'aquila spuntare in alto nel cielo sopra di lui, cerca di muoversi e nel farlo si rende conto di aver perso il Jano.

  • Si nasconde dietro un cespuglio in qualche modo, quando sente delle voci maschili e un rumore di cavalli in lontananza. (20%)
    20
  • Striscia lungo il muro di roccia da cui è scivolato cercando di ritornare nel boschetto da qui era caduto. (40%)
    40
  • Cerca di alzarsi in qualche modo e nascondersi sotto un albero, cercando il Jano. (40%)
    40
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72 Commenti

    • Ciao 🙂 è incredibile che dopo tutto questo tempo che non aggiornavo, tu abbia avuto la gentilezza di commentare 😀 mi piacerebbe riprenderla e integrare un po’ di più, l’unico problema è che the incipit ovviamente non mi fa postare più di 10 capitoli. Vedremo in futuro cosa riesco a fare 😀 magari la riprenderò in mano da un altro punto di vista! Grazie ancora! Alla prossima 🙂

      Elena

  • Per me le guardie non li faranno entrare!! Il perchè lo deciderai tu 😉
    Anche se a vedere la città sarà abbandonata… Chissà.
    Ma se era una prova, l’uomo e l’aquila erano finti? Non mi pare D:
    Qui qualcuno era molto felice del bacio o è solo una mia impressione? 😛
    Al prossimo capitolo!!
    Ire

  • Meglio che faccio una recensione alla volta!
    Sono rimasta indietro coi capitoli….
    Comunque: Elia, ti sta bene.
    Qualche piccolo erroretto (?) qua e là.
    Un chiarimento: il “sono in grado di bastare a me stesso” si può davvero usare?
    Poi un’incomprensione… nel quinto paragrafo (?) hai scritto prima “ci vediamo fra qualche ora” e poi “ci vediamo fra qualche giorno” correggi! 😛
    Poi un normalissimo errore di ortografia – causa tastiera, tranquilla succede a tutti- con “Ilf atto”
    Vado a leggere i prossimi capitoli!

  • Per me si mette a cercare il Jano mentre si nasconde sotto le fronde degli alberi.

    Non male come episodio, ma devo fare una piccola correzione: il colore degli occhi dei gufi varia dal giallo al rosso e questo dipende dalla specie. Almeno per quello che so. Quindi gli occhi del gufo visto da Elia possono essere al massimo gialli.

    • Ti ringrazio per il commento 🙂 so bene che il gufo essendo un rapace notturno, non può in natura avere gli occhi bianchi, ma essendo questa storia fantasy, e avendo già detto che una razza particolare di gufo è il simbolo sacro del regno da cui proviene Elia, credo ci possa stare nel creare animali esotici e mai visti 🙂 Grazie comunque per l’osservazione puntuale e corretta 🙂 !

      Elena

      • Da quanto so, alcune specie di gufo possono andare in giro in pieno giorno (le riconosci dagli occhi gialli).

        “avendo già detto che una razza particolare di gufo è il simbolo sacro del regno da cui proviene Elia”
        Cioè una specie che si trova solo ne regno di Elia e che ha delle caratteristiche che si discostano da quelle “generiche” dei gufi?

        • Esattamente 🙂 come altre cose disseminate qua e là per tutta la storia: per es. il calice di Maliele. Il Maliele è una bevanda che non esiste e che (facendo riferimento al mondo in cui si inserisce questa storia) è tratto dal succo del frutto Rogo, che non esiste. Tutti questi riferimenti li faccio per quei lettori che hanno già letto altri mie storie precedenti e che colgono i piccoli riferimenti 🙂

  • Si nasconde dietro un cespuglio in qualche modo, quando sente delle voci maschili e un rumore di cavalli in lontananza. Ma farei anche che si guarda intorno caso mai vedesse il Jano.

    Questo capitolo mi è piaciuto un sacco, non perché Elia si sia fatto male (non sono sadico) ma perché nella semplice fuga c’è finalmente qualcosa in lui che si muove, nel bene o nel male. Insomma l’introspezione del personaggio durante la fuga, l’ho trovata ben descritta 😀

    Ciao 🙂

  • Mi piace molto ElenaZ. Solo un appunto. Se quel “taglia gole” era preparato all’evenienza di incontrare e combattere contro dei detentori come mai è stato sconfitto così indignitosamente? Mi sarebbe piaciuto “vedere” uno scontro in cui il principino si sarebbe salvato a pelo!

  • Hai detto troppo spaventato, no? Corre a perdifiato nel bosco, impaurito e spaventato, inciampa, cade e si sloga una caviglia. Questa volta ho voglia di fargli capitare un colpo di sfortuna 😉

    ————————————————
    Male, male, male. Ero abituato a creare pericoli e problemi da lontano, non ero preparato per il corpo a corpo.
    ————————————————-
    Forse l’avrei fatto trovare leggermente più nei guai, ma probabilmente non sarebbero bastati i caratteri…

    Ciao 🙂
    PS: la descrizione è stata bellissima 🙂

  • Heilà Elena! Finalmente sei tornata con questa storia! (Sono Irene ti ricordi? xD)
    C’è un piccolo errore di ortografia all’inizio… il “fatot” Ma non è niente di che. Per quanto riguarda il voto, io scelgo di farli proseguire con la futura possibilità che Elia scappi. Si “intona” con quello che dice alla fine di “annuire e fare di testa mia” e poi immagino (spero) che sia lì che Miriam gli dia una bella batosta… Inizia a farmi innervosire! Spero che pubblicherai presto!
    Un bacione, Ire

    • Ciao Irene 🙂
      Grazie per avermi segnalato l’errore! Purtroppo qui su The incipit non posso modificare il testo una volta che è stato pubblicato! Elia non lo sopporto nemmeno io ormai, però da un lato lo capisco…trovarsi catapultato nel mondo reale, lo disorienta e gli fa capire che quello dove credeva di essere il re, in realtà è solo una piccola parte!

      Elena

  • “Entrai nella sala del trono con svogliatezza” raccontato. Qual è l’immagine visiva associata ad entrare in un luogo “con svogliatezza”? Posso immaginarlo, ma è vago e me lo devi dire tu. Se è uno stato mentale, trascrivi i pensieri. “Si, ero proprio un’artista. E il motore della mia arte era la noia.” mi piace. “Ero immerso nei miei pensieri quando mio fratello e mio padre arrivarono” raccontato. “Era vestita quasi come un uomo” raccontato. “Ed era vestito in maniera strana. Quasi come fosse…” da tagliare. raccontatissimo. Salta direttamente a come è vestito. “Come sapete…” (x2) non mi ricordo come lo chiamano nei manuali in inglese, ma è un errore tipico. “Samuel è il Detentore…” mi sembra un po’ patetico. Etc, etc…

    Ci sono poche descrizioni a mio avviso. I nomi non mi sono piaciuti (es. Myriamne Januya Heucalypsos: che centra il greco?), ne il cliché del bambino prodigio. Comunque il ritmo è buono e si legge velocemente.

  • Ho deciso di complicare la vita con questa “polizia” che poi, in una capitale di pirateria e mercato nero, che tipo di polizia ci sarà? 😀 L’hotel lussuoso non credo mi convincerà mai, mentre sono rimasta un po’ a pensare per cercare di renderlo “diverso” da Angelica, ma non si può fare molto trovandosi nello stesso regno (?) mondo (?) Come posso definirlo.. v.v Brava comunque, continua così! 🙂

  • Sono propri curiosa di sapere chi è questo personaggio misterioso! E cosa scambieranno? Informazioni? Boo
    Avendo letto angelica riconosco i nostri due detentori! E quindi il nostro principino è… 😀 shh. Vediamo nei prossimi capitoli! Brava 🙂

  • Ah, anche se in generale non amo un gran che i personaggi “oscuri e misteriosi”, che un po’ mi annoiano, ho scelto proprio quell’opzione, dal momento che mi sembra la più sensata.
    I primi due capitoli mi sono sembrati molto interessanti, anche se tirerei volentieri due calcioni a Elia. Forse il racconto soffre un po’ a causa della necessità di limitarsi a 5000 battute, ci sono dei passaggi che sembrano un po’ affrettati, per così dire. In generale però è una lettura piacevole e sono curiosa di scoprire qualcosa di più sui detentori e sui loro poteri.

  • Ciao,
    devo dire che delinei già da questo episodio un mondo interessante che sembra ricco di sorprese (portali sottomarini? Davvero originale!).
    Interessante il protagonista che sembra anticonformista e incurante del benessere altrui, vedremo se maturerà durante questo viaggio.
    Proprio niente male la scrittura, ti seguo, vediamo se attraversiamo la Gola della Vergine ^_^

  • Scrivi molto bene al netto dei tuoi 18 anni… Complimenti
    Sintassi semplice, immediata, uso delle parole intelligente (riuscire ad essere semplici senza essere banali è uno degli scogli più grandi da superare per uno scrittore)… Mi piace anche l’idea di trasferire in un contesto da fantasy medioevale le abitudini, i bisogni e le frustrazioni dei ragazzi di oggi… Ho votato per le Gole della Vergine, vediamo dove ci portano…

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