Il principe oscuro

Dove eravamo rimasti?

Ad un tratto Elia vede l'aquila spuntare in alto nel cielo sopra di lui, cerca di muoversi e nel farlo si rende conto di aver perso il Jano. Cerca di alzarsi in qualche modo e nascondersi sotto un albero, cercando il Jano. (40%)

Bacio di vita

Sgranai gli occhi quando vidi l’aquila librarsi in cielo. Mi aveva trovato. Mi rotolai di lato per nascondermi sotto il primo albero. Ma rotolarmi non mi serviva a molto se non riuscivo a tirarmi in piedi e difendermi. Quando la schiena sbattè contro il tronco dell’albero vicino, mi portai subito la mano al fodero del Jano. Lo trovai vuoto.

L’agghiacciante verso dell’aquila mi fece rabbrividire. Mi guardai velocemente in giro. Dovevo fare qualcosa.

Vidi l’aquila volare bassa tra le chiome degli alberi. Le zampe erano degli artigli enormi color aranciato, sembravano delle lame. L’apertura alare le conferiva una maestosità e un’imponenza che incuteva rispetto e ammirazione al primo sguardo.

Appoggiai la schiena alla corteccia. Respiravo il più silenziosamente possibile. Mi guardai velocemente intorno e vidi il Jano. Mi maledii.

Risplendeva brillante sotto la luce del sole, conficcato nella parete scoscesa da cui ero caduto. 

Per prenderlo mi sarei fatto vedere. L’animale si aggirava inquietante e inesorabile sopra gli alberi. Quasi come nella leggenda che fin da piccolo raccontavano ai bambini del mio Regno. La nuvola della morte passa e aleggia,  si ferma sopra una casa e il proprietario muore. Poi improvvisamente riprende il suo viaggio. Ecco. Ogni volta che vedevo la sua ombra riflettersi sull’erba verde, mi sentivo come i bambini che scrutano il cielo alla ricerca della nuvola della morte.

L’animale non se ne sarebbe andato. Ero certo che l’unico modo per salvarmi la vita era prendere il Jano e difendermi. Guardai l’ombra che si allontanava di qualche metro da me,  per andare nelle chiome vicine. Guardai il Jano. Mi tirai su, prima in ginocchio, poi aggrappandomi alla corteccia, mi misi in piedi.

Feci un passo, la caviglia mi fece quasi gridare dal dolore. Mi morsi l’interno della guancia e mi lanciai, come se non avessi un osso rotto. Come se non sentissi la carne tagliarsi. Difendermi. Quella era l’unica cosa in cui dovevo realmente impegnarmi.

Il richiamo acuto della bestia mi fece spaventò a morte. Non mi fermai. Avevo il terrore di non farcela. Mi lanciai sul Jano, afferrai l’elsa. Caddi di lato, gli artigli della bestia su di me. Sentì le unghie degli artigli cominciare a conficcarsi nella pancia. Il Jano saldo nella mia mano destra calò sull’animale. Riuscii a graffiarla e basta.

Aveva avvertito il pericolo e con un colpo di ali si era allontanata di scatto. Aveva preso diversi metri di distanza e ora volteggiava in alto, fissandomi con gli occhi vitrei, come una divinità in collera, pronta a scendere di nuovo. Pronta a vendicarsi per aver ammazzato il suo compagno.

Provai a tirarmi nuovamente in piedi, facendomi forza con le mani, le braccia, le ginocchia. In quel momento per la prima volta, mi sentivo veramente vivo. Volevo vivere. Nonostante avessi una caviglia rotta, le gambe traballanti, mi stavo alzando. Gli occhi puntati sull’animale, il Jano era un tutt’uno con la mia mano. Improvvisamente sentii tutto intorno a me freddo. A partire da un punto indefinito nella fronte sentivo dell’aria fresca cadermi addosso. Non sapevo cosa stesse accadendo, sentivo solo che dovevo continuare a fissare quella bestia. L’aquila volteggiò per qualche minuto sopra la mia testa, ringhiò acutissima contro di me, ma si alzò in volo ancor di più, sparendo tra le nubi. se ne era andata. Quando abbassai lo sguardo a terra, mi pietrificai. Sotto i miei piedi, l’erba era bruciata. Quello che prima era prato, ora era un cerchio di cenere. Deglutii e guardai la lama del mio Jano. Era bianca e fumava. La mia bocca era asciutta, non avevo più saliva. Mi resi conto di avere una sete incredibile. Provai a toccare la lama con la mano libera per capire se era calda. Quasi persi l’equilibrio. La testa mi girava tantissimo. Feci per cadere, ma qualcuno mi prese. Sgranai gli occhi. Sotto il mio braccio che mi teneva su era apparso Samuele.

-Sono invisibile, ti ricordi? Sono sempre rimasto al tuo fianco- disse lui, abbassandosi leggermente per farmi sedere a terra.

-Grazie- provai a dire con un filo di voce.

-Non solo io. Ringrazia anche Miriam, sei disidratato- disse lui una volta seduto. La vista mi era appannata. Cercavo di strizzare gli occhi per mettere a fuoco, ma erano secchi. Al mio fianco apparve Miriam. Si inginocchiò a terra al mio  fianco, mi baciò. Appoggiò una mano sulla mia guancia.  

Le labbra erano morbide e umide. Acqua, avevo sete. Chiusi gli occhi e lasciai che una sensazione di tranquillità, freschezza ed energia mi invase. Le toccai la guancia con la mano, accarezzandola a mia volta.  Mi piaceva quella sensazione. Sentivo di stare improvvisamente meglio. Quando lei si staccò, aprii piano gli occhi, come dopo una lunga dormita.

-Come stai?- mi chiese lei, le sopracciglia dorate increspate, gli occhi verde marino preoccupati. Per un attimo mi sembrò chiaro quanto non fosse umana. Percepii il suo essere diversa da me. Mi piaceva. Sorrisi con lo sguardo, con il cuore e con le labbra. Stavo da dio.

Samuele e Miriam gli spiegano che quella voleva essere una prova. Riprendono in qualche modo il loro viaggio alla ricerca di un medico.

  • Usciti dal bosco si ritrovano di fronte alla Città dei Denti, ma all'ingresso le guardie non li fanno entrare. (20%)
    20
  • Usciti dal bosco si ritrovano di fronte alla Città dei Denti, completamente abbandonata. (80%)
    80
  • Usciti dal bosco si ritrovano nella Città dei Denti. Qui vanno alla ricerca di un medico, cercando di non farsi riconoscere. (0%)
    0
Loading ... Loading ...
Categorie

Lascia un commento

72 Commenti

    • Ciao 🙂 è incredibile che dopo tutto questo tempo che non aggiornavo, tu abbia avuto la gentilezza di commentare 😀 mi piacerebbe riprenderla e integrare un po’ di più, l’unico problema è che the incipit ovviamente non mi fa postare più di 10 capitoli. Vedremo in futuro cosa riesco a fare 😀 magari la riprenderò in mano da un altro punto di vista! Grazie ancora! Alla prossima 🙂

      Elena

  • Per me le guardie non li faranno entrare!! Il perchè lo deciderai tu 😉
    Anche se a vedere la città sarà abbandonata… Chissà.
    Ma se era una prova, l’uomo e l’aquila erano finti? Non mi pare D:
    Qui qualcuno era molto felice del bacio o è solo una mia impressione? 😛
    Al prossimo capitolo!!
    Ire

  • Meglio che faccio una recensione alla volta!
    Sono rimasta indietro coi capitoli….
    Comunque: Elia, ti sta bene.
    Qualche piccolo erroretto (?) qua e là.
    Un chiarimento: il “sono in grado di bastare a me stesso” si può davvero usare?
    Poi un’incomprensione… nel quinto paragrafo (?) hai scritto prima “ci vediamo fra qualche ora” e poi “ci vediamo fra qualche giorno” correggi! 😛
    Poi un normalissimo errore di ortografia – causa tastiera, tranquilla succede a tutti- con “Ilf atto”
    Vado a leggere i prossimi capitoli!

  • Per me si mette a cercare il Jano mentre si nasconde sotto le fronde degli alberi.

    Non male come episodio, ma devo fare una piccola correzione: il colore degli occhi dei gufi varia dal giallo al rosso e questo dipende dalla specie. Almeno per quello che so. Quindi gli occhi del gufo visto da Elia possono essere al massimo gialli.

    • Ti ringrazio per il commento 🙂 so bene che il gufo essendo un rapace notturno, non può in natura avere gli occhi bianchi, ma essendo questa storia fantasy, e avendo già detto che una razza particolare di gufo è il simbolo sacro del regno da cui proviene Elia, credo ci possa stare nel creare animali esotici e mai visti 🙂 Grazie comunque per l’osservazione puntuale e corretta 🙂 !

      Elena

      • Da quanto so, alcune specie di gufo possono andare in giro in pieno giorno (le riconosci dagli occhi gialli).

        “avendo già detto che una razza particolare di gufo è il simbolo sacro del regno da cui proviene Elia”
        Cioè una specie che si trova solo ne regno di Elia e che ha delle caratteristiche che si discostano da quelle “generiche” dei gufi?

        • Esattamente 🙂 come altre cose disseminate qua e là per tutta la storia: per es. il calice di Maliele. Il Maliele è una bevanda che non esiste e che (facendo riferimento al mondo in cui si inserisce questa storia) è tratto dal succo del frutto Rogo, che non esiste. Tutti questi riferimenti li faccio per quei lettori che hanno già letto altri mie storie precedenti e che colgono i piccoli riferimenti 🙂

  • Si nasconde dietro un cespuglio in qualche modo, quando sente delle voci maschili e un rumore di cavalli in lontananza. Ma farei anche che si guarda intorno caso mai vedesse il Jano.

    Questo capitolo mi è piaciuto un sacco, non perché Elia si sia fatto male (non sono sadico) ma perché nella semplice fuga c’è finalmente qualcosa in lui che si muove, nel bene o nel male. Insomma l’introspezione del personaggio durante la fuga, l’ho trovata ben descritta 😀

    Ciao 🙂

  • Mi piace molto ElenaZ. Solo un appunto. Se quel “taglia gole” era preparato all’evenienza di incontrare e combattere contro dei detentori come mai è stato sconfitto così indignitosamente? Mi sarebbe piaciuto “vedere” uno scontro in cui il principino si sarebbe salvato a pelo!

  • Hai detto troppo spaventato, no? Corre a perdifiato nel bosco, impaurito e spaventato, inciampa, cade e si sloga una caviglia. Questa volta ho voglia di fargli capitare un colpo di sfortuna 😉

    ————————————————
    Male, male, male. Ero abituato a creare pericoli e problemi da lontano, non ero preparato per il corpo a corpo.
    ————————————————-
    Forse l’avrei fatto trovare leggermente più nei guai, ma probabilmente non sarebbero bastati i caratteri…

    Ciao 🙂
    PS: la descrizione è stata bellissima 🙂

  • Heilà Elena! Finalmente sei tornata con questa storia! (Sono Irene ti ricordi? xD)
    C’è un piccolo errore di ortografia all’inizio… il “fatot” Ma non è niente di che. Per quanto riguarda il voto, io scelgo di farli proseguire con la futura possibilità che Elia scappi. Si “intona” con quello che dice alla fine di “annuire e fare di testa mia” e poi immagino (spero) che sia lì che Miriam gli dia una bella batosta… Inizia a farmi innervosire! Spero che pubblicherai presto!
    Un bacione, Ire

    • Ciao Irene 🙂
      Grazie per avermi segnalato l’errore! Purtroppo qui su The incipit non posso modificare il testo una volta che è stato pubblicato! Elia non lo sopporto nemmeno io ormai, però da un lato lo capisco…trovarsi catapultato nel mondo reale, lo disorienta e gli fa capire che quello dove credeva di essere il re, in realtà è solo una piccola parte!

      Elena

  • “Entrai nella sala del trono con svogliatezza” raccontato. Qual è l’immagine visiva associata ad entrare in un luogo “con svogliatezza”? Posso immaginarlo, ma è vago e me lo devi dire tu. Se è uno stato mentale, trascrivi i pensieri. “Si, ero proprio un’artista. E il motore della mia arte era la noia.” mi piace. “Ero immerso nei miei pensieri quando mio fratello e mio padre arrivarono” raccontato. “Era vestita quasi come un uomo” raccontato. “Ed era vestito in maniera strana. Quasi come fosse…” da tagliare. raccontatissimo. Salta direttamente a come è vestito. “Come sapete…” (x2) non mi ricordo come lo chiamano nei manuali in inglese, ma è un errore tipico. “Samuel è il Detentore…” mi sembra un po’ patetico. Etc, etc…

    Ci sono poche descrizioni a mio avviso. I nomi non mi sono piaciuti (es. Myriamne Januya Heucalypsos: che centra il greco?), ne il cliché del bambino prodigio. Comunque il ritmo è buono e si legge velocemente.

  • Ho deciso di complicare la vita con questa “polizia” che poi, in una capitale di pirateria e mercato nero, che tipo di polizia ci sarà? 😀 L’hotel lussuoso non credo mi convincerà mai, mentre sono rimasta un po’ a pensare per cercare di renderlo “diverso” da Angelica, ma non si può fare molto trovandosi nello stesso regno (?) mondo (?) Come posso definirlo.. v.v Brava comunque, continua così! 🙂

  • Sono propri curiosa di sapere chi è questo personaggio misterioso! E cosa scambieranno? Informazioni? Boo
    Avendo letto angelica riconosco i nostri due detentori! E quindi il nostro principino è… 😀 shh. Vediamo nei prossimi capitoli! Brava 🙂

  • Ah, anche se in generale non amo un gran che i personaggi “oscuri e misteriosi”, che un po’ mi annoiano, ho scelto proprio quell’opzione, dal momento che mi sembra la più sensata.
    I primi due capitoli mi sono sembrati molto interessanti, anche se tirerei volentieri due calcioni a Elia. Forse il racconto soffre un po’ a causa della necessità di limitarsi a 5000 battute, ci sono dei passaggi che sembrano un po’ affrettati, per così dire. In generale però è una lettura piacevole e sono curiosa di scoprire qualcosa di più sui detentori e sui loro poteri.

  • Ciao,
    devo dire che delinei già da questo episodio un mondo interessante che sembra ricco di sorprese (portali sottomarini? Davvero originale!).
    Interessante il protagonista che sembra anticonformista e incurante del benessere altrui, vedremo se maturerà durante questo viaggio.
    Proprio niente male la scrittura, ti seguo, vediamo se attraversiamo la Gola della Vergine ^_^

  • Scrivi molto bene al netto dei tuoi 18 anni… Complimenti
    Sintassi semplice, immediata, uso delle parole intelligente (riuscire ad essere semplici senza essere banali è uno degli scogli più grandi da superare per uno scrittore)… Mi piace anche l’idea di trasferire in un contesto da fantasy medioevale le abitudini, i bisogni e le frustrazioni dei ragazzi di oggi… Ho votato per le Gole della Vergine, vediamo dove ci portano…

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi