Il principe oscuro

Dove eravamo rimasti?

Samuele e Miriam gli spiegano che quella voleva essere una prova. Riprendono in qualche modo il loro viaggio alla ricerca di un medico. Usciti dal bosco si ritrovano di fronte alla Città dei Denti, completamente abbandonata. (80%)

Felini

Era come se tanti pezzetti di vetro fossero entrati nella caviglia, e ad ogni singolo movimento grattavano la carne viva. Non avevo il coraggio di abbassare gli occhi per vedere come era la situazione. Dopo il bacio di Miriam e il breve momento di forza che mi aveva permesso di essere ancora vivo, mi sentivo sfiancato. Avevo vissuto per anni in un palazzo in cui, al minimo graffio, orde di medici venivano a curarmi. L’idea di non sapere cosa fare per quella caviglia mi preoccupava, ancora più del dolore. Ero appoggiato alla spalla di Samuele e di Miriam, e zoppicando sulla gamba buona andavamo avanti. Presto saremmo usciti dal bosco, mi avevano detto: la nostra prossima meta era la Città dei Denti, oscura ma anche affascinante cittadina, ai piedi delle montagne Canine.

Era tardo pomeriggio quando arrivammo alla porta trionfale d’ingresso, attorniata dalle piccole mura di cinta. Mi resi conto che c’era qualcosa che non tornava.

Chi governa sa, che la sicurezza è importante. Da un lato le montagne proteggevano la città, dall’altra c’erano queste piccole mura, che non avrebbero di certo fatto paura ad un esercito serio, ma che erano sufficienti per difendersi dai saccheggiatori. Eravamo in terra di nessuno e nessun signore aveva mai osato portare eserciti in quest’isola. Ognuno si faceva giustizia da sè, ognuno aveva le sue leggi, e solo nelle città come Lionnas o Denti, c’era un minimo di civiltà. Eppure di fronte alle porte non c’era una guardia, anzi, non c’era proprio anima viva. Le porte erano spalancate, ma dall’interno proveniva un silenzio spettrale.

Le fiaccole erano accese e un po’ riluttanti decidemmo di entrare. Superammo le porte di legno e ci trovammo in una piazza di porfido. Al centro una fontana da cui zampillava acqua. Le finestre delle case di legno e mattoni erano tutte accese, ma non c’era anima viva. Tutto suggeriva che lì vi abitassero molte persone. Eppure non c’era nessuno. Mi sedetti zoppicando vicino alla fontana, e mi avvolsi nel mantello. Cominciava a salire il freddo.

-Vado a fare un giro di perlustrazione- disse Samuele. Prima che io e Miriam potessimo dire qualcosa, il piccolo monaco divenne invisibile e sparì. Era il più adatto tra i tre a svolgere quel compito. I capelli paglierini erano disordinatamente legati sulla nuca. Aveva spostato i suoi occhi smeraldini sulle strade e le vie deserte, alla ricerca di una qualche forma di vita. Si era seduta vicino a me e aveva tirato un sospiro.

-Come va la caviglia?- mi chiese lei senza attendere una risposta. Si chinò e mi toccò. Le sue mani erano gelide. Rabbrividii sia per il freddo che per il dolore.

-Scusami- disse lei guardandomi. Disse quelle parole chiaramente sentendosi in colpa, non solo per quel tocco innocuo, ma per il litigio di prima, che ci aveva portato a dividerci.

-E’ quello che mi merito per la vita che ho fatto fino ad adesso- risposi. Era un bene che fosse successo tutto quello. Avevo aperto gli occhi, avevo capito qualcosa in più. La vita non era questione di noia o non noia. Avevo un compito da portare avanti nel mio piccolo. Un compito che ora non conoscevo ancora, ma che il gufo sacro mi aveva indicato. Lo avrei scoperto man mano, con calma e con il tempo.

-Non so. Non credo le cose funzionino in base a quello che ci meritiamo. Alcune cose succedono, sta a noi adattarci. E’ questa la forza di noi esseri umani e di noi ninfe- disse lei con un sospiro.

-Ma voi ninfe credete in qualcosa?- chiesi io incuriosito.

-Noi crediamo nella Vita, che non finisce mai, come il fiume nasce da una sorgente d’acqua, scorre a valle e finisce nel mare, la vita scorre in noi in diversi modi, si modifica a volte tanto da non renderla riconoscibile. Anche nella morte c’è Vita. Ma questa è una banalità, lo sanno tutti- disse lei tirandosi in piedi e guardando oltre le mie spalle.

Ruppe il silenzio un miagolio. Dalla porta di ingresso era sbucato un gatto nero. Sinuoso ed elegante era scivolato pian piano nella piazza e avanzava lentamente fissandoci. Miriam estrasse il pugnale in sua direzione, ma il gatto non arrestò la sua camminata. Si avvicinava guardandoci, come se ci volesse sfidare. Tutto ad un tratto Miriam non era più tranquilla, era tesa e pronta per scattare. Non capivo, ma mi fidavo di lei. Estrassi anche io il mio pugnale. Quel gatto non era semplicemente un gatto. Era improvvisamente calato il silenzio e lo stesso freddo che aveva investito prima me, lo sentivo provenire da quell’animale. A pochi metri da noi si fermò. Miriam in guardia. Tutto ad un tratto mostrò i denti affilati, impiantò gli artigli nel terreno. Un cerchio di luce si disegnò nell’aria, sopra il felino. Miriam fece qualche passo indietro e si avvicinò a me, come per proteggermi. Mi vergogna di me stesso. Ero un peso se non mi davo da fare, se non mi rendevo utile in qualche modo. Ma mentre pensavo questo, la luce investì il gatto, che pian piano si trasformò, crescendo e diventando sempre più grosso. Sempre più nero. Sotto i nostri occhi stava diventando un puma.

Cosa farà il puma?

  • lì fisserà un po' per poi andarsene via (29%)
    29
  • comincerà a parlare (57%)
    57
  • li attaccherà immediatamente con l'intenzione di sbranarli. (14%)
    14
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72 Commenti

    • Ciao 🙂 è incredibile che dopo tutto questo tempo che non aggiornavo, tu abbia avuto la gentilezza di commentare 😀 mi piacerebbe riprenderla e integrare un po’ di più, l’unico problema è che the incipit ovviamente non mi fa postare più di 10 capitoli. Vedremo in futuro cosa riesco a fare 😀 magari la riprenderò in mano da un altro punto di vista! Grazie ancora! Alla prossima 🙂

      Elena

  • Per me le guardie non li faranno entrare!! Il perchè lo deciderai tu 😉
    Anche se a vedere la città sarà abbandonata… Chissà.
    Ma se era una prova, l’uomo e l’aquila erano finti? Non mi pare D:
    Qui qualcuno era molto felice del bacio o è solo una mia impressione? 😛
    Al prossimo capitolo!!
    Ire

  • Meglio che faccio una recensione alla volta!
    Sono rimasta indietro coi capitoli….
    Comunque: Elia, ti sta bene.
    Qualche piccolo erroretto (?) qua e là.
    Un chiarimento: il “sono in grado di bastare a me stesso” si può davvero usare?
    Poi un’incomprensione… nel quinto paragrafo (?) hai scritto prima “ci vediamo fra qualche ora” e poi “ci vediamo fra qualche giorno” correggi! 😛
    Poi un normalissimo errore di ortografia – causa tastiera, tranquilla succede a tutti- con “Ilf atto”
    Vado a leggere i prossimi capitoli!

  • Per me si mette a cercare il Jano mentre si nasconde sotto le fronde degli alberi.

    Non male come episodio, ma devo fare una piccola correzione: il colore degli occhi dei gufi varia dal giallo al rosso e questo dipende dalla specie. Almeno per quello che so. Quindi gli occhi del gufo visto da Elia possono essere al massimo gialli.

    • Ti ringrazio per il commento 🙂 so bene che il gufo essendo un rapace notturno, non può in natura avere gli occhi bianchi, ma essendo questa storia fantasy, e avendo già detto che una razza particolare di gufo è il simbolo sacro del regno da cui proviene Elia, credo ci possa stare nel creare animali esotici e mai visti 🙂 Grazie comunque per l’osservazione puntuale e corretta 🙂 !

      Elena

      • Da quanto so, alcune specie di gufo possono andare in giro in pieno giorno (le riconosci dagli occhi gialli).

        “avendo già detto che una razza particolare di gufo è il simbolo sacro del regno da cui proviene Elia”
        Cioè una specie che si trova solo ne regno di Elia e che ha delle caratteristiche che si discostano da quelle “generiche” dei gufi?

        • Esattamente 🙂 come altre cose disseminate qua e là per tutta la storia: per es. il calice di Maliele. Il Maliele è una bevanda che non esiste e che (facendo riferimento al mondo in cui si inserisce questa storia) è tratto dal succo del frutto Rogo, che non esiste. Tutti questi riferimenti li faccio per quei lettori che hanno già letto altri mie storie precedenti e che colgono i piccoli riferimenti 🙂

  • Si nasconde dietro un cespuglio in qualche modo, quando sente delle voci maschili e un rumore di cavalli in lontananza. Ma farei anche che si guarda intorno caso mai vedesse il Jano.

    Questo capitolo mi è piaciuto un sacco, non perché Elia si sia fatto male (non sono sadico) ma perché nella semplice fuga c’è finalmente qualcosa in lui che si muove, nel bene o nel male. Insomma l’introspezione del personaggio durante la fuga, l’ho trovata ben descritta 😀

    Ciao 🙂

  • Mi piace molto ElenaZ. Solo un appunto. Se quel “taglia gole” era preparato all’evenienza di incontrare e combattere contro dei detentori come mai è stato sconfitto così indignitosamente? Mi sarebbe piaciuto “vedere” uno scontro in cui il principino si sarebbe salvato a pelo!

  • Hai detto troppo spaventato, no? Corre a perdifiato nel bosco, impaurito e spaventato, inciampa, cade e si sloga una caviglia. Questa volta ho voglia di fargli capitare un colpo di sfortuna 😉

    ————————————————
    Male, male, male. Ero abituato a creare pericoli e problemi da lontano, non ero preparato per il corpo a corpo.
    ————————————————-
    Forse l’avrei fatto trovare leggermente più nei guai, ma probabilmente non sarebbero bastati i caratteri…

    Ciao 🙂
    PS: la descrizione è stata bellissima 🙂

  • Heilà Elena! Finalmente sei tornata con questa storia! (Sono Irene ti ricordi? xD)
    C’è un piccolo errore di ortografia all’inizio… il “fatot” Ma non è niente di che. Per quanto riguarda il voto, io scelgo di farli proseguire con la futura possibilità che Elia scappi. Si “intona” con quello che dice alla fine di “annuire e fare di testa mia” e poi immagino (spero) che sia lì che Miriam gli dia una bella batosta… Inizia a farmi innervosire! Spero che pubblicherai presto!
    Un bacione, Ire

    • Ciao Irene 🙂
      Grazie per avermi segnalato l’errore! Purtroppo qui su The incipit non posso modificare il testo una volta che è stato pubblicato! Elia non lo sopporto nemmeno io ormai, però da un lato lo capisco…trovarsi catapultato nel mondo reale, lo disorienta e gli fa capire che quello dove credeva di essere il re, in realtà è solo una piccola parte!

      Elena

  • “Entrai nella sala del trono con svogliatezza” raccontato. Qual è l’immagine visiva associata ad entrare in un luogo “con svogliatezza”? Posso immaginarlo, ma è vago e me lo devi dire tu. Se è uno stato mentale, trascrivi i pensieri. “Si, ero proprio un’artista. E il motore della mia arte era la noia.” mi piace. “Ero immerso nei miei pensieri quando mio fratello e mio padre arrivarono” raccontato. “Era vestita quasi come un uomo” raccontato. “Ed era vestito in maniera strana. Quasi come fosse…” da tagliare. raccontatissimo. Salta direttamente a come è vestito. “Come sapete…” (x2) non mi ricordo come lo chiamano nei manuali in inglese, ma è un errore tipico. “Samuel è il Detentore…” mi sembra un po’ patetico. Etc, etc…

    Ci sono poche descrizioni a mio avviso. I nomi non mi sono piaciuti (es. Myriamne Januya Heucalypsos: che centra il greco?), ne il cliché del bambino prodigio. Comunque il ritmo è buono e si legge velocemente.

  • Ho deciso di complicare la vita con questa “polizia” che poi, in una capitale di pirateria e mercato nero, che tipo di polizia ci sarà? 😀 L’hotel lussuoso non credo mi convincerà mai, mentre sono rimasta un po’ a pensare per cercare di renderlo “diverso” da Angelica, ma non si può fare molto trovandosi nello stesso regno (?) mondo (?) Come posso definirlo.. v.v Brava comunque, continua così! 🙂

  • Sono propri curiosa di sapere chi è questo personaggio misterioso! E cosa scambieranno? Informazioni? Boo
    Avendo letto angelica riconosco i nostri due detentori! E quindi il nostro principino è… 😀 shh. Vediamo nei prossimi capitoli! Brava 🙂

  • Ah, anche se in generale non amo un gran che i personaggi “oscuri e misteriosi”, che un po’ mi annoiano, ho scelto proprio quell’opzione, dal momento che mi sembra la più sensata.
    I primi due capitoli mi sono sembrati molto interessanti, anche se tirerei volentieri due calcioni a Elia. Forse il racconto soffre un po’ a causa della necessità di limitarsi a 5000 battute, ci sono dei passaggi che sembrano un po’ affrettati, per così dire. In generale però è una lettura piacevole e sono curiosa di scoprire qualcosa di più sui detentori e sui loro poteri.

  • Ciao,
    devo dire che delinei già da questo episodio un mondo interessante che sembra ricco di sorprese (portali sottomarini? Davvero originale!).
    Interessante il protagonista che sembra anticonformista e incurante del benessere altrui, vedremo se maturerà durante questo viaggio.
    Proprio niente male la scrittura, ti seguo, vediamo se attraversiamo la Gola della Vergine ^_^

  • Scrivi molto bene al netto dei tuoi 18 anni… Complimenti
    Sintassi semplice, immediata, uso delle parole intelligente (riuscire ad essere semplici senza essere banali è uno degli scogli più grandi da superare per uno scrittore)… Mi piace anche l’idea di trasferire in un contesto da fantasy medioevale le abitudini, i bisogni e le frustrazioni dei ragazzi di oggi… Ho votato per le Gole della Vergine, vediamo dove ci portano…

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