Anomalia
Contare.
Contare è il mio lavoro. Aggiungo segni su infiniti fogli bianchi. I numeri s’incasellano nei quadretti dei miei block notes come ghiande ordinate su una fila immaginaria. Uno dopo l’altro. Somme. Moltiplicazioni. A volte sottrazioni, ma sono rare. Di solito aumentano e quando arrivano alla mia scrivania è difficile che si registrino errori. Calcolo per sei ore al giorno, quattro la mattina, iniziando presto e due dopo la paura del pranzo. A volte sono sei ore molto lunghe, ma capitano anche giorni in cui le ore volano via e scivolano sotto gli infissi della grande finestra dello studio.
Conto da solo, da due anni ho un ufficio appartato, poco distante dal bagno e qualche porta dal grande studio del capo. Lo vedo raramente e ancor meno di frequente mi convoca personalmente per qualche nuova istruzione. Non ci sono aggiornamenti nel mio lavoro, si ripete uguale all’infinito. E’ sempre stato così, sin da quando ho cominciato. Ed è proprio fino all’infinito che conto. Ogni giorno, sei giorni su sette, per sei ore. Conto le ghiande che non smetteranno mai di infilarsi una dietro l’altra. E’ la mia vita, contare.
Conto i morti. E quelli non finiscono mai.
La causa della morte non ha molta importanza, ai fini del mio incasellare. E poi non sono molti i modi in cui muore la gente. Tolte le dipartite naturali s’intende, mi arrivano per lo più vittime di suicidi, stragi e guerre. Il mondo non è più un luogo così sicuro. Il mio lavoro è sempre stato improntato sulla razionalità, la logica, la ripetitività e mi andava benissimo così. Ero organizzato, così. Almeno finché non è successo, sei giorni fa. Tanto ci ho messo a svolgere controlli accurati e assicurarmene.
L’anomalia esisteva e l’avevo trovata per puro caso.
Convinto di essermi sbagliato ad immagazzinare i dati relativi ad una determinata area mi ero fermato un’ora in più, fuori orario. Succede di rado qui, ma a volte capita. E’ stato in seguito ai primi controlli che mi sono accorto dell’incongruenza. Non sono più riuscito a dormire da quel pomeriggio, continuavo a pensarci anche a casa. Negli ultimi giorni non ho lavorato ad altro, tralasciando i miei compiti primari. Ho una memoria ferrea, non ho difficoltà a ricordare numeri, cifre, calcoli. Mi è tornata utile quando ho visto l’anomalia nelle colonne di numeri. Erano troppi, semplicemente troppe voci in una zona ridotta e in un periodo di tempo altamente circoscritto.
I morti non sono mai troppi, dice un vecchio ironico detto che si sente ripetere nei corridoi da anni, ma in questo caso lo sono. La zona in questione è un lotto rurale in aperta campagna, poco fuori dalla città. Ormai oltre i confini cittadini sono in poche comunità a sopravvivere, per lo più ci siamo spostati nelle grandi megalopoli. L’anomalia era evidente, mi ha colpito come un pugno alla radice del naso. Conosco quella zona, antichi manieri, cascine di campagne, i pochi campi rimasti, stalle, allevamenti per lo più. Non era possibile che negli ultimi quattro mesi si fossero registrate 1222 morti. Impossibile, ma non secondo i miei calcoli e calcolare è il mio lavoro.
Non sbaglio mai.
Le cause? In percentuali di poco differenti: infarto, epatite e anemia. Nei documenti che arrivano di solito al mio ufficio non sono registrati i particolari e quindi non avevo modo di reperire altre informazioni. Ero bloccato. E’ stato l’incontro fortuito con un collega del Catasto a convincermi ad agire. In quell’occasione riuscì a carpire qualche informazione in più. Si tratta di una circoscrizione rurale, ancora inglobata all’interno dei confini più esterni della megalopoli di Anchorage. E’ un’area limitrofa, sottoposta al governo della città alfa, utile per le terre lavorate.
Il vecchio stato americano dell’Alaska non esiste più. Già da un secolo gli U.S.A. sono stati riorganizzati in quattro mega-aree, contenenti ognuno una megalopoli attorno a cui ruotano le maggiori attività produttive e le abitazioni. La nostra mega-area ha adottato il nome Alaska, inglobando altri stati che non esistono più. La terra circostante le megalopoli è per lo più disabitata o adibita per gli allevamenti animali. Lo stesso sistema ha ridotto tutti gli stati del mondo a vivere in aree isolate circondate dalla natura selvaggia. Le megalopoli di tutto il mondo la fanno da padroni, intorno orbitano solo poche case e muri di contenimento.
La zona in questione è proprio una di queste, una vallata oltre le montagne Chugach, attraversata da un fiume freddo, in cui le terre sono adoperate per il pascolo dei caribù. Ci vivono circa trenta unità famigliari, molte delle quali imparentate alla lontana. Ascoltando le sue parole mi sono reso conto che l’anomalia era reale e nascondeva qualcosa di grave, non avevo dubbi. Con il passare dei giorni ho iniziato a portarmi i documenti a casa per poterli studiare, volevo capire.
Per farlo, però, devo forzatamente raggiungere la zona denominata “ALASKA C-1”.
Anchorage, 6 marzo 2170
Ishmael Goren
Ishmael raggiunge la vallata ai piedi dei monti Chugach. Cascine, manieri e steccati all'orizzonte. Cosa succede il primo giorno?
- Trova una casa disabitata (29%)
- Raccoglie la testimonianza di un pastore (24%)
- Assiste a un funerale (47%)

25/01/2016 at 09:47
Chiusa fantastica. Davvero bella. Hai un modo di scrivere molto pulito, essenziale direi. Diversamente da qualcuno non amo troppo gli spiegoni, rischiano di rallentare la storia e annoiare il lettore (l’elaborazione di alcuni dettagli credo vada lasciata ai lettori, trovo sia un modo di renderli partecipi). Ecco perché ho apprezzato il fatto che alcune domande siano state lasciate (volutamente?) senza risposta… La fuga credo fosse la sola via possibile per un uomo come Ishmael, se ne avessi fatto un eroe, un prode liberatore degli opppressi, avresti tradito l’indole e il carattere del personaggio, e, in un certo senso, avresti tradito anche i tuoi lettori e la fiducia che ripongono in te. Bravissima!
25/01/2016 at 11:31
Grazie mille Lou, sono contenta di esser riuscita a farti apprezzare Ishmael cos’ in profondità e tu hai avuto la sensibilità per recepire il mio messaggio, dote non scontata nelle persone e ancor di più negli scrittori.
Un abbraccio.. e alla prossima!
21/01/2016 at 18:12
Perdonami… ero – tanto per cambiare – in ospedale…
Ma ho letto. E il finale è bellissimo.
Non avevo dubbi, Serena.
25/01/2016 at 11:24
Ciao Alessandra! Spero che adesso tu stia meglio 🙂 un abbraccio sincero
13/01/2016 at 21:18
Bel finale! L’idea della fuga mi è piaciuta. 🙂
Solo un dubbio, all’inizio Ishmael sembra temere il mare poi si scopre che è arrivato fino in Francia. Questo vuol dire che ha superato la sua paura e quindi è scappato in Europa? Oppure lui si trovava già in Europa?
Ciò non toglie che il tuo è stato veramente un bel racconto. Sono io che mi sono “persa per strada”. 😀
14/01/2016 at 10:21
Ciao Danica. In realtà hai ragione tu. Non è scontato. Visto che lui abitava in un paese creato ad hoc per un esperimento avrebbe potuto essere situato dovunque e non necessariamente nel vero stato americano d’Alaska, come io ho dato per scontato. Grazie per la precisazione 🙂
Ad ogni modo è scappato fino alla Francia.
12/01/2016 at 23:23
Ciao,
in questo finale mi piace l’evoluzione del protagonista da grigio burocrate a persona in grado di apprezzare pienamente la bellezza naturale del mare.
Avrei apprezzato anche qualche dettaglio aggiuntivo per spiegare la natura e lo svolgimento dell’esperimento (come è stato possibile far credere a così tante persone di trovarsi in una epoca del futuro? Quanti di quelli della megalopoli lo sapevano e quanti no? Se lo scopo era testare le armi biologiche perché creare una società stile Grande Fratello?) ma mi rendo conto che i vincoli di caratteri non permettono massima liberà. Comunque è stata una bella esperienza di lettura, a presto!
13/01/2016 at 10:07
Ciao Ilario.
Sì purtroppo i limiti sono sempre serrati, come ben sai.
Ma posso riempire qualche vuoto delle tue curiosità qui :).
Le persone che vivono ad Alaska non sono in un’epoca del futuro diversa dagli altri, l’anno è per tutti il 2170. Il mondo è (Più o meno) esattamente come il nostro del 2016, ma Stati Uniti e Cina hanno voluto creare una sorta di villaggio a sé. Un esperimento di società, che poi risultato sterile è servito per testare malattie ad esempio. Quelli che vivono ad Anchorage sono nati li e hanno sempre studiato, a scuola ecc, che tutto il mondo verso il 2070 circa si è scomposto, creando delle grandi zone civilizzate contornate da foreste, mare, deserti ecc. Ma in realtà sono loro soltanto che sono chiusi dentro un enorme muro di contenimento. Chi lo sa? Il ministro, pochi agenti dei servizi segreti interni. Spero di aver,seppur brevemente, risposto alle tue curiosità. Grazie come sempre per la presenza e l’attenzione 🙂
10/01/2016 at 19:43
Ho perso un paio di capitoli dovuti alla lontananza dalla piattaforma, ma non potevo non leggere il finale del racconto della mia amica, ed eccomi qui. Grande finale (ATTENZIONE Spoiler per chi legge) imprevedibile. Una Megalopoli che in realtà non esiste, è stato tutto un grande esperimento. Oltre alle tua bravura nello scrivere, sempre ineccepibile, hai concluso con un ottimo colpo di scena degno di un film. Davvero brava amica mia 😉
11/01/2016 at 10:15
Grazie caro 😉 mi dispiace che ti sei perso dei capitoli, spero per ragioni positive e non per qualche intoppo di vita! Ci vediamo alla prossima, sai sempre dove trovarmi 🙂
10/01/2016 at 19:31
I numeri, il contare, che si mischiano con le considerazioni sull’acqua. Troppo vicino al mio essere per restare indifferenti. Un finale BELLISSIMO. da film. Complimenti.
11/01/2016 at 10:14
Grazie mago 🙂 sono contenta che ti sia piaciuto, ancora una volta.
09/01/2016 at 09:58
Ishmael è un po’ ipocrita, non può vivere una vita di carta, ma va bene se la fanno gli altri?
Anche se questo lo rende però più umano, più simile ai più.
Il paese sulla costa è nel Nord o Sud della Francia?
La Normandia renderebbe il finale malinconico, la Provenza speranzoso 😉
Un bel finale, davvero brava.
09/01/2016 at 10:38
Grazie Gabriele.
Sì, beh è una persona comune e ha fatto una scelta a mio parere discutibile. Ma ognuno ha il suo carattere :).
08/01/2016 at 18:36
“Una vita di carta”, con questa espressione sei riuscita a mostrare quel senso di vuoto, smarrimento e amarezza che deve aver provato Ishmael quando gli è stata svelata la verità. Ho apprezzato molto il finale, come segno di riscatto di una vita ancora da “vivere”.
Bravissima 🙂
08/01/2016 at 19:50
Brava Anna, con la tua ultima frase hai proprio centrato il discorso, l’essenza dell’ultimo capitolo e il sentore di Ishmael, che pensa ad una nuova vita che lo aspetta mentre guarda il mare. Grazie di avermi accompagnato in questo viaggio 🙂 alla prossima
08/01/2016 at 19:58
Grazie a te per questo bellissimo messaggio di speranza.
08/01/2016 at 17:41
Un finale soft, proprio come mi aspettavo.
Brava, Serena, oltre all’originalità del racconto, sei riuscita a terminarlo con quel pizzico di malinconia che non guasta mai.
Ti attendo per un’altra storia, so’ che ce l’hai già in mente, o sbaglio? 🙂
08/01/2016 at 19:49
Ciao Danio 🙂 mmm forse si forse no 😛 ma sicuramente ci rivediamo presto!
07/01/2016 at 10:25
Mi unisco alla maggioranza e dico cinque anni. Sono curiosa di vedere come si concluderà questa storia. 🙂
07/01/2016 at 14:44
Ciao Danica 🙂 Domani pubblico l’ultimo episodio !
05/01/2016 at 06:00
Ho avuto modo di leggere tutto d’un fiato il racconto, stanotte. Devo dire che presenti delle doti narrative eccellenti. La vicenda in se é addirittura banale, ma come ha detti qualcuno sei riuscita a costruire un ritmo e una tensione di lettura così forte e fin dal primo capitolo, che anche parlare di numeri risulta avvincente.
Non mi sono preso la briga di controllare se le informazioni di natura tecnico-scientifica fossero vere. Di sicuro insospettisce l’iniziativa, del tutto autonoma, di questo funzionario; ha lasciato in me una sorta di vuoto. Non sono sicuro però che si tratti di qualcosa di negativo.
Il tema distopico è sempre attraente e parlare di virus aumenta la tensione. C’è qualcosa di 1984, qualcosa di Io sono Leggenda, qualcosa di Resident Evil, ma nel complesso non ci sono mai riferimenti espliciti.
In conclusione, uno dei pochi racconti veramente meritevoli d’interesse e di complimenti.
Ho votato per Il Piano. Ci vedrei bene una fuga capeggiata dal protagonista e un finale aperto, ma queste sono MIE voglie.
Complimenti
06/01/2016 at 21:19
Ciao Gianluca, grazie per esserti unito :).
Non essendomi mai interessata ai generi letterari a cui fa l’occhiolino questo racconto non ho preso spunto da niente in particolare, se non dalla fantasia e da un’idea nata mesi fa imbattendomi in un video su youtube. 🙂
06/01/2016 at 21:32
Ancora più interessante e…complimenti, allora 🙂
03/01/2016 at 21:58
numeri numeri numeri *_*
Scusami Sere. Sono un maniaco dei <3 e trattarli in maniera non noiosa non è cosa da tutti. grazie :3
05/01/2016 at 18:16
Ehi ciao! Sapessi, io a scuola in matematica avevo 2 😛
grazzzieeee
02/01/2016 at 10:43
Cinque anni, anche l’ultimo capitolo del mio primo racconto qui su the incipit era 5 anni dopo.
Bel colpo si scena, brava, hai concentrato l’attenzione sul virus quando il vero mistero era attorno.
Mi domando quanto abbia speso il governo per una struttura così. 😀
02/01/2016 at 12:20
CIao Gabriele! Grazie, sono contenta che il mistero abbia “tenuto” sino al momento giusto ;).
Direi più o meno quanto spendono per la ricerca spaziale, milioni di miliardi!
31/12/2015 at 14:55
Questo episodio è decisamente angosciante per via del senso di insicurezza che attanaglia i personaggi durante le vaccinazioni (confesso che immaginavo che gli astronauti avrebbero somministrato loro qualche morbo che li avrebbe eliminati subito ^_^).
Bel colpo di scena, anche se sarei curioso nell’ultimo episodio di scoprire esattamente come è stato congegnato l’inganno (sarà una specie di Truman Show ma a livello nazionale)? Voto per un salto di 6 mesi, a presto!
31/12/2015 at 16:05
Ciao Ilario , sono contenta di aver trasmesso quel senso d’inquietudine in cui ho immerso Ishmael.
31/12/2015 at 07:22
Cinque anni… forse è meglio che questo “terrificante esperimento” rimanga solo un brutto ricordo per Ishmael 🙂
Complimenti per l’inaspettato colpo di scena Sere, bravissima!
Tornerai con un nuovo racconto, vero? 🙂
31/12/2015 at 15:58
Ciao Anna!!
Non preoccuparti che tornerà presto 🙂 appena arriva l’ispirazione giusta!
31/12/2015 at 01:41
Ho scelto cinque anni. Il colpo di scena bello e terrificante. Immaginatevi vivere in uno stato simile. Sono curioso di sapere cosa succederà.
31/12/2015 at 15:56
Ciao sircolez, grazie di essere passato 🙂 Sono contenta che la storia ti sia piaciuta sino alla fine!
30/12/2015 at 23:22
Pre epilogo dai risvolti sorprendenti e, almeno per quanto mi riguarda, assolutamente inaspettati. Non c’entra nulla ma mi ha ricordato The Truman Show… Solo che qui non si tratta di mettere su uno spettacolo televisivo ma di testare virus e persone, calandoli in una società distopica, costruita su misura… Cosa accadrà a questo punto? Credo che solo tu possa dircelo… Magari lasciando che ce lo racconti il mare…
31/12/2015 at 15:56
Ciao Lou, ti ringrazio e sono felice di averti stupito 🙂
30/12/2015 at 20:01
Wow! Bel colpo di scena! Ho scelto 5 anni!
31/12/2015 at 15:54
Grazie ancora e buon anno!
30/12/2015 at 18:52
Mare, mare mare.
Anche questa storia avvincente volge al termine. Bella la rivelazione della dottoressa. Sono curiosa di sapere che fine faranno gli abitanti dello stato Alaska.
P.S. Ho letto di recente un romanzo distopico che si chiama Legend di Marie Lu che somiglia molto alla tua storia. Quest’ultima mi piace di più, però!
30/12/2015 at 19:02
Ciao Trix, grazie!! Non conosco quel romanzo, in realtà è un genere che non ho mai letto!
30/12/2015 at 18:42
Facciamo trascorrere cinque anni.
Bel colpo di scena quasi finale, mi è piaciuto molto, brava Serena 🙂
30/12/2015 at 19:01
Ciao Danio! Ne sono felice e buon anno nuovo!
30/12/2015 at 18:33
Questa storia degli esperimenti e della “reclusione” all’interno di un’area recintata mi ricorda molto la trilogia di libri di “Divergent”.
Ora vediamo come Ishmael (almeno penso Ishmael) si sarà riadattato alla vita “vera” o come avrà sopportato il peso della verità all’interno di Alaska C-1
30/12/2015 at 19:00
Non conosco la trilogia. Sono libri, di chi?
30/12/2015 at 19:11
Veronica Roth. Dei primi due hanno fatto la trasposizione cinematogrefica, che non ho ancora visto.
29/12/2015 at 12:06
Io avrei detto fucile. Perché è impossibile che, chiunque essi siano, non abbiano un minimo di armi con sé. La loro comparsa mi ha fatto pensare ha un gruppo di ribelli che rappresentano il vecchio ordine. 🙂 Quindi un minimo di difesa ci vuole.
Non mi è chiara la domanda “Nell’ottavo episodio al parola chiave è…” visto che il prossimo episodio sarà il nono.
Comunque bello anche questo episodio. 😉
29/12/2015 at 17:59
Ciao Danica.. infatti sono io che ho sbagliato! Mi sono persa :P. Grazie di essere passata
28/12/2015 at 18:07
Fucile.
Bella la sensazione di attesa che sei riuscita a creare nell’episodio. Il tuo talento mi stupisce sempre!
28/12/2015 at 18:38
Grazie Trix!!!!
26/12/2015 at 01:44
Bellissima storia! Peccato sia arrivato quasi già sul finale. Per me la parola d’ordine è “iniezione”!
Ciao!
27/12/2015 at 19:21
Ciao, grazie di esserti messo alla pari così tardi, so che non sempre è agevole leggere tanti capitolo uno dietro l’altro 🙂
24/12/2015 at 15:41
Ciao Serena,
sono contento di averti ritrovata, bella storia, come sempre. Per un giudizio più completo aspetto di finirla.
Iniezione,
a presto
Istinto
27/12/2015 at 19:20
Grazie Istinto!
23/12/2015 at 20:36
Sento “odore” d’iniezioni, ma non chiedermene il perché 🙂
Ottimo scritto, come sempre d’altronde…buon Natale! 😉
24/12/2015 at 12:04
Ciao Danio, buon Natale e grazie!!
23/12/2015 at 19:45
Bello svolgimento! Prima avevo votato per Health department, pensando nel mio subconscio che Ishmael potesse trovare una sorta di alleato, magari mi sbagliavo. Sono curioso di vedere cosa succederà, per il momento voto fucile, per dare un po’ di azione alla storia, di cui comunque non ne è priva! Bel nome Ishmael.
24/12/2015 at 12:04
Ciao sicolez! Grazie 🙂 anche per il nome, è il mio preferito e ogni tanto lo uso nelle varie declinazioni.
23/12/2015 at 13:57
Uhm, devo riconoscere che sono proprio sorpreso da questo sviluppo, che significato può avere il fatto che tirino in ballo la sigla di un’entità politica che non esiste più da tempo? Episodio decisamente angosciante, lascia presagire un bel colpo di scena, forse che andrà oltre la malattia. Voto per iniezione! ^_^
23/12/2015 at 14:12
Ciao Ilario, grazie!!
23/12/2015 at 13:04
Iniezione… ci sarà l’antidoto al virus in quelle siringhe, vero? 🙂
Ciao Sere, alla prossima.
23/12/2015 at 14:12
Ciao Anna! Bella idea la tua, come tutte quelle che ho visto nei commenti di questo epidosio sino ad ora…chissà se qualcuno ci ha azzeccato!! Alla prossima e buon natale!
23/12/2015 at 11:34
Iniezione! Mi aspetto una reazione veemente, un colpo di scena 😉
Brava Sere 😉 avanti così 😉
23/12/2015 at 14:11
ciao mago, grazie e buon natale!
23/12/2015 at 10:30
Dalle opzioni posso dedurre che, probabilmente, qualcuno morirà. E’ anche vero che non implicano obbligatoriamente la morte di una o più persone.
Detto questo, non so quale opzione votare, perché tutt’e tre mi fanno pensare ad un, chiamiamolo così, ad un omicidio di massa (non mi viene altro modo per definirlo, anche se ci sarà sicuramente) e non so come vuoi sviluppare la storia.
Mi sono accorto di una cosa: nella domanda hai scritto: “Nell’OTTAVO episodio la parola chiave sarà:”
Solo che il prossimo episodio èil numero 9. 🙂
Anche io, nel corso del mio 1° episodio, ho commesso un errore di qusto tipo: avevo scritto “dicembre” anziché “settembre” (errore che poi ho chiesto di correggere).
23/12/2015 at 10:56
*del mio 1° racconto
23/12/2015 at 14:11
Ciao drago!… davvero il prossimo è già il nono??? Oddio, sono rimasta indietro 😛 pensavo sul serio di essere all’ottavo!
23/12/2015 at 15:09
Questo tipo di convinzioni capita a tutti. Anche a me, anche se più che altro con i giorni della settimana o del mese. 🙂
23/12/2015 at 10:17
Iniezione, mi incuriosisce un sacco questa cosa degli elicotteri di uno Stato ormai passato.
Sempre più intricato questo mistero.
23/12/2015 at 14:10
Ciao Gabriele, grazie e buona feste!
23/12/2015 at 03:59
Ho letto la storia. Molto bella e soprattutto, devo dirlo, molto ma molto ben scritta. Si vede che ci sai fare! Mi piace molto anche la storia stessa, molto intrigante questa cosa degli insetti. Quello che ha fatto Padre Cairne è stato assurdo, veramente, sono rimasto intontito nel leggere che si era tolto la vita. Molto bello.
23/12/2015 at 08:25
Ciao sircolez, benvenuto e grazie! 🙂 A tra poco con il nuovo episodio
20/12/2015 at 20:17
Bene bene, finalmente abbiamo la conferma del cupo complotto, resta da comprenderne il fine. Ho l’impressione che il nostro burocrate si troverà in grossi guai, forse a opera degli addetti del Ministero. Sempre brava, e storia sempre intrigante!
21/12/2015 at 09:51
Grazie Ilario 🙂
20/12/2015 at 19:50
Fantastico!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Sei un genio!
Direi mezzi corazzati con piccole scritte, quasi impossibili da identificare… così il mistero s’infittisce e la cosa si fa complicata… ma tu saprai risolverla come al solito…
21/12/2015 at 09:50
E tu troppo buona, come sempre :P!!! Un abbraccio!
20/12/2015 at 17:50
Dico Health Department. Con la speranza che siano comparsi per aiutare.
20/12/2015 at 19:44
Grazie Danica!
19/12/2015 at 23:01
Sensazione di confusione (positiva) leggendo il capitolo. Di quella confusione affamata di risposte e di nuovi sviluppi.
Molto bene :3
20/12/2015 at 11:24
Ne son ben lieta 😉 ciao !
18/12/2015 at 15:22
Anche io propenderei per gli elicotteri del ministero… L’intervento dei militari per una quarantena mi sembrerebbe un po’ tardivo e l’health department non mi entusiasma granché. Episodio ben scritto (ma non avevo molti dubbi al riguardo). Le rivelazioni di Padre Craine chiariscono parecchi punti… Il senso di smarrimento provato dal prete quando scopre quanto infondate fossero le rassicurazioni del suo ospite circa i test del ministero è ben resa. Brava.
18/12/2015 at 15:48
Grazie Lou, per la presenza e i commenti sempre precisi 🙂
18/12/2015 at 11:52
Sempre all’altezza!
Ho scelto l’Health department
18/12/2015 at 15:47
Grazie !!!
18/12/2015 at 09:40
Forze Armate d’Alaska… probabilmente la zona sarà messa in quarantena per scongiurare una possibile epidemia su larga scala.
Capitolo accattivante, ben descritta l’angoscia provata da Padre Craine.
Bravissima 🙂
18/12/2015 at 11:44
Grazie Anna! Sono contenta che ti sia nuovamente piaciuto 🙂
17/12/2015 at 21:42
F.A.A. è quella che mi incuriosisce di più, anche perché sono gli unici elicotteri in cui la scritta si legge chiaramente, quindi può essere qualcosa di ufficiale e su larga scala 😉
18/12/2015 at 11:43
Buongiorno Gabriele 🙂 grazie d’esser passato!
17/12/2015 at 21:04
Elicotteri neri del ministero, la vedo brutta.
Al prossimo 😉
18/12/2015 at 11:43
Grazie di essere passato Danio!
17/12/2015 at 18:25
Che sia il Ministero è scontato/banale, quindi la escludo a priori.
Forze Armate? E per quale motivo?
17/12/2015 at 19:28
Grazie Drago, sei il primo 🙂 alla prossima !
17/12/2015 at 19:57
Le date che hai scritto in alcuni episodi stanno ad indicare che il capitolo è una sorta di estratto del diario di Ishmael?
13/12/2015 at 21:42
Ciao, voto per una confessione da Padre Crane.Devo dire che mi aspettavo guai ancora più grossi dai governativi, ma forse non è finita qui: possibile che gli abbiano permesso di tornare al Paese senza sorvegliarlo. Diciamo che mi aspetto una sorpresina… ^_^
16/12/2015 at 17:27
Ciao Ilario, nei prossimi giorni con il settimo episodio!
12/12/2015 at 11:07
Anche a me incuriosisce molto la confessione di padre Craine.
Cosa sa? Come ne è venuto a conoscenza? E’ coinvolto? E se sì che ruolo ha o ha avuto? Anche questo episodio molto ben scritto. I tuoi men in black funzionano. E il tuo protagonista anche: non è un eroe da telefilm, fa sempre scelte sensate (sa di essere tenuto d’occhio e aspetta il momento opportuno per muoversi), pensa prima di agire,
è accorto (come lo sarebbe una persona comune coinvolta in una storia più grande di sé) ma egualmente curioso. Questi aspetti rendono più semplice l’immedesimazione e fanno vivere al lettore la storia con maggiore partecipazione. Brava.
12/12/2015 at 18:39
Ciao Lou! Grazie per le osservazioni :). Questo capitolo non è stato facile da scrivere, ho cercato di pensare cos’avrebbe fatto una persona comune in una situazione del genere e sono contenta di essere riuscita nella fatica :):
11/12/2015 at 17:42
Credo sia giunto il momento di una confessione da parte di padre Craine.
Ma questa apparente remissione sarà poi vera?
Ottimo, al prossimo.
11/12/2015 at 18:22
Ciao Danio grazie!
11/12/2015 at 06:35
Credo che a questo punto qualcuno debba confessare ciò che sa…
Ottimi i dialoghi tra i “i brutti ceffi travestiti da gentiluomini” e il povero Ishmael, in poche battute hai ricreato la giusta tensione. Mi è molto piaciuta l’espressione “… dovunque fosse quel lì”, hai saputo mostrare molto bene l’angoscia provata dall’impiegato, compresa la gamba tremolante, brava.
Ciao Sere, al prossimo episodio.
11/12/2015 at 13:50
Ciao Anna 🙂 contenta che ti sia piaciuto anche questo episodio, a volte è difficile rendersi conto da questa parte se si mantiene sempre viva l’attenzione e la curiosità del lettore. Per questo sono contenta che me lo confermiate ogni volta, grazie di essere passata!
10/12/2015 at 18:18
Letta in poco tempo tanto che ti prende, non posso che farti i complimenti. Che ne dici di far confessare Padre Craine? 😉
10/12/2015 at 18:55
Buonasera Riccardo 🙂 e benvenuto! Felice che il racconto prende, sicuramente l’effetto di leggerlo tutto in una volta è diverso che capitolo per capitolo e sono contenta che sia ugualmente efficace :). Grazie di esserti unito!
10/12/2015 at 16:48
Vorrei ascoltare la confessione di Padre Craine. E ti faccio i complimenti – come sempre – per questo episodio davvero efficace. L’uomo fa un passo avanti e lui si siede d’istinto. Cammina con la neve. Resta in casa. Infine è convinto di aver capito tutto. Molto, molto ben scritto.
10/12/2015 at 18:53
Ciao cara, grazie come sempre di essere così attenta. Purtroppo per ragioni di tempo ho dovuto saltare una settimana per la pubblicazione di questo episodio, ma spero non accada più!
10/12/2015 at 16:34
Ho votato per l’incredulità dei dottori perché è l’opzione che più si avvicina a come mi immagino il prosequio, ovvero che solo padre Craine gli crede e lo aiuta, ma i dottori non gli creano guai.
10/12/2015 at 18:51
Ciao drago, vediamo un po’ come si schiereranno i personaggi!
10/12/2015 at 16:19
Non vedevo l’ora di leggere un nuovo capitolo!
Ho votato “Padre Craine capisce che è arrivato il momento di fare una confessione”. Mi piace davvero tanto questo racconto!
10/12/2015 at 18:51
Ciao e grazie, ne sono felice! Mi spiace per il ritardo, ho saltato una settimana 😛
06/12/2015 at 13:14
È sempre interessante vedere come dietro i tuoi racconti ci sia uno studio (conoscenza) dell’argomento: “questo è un esemplare di tarlo asiatico o cerambice dalle lunghe antenne se preferisce. Assolutamente innocuo, è un coleottero che ama passare il tempo sulle cortecce degli alberi, la betulla sopra tutti”… etc. Brava come sempre.
07/12/2015 at 13:59
Ciao caro, grazie. Come sai la parte di ricerca è fondamentale per ogni cosa che scrivo, non saprei fare diversamente 🙂
02/12/2015 at 17:38
Bel racconto, molto avvincente.
“Con il fruscio del vento e della neve” la trovo un’opzione originale.
Sono curiosa di leggere i prossimi capitoli!
03/12/2015 at 19:05
Benvenuta MrsFog 🙂 a domani con il prossimo episodio!
30/11/2015 at 21:52
Ho letto tutto d’un fiato! Complimenti, questa storia mi sta prendendo tantissimo!
01/12/2015 at 14:31
Ciao!! Grazie e benvenuto 🙂
30/11/2015 at 14:49
Io dico vento e neve…
Non ti mollo, Serena, anche quando non commento. Periodo di lavoro intenso e non facile da gestire, ma non ti mollo. Storia fantastica.
30/11/2015 at 16:03
Ciao cara, non preoccuparti 🙂 vieni quando puoi, e vuoi. Sei sempre la strabenvenuta 😉
29/11/2015 at 17:47
E’ inevitabile associare gli uomini in abito scuro alla stanza buia e al rumore di metallo. 🙂
Il mistero si infittisce … mi piace. Ishmael deve aver pestato i piedi giusti. 😉
29/11/2015 at 18:30
Ciao Danica e grazie ! 🙂 Vedremo prossima settimana di chi sono questi piedi!
29/11/2015 at 16:25
Neve e fruscio del vento.
Un nuovo splendido racconto, Serena. Non potevo perdermelo, anche se ormai è a metà.
Interessante la storia della carambice. Ma chi ha rapito Ishmael?
29/11/2015 at 17:28
Ciao Trix, grazie di esserti unita anche se a metà 🙂 sono contenta di averti con me!
28/11/2015 at 18:05
Con una stanza buia e un rumore di metallo… penso anch’io che abbia ficcato il naso più del dovuto.
La storia mi prende sempre più, bravissima Sere.
29/11/2015 at 17:27
Ne sono davvero felice Anna e grazie!
28/11/2015 at 16:35
Stanza buia, rumori metallici e uomini in nero (più alla Kappa, taciturni, rudi e seriosi, che alla Will Smith).
Andiamo verso il thriller fantabiologico… Si fa sempre più interessante. Bravissima.
28/11/2015 at 18:01
Lou mi piace il tuo suggerimento alla Will Smith.. 😛 magari!!
28/11/2015 at 12:57
Vento e neve: è il periodo, e poi l’atmosfera è la migliore. 🙂
28/11/2015 at 18:00
Grazie Jacques!
27/11/2015 at 23:03
Mmm, la faccenda si fa inquietante, sembra proprio che il nostro zelante burocrate abbia fatto le domande sbagliate nel posto sbagliato…
Complimenti per l’approccio scientifico che rende credibile la minaccia probabilmente passata dagli insetti, sono curioso di scoprire cosa si comprenderà dall’incontro con gli uomini in abito scuro (in una stanza buia?).
28/11/2015 at 11:49
Ciao Ilario 🙂 si forse ha fatto le domande sbagliate oppure ha scavato un po’ troppo in profondità.. si scoprirà presto! grazie 🙂
27/11/2015 at 17:32
In minoranza ho votato col fruscio del vento, pensando che mi piace come descrivi le ambientazioni esterne 🙂 e perché stiamo in Alaska, perché non parlare della neve?
Bello come sempre Serena.
27/11/2015 at 17:51
Sono contenta che a qualcuno piaccia anche quell’opzione 🙂 catapultano tutti e tre in momenti ben diversi della storia.
27/11/2015 at 14:16
Favolosa scrittrice.
Stanza buia…
27/11/2015 at 17:23
Grazieee , davvero. Mi sento lusingata 🙂 .
27/11/2015 at 12:27
Uhh. Piega strong degli eventi. E si riparte dal buio.
Avanti così Sere :3
27/11/2015 at 14:07
😉 ciao mago! grazie!
27/11/2015 at 10:19
Uomini in abito scuro e stanza buia, tono su tono 🙂
27/11/2015 at 14:07
eheheh giusto accostamento..
26/11/2015 at 21:02
Con una stanza buia e un rumore di metallo.
Lo so, fa molto horror più che avventura, ma mi attizza moltissimo 😉
Ciao.
26/11/2015 at 21:11
Una puntina di paura ci sta sempre 😉
26/11/2015 at 20:58
Bel capitolo.
Devo fare solo un paio di precisazioni tecniche (che non sono legate con la trama/narrazione):
– “macchie sulla corazza” il termine esatto è “elitre”, ovvero il primo paio di ali (il paio più vicino alla testa, per intenderci) con la stessa consistenza dell’esoscheletro;
– “ama passare il tempo sulle cortecce degli alberi”, qui avresti dovuto scrivere “all’interno del legno”, tranne nel caso tu ti stessi riferendo agli adulti.
Ho scritto queste due precisazioni (che, ripeto, non tolgono alcunché alla qualità, tantomeno alla trama) perché ho fatto agraria alle superiori e so di cosa parlo.
Non prenderla come un insulto o che, siccome non pretendo che tutti abbiano le mie stesse conoscenze in ambito entomologico e/o di piante, così come io non ho le tue stesse conoscenze in non so quale altro ambito.
P.s.: apertura con una stanza buia e rumore metallico.
26/11/2015 at 21:02
Urca, grazie drago!! Aver saputo che eri così ferrato sull’argomento ti avrei chiesto volentieri dei suggerimenti 🙂 grazie ancora per le precisazioni, che se intelligenti sono sempre più che ben accette e le tue lo sono sopra tutte. 🙂
26/11/2015 at 23:04
E’ ovvio che “elitre” vada a sostituire “corazza”.
Per quanto riguarda il come passano il tempo, la correzione è riferita solo se stavi parlando delle larve e/o delle crisalidi. Se, invece, stavi parlando degli adulti, allora hai scritto giusto.
23/11/2015 at 21:04
Al Museo, anche a costo di sembrare poco intraprendenti! Sono sicuro avverrà qualcosa di molto importante. 🙂
26/11/2015 at 21:01
Grazie!!!!!
23/11/2015 at 16:45
Daje con queste autopsie… brava, ottima descrizione, rende bene l’idea della sala di dissezione. Voto il Museo, tornare alla Megalopoli forse ha senso, non gli direbbero niente di più dell’autopsia appena fatta. Alla prossima.
23/11/2015 at 19:26
Ciao amico!! Grazie 😉 vedo che il Museo piace, sono contenta 🙂
23/11/2015 at 10:26
Dico di andare al museo di storia animale e biologica. Tornare in città non avrebbe senso, così come interrogare altre persone. Almeno per me.
23/11/2015 at 19:26
Grazie dell’intervento Danica. a Venerdì per il prossimo episodio!
22/11/2015 at 13:39
Torna alla megalopoli, mi piacerebbe vedere com’è.
Sempre più curioso di questa anomalia. 🙂
22/11/2015 at 19:14
Grazie Gabriele.. al prossimo episodio!
21/11/2015 at 22:29
Voto museo per dare corpo alla tua intuizione.
Storia sempre più intricata ma, proprio per questo, avvincente.
Ciao Sere, alla prossima.
22/11/2015 at 19:14
Ciao Anna, ti ringrazio!
21/11/2015 at 15:44
Ciao, l’enigma si presenta bene e l’autopsia introduce degnamente all’analisi scientifica che deve confermare o contestare la teoria. Sarei per spostarci nella grande città per scoprire se qualcuno ha l’interesse a tenere nascosti i risultati delle analisi
21/11/2015 at 20:32
Ciao Ilario, grazie!! Vedremo, questa volta vi ho proposte tre strade lievemente, ma in modo decisivo per il proseguo, differenti….stiamo a vedere!
21/11/2015 at 14:36
Logica vorrebbe che tornasse nella Megalopoli per far analizzare il dito, ma l’opzione del Museo mi incuriosiva troppo e ho votato quella… Chissà che non trovi qualche nuovo indizio. Bel capitolo. Molta brava.
21/11/2015 at 20:31
Ciao Lou! Ti ringrazio davvero 🙂 si il Museo è stato un inserimento dell’ultimo minuto, un’intuizione 🙂
21/11/2015 at 11:43
Avrei votato volentieri tutte e tre le opzioni, ma trovandoti ancora al 4° capitolo credo che due di queste si possano lasciare ai successivi; dunque ho votato che interroghi più persone possibili, poiché la credo la prima reazione plausibile in quetso contesto. Ma è certamente necessario che visiti il Museo e, in caso di mancata risoluzione, che porti il dito al Ministero.
Complimenti anche per questo capitolo Serena, davvero brava.
21/11/2015 at 20:31
Ciao Giorgia, grazie come sempre, si evince subito che sei una lettrice attenta e mi fa piacere 🙂 ne sono onorata.
21/11/2015 at 10:46
Credo che alla fine andrà al ministero della salute.
Se occorrono gli strumenti adatti e solo loro li hanno, penso sia la cosa migliore da fare.
Ottimo, come sempre. Ciao 🙂
21/11/2015 at 20:30
Grazie Danio 😉 alla prossima
21/11/2015 at 10:33
Non sapendo quale opzione scegliere, poiché mi sembrava che tutt’e 3 avessero la stessa plausibilità, ho votato per il museo.
21/11/2015 at 20:29
Ciao Drago e grazie!
21/11/2015 at 22:07
Se ti va, passa da me.
19/11/2015 at 10:54
Avrei preferito la bambina con il secondo indizio. Stiamo a vedere cosa scoprirà Ishmael con l’autopsia.
Un altro episodio bello. 😉
19/11/2015 at 13:40
Grazie Danica 🙂 a domani con il prossimo!
16/11/2015 at 23:33
Sempre più bello questo racconto!
Voto per la donna che porta scompiglio; mi incuriosisce troppo 🙂
19/11/2015 at 13:40
Ciao Leena! grazie e a domani per il quarto episodio!
15/11/2015 at 19:29
Come sempre la cura dei dettagli nei tuoi racconti è ottima. Chiamare una renna con il suo nome meno comune, cioè caribù, è una scelta di classe e… e non è una scelta a caso anche la renna in sè come portatrice di qualcosa… bho, è un presentimento. Voto autopsia per andare a fondo in generale. Bye Bye
16/11/2015 at 13:39
Siamo entrambi in odor di autopsie, ho visto 😛 ma forse la mia sarà un po’ diversa dalla tua!
14/11/2015 at 20:41
Complimenti per le descrizioni molto curate delle bestie e per l’idea dell’epidemia a catena originata da una causa non intuitiva come il particolare insetto.
Tuttavia le opzioni – tra cui scelgo l’autopsia – lasciano presagire nuovi sviluppi in merito, pertanto seguo con trepidazione ^_^
16/11/2015 at 13:38
Grazie Ilario :)!
14/11/2015 at 14:26
Autopsia… per andare fino in fondo in questo mistero.
Brava Serena, come sempre.
16/11/2015 at 13:38
Ciao Anna, ti ringrazio davvero 🙂
14/11/2015 at 08:21
Un secondo indizio… Le cause sembrano chiare, ma temo ci sia ancora molto da capire. Un altro capitolo molto ben scritto, con descrizioni accurate e dialoghi credibili… Non c’entra nulla lo so, ma in certi passaggi mi è sembrato di rivedere un vecchio episodio di X-files. Bravissima.
16/11/2015 at 13:37
CIAO! Non ho mai seguito molto X-FILES quindi non saprei a che episodio ti riferisci, ma lo prendo come un complimento 🙂
21/11/2015 at 14:37
Lo era.
13/11/2015 at 22:35
Mi piacerebbe leggere dell’autopsia.
Wow Serena, mi è piaciuto tantissimo questo episodio. Ho letto più volte il pezzo in cui descrivi la mandria di caribù – davvero suggestiva anche l’ambientazione. Complimenti.
16/11/2015 at 13:36
Grazie GIorgia 🙂 sempre felice che gli episodi vi soddisfino.
P.S. E’ stato bello anche scriverlo quel pezzo, amo molto le descrizioni riguardanti animali.
13/11/2015 at 21:10
Una donna porterà scompiglio.
Animiamo ancor di più questa sorta di mistero 🙂
Ciao.
16/11/2015 at 13:35
Ciao Danio!
13/11/2015 at 20:41
Una bambina, anche se è strano 🙂
16/11/2015 at 13:35
Grazie Gabriele 😛 lo prendo come un complimento!
13/11/2015 at 19:13
Sono tentato sia dall’autopsia che dalla bambina.
Anche se, secondo la mia logica, la seconda non è molto credibile. Almeno non quanto quella dell’autopsia.
13/11/2015 at 20:03
A te la scelta migliore… e grazie!
13/11/2015 at 16:12
Anch’io voto il barattolo di vetro, pieno: è così inconsueto che potrebbe aprire la strada a mitiche rivelazioni.
13/11/2015 at 18:29
Ciao Jacques, grazie di esserti uniti a noi 🙂
12/11/2015 at 11:50
Bell’episodio. Questo racconto mi piace sempre di più!
Ho votato per la fotografia, in cui magari si vede qualcuno che non ci dovrebbe essere…
Alla prossima!
13/11/2015 at 11:02
Ciao Leena e grazie di essere passata, sono contenta che ti sia piaciuto 🙂
11/11/2015 at 12:11
Bello, molto bello, questo episodio….
Anch’io sono per il barattolo di vetro… e… ma la storia dei Caribù, in che consiste?
11/11/2015 at 13:59
Ciao AmoMarta 🙂 la storia la scoprirai nel terzo episodio, lo pubblicherò tra un paio di giorni :).
Grazie per essere passata, sono contenta che ti sia piaciuto!
10/11/2015 at 22:56
Beh, vista la location, un barattolo di vetro pieno di qualcosa d’importante, Serena. Amica di penna, sei davvero brava. L’uomo dei morti è una metafora e un appellativo che insieme fanno epoca, fanno arte, fanno di te una grande autrice.
11/11/2015 at 13:58
I tuoi complimenti sono sempre troppo “troppo” 🙂 ma ti ringrazio e me li tengo stretti!
10/11/2015 at 21:12
Votando per il barattolo di vetro ti ho portato in parità due opzioni. Mi sa che Ishmael svuotando il contenuto del barattolo troverà anche una polaroid dentro. 😀
11/11/2015 at 13:57
Eheheh sarebbe un’idea!! Grazie Danica!
08/11/2015 at 17:02
Ciao Serena, voto barattolo di vetro magari contenente… fegato umano?
Il mio interesse per la tua storia cresce sempre più, brava.
09/11/2015 at 16:13
Interessante suggerimento 🙂 grazie di essere passata Anna!
07/11/2015 at 19:57
Come sempre, ottima scelta dei tempi della narrazione per introdurre la misteriosa situazione e descrizioni piuttosto nitide. Si intravede l’intrigo nel quale il burocrate andrà a sbattere, direi di introdurre una polaroid per evidenziare qualche indizio.
08/11/2015 at 09:15
Ciao Ilario 🙂 e grazie ,sono particolarmente contenta delle tue osservazioni perché so che sei un lettore e scrittore attento ai dettagli 🙂
07/11/2015 at 00:12
Come sempre… sei troppo forte. Riesci tutte le volte “farmi” vedere il racconto, come in un film. Questo misto avventura/Fantascienza è davvero azzeccato. Voterei Memory card, però mi sembra prevedibile e tu non lo sei prevedibile, Polaroid potrebbe essere buona come idea… magari le morti hanno “un inizio” nel passato… si, voto Polaroid. Alla prossima amica mia 😉
08/11/2015 at 09:14
Ciao caro come va?? 🙂 Qui in Alaska tutto ok, freddino a parte!
06/11/2015 at 22:09
….di una qualche erba misteriosa 😛
08/11/2015 at 09:13
vedremo 😉
06/11/2015 at 19:00
Scelta difficile… Direi memory card… Dunque informazioni, dati, numeri… Mettiamolo a suo agio, dopo una giornatina come quella che ha appena vissuto credo che se lo meriti. Serena scrivi davvero benissimo. Sei riuscita a trascinarmi dentro la storia… Brava davvero. Non so se leggi gialli ma ti andrebbe di passare da me, sarei curioso di conoscere il tuo parere sul mio racconto.
08/11/2015 at 09:12
Ciao Lou, passerò da te senz’altro 🙂 mi farebbe piacere.
Sono contenta di riuscire a trascinarti nella storia, per un aspirante scrittore credo sia uno dei complimenti più graditi :).
06/11/2015 at 15:36
Per restare fedele all’ambientazione, voto il barattolo di vetro.
E’ tutto molto suggestivo e l’atmosfera desolata ricorda molto quei film western con Clint Eastwood 🙂
06/11/2015 at 17:52
Uuh grazie, lo terrò a mente.. si sa mai che mi serva d’ispirazione 😉 grazie!
06/11/2015 at 14:07
Visto il posto e i personaggi, propendo alla grande per un barattolo di vetro.
Bello anche i secondo, si sente il clima e non parlo di quello atmosferico 🙂
Ciao.
06/11/2015 at 17:51
Ehehe ciao Danio! e grazie!
06/11/2015 at 12:22
Una polaroid. Cos’altro? 🙂
06/11/2015 at 14:07
Ciao drago!
05/11/2015 at 22:10
Numeri. Numeri. Numeri. L’esca per uno pseudo-autistico *_*
preso. ti seguo.
06/11/2015 at 09:47
Ciao amico!! Pronto per il secondo episodio? Sei arrivato giusto in tempo, a breve pubblico!
04/11/2015 at 18:52
Avrei detto che per cominciare trovava una casa disabitata.
Questo mi ha incuriosito. Adesso voglio conoscere il resto della storia.
Ti seguo … 🙂
04/11/2015 at 19:50
Ciao Danica e grazie!!!
01/11/2015 at 23:30
Plot davvero molto interessante. Mi incuriosisce il fatto che tu abbia scelto il genere avventura per un racconto distopico che, solitamente, si colloca nella fantascienza. Molto buona la parte descrittiva. La tua idea di futuro regge e il tuo protagonista pure, un antieroe, fobico sociale, che si trova alle prese con una strana anomalia che lo costringe a mettere fuori il naso dall’ufficetto nel quale è relegato, da sempre. Mi piace anche la scelta della
Megalopoli, avresti potuto rifilarci l’ennesima New York o Londra o Parigi e invece hai scelto Anchorage, Alaska. Brava davvero. Seguo.
02/11/2015 at 10:53
Ciao Lou, piacere di averti tra noi.
In realtà ho scelto avventura perché credo che la storia, per come ce l’ho in mente, possa rientrare senza problema in generi diversi e io e la fantascienza non ci capiamo molto a vicenda :). Così ho optato per qualcosa di più generico.
Grazie per i complimenti, sono contenta che tanti dettagli ti abbiano convinto e che la storia ti piaccia.
Mi piacciono le ambientazioni particolari. 🙂
30/10/2015 at 15:25
Ho provocato parità votando la testimonianza di un pastore, ma ero indecisa col funerale.
Mi piace….mi ricorda un film di cui non ricordo il titolo, ambientato in Alaska, in cui i morti riprendono vita tra i ghiacci 🙂 Lo so, non c’entra niente, ma l’ambientazione è quella.
Sempre molto dettagliata, complimenti Serena. Ti seguo.
31/10/2015 at 00:38
Ciao Giorgia! Non ho presente il film a cui ti riferisci, detto così.
🙂 Grazie, sono lieta di averti qui tra noi e spero che il resto dei capitoli ti soddisfino altrettanto.
30/10/2015 at 13:49
Una morte in più o in meno non fa differenza, oramai: ho optato per il funerale.
31/10/2015 at 00:37
Chissà, forse una in più potrebbe segnare un punto di svolta… o magari, come dici tu, no. Vedremo 🙂 e grazie di esserti unito.
30/10/2015 at 10:49
Bell’incipit, misterioso al punto giusto.
Ho solo un dubbio, un’unità famigliare(o familiare) quanti individui sono?
31/10/2015 at 00:36
Ciao Gabriele, piacere.
Ho inteso come unità famigliare ( o familiare), senza seguire nessun criterio in particolare se non la mia immaginazione, un gruppo che condivide la stessa parentela stretta e che raggruppa più generazioni insieme. Diciamo dalle venti persone in su. Questa è, per adesso, una delle informazioni che ha Ishmael sulla zona.
29/10/2015 at 18:07
Buonasera, Serena. Ho letto il tuo blog, le tue storie, ho letto Il Cestaio, un lavoro davvero certosino e un’ambientazione meravigliosa, un protagonista intrigante e pieno di segreti e una storia notevole. Brava. E’ vero – leggo nei commenti sotto questa tua ammissione – che sei un po’ troppo particolareggiata nelle descrizioni a volte, ma devo dire che riesci ad appassionare velocemente il lettore. In questo caso, infatti, l’anomalia mi interessa più d’ogni cosa. Sto scrivendo un romanzo proprio su un’anomalia, sono curiosa di conoscere la tua, poi magari – ma in separata sede e se ne avrai desiderio – ti confesserò la mia….
Vedo poi che utilizzi sempre ambientazioni singolari e questo è caratterizzante fin da subito.
Finisco inaspettatamente in maggioranza votando: funerale. E seguo curiosa.
31/10/2015 at 00:31
Ciao 🙂 e grazie di essere qui.
Sono orgogliosa di sentir che alcuni miei vecchi scritti ti abbiano fatto una buona compagnia. Sono sinceramente curiosa di conoscere la TUA anomalia, la mia la scoprirai con il tempo 😉
29/10/2015 at 17:22
Non vedo l’ora di scoprire cosa accadrà.
Voto per il funerale, perché grazie alla tensione emotiva del lutto, il protagonista potrà intuire molte cose sugli abitanti della zona.
29/10/2015 at 17:43
Mi piace come hai interpretato la scelta del funerale e non sei lontana dalla verità, benvenuta 🙂 e grazie
29/10/2015 at 17:01
M’incuriosisce il tuo incipit.
Molto interessante il protagonista, “vivere così i numeri” non è banale e non è da tutti…
voto il pastore. S’impara tanto dalla gente!
ciao
🙂
29/10/2015 at 17:42
Ciao e grazie!
29/10/2015 at 16:19
Ho votato casa disabitata. Il tuo Incipit mi piace terribilmente, soprattutto il modo in cui scrivi.
Non vedo l’ora di leggere il prossimo episodio, ho già cliccato “segui storia” ed ho il dubbio che non me ne pentirò
29/10/2015 at 17:42
Ciao Giulia, piacere 🙂 Anche io sono passata da te e mi piace molto come ti esprimi! Ti ringrazio di essere dei nostri 🙂
29/10/2015 at 14:44
Finalmente, Finalmente, FINALMENTE una storia che so già mi piacerà! Come faccio a saperlo? Perchè vado matto per l’avventura, l’azione, il thriller e questo Alaska sembra avere tutto. La descrizione dello “strano tipo” è fenomenale, conta, conta, conta… si, si, devo assolutamente da seguirti (detta alla romana). Ah… brava come sempre amica mia e voto “la casa disabitat” che spero ci porterà a situazioni movimentate! 🙂
29/10/2015 at 15:00
Ciaoo carissimo, ti aspettavo 🙂 Non potevo partire per l’Alaska senza di te! Portati i guanti che prevedo basse temperature in arrivo!
29/10/2015 at 13:50
Ciao, bentornata, non vedevo l’ora di leggere qualcosa di tuo!
L’inizio è avvincente, il tono del grigio burocrate del futuro distopico che conta le persone come cifre lascia presupporre una sua evoluzione caratteriale quando scoprirà cosa accade nella misteriosa Alaska C-1.
La descrizione della sua psicologia attraverso la monotonia del compito è convincente, nei prossimi episodi vorrei qualche dettaglio in più su questo strano mondo.
Voto per un segreto avvincente nella casa abbandonata! ^_^
29/10/2015 at 14:20
Ciao caro collega 🙂 in effetti ti aspettavo.
Ci ho messo parecchio a tornare perché ultimamente sono stata parecchio stravolta da eventi privati di vario genere, che è anche il motivo per cui non sono riuscita a star dietro alla tua nuova storia, ahimè.
Sono contenta che l’incipit ti piaccia e stuzzichi, è quello che speravo 🙂 Scoprirete molto di più ad ogni step, questo è sicuro!
29/10/2015 at 13:42
Bentornata 🙂
Ho votato che assiste a un funerale, visto il motivo per cui si trova li il nostro protagonista.
Ti seguo, naturalmente 😉
Ciao.
29/10/2015 at 14:18
Ciao Danio e grazie 🙂
29/10/2015 at 12:59
Ciao Serena!!! Come stai? Che si dice tra le stelle d’inchiostro?
Ho letto con attenzione questo incipit, credo come saprai gestire in modo professionale un plot che appare fin da subito complesso e intrigante. Tuttavia ti rimprovero la ridondanza con cui hai descritto Ishmael e il modo a tratti prolisso di mostrarci la location. Con una breve revisione sarebbe stato un incipit ottimo, ma è bastato a convincermi che saprai tenermi incollata al video anche stavolta. Sono felice che tu sia tornata 😉
Parliamo col pastore…
29/10/2015 at 14:18
Ciao cara! Stavo giusto pensando se mi stavo perdendo la tua ultima fatica, ma vedo di no.. meglio così, perché voglio seguirti dal primo capitolo!
Sono contenta che, nonostante tutto, ti abbia fatto piacere essere dei nostri. 🙂
In realtà è Ishmael stesso che racconta la storia e che la narrerà per tutti gli episodi, come una specie di diario mentale e materiale. Dici che ho detto troppo di lui e ho dato troppe informazioni sul luogo? Volevo darvi un’idea molto chiara della situazione per iniziare con le giuste informazioni, forse ho peccato di particolarismo… sai che è un mio difetto, difficile da aggiustare a quanto pare! 😛
29/10/2015 at 11:57
Ciao Serena, ho votato “raccoglie la testimonianza di un pastore” dal momento che Ishmael è un contabile e, non essendo Gil Grissom di CSI, penso che da una casa disabitata non caverebbe neanche un ragno dal muro. Quanto al funerale, è poco rispettoso nei confronti del defunto informarsi su cosa l’abbia ucciso mentre il parroco celebra la funzione.
Sai scrivere molto bene, ti seguo con interesse.
29/10/2015 at 14:14
Grazie Anna e piacere di conoscerti 🙂
29/10/2015 at 11:14
Un’incipit che stuzzica l’attenzione del lettore. In attesa di sapere cosa è accaduto nell’area rurale voto per la casa disabitata, di solito le dimore abbandonate nascondono sempre informazioni importanti. 😉
29/10/2015 at 14:14
Ciao Silvia, piacere di conoscerti e grazie per esserti unita all’avventura 😉