Il mio sole

Dove eravamo rimasti?

Il luogo del prossimo episodio: Il porto (50%)

“Dimmi di te...“

Oggi il sole non si è nemmeno intravisto; quando il cielo è colmo di nuvole grigie e l’aria è cupa, una strana malinconia mi prende e  porta via con sè la voglia di sorridere.

Sto uscendo svogliatamente dalla palestra quando il suono di un clacson attira la mia attenzione.

Il figlio di Anna scende dalla sua auto e corre dentro passandomi accanto come un razzo.

-Ciao, Eva! Siamo in ritardo! Hai da fare durante quest’ora?

-Veramente…no.

-Allora vieni! Andiamo a fare un giro!

La sua esuberanza mi sorprende ogni volta, ma visto che oggi non sono allegra come al solito, mi dico che fare quattro chiacchiere in compagnia mi aiuterà a distrarmi e, magari, a farmi tornare il buon umore.

Pare che sia destino che debba conoscere meglio questa donna.

Salgo in macchina e mi saluta baciandomi le guance.

-Dove mi porti? Le chiedo fingendo disinvoltura.

-Andiamo a fare una passeggiata al porto.

-Mi piace l’idea!

Durante il breve tragitto in auto parliamo del più e del meno, soprattutto dei compiti che i nostri bambini hanno fatto durante il primo pomeriggio. 

Anche lei, come me, tutti i santi giorni si arrabbia perchè suo figlio Giuseppe non si impegna abbastanza e si lamenta perchè il furbetto si approfitta dell’aiuto che lei stessa fornisce.

Parcheggia rapidamente la vettura in uno dei tanti posti a disposizione. E’ davvero brava a guidare, mentre a me non piace per niente stressarmi nel traffico cittadino e nelle varie manovre; guido raramente e di conseguenza meno lo fai, meno sei pratica.

Non c’è molta gente.

Alcuni anziani chiacchierano con i marinai di una paranza, che ha appena portato del buon pesce fresco. Una coppia con un bambino piccolo si ferma ad osservare le anatre che nuotano e affondano il becco nell’acqua in cerca di cibo.

Un altro bambino un pò più grande getta qualche pezzo di pane, e subito le anatre si precipitano per spartirselo.

Anna ed io camminiamo verso la banchina; lì c’è un uomo che sta pescando e fuma una sigaretta nell’attesa che abbocchi qualcosa di buono.

Ci sediamo sul muretto di fronte alle barche, che dondolano dolcemente come culle per bambini stanchi.

-Allora…ti sarai chiesta come mai ti ho avvicinata.

Ci siamo.

-Bhè, in effetti ci ho pensato, ma alla fine credo sia una cosa normale cercare di socializzare con altre mamme.

– Brava. Ho voglia di trovare nuove amiche.

-Perchè? Posso saperlo?

– Sì. Ho convissuto per dieci anni con il padre di mio figlio, ma da qualche mese ci siamo lasciati.

-Mi dispiace.

-A me no. Per lui mi sono messa contro tutto e tutti. L’ho voluto ad ogni costo e ho cercato di tenere in piedi la nostra famiglia, ma invano. Bisogna essere in due. Me ne sono accorta tardi, ma alla fine ho aperto gli occhi. 

-Avrai sofferto molto…

-Non immagini quanto. Adesso mi sono stancata.

Accidenti! Sta vivendo una fase complicata della sua vita.

-Fai bene a voler riprendere in mano la tua vita.

-Ho passato giorni e notti intere a piangere sul letto, sono stata in depressione per mesi…

Mi guarda dritto negli occhi. 

Il suo sguardo ha qualcosa di particolare, una luce diversa…che cattura il mio.

-Da un pò di tempo ho conosciuto degli amici, sono persone molto simpatiche e la sera spesso usciamo tutti insieme. Andiamo nei locali a bere qualcosa, a fare le serate karaoke e persino a ballare in discoteca!

Ora il suo volto non è più cupo, la ruga in mezzo alla fronte si è distesa e parla con l’entusiasmo di una bambina che sta aprendo la scatola di un giocattolo nuovo.

-Mi fa piacere.

-Sì. Finalmente mi sento….rinascere!

Non posso fare a meno di essere contagiata dal suo largo sorriso. E’ incredibile. Mi trasmette una carica positiva fuori dal comune. Ho avuto tante amiche finora, ma nessuna di loro mi ha dato mai sensazioni così insolite e così forti allo stesso tempo. Impossibile non notarle.

-E tu? Dimmi di te.

E adesso? Che cosa le racconto?

-Sono sposata da quasi dieci anni. Mio marito è stato il mio primo e unico fidanzato…Come vedi nulla di particolare.

Non riesco a dire altro.

Non me la sento di rivelarle le mie inquietudini interiori e le mie insoddisfazioni, almeno non per il momento. Ci siamo appena conosciute. Mi sembra un pò troppo presto per spogliare la mia anima. Lei invece si è aperta subito. Si vede che ha davvero bisogno di qualcuno di cui fidarsi. 

Ho l’impressione che voglia circondarsi di persone che la facciano sentire amata.

-La prima volta che ti ho vista negli spogliatoi, ti ho osservata a lungo. Ho studiato il tuo modo di muoverti, di parlare, ed ho capito che all’apparenza dimostri di essere una donna sicura, che ha una certa autorità, ma nel profondo invece…sono convinta che tu sia molto diversa.

-Ehm…più o meno.

Sono in imbarazzo. Questa donna mi legge dentro. Ma come fa?

Guardo l’orologio.

-Sono quasi le sei. Mi sa che è ora di tornare dalle nostre piccole pesti.

-D’accordo. 

In meno di dieci minuti arriviamo a destinazione.

-Grazie per la piacevole compagnia. 

-Grazie a te, Eva. Il tempo è trascorso in fretta. Ci vediamo mercoledì?

Ho ancora così tante cose da dirti…e tu sai ascoltare.

Nel prossimo capitolo Anna parlerà ad Eva di:

  • una disgrazia (17%)
    17
  • un evento decisivo (50%)
    50
  • un periodo difficile (33%)
    33
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70 Commenti

  • Ciao Linda,
    sono contento di averti ritrovato. La storia nel complesso, sebbene sia solo agli inizi, mi piace, tuttavia ad essere sincero questa volta lo stile e ancor più il personaggio di Anna non mi convincono fino in fondo, mi spiego meglio: i dialoghi, specialmente dei primi due capitoli, non so, li ho trovati un po’ forzati, nel senso che è come se non seguissero il loro corso naturale, come se tu, per timore di non riuscire a condensare nel limite dei 5000 caratteri tutta la trama, avessi accelerato la narrazione saltando i “preliminari”, però questa è ovviamente una mia opinione, e come tale è pienamente confutabile. La stessa sensazione di “saltare i preliminari” l’ho ritrovata nel personaggio di Anna, lei si confida subito, immediatamente, con una persona che ha conosciuto da nemmeno una settimana, capisco la volontà di ricominciare, ma forse avresti potuto farcela conoscere pian piano, anche questo è ovviamente il mio punto di vista. Nel complesso però devo dire direi che la storia finora regge, perchè comunque gli spazi che dedichi alle descrizioni sono egregiamente utilizzati, direi che riesci con poche righe precise a descrivere adeguatamente l’ambientazione, per quel tanto che basta per far immergere il lettore nella storia e fargli apparire davanti i personaggi, io personalmente è come se avessi visto una film davanti a me, e in questo direi che sei riuscita pienamente. Le mie considerazioni circa la mancanza di naturalezza, in particolare nei primi due capitoli, può ovviamente essere sottoposta ad una rivisitazione che troverà le proprie cause nei prossimi capitoli, perchè solamente alla fine con un quadro più completo, potrò capire dove ci volevi condurre, quale era lo scopo, e solamente alla luce di questo potrò dire se quanto ho detto poc’anzi sia giustificabile oppure no.
    Ho letto nei commenti, incuriosito, che è la prima volta che ti cimenti in questo genere, e che vai d’istinto. Eh, a me questa parola è molto cara, ahahah istinto, usalo bene come stai facendo e non ti deluderà, fidati.

    Analisi interiore

    Felice anno nuovo,
    a presto
    Istinto =)

      • ciao, felice di ritrovarti!
        desidero chiarire alcune cose a te e agli altri lettori e ne approfitto col tuo commento.
        su un punto hai ragione, potevo cioè far conoscere il personaggio di Anna pian piano, ma temevo che nn sarebbero poi bastati 10 capitoli x ciò che vorrei raccontare….
        su un altro punto invece ti dico che questo racconto è tratto da una storia di vita reale, qualcosa che ho vissuto da vicino, e credimi, Anna, si è veramente raccontata quasi subito…ed ho pertanto deciso di essere fedele alla realtà.
        ti ringrazio x le belle parole spese x me….pure io mi lascio guidare molto spesso dall’istinto….spero di continuare a suscitare in te curiosità, interesse e voglia di leggermi ancora!
        buon anno!

  • Ci sono dei momenti nella vita di ciascuno di noi in cui sembra che il destino si accanisca, si ha come la sensazione di essere diventati il parafulmine dell’umanità… Un male terribile, il tradimento del compagno, l’amante insensibile e prepotente… Le lacrime non sono necessariamente un segno di debolezza, però sono un segnale, una richiesta di aiuto… A cui Eva credo non possa che rispondere…dopo una profonda analisi interiore…

  • Credo che chiunque, dinanzi a una confessione del genere, venga portato a voler farsi un’analisi simile.
    Spesso, quando incontriamo o conosciamo qualcuno colpito dalla “bestia” ci troviamo impreparati, quasi in soggezione e non sappiamo reagire. Compassione, il pensiero della morte, il sollievo di non essere al posto suo, tutte sensazioni del tutto umane e capibili. Però devo dire che Eva ha reagito bene, al di sopra della media. Ottimo capitolo, al prossimo 🙂

    • ti ringrazio, Danio, situazioni del genere credo che oggi le viviamo in tanti, poichè questo male colpisce senza pietà e senza distinzione alcuna…ognuno reagisce a suo modo, e non sempre abbiamo la forza necessaria x sostenere questo tipo di “pesi”…vediamo Eva come si comporterà…

    • ciao e benvenuta nel mio racconto!!!
      ho già spiegato nei primi commenti che ho inserito la mia storia nel genere AVVENTURA solo perchè sono andata x esclusione….mi sembrava l’unico più adatto rispetto a tutti gli altri…
      in ogni caso, spero di continuare ad incuriosirti e di non deludere le tue aspettative!
      grazie ancora e buona lettura…presto un nuovo capitolo! 😉

  • Un evento decisivo, perché non mi andrebbe di leggere una disgrazia o un periodo difficile.
    Anna dà l’impressione di aver bisogno di vicinanza, ma può esserle capitata qualsiasi cosa 🙂 del resto per Eva è ancora una perfetta sconosciuta.

  • un periodo difficile mi sembra più agevole da trattare e meno categorico degli altri due che mi risultano troppo vincolanti

    capitolo coerente e perfettamente trattato – stai solo attenta a non farti trascinare ad allungare il brodo su cose poco importanti… rubando caratteri ai fondamentali, che poi potresti rimpiangere 🙂

    buon proseguimento
    gieffe

    P.S. il livello della scrittura cresce, brava

  • Ho votato una disgrazia. Ma non chiedermi il perché… E’ una cosa che credo abbia a che fare col fatto che la tua Anna mi ricorda molto una persona che mi è particolarmente cara… Forte, solare eppure con un dolore terribile celato in un angolo remoto del proprio cuore, un’ombra che vela i suoi sorrisi, persino le sue risate, ma che non le impedisce di vivere e gioire. Scusa se mi sono lasciato andare a questa piccola confidenza… Dunque, intanto complimenti per il titolo dell’episodio, davvero molto efficace. Molto suggestiva la descrizione del piccolo porto. Buoni anche i dialoghi, le confidenze di Anna e le perplessità di Eva… In effetti ci sta che Eva non si apra subito con una persona di cui sa così poco. In definitiva l’episodio mi è piaciuto molto. Brava davvero Linda.

    • ti ringrazio innanzitutto per essere di nuovo qui con me, ma desidero ringraziarti soprattutto x il fatto che hai voluto condividere un tuo ricordo così importante con me e con tutti coloro che leggeranno il tuo commento…grazie x la stima…sei una persona molto sensibile…e io persone cosi le adoro…

  • Porto.
    Nuova storia, eh!bene, mi metto comoda. Questo incipit ha descritto una vita ordianria e una protagonista interessante che fa di questa ordinarietà un equilibrio perfetto. Nonostante le sue paure celate. Non so dove tu voglia arrivare, però, la cosa mi incuriosisce parecchio… staremo a vedere. Seguo.

  • Personamente avrei posticipato le presentazioni di un pai di lezioni di basket, non le avrei messe al primo incontro tra le due.
    Dato che hai scritto che questa non è la prima lezione di basket del figlio, Anna potrebbe osservare Eva fin dall’inizio del corso e quest’ultima non essersene mai accorta.

    Cortile della scuola (pareggio totale, sorry 😀 )

  • Ok, Linda mi piace e mi incuriosisce. è tutto accurato e ben curato come tuo solito – al porto ci sarà anche un bar spero…

    a proposito di generi… qui a The Incipit purtroppo manca il genere dei generi, cioè il “romanzo” o “racconto” senza etichette e generi predefiniti

    • grazie e benvenuto anche a te…secondo me hai ragione…manca il genere dei generi…sarebbe molto più semplice definire tanti racconti semplicemente ROMANZI, piuttosto che doverli inserire in un genere che non è del tutto idoneo….come nel mio caso con questo racconto…poi lo vedrai…

  • E cosi questa volta hai scelto l’avventura? Beh, devo dire che non riesco a immaginare niente di più avventuroso di una madre alle prese con le proprie quotidiane incombenze (parlo sia da figlio che da marito/padre). Ho votato per il cortile della scuola (non ce la vedo proprio al porto e il bar mi sembrava un po’ banale come opzione). Forse hai fatto bene a cambiar genere. La scrittura creativa non può far a meno dell’entusiasmo e spesso l’unico modo per ritrovarlo è cambiare strada (almeno per un po’ poi chissà…)

    • ciao…attraverso il tuo commento desidero fare una precisazione
      ho scelto il genere avventura soltanto perchè sono andata x esclusione, visto che non saprei proprio dove mettere la mia storia, x quello che ho intenzione di raccontare…
      -non è un horror, perchè non ci saranno zombie nè demoni e affini
      -non è una fiaba, perchè non ci saranno principesse, castelli fatati, nè fate e folletti
      -non è un giallo, perchè non ci saranno assassini da arrestare nè indagini dense di misteri
      -non è un fantasy e nemmeno fantascienza, perchè non c’è nulla di inventato, ma voglio raccontare una storia di vita reale
      -non è un eros perchè non ci saranno scene di sesso
      -non è un rosa perchè non racconterò di una storia d’amore tra uomo/donna
      -non è humor, perchè non farà ridere…
      -non è uno storico, perchè non tratterò vicende del passato.
      ti basta per convincerti che era l’unico genere rimasto x collocare il mio racconto?
      se ancora non ti ho convinto, due sono le opzioni stavolta:
      1 scegliere di non leggermi più
      2 scegliere di seguirmi e aspettare che io scriva i prossimi capitoli.
      grazie per l’attenzione e buona domenica.

  • Intanto bentornata 🙂

    Beh, visto che Anna ha parlato di caffè, uniamo due opzioni: un bar al porto 🙂
    Ottimo incipit, non c’è che dire. Hai saputo ben descrivere la giornata “normale” di una donna “normale” nell’esercizio delle proprie funzioni 😉
    Provo già empatia per lei. Anch’io odio cordialmente l’estate e visto che sono nato a Settembre, come posso non condividere?
    Concordo sull’incontro inquietante. In tanti anni di piscina (i miei figli praticavano nuoto) non mi è mai capitato che un papà mi “abbordasse” così platealmente. Una mamma magari 😉
    Ti attendo col seguito, buon week end.
    D.

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