Il mio sole

Dove eravamo rimasti?

Nel prossimo capitolo Anna parlerà ad Eva di: un evento decisivo (50%)

“La bestia”

Oggi mi sento allegra. Il cielo è sereno, nemmeno una nuvola nasconde il suo bellissimo azzurro, non un soffio di vento che fa rabbrividire; sembra quasi di essere in primavera.

Stamattina sono stata in palestra a fare un’intensa ora di spinning, poi dopo mi sono dedicata allo shopping; adesso mi preparo per accompagnare il mio bambino all’allenamento. Il pensiero di incontrare di nuovo Anna mi strappa un sorriso ed aumenta la mia fretta di uscire. Sono stata bene l’ultima volta. 

-Buon pomeriggio, Anna!

-Ciao, Eva!

-Hai visto che tempo meraviglioso?

-Sì, mette di buon umore.

-Infatti. Che fai? Stai con me?

-Sì, volentieri.

-Benissimo. Stavolta però scelgo io il posto!

-Ok.

Mi guarda incuriosita.

Desidero andare nel bar del padre di una mia cara amica. Non è molto lontano dalla scuola.

Dopo dieci minuti a piedi siamo già arrivate.

E’ un locale piccolo, ma molto accogliente. A sinistra c’è una vetrina con tanti prodotti in esposizione, invitanti scatole di cioccolatini e barattoli con ogni sorta di caramelle. A destra c’è il banco, tutto in azzurro, con il barista intento a preparare caffè per due persone lì in piedi, in attesa.

Avanzo nella saletta interna, mentre Anna mi segue guardandosi intorno.

Ci sediamo ad uno dei tavolini, quello nell’angolo.

-Caffè? chiedo.

-Sì, grazie. Macchiato.

-Due caffè macchiati, per favore.

-Che bel posto…

-Ti piace? Ho scelto bene?

-Sì. Mi sento a mio agio.

-Mi fa piacere. Ci vengo spesso. E poi il caffè è buonissimo.

Poco dopo arriva il ragazzo col vassoio.

Poggia la prima tazza davanti ad Anna, la seconda è per me.

I caffè in superficie hanno due disegni fatti col cacao in polvere. Lei ha un sole, io una luna.

Mi guarda sorridendo.

-Che idea carina!

I miei occhi si soffermano ancora per qualche istante su entrambe le figure. Questi simboli non mi sembrano poi tanto casuali.

Potrei quasi dire che ci rappresentano.

Vedo lei come un’essenza dalla luce abbagliante e me come un’entità dalla luce meno intensa, offuscata dalle ombre e dal buio che mi porto dentro.

Verso la bustina di zucchero e la luna, mio malgrado, si sgretola, travolta dal vortice creato dal cucchiaino.

-Oggi sei diversa rispetto all’altra volta.

-Sì, è vero. Spesso il mio stato d’animo risente delle condizioni climatiche. Mi sono anche rilassata durante il giorno. E tu? Che cosa hai fatto di bello?

Beve un sorso del suo caffè,poi poggia piano la tazza.

Il suo sorriso si spegne all’istante.

Sospira.

-Sono stata dal mio medico, per un’iniezione.

Divento seria anch’io.

-Stai poco bene?

– Bhè…in verità…la faccio periodicamente. E’ necessaria per bloccare il ciclo.

Il mio corpo istintivamente si irrigidisce, poi la guardo con attenzione, aspettando che continui.

Adesso ha la testa bassa, l’indice della mano destra che gioca nervosamente sul tessuto dei suoi jeans, descrivendo dei cerchi.

Non dice nulla.

-Perchè?

Voglio capire il motivo del suo improvviso disagio.

– Eva, io…

La sua voce trema.

Mi sto preoccupando.

– Due anni fa…non ho dovuto combattere soltanto contro il mio compagno.

-Cosa è successo?

-Ho dovuto difendermi con tutte le mie forze da un nemico ancora più pericoloso. Io lo chiamo la bestia.

Sgrano gli occhi.

-Chi è? Oppure…Cos’è?

Prende fiato.

-Un tumore al seno.

Oh mio dio!

– Adesso capisco perchè sei diventata nervosa…

-Non è facile parlarne. Non sono ancora fuori pericolo. Ogni sei mesi faccio i controlli. L’oncologo dice che se non passano cinque anni, non posso ritenermi completamente guarita.

-Mi dispiace tanto…non avrei dovuto…

-Non sentirti in colpa!

Mi interrompe alzando un braccio.

-Non potevi sapere. E poi ho scelto io di dirtelo.

-Sei una donna molto forte.

-Non credo proprio. E’ la necessità a renderti tale. Non sai quante lacrime…

-Non oso immaginare.

-E poi ho combattuto…per mio figlio.

-Certo. E’ naturale.

I suoi occhi si gonfiano di lacrime.

-Pensa che, nel periodo in cui facevo le chemioterapie, quando mi guardavo allo specchio senza i capelli, con il viso pallido e gli occhi spenti, una tipa mi chiamava a casa quasi tutti i giorni, dicendo che aveva una storia col mio uomo e che me lo avrebbe portato via…

-Ma che stronza, questa!

Getto con violenza il fazzoletto di carta che avevo stretto forte nel pugno, facendolo rimbalzare sul piattino.

-Era più stronzo lui…

Non posso darle torto. 

Mi guardo intorno. Non voglio che qualcuno si accorga che sta piangendo.

Devo far qualcosa.

-Dai, si tratta del passato. Non tormentarti più.

Le accarezzo il braccio guardandola con tenerezza.

Anna è una donna estremamente fragile, provata dal male che un destino crudele ha riservato per lei.

-La ferita è ancora fresca. E il peggio è che, dopo quello che ho passato, lui non mi è del tutto indifferente.

– Lo ami?

-Non lo so. Ci sono giorni in cui sono convinta di averlo dimenticato e di non volerlo più, in cui mi impongo di odiarlo perchè mi ha fatto soffrire, mentre altri in cui ripenso ai nostri momenti felici e mi sento tremendamente sola.

-Tu non sei sola.Sono certa che hai tante persone che ti vogliono bene. 

-Non tutte sono dolci come te.Grazie, Eva…

Come reagisce Eva di fronte alle confessioni di Anna?

  • fa una profonda analisi interiore, destabilizzata da ciò che le è stato rivelato (89%)
    89
  • con compassione (11%)
    11
  • con rabbia (0%)
    0
Loading ... Loading ...
Categorie

Lascia un commento

70 Commenti

  • Ciao Linda,
    sono contento di averti ritrovato. La storia nel complesso, sebbene sia solo agli inizi, mi piace, tuttavia ad essere sincero questa volta lo stile e ancor più il personaggio di Anna non mi convincono fino in fondo, mi spiego meglio: i dialoghi, specialmente dei primi due capitoli, non so, li ho trovati un po’ forzati, nel senso che è come se non seguissero il loro corso naturale, come se tu, per timore di non riuscire a condensare nel limite dei 5000 caratteri tutta la trama, avessi accelerato la narrazione saltando i “preliminari”, però questa è ovviamente una mia opinione, e come tale è pienamente confutabile. La stessa sensazione di “saltare i preliminari” l’ho ritrovata nel personaggio di Anna, lei si confida subito, immediatamente, con una persona che ha conosciuto da nemmeno una settimana, capisco la volontà di ricominciare, ma forse avresti potuto farcela conoscere pian piano, anche questo è ovviamente il mio punto di vista. Nel complesso però devo dire direi che la storia finora regge, perchè comunque gli spazi che dedichi alle descrizioni sono egregiamente utilizzati, direi che riesci con poche righe precise a descrivere adeguatamente l’ambientazione, per quel tanto che basta per far immergere il lettore nella storia e fargli apparire davanti i personaggi, io personalmente è come se avessi visto una film davanti a me, e in questo direi che sei riuscita pienamente. Le mie considerazioni circa la mancanza di naturalezza, in particolare nei primi due capitoli, può ovviamente essere sottoposta ad una rivisitazione che troverà le proprie cause nei prossimi capitoli, perchè solamente alla fine con un quadro più completo, potrò capire dove ci volevi condurre, quale era lo scopo, e solamente alla luce di questo potrò dire se quanto ho detto poc’anzi sia giustificabile oppure no.
    Ho letto nei commenti, incuriosito, che è la prima volta che ti cimenti in questo genere, e che vai d’istinto. Eh, a me questa parola è molto cara, ahahah istinto, usalo bene come stai facendo e non ti deluderà, fidati.

    Analisi interiore

    Felice anno nuovo,
    a presto
    Istinto =)

      • ciao, felice di ritrovarti!
        desidero chiarire alcune cose a te e agli altri lettori e ne approfitto col tuo commento.
        su un punto hai ragione, potevo cioè far conoscere il personaggio di Anna pian piano, ma temevo che nn sarebbero poi bastati 10 capitoli x ciò che vorrei raccontare….
        su un altro punto invece ti dico che questo racconto è tratto da una storia di vita reale, qualcosa che ho vissuto da vicino, e credimi, Anna, si è veramente raccontata quasi subito…ed ho pertanto deciso di essere fedele alla realtà.
        ti ringrazio x le belle parole spese x me….pure io mi lascio guidare molto spesso dall’istinto….spero di continuare a suscitare in te curiosità, interesse e voglia di leggermi ancora!
        buon anno!

  • Ci sono dei momenti nella vita di ciascuno di noi in cui sembra che il destino si accanisca, si ha come la sensazione di essere diventati il parafulmine dell’umanità… Un male terribile, il tradimento del compagno, l’amante insensibile e prepotente… Le lacrime non sono necessariamente un segno di debolezza, però sono un segnale, una richiesta di aiuto… A cui Eva credo non possa che rispondere…dopo una profonda analisi interiore…

  • Credo che chiunque, dinanzi a una confessione del genere, venga portato a voler farsi un’analisi simile.
    Spesso, quando incontriamo o conosciamo qualcuno colpito dalla “bestia” ci troviamo impreparati, quasi in soggezione e non sappiamo reagire. Compassione, il pensiero della morte, il sollievo di non essere al posto suo, tutte sensazioni del tutto umane e capibili. Però devo dire che Eva ha reagito bene, al di sopra della media. Ottimo capitolo, al prossimo 🙂

    • ti ringrazio, Danio, situazioni del genere credo che oggi le viviamo in tanti, poichè questo male colpisce senza pietà e senza distinzione alcuna…ognuno reagisce a suo modo, e non sempre abbiamo la forza necessaria x sostenere questo tipo di “pesi”…vediamo Eva come si comporterà…

    • ciao e benvenuta nel mio racconto!!!
      ho già spiegato nei primi commenti che ho inserito la mia storia nel genere AVVENTURA solo perchè sono andata x esclusione….mi sembrava l’unico più adatto rispetto a tutti gli altri…
      in ogni caso, spero di continuare ad incuriosirti e di non deludere le tue aspettative!
      grazie ancora e buona lettura…presto un nuovo capitolo! 😉

  • Un evento decisivo, perché non mi andrebbe di leggere una disgrazia o un periodo difficile.
    Anna dà l’impressione di aver bisogno di vicinanza, ma può esserle capitata qualsiasi cosa 🙂 del resto per Eva è ancora una perfetta sconosciuta.

  • un periodo difficile mi sembra più agevole da trattare e meno categorico degli altri due che mi risultano troppo vincolanti

    capitolo coerente e perfettamente trattato – stai solo attenta a non farti trascinare ad allungare il brodo su cose poco importanti… rubando caratteri ai fondamentali, che poi potresti rimpiangere 🙂

    buon proseguimento
    gieffe

    P.S. il livello della scrittura cresce, brava

  • Ho votato una disgrazia. Ma non chiedermi il perché… E’ una cosa che credo abbia a che fare col fatto che la tua Anna mi ricorda molto una persona che mi è particolarmente cara… Forte, solare eppure con un dolore terribile celato in un angolo remoto del proprio cuore, un’ombra che vela i suoi sorrisi, persino le sue risate, ma che non le impedisce di vivere e gioire. Scusa se mi sono lasciato andare a questa piccola confidenza… Dunque, intanto complimenti per il titolo dell’episodio, davvero molto efficace. Molto suggestiva la descrizione del piccolo porto. Buoni anche i dialoghi, le confidenze di Anna e le perplessità di Eva… In effetti ci sta che Eva non si apra subito con una persona di cui sa così poco. In definitiva l’episodio mi è piaciuto molto. Brava davvero Linda.

    • ti ringrazio innanzitutto per essere di nuovo qui con me, ma desidero ringraziarti soprattutto x il fatto che hai voluto condividere un tuo ricordo così importante con me e con tutti coloro che leggeranno il tuo commento…grazie x la stima…sei una persona molto sensibile…e io persone cosi le adoro…

  • Porto.
    Nuova storia, eh!bene, mi metto comoda. Questo incipit ha descritto una vita ordianria e una protagonista interessante che fa di questa ordinarietà un equilibrio perfetto. Nonostante le sue paure celate. Non so dove tu voglia arrivare, però, la cosa mi incuriosisce parecchio… staremo a vedere. Seguo.

  • Personamente avrei posticipato le presentazioni di un pai di lezioni di basket, non le avrei messe al primo incontro tra le due.
    Dato che hai scritto che questa non è la prima lezione di basket del figlio, Anna potrebbe osservare Eva fin dall’inizio del corso e quest’ultima non essersene mai accorta.

    Cortile della scuola (pareggio totale, sorry 😀 )

  • Ok, Linda mi piace e mi incuriosisce. è tutto accurato e ben curato come tuo solito – al porto ci sarà anche un bar spero…

    a proposito di generi… qui a The Incipit purtroppo manca il genere dei generi, cioè il “romanzo” o “racconto” senza etichette e generi predefiniti

    • grazie e benvenuto anche a te…secondo me hai ragione…manca il genere dei generi…sarebbe molto più semplice definire tanti racconti semplicemente ROMANZI, piuttosto che doverli inserire in un genere che non è del tutto idoneo….come nel mio caso con questo racconto…poi lo vedrai…

  • E cosi questa volta hai scelto l’avventura? Beh, devo dire che non riesco a immaginare niente di più avventuroso di una madre alle prese con le proprie quotidiane incombenze (parlo sia da figlio che da marito/padre). Ho votato per il cortile della scuola (non ce la vedo proprio al porto e il bar mi sembrava un po’ banale come opzione). Forse hai fatto bene a cambiar genere. La scrittura creativa non può far a meno dell’entusiasmo e spesso l’unico modo per ritrovarlo è cambiare strada (almeno per un po’ poi chissà…)

    • ciao…attraverso il tuo commento desidero fare una precisazione
      ho scelto il genere avventura soltanto perchè sono andata x esclusione, visto che non saprei proprio dove mettere la mia storia, x quello che ho intenzione di raccontare…
      -non è un horror, perchè non ci saranno zombie nè demoni e affini
      -non è una fiaba, perchè non ci saranno principesse, castelli fatati, nè fate e folletti
      -non è un giallo, perchè non ci saranno assassini da arrestare nè indagini dense di misteri
      -non è un fantasy e nemmeno fantascienza, perchè non c’è nulla di inventato, ma voglio raccontare una storia di vita reale
      -non è un eros perchè non ci saranno scene di sesso
      -non è un rosa perchè non racconterò di una storia d’amore tra uomo/donna
      -non è humor, perchè non farà ridere…
      -non è uno storico, perchè non tratterò vicende del passato.
      ti basta per convincerti che era l’unico genere rimasto x collocare il mio racconto?
      se ancora non ti ho convinto, due sono le opzioni stavolta:
      1 scegliere di non leggermi più
      2 scegliere di seguirmi e aspettare che io scriva i prossimi capitoli.
      grazie per l’attenzione e buona domenica.

  • Intanto bentornata 🙂

    Beh, visto che Anna ha parlato di caffè, uniamo due opzioni: un bar al porto 🙂
    Ottimo incipit, non c’è che dire. Hai saputo ben descrivere la giornata “normale” di una donna “normale” nell’esercizio delle proprie funzioni 😉
    Provo già empatia per lei. Anch’io odio cordialmente l’estate e visto che sono nato a Settembre, come posso non condividere?
    Concordo sull’incontro inquietante. In tanti anni di piscina (i miei figli praticavano nuoto) non mi è mai capitato che un papà mi “abbordasse” così platealmente. Una mamma magari 😉
    Ti attendo col seguito, buon week end.
    D.

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi