Sesso e dintorni

Rosso

Stefania uscì dall’ingresso di servizio perché non voleva incontrare nessuno e si incamminò lungo il viale alberato che costeggiava l’Arno controllando di tanto in tanto il cellulare.

Marco non aveva più chiamato e lei non aveva il coraggio di farsi viva perché temeva di sentirsi dire che era finita per davvero e che non si sarebbero più visti.

Imboccò un vicolo stretto dove gli artigiani mettevano in mostra la mercanzia fuori dalle botteghe e lei doveva scansare tutte quelle cose e fingeva che non le importasse anche se aveva i nervi a fior di pelle.

Arrivò davanti al sexy shop che era ancora chiuso. La vetrina era stata verniciata di rosso in modo grossolano, si vedevano le pennellate che erano colate in lunghe strisce dense.

Su un lato della vetrina c’era un piccolo pertugio, Stefania ci incollò la faccia e guardò dentro. Vide il camice da lavoro di Marco sul pavimento vicino a un paio di scarpe con il tacco a spillo. Girò lo sguardo verso gli scaffali cercando di abituarsi all’oscurità e vide un groviglio di corpi e di gambe che si agitavano sul bancone.

Riconobbe il tatuaggio di Marco: un lupo nero sulla schiena che mostrava le zanne. La montava con una tale foga che sembrava volesse ammazzarla e Stefania resto lì: il cappotto bianco era una macchia di colore sulla vetrina rosso sangue.

 

 

 

 

 

Decidi tu quale sarà il dettaglio attraverso il quale la storia ruoterà

  • Mestiere (33%)
    33
  • Cibo (50%)
    50
  • Indumento (17%)
    17
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14 Commenti

  • molto carino ma in questi mini racconti ci vorrebbe un pizzico di contesto, di preparazione della storia e dei personaggi

    voto etero, ma catturata/o suo malgrado in situazione più complessa
    traduzione: vorrei avere la possibilità di valutare la tua scrittura

    ti aspetto

    P.S. anche io vado avanti a fatica a dover tirare per le lunghe, ma un po’ di contorno e preliminari occorrono

  • Molto divertente la scenetta.
    Adesso facciamo biblioteca…

    un suggerimento: quando non sei sicuro/a della grammatica e sintassi, usa di più i dialoghi in dialetto, perché nei dialoghi si ha licenza!
    Una correzione nella scrittura la puoi fare subito: non scrivere “s’era presa il vizio” ma “aveva preso il vizio”

    buon proseguimento
    gf

  • Mi piace la tua scrittura e ti seguirò. scelgo cibo
    Hai preso in parola il sito… hai scritto un incipit di tutto rispetto, ma è solo un incipit.
    In effetti è una buona scelta la sintesi, molti di noi usano troppi caratteri per quel poco che hanno da raccontare.
    comunque mi auguro e spero che non lascerai tutto sottinteso anche nei prossimi capitoli
    ciao
    gf

  • “Mercanzia” e “quelle cose” astratto. “La vetrina… Dense” qui prima racconti poi mostri. “Vide il camice…bancone” qui non si capisce che lavoro sta facendo Marco. “Lupo nero… Zanne” qui sembra che la schiena ha le zanne. Meglio : “Riconobbe il tatuaggio sulla schiena di Marco: un lupo zeno che mostrava le zanne”. Comunque anche quel riconobbe è raccontato e comunque fuori luogo. Qui volevi semplicemente dire che Marco aveva il tatuaggio, non che Stefania lo riconobbe. Anche perché ha già riconosciuto Marco. La descrizione è isolata e statica. Potevi fonderla con la frase successiva, ottenendo una descrizione dinamica. Tipo: “mentre era a terra ad aggiustare le scarpe [o qualsiasi lavoro stesse facendo], il camice bianco lasciava intravedere il tatuaggio sulla spalla destra. Quando scopavano, sembrava che fosse quel lupo con le zanne da fuori a scoparla”. Può essere migliorata molto, ma è già più dinamica e concentrata. Con pochi caratteri hai detto che: Marco stava lavorando a terra, aveva il camice bianco, aveva il tatuaggio, la montava con foga.

    Ho scelto: “Cibo”. Lessi che le persone trovano più interessanti le altre persone mentre mangiano, per via degli ormoni del piacere rilasciati durante il pasto.

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